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Nomenclatura convocata per l'occasione e schierata fin da mezz'ora prima dell'orario stabilito nella sala dei Lampadari del Comune di Reggio Calabria. Parterre gremito di sodali e assessori, giacca scura e sorriso disteso d'ordinanza, qualche "camerata" detto sottovoce che scappa ai meno accorti, una settimana dopo gli stati generali del Pdl, gli alti papaveri del centrodestra calabrese si sono presentati obbedienti, all'appello del governatore Giuseppe Scopelliti, che dopo il segretario del Pdl Angelino Alfano, chiama a sua difesa anche il presidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri. O meglio, ufficialmente, come dichiarerà a più riprese nel corso della conferenza stampa, "a difesa della città oggi vittima di un'aggressione", una città – dicono prima Arena, poi Scopelliti -con la quale Gasparri ha avuto sempre "un rapporto da interlocutore privilegiato". In realtà, più che della città, il capogruppo dei senatori del Pdl sembra essere stato sempre "interlocutore privilegiato" e primo sponsor politico a Roma dell'attuale governatore della Calabria, tanto da essere orgogliosamente il primo firmatario dell'interrogazione parlamentare che - all'indomani delle dichiarazioni de colonnello Giardina che collocavano Scopelliti alla testa di una "lobby affaristico-mafiosa" - si chiedeva "occorre capire se c'è una cabina di regia in qualche palazzo che alimenta una stagione di veleni contro il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti". Ma oggi, più che del lavoro occulto dei non meglio specificati "mestatori" evocati all'epoca dall'ex Ministro, il governatore – nonostante si dichiari assolutamente sereno - sembra preoccupato per la richiesta di rinvio a giudizio rimediata nel corso di un'indagine diversa da quella su cui il colonnello Giardina riferiva in pubblica udienza, ma ugualmente compromettente: quella sulla voragine di bilancio al Comune di Reggio Calabria maturata proprio negli anni in cui l'attuale governatore di Reggio era sindaco. E non solo. I due mesi concessi agli ispettori ministeriali della commissione d'accesso per verificare le eventuali irregolarità nei bilanci e nell'operato delle amministrazioni stanno ormai per scadere. E il nervosismo di chi ha avuto per decenni in mano le chiavi della città, a salire.
Tocca all'attuale sindaco Demetrio Arena cominciare l'arringa e mettere sul banco degli imputati quelli che a detta dello stato maggiore del Pdl calabrese sono i principali responsabili del "feroce attacco che vive questa città". Giornalisti, oppositori politici locali come nazionali, non meglio identificati comunisti, vecchi compagni di strada, saranno per tutti i quarantacinque minuti additati come principali responsabili dell'arrivo della commissione d'accesso in città " Un momento di grande difficoltà – ha detto Arena – che affrontiamo con la grande sensibilità di una classe dirigente che si è messa in gioco contro tutto e tutti per il bene della città ". Per il primo cittadino, che già in occasione degli stati generali del Pdl aveva ribadito il concetto, "abbiamo subito tante aggressioni perchè abbiamo la colpa di esprimere il governatore dopo cinquant'anni. E in questo scenario si è aperta un'atmosfera che fa soltanto danno, si sono aperti dibattiti e aggressioni come quella che ha colpito ad esempio Luigi Tuccio, che della legalità in questa città è un simbolo, a cui qualcuno ha avuto la faccia tosta di chiedere di dimettersi per una serie di circostanze, parentele incrociate che nessuno conosceva ". Per Arena, la vicenda che ha portato alle dimissioni dell'ex assessore Luigi Tuccio – la cui compagna, si è scoperto dopo alcuni arresti, è cognata di un boss di ndrangheta – serve ad Arena per arrivare al cuore della discussione: "abbiamo bisogno di aprire un dibattito sulla più grande battaglia che la città si sta giocando che è quella della lotta alla criminalità organizzata, che grazie al governo Berlusconi ha trovato nella nostra regione e nella nostra città il più grande impegno dello stato negli ultimi cinquant'anni. Però occorre capire se questa battaglia deve essere continuata con serietà, però tenendo conto di una realtà come Reggio Calabria, che è una realtà di 200mila abitanti e che quindi non può colpire le persone perbene".
