Atzori a RNP: "Cacciato senza neanche un saluto. Divergenze di mercato? Favole..."
Richiamato, esonerato, richiamato, esonerato. Gianluca Atzori, nonostante rimanga l'unico allenatore che negli ultimi 6 anni e mezzo è riuscito a portare a termine un interno campionato sulla panchina della Reggina, paga nuovamente gli scenari da 'flipper impazzito' che purtroppo continuano a riguardare i colori amaranto. Dinamiche persino difficili da comprendere, secondo le quali i progetti durano cinque o sei partite al massimo. L'inaspettato epilogo, riempie di amarezza e delusione il tecnico di Collepardo, il quale esprime il suo stato d'animo ai microfoni di Reggionelpallone.it
Subito dopo l’esonero di ottobre, ci avevi detto che la decisione del presidente ti aveva letteralmente gelato. Dal momento che la storia si è ripetuta, quale è il tuo stato d’animo?
Il primo esonero mi aveva sorpreso e riempito d’amarezza, visto che due settimane prima la mia Reggina aveva battuto una corazzata come l’Empoli, mentre a Modena la sconfitta è arrivata in mezzo ad un mare di episodi negativi, vedi gli infortuni patiti sia prima che durante la gara e l’espulsione di Fischnaller. Questo secondo esonero però, mi ferisce e mi delude sia sotto l’aspetto professionale che dal punto di vista del rapporto umano.
Partiamo dall'aspetto professionale…
Al momento di richiamarmi, il Presidente mi chiese scusa per l’esonero, aggiungendo che le valutazioni fatte in estate erano completamente sbagliate e che la squadra non era assolutamente da primi posti. Mi era stato garantito pieno sostegno, mi era stato detto che a gennaio ci sarebbero stati interventi mirati per sostenere la squadra. Ed invece eccoci qua, a commentare un altro esonero dopo sole 5 partite e con un intero girone di ritorno da affrontare. Se credi in un tecnico, devi metterlo nelle condizioni di lavorare e dargli fiducia, perché così facendo rafforzi anche il gruppo. Il Presidente del Pescara, con la squadra penultima, ha detto che Marino sarebbe rimasto almeno altri due anni: guardate dove si trova il Pescara adesso. Poi, come ti dicevo, c’è l’aspetto umano, che rappresenta la peggiore delle ferite…
Da cosa nasce questa ferita più grande?
Dal comunicato della società, con cui veniva annunciata la nuova guida tecnica. Per me e per il mio staff non c’è neanche una parola, non c’è neanche un accenno, non c’è un augurio. Insomma, come se non fossimo mai esistiti. Eppure, nonostante i problemi di questa stagione, credo di aver dato tanto al Presidente Foti, e non mi riferisco soltanto al risultato sportivo di 3 anni fa, ma anche e soprattutto alla valorizzazione economica o alla definitiva consacrazione, di giocatori che poi sono stati ceduti a cifre importanti. Acerbi, Costa, Rizzo, Nicolas Viola, Missiroli: parliamo di milioni di euro. Anche quest’anno, ci sono giocatori come Maicon, Di Lorezo, Adriano e Dall’Oglio: il primo lo scorso anno faceva tribuna a Pontedera, in Seconda Divisione, mentre l’ultimo era stato emarginato, in attesa di tornare al Barletta, in Prima Divisione. Purtroppo, ancora una volta tocco con mano, a mie spese, che nel calcio di oggi oltre alla mancanza di progetti c’è anche una memoria che diventa sempre più corta.
A proposito di memoria corta, i tuoi detrattori hanno sostenuto che quella Reggina da te portata ad un passo dalla serie A, in realtà era uno squadrone…
Lo è diventato strada facendo, col lavoro e con l’unità di intenti. Se invece lo era fin dall’inizio, vorrei capire come mai quella stessa squadra, con l’aggiunta di gente come Brienza, Volpi e Buscè, l’anno prima si salvò solo all’ultima giornata. A chi sostiene questa tesi, vorrei ricordare che quando siamo partiti Acerbi , Rizzo e Campagnacci nessuno sapeva chi fossero, mentre Nicolas Viola e Missiroli ancora erano belle promesse. Per non parlare poi di Rizzato e Bonazzoli: a Reggio dicevano che il primo poteva giocare al massimo in Lega Pro ed il secondo ormai era sul viale del tramonto, visto che aveva fatto 7 gol in 3 anni. Io invece, ero convinto della forza tecnica ed umana di entrambi, e li ho voluti a tutti i costi. Stessa cosa per Puggioni, che quell’anno fu uno dei migliori portieri della B: fu sotto la mia gestione che fece il primo campionato da titolare a Reggio, mi sembra che nel campionato precedente fosse stato scaricato e mandato a Piacenza…
Da più parti, si sostiene che questo secondo esonero sia dovuto a divergenze sul mercato, dopo un incontro avvenuto la scorsa settimana. Insomma, Atzori avrebbe chiesto troppo alla voce nuovi acquisti.
