Il centenario di Viola: "Grazie Reggina. Foti ci ha difeso contro chiunque, ma..."
ViolaNdi Paolo Ficara - Parla come un veterano. Nicolas Viola è tra i tanti ragazzi cresciuti nella Reggina, che agli occhi del pubblico nonché della società ha lasciato l'immagine del prodotto da mettere in vetrina e valorizzare. In realtà ha già dato il proprio contributo da calciatore "fatto", al punto che alla prima stagione da titolare in B ha conquistato i playoff come traguardo di squadra, ed il premio di miglior giovane Sky arrivando davanti ad El Shaarawy nelle votazioni del pubblico. Uno con le sue caratteristiche, dal momento della cessione al Palermo, non l'abbiamo più avuto.
Adesso l'ex talento prodigio affronterà la Reggina per la prima volta da avversario, domenica al 'Liberati' con la sua Ternana. Una sfida di bassa classifica, nonostante le ambizioni iniziali delle due formazioni. Avendo vissuto professionalmente per 12 anni all'interno del Sant'Agata, Nicolas Viola è la persona giusta a cui chiedere un parere sulla trasformazione avvertita negli ultimi tempi in via delle Industrie. Cambiamenti che si stanno inevitabilmente ripercuotendo nell'anno del centenario.
Quant'è cambiata la Reggina, rispetto a quando sei entrato tu nel settore giovanile?
Moltissimo. Adesso sta vivendo un periodo di difficoltà, ma gli auguro di tornare presto ai livelli che merita la città.
Cosa ha significato per te fare tutta la trafila nel vivaio della squadra della tua città?
Sono entrato all'età di 10 anni. Reggio mi ha fatto crescere, la Reggina mi ha dato una formazione importante per la mia vita. Devo tantissimo al club per la persona che sono adesso. Sono strafelice del percorso intrapreso al Sant'Agata.
Quando hai cominciato ad essere impostato come regista?
È successo in Primavera. Venivo da qualche prestazione non positiva, iniziavo a sentirmi fuori ruolo giocando avanti. Poi Atzori mi ha dato la possibilità di esprimermi definitivamente nel ruolo attuale.
Negli anni della tua lunga trafila, cosa è cambiato nella gestione del settore giovanile?
Sono cambiate tantissime cose. Mi sono trovato sempre bene, ma non nascondo di aver avuto difficoltà che mi hanno aiutato a crescere. Quando hai alcune persone che non credono in te e non ti fanno del bene, e parlo in generale, devi crescere per forza.
Qual è stato il momento più emozionante?
Credo il primo gol, col Cesena. Non ero al 100%, stavo male già in hotel. Poi il mister Novellino ha deciso di farmi entrare lo stesso, ed è arrivata la gioia del primo gol in amaranto. È stata davvero un'emozione bellissima.
Hai avuto cinque allenatori nelle tue prime due stagioni in prima squadra. Dall'interno, hai capito perché si cambia così spesso il tecnico?
In questo momento succede un po' dappertutto. Quando le cose vanno male, paga per primo l'allenatore. Conosco benissimo il presidente, vive di calcio e può fare solo il bene della Reggina. Indipendentemente dalle difficoltà che ci stanno.
Quando è tornato Atzori, si pensava di poter ripetere il piazzamento ai playoff del 2010/11. Cosa è funzionato quell'anno?
Sicuramente non avevamo pressioni da parte di nessuno. Quando dici di voler vincere il campionato ed arrivano le prime sconfitte, si va un po' in tilt. Pensi di poter recuperare, cerchi di fare sempre la partita ma non ci riesci e ti trovi sotto.
In quella squadra c'eravate tu, Missiroli, Cosenza, Castiglia, Adejo, Rizzo, poi a gennaio è tornato tuo fratello Alessio. Cos'hanno in comune questi calciatori?
Hanno in comune che sono cresciuti insieme. I giovani del Sant'Agata hanno avuto sempre qualcosa in più e qualcosa da dimostrare. A volte è apparso il contrario, ma dico che i giovani del vivaio sono stati tutti importanti e di prospettiva. Ovunque vadano, riescono a fare sempre bene.
Il tuo attuale compagno Ceravolo ha dichiarato che i figli del Sant'Agata vengono spesso trattati dalla Reggina come una sorta di figli minori.