E tra le persone perbene vittime di aggressioni sistematiche, ci sarebbe soprattutto– a detta dei big del Pdl calabrese riuniti per l'occasione – l'attuale governatore Giuseppe Scopelliti, che oggi ha esordito "siamo qui per ribadire che, anche a distanza di quarant'anni, nei momenti più difficili di questa città c'è una parte che storicamente si sente vicina a questa città e la difende, e chi invece come quarant'anni fa il tifo perché questa città crolli". A riprova di ciò, dice il governatore, la stessa vicenda della commissione d'accesso che "come hanno detto i comunisti non nasce perchè il territorio la richiede ma perchè viene imposta dall'alto. Questo è un fatto grave che fa comprendere quanto odio si sia scatenato nei confronti di questa città". Eppure la capofila dei grandi accusatori e nemici della città cui Scopelliti punta il dito è una persona che di "comunista" difficilmente può essere tacciata: la senatrice del Fli, Angela Napoli. Ricordando un messaggio di elogio che la senatrice gli avrebbe mandato all'indomani della sua audizione in Commissione Antimafia, Scopelliti si chiede: "Vorrei capire se dal luglio 2009 al luglio 2011 sono diventato un criminale. Ce lo deve spiegare perché adesso basta con la campagna di denigrazione dei professionisti dell'antimafia, perchè la mafia la combattono ogni giorno quelli che sono costretti ad agire". Azioni che a detta dell'ex sindaco di reggio Calabria, la sua amministrazione avrebbe messo a segno contro cosche importanti della città come i Lo Giudice, i Labate, i Condello. "Angela Napoli invece non ha mai governato, perchè quando si è candidata mi ha ricordato suo compare Alberto Sarra, ha preso 16 voti", ha detto il governatore, ricordando - a riprova del suo impegno - l'annosa vicenda dello sgombero di casa Condello, che non più tardi di dieci giorni fa si è arricchita di un nuovo capitolo: i vigili urbani asseriscono di aver sgomberato l'immobile nel 2006, data che però non risulta agli investigatori del Ros che sui Condello stavano indagando. Una vicenda che - ancora una volta - probabilmente dovrà essere chiarita in sede giudiziaria. Ma il problema per il governatore è tutto di comunicazione "che è stata devastante per il territorio, noi invece dobbiamo difendere la città. Io non ho problemi e mi difenderò fino in fondo da tutte queste affermazioni". I problemi di Reggio, secondo Scopelliti non sarebbero poi così rari al Sud Italia, ma quelli della città sarebbero frutto di una strumentalizzazione. Così come sarebbe vittima di strumentalizzazione, la vicenda personale dello stesso Scopelliti, che rispondendo alle domande dei giornalisti si dice certo del rinvio a giudizio chiesto per lui nell'ambito del caso Fallara dal pm Francesco Tripodi. "Sicuramente ci sarà il rinvio a giudizio, quindi sarà un modo importante per far conoscere le mie posizioni alla città e agli italiani se servirà anche. Sarà un modo per raccontare quello che ho sempre detto e che continuerò a dire su questa vicenda perchè la posizione mi sembra molto onesta e molto chiara. Ci sarà modo per ribadire la mia posizione e la mia estraneità agli atti che mi sembra chiara e evidente. Ci sono delle cose che sto leggendo dagli atti che mi fanno molto riflettere, che dimostrano certe anomalie che però nel corso del momento processuale faremo emergere. Io non non penso che l'ipotesi dell'abuso d'ufficio possa diventare ipotesi di dimissioni, tanto meno quella del falso in bilancio" perchè, spiega il governatore " i bilanci non li fanno i sindaci ma li fanno spesso e volentieri i dirigenti, e spesso e volentieri li fanno di concerto con gli assessori competenti. Sennò che ci sono a fare gli assessori? Quindi mi sembra chiara ed evidente la mia estraneità alla vicenda".
Una posizione che il governatore - è stato reso noto in passato - ha ribadito più volte anche davanti ai magistrati che a breve dovranno decidere sul suo rinvio a giudizio. Un'ipotesi che almeno a parole non sembra dare pensieri al presidente della Regione.
"Fateci governare – ha concluso Scopelliti - perchè ci sono le possibilità, le posizioni per poter portare avanti questa terra. Il gioco è quello di delegittimare ogni giorno, invece anche il centrosinistra dovrebbe capire che non deve cedere alle lobby di territorio, perchè la politica diventa succube. Rivendichiamo il nostro sacrosanto diritto di esercitare il ruolo che ci è stato dato dai cittadini. Noi non siamo Loiero che abbiamo tante cose da farci rimproverare quindi caliamo la testa. Noi siamo qui per esercitare il potere decisionale perchè solo chi ha il coraggio di decidere, di assumersi le proprie responsabilità può garantire un percorso e un futuro".
Un modello di governo – prima della città e poi della regione - che è stato incensato dal presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, secondo il quale "ha determinato un'efficienza maggiore rispetto al passato", anche perchè ha sottolineato l'ex Ministro, facendo riferimento alla "primavera reggina" del sindaco Falcomatà, "i fatti sono stati molto distanti dalla loro celebrazione postuma".
Per Gasparri - che non si fa mancare l'occasione per sferrare una stoccata al governo dei tecnici "che non conoscevano la fatica della politica" - "nella regione Calabria dove i problemi sono elevati al cubo, governare è un atto di eroismo civico. Quindi chi deve fare i controlli li faccia e li faccia in fretta, ma lasci governare le persone perbene. Sfido tutti i critici a paragonare la Reggio di dieci o vent'anni fa a quello di oggi: oggi io sono qua a ribadire la validità di quello che è stato il modello Reggio sulla base dei risultati che ha prodotto."