Di Valerio Romito (Regginalife.com) – Deja vu: la Reggina chiude il mini ciclo del doppio turno casalingo conseguendo l’identico punteggio a reti bianche già visto nella gara con il Fondi, da cui però ci si aspettava certamente qualcosa in più.
La partita, se possibile, è stata ancora meno “spettacolare” (eufemisticamente parlando) rispetto a sette giorni fa: vero è che i pugliesi, classifica alla mano, costituivano sulla carta un impegno più probante dei laziali, ma mentre con il Fondi, pur non brillando dal punto di vista offensivo, si erano avute almeno un paio di possibilità concrete per passare in vantaggio, ieri entrambi i portieri hanno vissuto un pomeriggio di assoluta tranquillità, intervallata solo dalle rimesse da fondo campo, e l’ingresso, forse tardivo, di Tulissi nella seconda parte della ripresa, pur ravvivando le trame offensive amaranto, non ha comunque prodotto alcuna conclusione nello specchio.
Un dato positivo esiste ed è innegabile: la squadra non perde da un mese e mezzo, subendo solo una rete in cinque incontri, ed i nove punti conquistati dalla disfatta col Rende in poi hanno consentito agli amaranto di restare in una zona di classifica relativamente tranquilla; per contro, i gol realizzati nello stesso periodo sono stati soltanto tre, di cui uno su rigore, mentre per trovare una realizzazione casalinga su azione dobbiamo tornare al successo su Catania di fine ottobre. Ma se è altrettanto incontestabile che il rendimento dopo il giro di boa è assolutamente identico, nei numeri, a quello delle prime sei gare di andata, non possiamo ignorare il fatto che allora 4 gare furono disputate in trasferta e solo due in casa, cioè l’opposto di adesso, e che oggettivamente i due avversari visti al Granillo sono apparsi tutt’altro che trascendentali, il che, agli occhi di molti, rende il bottino di due punti piuttosto misero.
Siamo d’accordo con Maurizi quando afferma che non sono importanti i moduli quanto l’atteggiamento: è chiara però la sensazione che stavolta sia proprio il modulo a condizionare l’atteggiamento. Non v’è dubbio che spesso una buona difesa diventa più determinante di un buon attacco, soprattutto ragionando a lungo termine, cioè in ottica campionato e non singola partita, ma ci permettiamo di aggiungere che, a nostro modesto parere, le partite vanno interpretate volta per volta, se non anche in corso di svolgimento: non abbiamo certo la controprova, che nel calcio non esiste, tuttavia siamo portati a pensare che di fronte ad avversari così remissivi, e soprattutto alla portata, si sarebbe potuto osare di più, anche tramite l’utilizzo, con maggior minutaggio, di alcune pedine. Detto questo siamo anche convinti che da qui in poi non si possa che migliorare, grazie anche all’apporto dei nuovi elementi una volta che il processo di integrazione verrà completato.
Chiudiamo con la solita nota dolente: abbiamo capito, a proposito di presenze allo stadio, che gli appelli servono a poco e che si dovrà andare avanti con le proprie forze, così come giustifichiamo la delusione rispetto a prestazione non certamente superlative, però riteniamo inammissibile che la squadra di casa venga fischiata dai propri tifosi dopo venti minuti di gioco, oltretutto sullo 0-0, non sta né in cielo né in terra. Senza il giusto grado di maturità, il futuro rischia di tingersi a tinte fosche, e non sarà solo colpa degli altri…