Dico la verità, ci sono stati alti e bassi. Come in un rapporto familiare, esistono momenti in cui sei tutelato ed altri momenti no. Di sicuro, i prodotti del Sant'Agata venivano visti, all'interno, in modo diverso, ed è logico che Fabio si sia sentito di dire questa cosa. La Reggina ci ha dato una mano importante, la persona che mi sento di ringraziare è il presidente che ci ha creduto più di tutti. Contro chiunque. Ci ha sempre difeso e tutelato. Nell'ultimo periodo, quando c'ero ancora io, si è lasciato cogliere da altre voci su di noi. È l'unico mio rammarico. Noi del Sant'Agata siamo passati come gente che non ci teneva, mentre io dico che è esattamente l'opposto. Siamo stati giudicati in maniera diversa da altre persone.
L'assenza di questo zoccolo duro la possiamo porre alla base dei problemi riscontrati dalla Reggina nelle ultime due stagioni?
Ripeto, i giovani del Sant'Agata nutrono un senso di appartenenza verso la Reggina. Sono stato lì per 12 anni, se penso alla Reggina mi viene soltanto da sorridere. Ci sono state difficoltà, ma penso sempre ai momenti positivi che mi rimarranno nel cuore. Dirò sempre grazie a Reggio ed a Lillo Foti. Adesso sta attraversando un momento difficile. Ci sono giocatori nuovi, ma c'è anche chi ha dato tanto in passato come Di Michele e Colucci, o Adejo. Ci sono anche giovani importanti come Maicon e Dall'Oglio. Serve solo la serenità giusta per uscire da questa situazione. Più che zoccolo duro, è necessario un clima disteso.
Le difficoltà della Ternana da dove nascono?
Credo siano uguali a quelle della Reggina. Ad inizio stagione si ambiva ai playoff, ed è logico che quando devi sempre recuperare ti manca la giusta armonia. Attraversiamo un periodo particolare, ma i presupposti per far bene ci sono. Cercheremo di chiudere il girone d'andata alla grande, per poi ripartire con una marcia in più.
Oltre tuo fratello, qual è stato il compagno con cui ti sei trovato meglio?
Alla Reggina ho avuto tanti compagni con cui mi sono trovato bene. Nell'anno del mister Atzori, il gruppo era fantastico. Ragazzi umili e giocatori forti, come Missiroli, Bonazzoli o Acerbi. Citare uno in particolare è riduttivo. Ci sentiamo spesso con Missiroli, Giosa, Bonazzoli e Sarno.
Cosa ti ha detto Foti al momento delle cessioni prima al Palermo e poi in via definitiva alla Ternana?
Al Palermo ci ero andato in comproprietà, quindi ero ancora della Reggina e c'era poco da dire. Quando sono passato alla Ternana mi ha chiamato, dopo non esserci sentiti per qualche tempo, per dirmi che avevo la possibilità di andare a giocare in una società importante, e che lo avrebbe fatto per me.
La ricetta per salvarsi?
Non ce l'ha nessuno, ma per me bisogna affrontare le partite in maniera serena per indirizzarle nel verso giusto. Quando vivi una situazione di classifica particolare, la forza per uscirne fuori devi trovarla dentro di te, senza aggrapparti a niente.
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uno come Viola quest'anno ci avrebbe fatto comodissimo
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Ragazzi, mi sa che quest'anno rimpiangeremo tutti compresi gli scarpari dell'anno scorso 

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(Edward Lear, Diario di un viaggio a piedi, 1847[1])
FORZA REGGINA SEMPRE E COMUNQUE!
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si sparano giudizi in base ad antipatie, non possono essere giudizi tecnici...forse viola è un po lento ma è un buonissimo giocatore....idem ceravolo, si mangia qualche gol di troppo ma la palla la sa giocare....Mave ha scritto: si è visto oggi come sia giocatoricchio da C2...ma non scherziamo!
PIU' VIVO PIU' TI AMO ! Tu sempre tu ,canterò sempre di più !! Ho visto la reggina mi sono innamorato e non la lascerò mai più !
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non scherziamo...2 anni fa con Viola-Rizzo stavamo sfiorando la serie A...giocavamo partite stupende...ho ancora in mente il 3-2 casalingo col Vicenza...lo 0-4 di Trieste , l'1-1 col Toro , il 2-3 ad Albinoleffe giocando forse la migliore partita dell'anno...
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