Favole, o meglio falsità, anche perché la scorsa settimana tra me ed il Presidente non c’è stato proprio nessun incontro. La verità è che nell’incontro dei primi di dicembre, di cui vi ho parlato prima, avevo fatto presente a Foti che per salvarsi questa squadra aveva bisogno di rinforzi, con priorità assoluta per un portiere ed un attaccante, e lui era d’accordissimo. E’ normale che non pretendevo chissà quali interventi, consapevole della situazione di un club come la Reggina, che non ha certo le possibilità d’investimento del Palermo. Ripeto, con Foti eravamo d’accordo su tutto fino alla gara di Terni, poi non so cosa è successo in questi giorni, dovreste chiederlo a lui, o magari a chi ha spinto per questo secondo esonero…
Facendo un passo indietro, una frattura con la società si era notata già a settembre, dopo le famose dichiarazioni del post-Lanciano. Da una parte si parlava di primi posti, dall’altra di salvezza. I fatti però, hanno dato pienamente ragione al tecnico.
Sulla base di cosa avrei dovuto parlare di primi posti? Una squadra rivoluzionata fino all’ultimo giorno di mercato, una prima parte di ritiro condotta in 17 elementi di cui 5 in prova, senza neanche avere la possibilità di fare una partitella 11 contro 11 tra di noi. Senza dimenticare i calciatori, vedi Adejo, prima fuori rosa e poi reintegrati. In questa situazione, ci siamo arrivati fino ad agosto, quando si è giocata la prima di Coppa Italia col Crotone. Nel calcio non vinci coi proclami, perché quelli può farli chiunque. Nel calcio vinci con i programmi, vinci crescendo mese dopo mese, magari anche anno dopo anno. Ci vogliono percorsi di costruzione, mentre nel caso specifico eravamo in fase di smantellamento. Vi ricordate cosa ho detto dopo Lanciano? Dobbiamo portare rispetto alla gente di Reggio. Ecco, è proprio per rispetto verso la gente e per amore verso una maglia che ho anche indossato da calciatore, che non dovevo parlare di primi posti, anche a costo di passare per antipatico agli occhi di qualcuno.
Tornando al presente, ti faccio una domanda secca, e so che mi risponderai con la sincerità che ti ha sempre contraddistinto: se da questo mercato non fosse arrivato nulla, ti saresti dimesso?
Assolutamente no. Un capitano non abbandona mai la nave, semmai affonda insieme a lei. Avremmo avuto tre settimane di lavoro, che per certi versi ci avrebbero consentito di recuperare la fase estiva, limando i problemi che già avevo individuato. Ci avrei provato fino all’ultimo respiro a salvare questa squadra, convinto che alla fine ce l’avremmo fatta. Ero carico e determinato come non mai, ed al presidente lo avevo detto a chiare lettere: se non arrivano rinforzi, nella peggiore delle ipotesi lavorerò anche con questo gruppo, e vedrete che alla fine, in un modo o nell’altro, ce la facciamo lo stesso.
Finora abbiamo parlato solo del rapporto col Presidente, ma in questi ultimi tempi si è discusso parecchio anche del rapporto tra te e Simone Giacchetta.
Non mi va di parlarne più di tanto. Dico solo che affinchè le cose funzionino, ognuno deve svolgere il proprio compito senza cercare continuamente di invadere la sfera degli altri. L’allenatore deve fare l’allenatore, il direttore sportivo deve fare il direttore sportivo: se una delle componenti, alle prime divergenze prova a mettere in discussione l’altra, allora si manda tutto a rotoli, e si mette a repentaglio la serenità della squadra, rallentando la crescita del gruppo e la stabilità dello spogliatoio.
Lascio a te questo spazio finale…
Lo utilizzo per salutare con immenso affetto la gente di Reggio, e per mandare un immenso in bocca al lupo alla mia Reggina. Vi auguro con tutto il cuore di mantenere la categoria, e ringrazio chi mi è stato vicino anche nei momenti difficili. Un abbraccio a tutti voi, Reggio Calabria me la porto nel cuore, con lo stesso orgoglio e la stessa passione che ho avuto per i colori amaranto sia da mister che da giocatore.
f.i.-reggionelpallone.it