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i Paolo Ficara - Settimana di passione. Ha inizio un periodo ad alta tensione per la Reggina, forse uno dei più importanti per la propria storia centenaria. L'aspetto sportivo sarà difficile da scindere, rispetto a quello economico. La curiosità della tifoseria è stimolata da tante vicende, le quali dovrebbero man mano conoscere delle risposte. Non è detto che i vari passaggi siano propedeutici, ma proviamo a mettere ordine.
Innanzitutto, mercoledì avrà luogo l'attesissima udienza presso il Collegio di Garanzia del Coni. La posta in palio è arcinota, per la Reggina si aprirebbe la porta dei playout qualora si verificasse la restituzione di 2 o più punti sugli attuali 6 di handicap (ma il ricorso è per i 4 punti del caso fidejussione-Irpef). I giudici dovranno esprimersi sul merito della questione, e non guarderanno in faccia il blasone od il bacino d'utenza delle squadre i cui destini sono in gioco. Puerili i tentativi, provenienti da Torre Annunziata, di impietosire il Collegio con rimostranze preventive.
La differenza principale tra Savoia e Reggina, in questo momento, è la seguente: i campani, sia che riuscissero a mantenere la categoria, sia che la perdessero o sul campo o tramite tribunale, sono destinati a calare il sipario a livello societario; gli amaranto potrebbero o scomparire con la retrocessione tra i dilettanti, o salvarsi e bloccare sul nascere gli eventuali contenziosi con i propri calciatori, oppure attendere la mancata iscrizione di qualche altro club per rientrare in Lega Pro dalla finestra. Magari per poi mettersi comodamente seduti su un divano proveniente dalla Nick Scali Furniture.
Che la categoria possa incidere sulla decisione della cordata australiana, è un pensiero che difficilmente può essere scansato anche di fronte alle più accorate rassicurazioni. L'impegno del presidente Lillo Foti per mantenere la Lega Pro è massimale, le orecchie sono tese verso più fronti, e tale sforzo è evidente finalizzato alla felice conclusione della trattativa per la cessione societaria. Ipoteticamente, dall'Oceania potrebbero mettersi in viaggio anche in caso di Serie D, ma verrebbe meno il prezzo di 2,5 milioni fissato per la compravendita delle quote di maggioranza oltre al parco calciatori.
Nick Scali non vuole agire da solo. Dovranno convergere le intenzioni del plotoncino di imprenditori che lo aiuterebbero a formare la "dote", ed al momento i pareri sarebbero contrastanti. Prima o poi, un nuovo incontro ci sarà. Qualora Maometto si recasse alla montagna, sarebbe con ogni probabilità accompagnato da Nicola Carè, CEO della Camera di Commercio italiana a Sydney. I due (a Roma insieme, nell'immagine) hanno viaggiato più volte assieme verso l'Italia negli ultimi anni, sempre per motivi istituzionali. Il cavaliere Carè, nativo di Guardavalle (CZ), è stato qualcosa in più di un cerimoniere per Lillo Foti nella terra dei canguri.
Prima di giugno non arriveranno fumate, ma le intenzioni stanno affiorando. Per la famiglia Scali, sarebbe una questione legata all'orgoglio nonché all'immagine. Salvare la Reggina, per un calabrese emigrato all'estero all'età di 19 anni, rappresenterebbe una bella medaglia da appendere al petto. Non è affatto da escludere che la presidenza possa essere affidata ad uno tra Anthony e Nicky Scali, suoi figli. Quale miglior soddisfazione per un padre, appassionato di calcio e legato alla propria terra d'origine?
I dubbi sulla necessità di mettere mano prima alle fondamenta tecniche, e poi eventualmente a quelle di un nuovo stadio, li affronteremo nuovamente di fronte al fatto compiuto. Ad oggi, il futuro della Reggina è circondato da punti interrogativi. Il primo verrà sciolto mercoledì 20 maggio, ma prepariamoci a trascorrere dei torridi mesi di giugno e luglio. Oltre al divano, servirà l'aria condizionata.
ora...leggendo l articolo x intero e riprendendo l ultima frase....chi voli diri

...rrrriva puru MUCCIOLA
