Di Valerio Romito – Gli inglesi direbbero “the best for the most for the least” per sottolineare come, di fatto, l’esito delle ultime cinque apparizioni della Reggina si sia determinato ad una manciata di minuti dal fischio finale, quando non all’ultimo battito di ciglia, anche se con modalità e canovacci piuttosto differenti. Così come abbiamo la riprova, ove fosse necessario, del fatto che, alla fine, la qualità dei giudizi spesso trascenda l’andamento complessivo delle prestazioni, per vedersi incontrovertibilmente e quasi esclusivamente condizionata dal risultato finale.
Capita dunque, escludendo la gara con la Paganese in cui il gol, seppur tardivo, ha legittimato una conduzione di gara tutto sommato secondo pronostico (e merito), che in gare disputate con due delle assolute favorite alla vittoria finale del torneo si subisca il golletto decisivo in piena zona Cesarini, di cui uno su topica clamorosa del portiere, senza il quale probabilmente avremmo letto di grandi imprese in campi proibitivi, o che la gara di Rende si trasformasse da “bombardamento” subito a rimonta di carattere; così come, in positivo, la partita di domenica subisca una metamorfosi che la classifica da peggior prestazione dell’ultima decade, a miracoloso ribaltamento da annotare negli annali. E anche questo, scusate la banalità, è il bello (e il brutto) del calcio.
Purtroppo però sono, ancora una volta, le circostanze extra agonistiche che non ci consentono di focalizzare l’attenzione solo su ciò che accade nel rettangolo di gioco: superate del tutto o quasi (si spera) le problematiche le gate alla logistica ed alle garanzie fideiussorie, come è noto in queste frenetiche settimane è in ballo la stessa esistenza del club amaranto, che attende la scadenza del termine stabilito dall’attuale azionista di maggioranza riguardo la procedura che potrebbe o meno portare ad un cambio societario o, male che vada, ad un profondo ridimensionamento dei programmi futuri, ma anche presenti.
Ad oggi non ci è dato sapere, per evidenti ragioni di riservatezza in quanto la procedura è in pieno svolgimento, se, come e quando siano pervenute offerte convincenti, né ovviamente possiamo conoscere le condizioni in base alla quali potrebbe avvenire un passaggio di consegne. Di una cosa però ci sentiamo di essere certi: chi poteva venire fuori, al di là di tante chiacchiere, indiscrezioni più o meno fondate, intenzioni palesate ma mai concretizzate, ha avuto in questi giorni una chiara, esplicita, formidabile occasione di mettere in pratica ogni tipo di proposito, e soprattutto alla luce del sole. Chi non ha ritenuto di farlo difficilmente potrà reclamare giustificazioni di sorta, denunciare condizioni non opponibili o constatare eventuali situazioni non rimediabili o comunque non convenienti: di conseguenza, risulteranno difficilmente comprensibili ulteriori critiche all’attuale società, qualora ovviamente dovessero riguardare mancanza di risorse da poter ulteriormente impiegare, quasi fosse una colpa. Ed il timore che ci si trovi proprio in tale situazione, pur in assenza di riscontri ufficiali, sembra sia proprio questo: si spera ovviamente (e vivamente) di essere smentiti.
Ma dato che non piace a nessuno vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, per fortuna c’è la domenica (e non più il sabato), c’è un pallone che rotola e ventidue calciatori. E c’è una maglia da onorare, stavolta magari per qualche minuto in più…
Per gentile concessione di Calabriagol.it
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