Dopo quasi trent’anni di incontrastato dominio del calcio reggino, il "Presidentissimo" Foti dovrebbe essere giunto alla fine della sua straordinaria conduzione.
Occorre essere anche obiettivi, ed i tifosi reggini sono certo che lo saranno, riconoscendo i grandi traguardi conquistati calcisticamente dal “Presidentissimo” durante questa sua lunghissima gestione, ricca di soddisfazioni per i colori amaranto, che lascerà un segno indelebile nell’ultra centenaria storia del Club.
Senza esagerare, credo che Foti abbia di gran lunga superato i meriti a suo tempo conseguiti dal mitico “Oreste Granillo”, rimasto nella memoria dei tifosi più “antichi” come il primo presidente che riuscì nella fantastica impresa di portare per la prima volta la Reggina nel calcio che allora, per i tifosi amaranto, costituiva il massimo traguardo: la serie B.
La Reggina di Foti ci ha regalato, di riffe o di raffe, una serie di emozioni incredibili che, solo a pensarci, sembravano qualcosa di irraggiungibile, tramutando un sogno in realtà: la serie “A”, una lettera impronunciabile per intere generazioni di appassionati tifosi amaranto, non era più un’utopia.
Ma come tutte le cose di questo mondo, anche lo straordinario ciclo della Reggina “fotiana” si è concluso, ma il suo protagonista ancora non s’è rassegnato all’uscita di scena.
Umanamente è da capire. E’ così attaccato alla sua creatura, che cerca in ogni modo, e con qualsiasi mezzo di tenerla in vita, lottando contro tutto e tutti, come farebbe un genitore per un proprio figlio, non rassegnandosi all’idea di poterlo perdere definitivamente.
Non rimane che augurarci, che questa caparbietà non sia così ottusa da compromettere quelle flebili speranze che sono rimaste per salvare il calcio reggino.
Come un buon genitore, Foti dovrebbe capire che lasciare libera la sua creatura, forse potrà salvarla da un destino ormai segnato, e se esiste anche una sola possibilità di salvarla, questa deve essere perseguita ad ogni costo.
Caro Foti, per il bene che sicuramente vuoi alla Reggina, ti chiedo quindi di ragionare non da brillante imprenditore quale un tempo fosti, ma da tifoso cui stanno ancora a cuore le sorti della propria squadra, e favorire quel processo di ricambio gestionale divenuto ormai indispensabile per la sopravvivenza del glorioso club amaranto.
Faccio quindi un appello al tuo grande "cuore amaranto": continua a regalarci un sogno, non lasciare che la “tua creatura” muoia ignominiosamente.
Tutti noi tifosi te ne saremo per sempre grati
