Riepilogo utile a chi si fosse perso qualcosa
http://www.iljournal.it/2011/sistema-%E ... ati/252376“Sistema Sesto”, riepilogo inchiesta su Penati
«Signori, come a voi ben noto, il sottoscritto, nel corso degli anni, a partire dal 1999, ha versato a vario titolo, attraverso dazioni di denaro, a Filippo Penati, notevoli somme di denaro».
Inizia così l’e-mail, datata aprile 2010, che i pubblici ministeri di Milano Laura Pedio e Gaetano Ruta trovano sul pc dell’imprenditore di Sesto San Giovanni, Piero Di Caterina, titolare della ditta di trasporti Caronte. La lettera è indirizzata a Filippo Penati e Bruno Binasco, amministratore della Serravalle. Nell’ufficio di Caterina vengono ritrovati anche foglietti scritti a mano e piccoli cedolini stampati dalle calcolatrici dove sono annotati nomi e cifre di quella che si presume sia una contabilità “in nero” utilizzata per pagare politici locali e regionali in cambio di appalti e favori.
I pm di Milano stanno indagando sulla bonifica dell’area, prima industriale e in seguito riconvertita a residenziale, di Montecity-Santa Giulia che si trova nella zona sud del capoluogo lombardo. La bonifica non sarebbe stata effettuata secondo i canoni previsti e in compenso sarebbero state emesse false fatture. Parte di queste fatture, circa 700 mila euro, sono state emesse proprio da Piero Di Caterina.
Di Caterina indagato decide di collaborare e racconta la sua versione ai magistrati. Sostiene di aver versato soldi nelle casse del Partito democratico nel periodo che va dal 1993 al 2004 per ottenere favori e sbloccare i pagamenti dovuti dalla pubblica amministrazione alla sua azienda di trasporti. Tangenti dunque, che potevano arrivare anche a venti o trenta mila euro mensili. Questo il sistema “Sesto”. I soldi finivano nelle mani di Giordano Vimercati, ex capo di gabinetto di Filippo Penati alla Provincia di Milano. Nel 2004 Penati vince le elezioni e diventa Presidente della Provincia, le presunte tangenti sarebbero servite a finanziare, sostiene sempre Di Caterina, la campagna elettorale.
Oltre a Di Caterina, in Procura a Milano si presenta anche Giuseppe Pasini. proprietario delle aree dell’ex acciaieria Falck quando Penati era sindaco di Sesto San Giovanni. Pasini oltre che imprenditore è anch’egli un politico, candidato per il centro destra alla poltrona di sindaco di Sesto ma sconfitto nel 2007 dall’ attuale sindaco Giorgio Oldrini (Pd), anche lui indagato per concussione.
Giuseppe Pasini racconta di aver versato, a persone indicate da Penati, più di 3,7 milioni di euro tra il 2000 e il 2001 per ottenere le concessioni per l’area Falck divenuta di interesse immobiliare.
Il fascicolo viene trasmesso al Tribunale di Monza, di competenza territoriale per Sesto San Giovanni. I magistrati incaricati sono Walter Mapelli e Franca Macchia. I filoni dell’inchiesta diventano quattro:
1- La lottizzazione dell’ex area Flack a Sesto San Giovanni
2-La lottizzazione dell’area Ercole Marelli
3-Il servizio integrato dei trasporti dell’Alto Milanese
4- Le Coop rosse.
Le Coop Rosse
Giuseppe Pasini racconta ai nuovi magistrati di aver pagato due milioni e 400 mila euro per consulenze a Franceso Agnello e Gimapaolo Salami, professionisti vicinissimi alle Coop.
L’ultimo documento analizzato dalla Guardia di Finanza
Studiando i documenti sequestrati a Piero Di Caterina, la Guardia di Finanza si è imbattuta nel «foglio del miliardo di lire»
È in formato A4, bianco. Contiene un elenco interminabile di quelli che l’ imprenditore marchia di suo pugno, in stampatello, come «Crediti verso Penati/Vimercati» . In alto a sinistra l’ intestazione, su due righe. A destra, la matrice di quella che pare una vecchia calcolatrice con stampa ad aghi. Oltre quaranta le cifre a molti zeri ammonticchiate una sull’ altra. Si apre con 50 milioni di lire, prosegue con una serie di addizioni e chiude col totale: due miliardi e 235 mila lire più spiccioli vari. Sul fondo del foglio le cifre 1 e 298, il progressivo della numerazione. Ma è proprio lì, nel mezzo del foglio del cosidetto «libro mastro delle mazzette» ritrovato a Di Caterina, tra la colonna di numeri a sei e sette zeri, che campeggia il miliardo tondo tondo. Gli anni di riferimento sono quelli che vanno dal 1997 al 2000.
Gli Indagati
Nel registro degli indagati vengono iscritti
Penati, Vimercati, Oldrini, Pasqualino di Leva, ex assessore al Bilancio del Comune di Sesto (cui sarebbero stati versati un milione e mezzo di euro per creare fondi per i politici), la dirigente dello stesso ufficio Nicoletta Sostaro, l’architetto Marco Magni vicino all’assessore Di Leva, l’ex dirigente del Comune di Sesto San Giovanni Renato Sarno. Tra gli indagati vi è poi Antonino Princiotta, ex segretario generale della Provincia di Milano, che avrebbe ricevuto 100 mila euro da Di Caterina per l’affaire dei trasporti integrati. Vi è poi il filone delle fatture false. Giuseppe Grossi, l’imprenditore delle bonifiche, attraverso operazioni bancarie all’estero «retrocedeva provviste», gonfiando fatture, a favore dell’immobiliarista Luigi Zunino, a lungo proprietario dell’ex Falck. Accanto a loro anche Bruno Binasco, amministratore della Serravalle, che fa scadere un opzione di acquisto su un immobile di Di Caterina, che non ha ricevuto tutti i favori che si aspettava, perché incassi due milioni di euro.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.