Il centenario di Poli: "Vado in curva per Reggina-Bari"

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di Paolo Ficara - Il re della nostra Reggina. Non c'è bisogno di elezioni per decretare quale sia il calciatore più amato dalla tifoseria amaranto, capace di marchiare a fuoco il proprio nome nella storia per dedizione, attaccamento alla maglia, temperamento, serietà e voglia di vincere. Assieme ad Emanuele Belardi, Ciccio Cozza e Simone Perrotta, il testimonial d'eccezione per la festa del centenario sarà Maurizio Poli.

A pochi giorni dal suo ritorno in città, il Dispaccio ha contattato il 49enne numero 3 per un antipasto delle emozioni che andremo a vivere venerdì, nonché un revival di quelle che lui ci ha fatto vivere in un decennio di fedeltà ai colori sociali. Poli ha anche espresso un paio di desideri: uno lo conoscevamo già, ed è la partita d'addio al calcio giocato che vorrà disputare a Reggio; l'altro sarà realizzabile già venerdì sera...

Come è avvenuto il primo contatto con la Reggina, nel 1990?
"Stavo in camera con Cappioli, era finito il ritiro del Cagliari. Abbiamo giocato in Coppa Italia contro la Juventus, poi mi ha chiamato la Reggina. Ho avanzato le mie richieste e sono state accettate, così la trattativa è andata subito in porto. Sono atterrato a Reggio, è venuto a prendermi Foti e mi ha accompagnato da Benedetto per firmare un contratto biennale".

Cosa ricordi degli esordi?
"La prima partita fu in Coppa Italia col Modena. Pronti via, 1-3. Quell'annata non fu bellissima. Ci fu l'invasione, le botte e la retrocessione. Son cose che succedono".

Quindi rimanere è stata una sfida?
"Certo, avevo voglia di dimostrare. Oltre che di onorare il contratto firmato".

Quando hai capito che la tua avventura con la Reggina sarebbe durata così tanto?
"Anno dopo anno. Mi trovavo bene. All'inizio giocavo, poi con l'età ho cominciato a riscaldare la panchina. Ma poi quando c'era bisogno, mi facevo trovare pronto. Cambiavo anche ruolo. Prima terzino, poi centrocampista, poi davanti alla difesa. Ho giocato un po' ovunque".

Assieme a Giacchetta ed al giovanissimo Cirillo, sei tra gli storici protagonisti delle promozioni dalla C1 alla B e poi dalla B alla A nel giro di un lustro. Come si è creato un gruppo vincente in quelle annate?
"Serve amicizia all'interno del gruppo. Società e tifosi devono stare vicino. Non è facile vincere un campionato, oppure salvarsi. Col gruppo siamo riusciti a vincere la C1, anche se l'anno prima c'era stata la delusione dei play-off persi con la Juve Stabia".

Qual è stato il momento in cui avete capito di poter vincere la C1 nel 1995?
"Siamo partiti non dico per vincerlo, ma ci siamo trovati lì e giustamente che fai, non ci provi? Poi la vittoria ad Avellino ci ha fatti andare a +10. Lì è finito il campionato".

Nell'anno di Gustinetti, poi terminato con Bolchi, ne sono successe parecchie di cose...
"Se fosse successo qualcosa dentro lo spogliatoio, non avremmo vinto il campionato. Dopo la sconfitta per 3-0 sul campo del Chievo, ci stavano dei giornalisti che davano addosso, vedi Pedullà. Giustamente o meno, non lo so. Però invece di aiutarci, ci andava contro perché avevamo perso 3-0. Poi con Bolchi abbiamo fatto molti pareggi, non è che abbiamo stravinto. Il gruppo c'era, l'esonero era evitabile e poteva rivelarsi dannoso".

Il momento clou qual è stato?
"Sicuramente a Pescara. Scontro diretto, ci siamo giocati il campionato. Ci ha detto bene. Gli è stato fischiato un rigore che c'era e non c'era, meno male che l'ha sbagliato. Era l'anno sì. Ci sono le annate".

Prima sull'aereo che vi ha riportati da Torino a Reggio, e poi sul pullman in quella piccola sfilata, che pensieri ti sono passati per la testa?
"Che avevamo fatto qualcosa di importante. Io già pensavo all'anno dopo, potevo giocare in Serie A. L'aspirazione di un calciatore è di andare in A, mi è stata data questa possibilità. Ci sono arrivato tardi, ma si vede che era destino".

E ci avresti messo la firma, se ti avessero detto che avresti giocato la prima partita contro la Juve e l'ultima contro il Milan.
"Come no. Non ci avrei creduto. Sono cose che fanno piacere. A prescindere da come si è interrotta la storia, senza rivangare il passato".

Cos'era la Reggina all'inizio degli anni '90 e cos'è oggi?
"All'inizio era una sfida. Poi attraverso le sofferenze, piano piano, siamo riusciti ad arrivare in Serie A. Non era facile, ci abbiamo messo 10 anni".

Nel momento in cui Foti ha sostituito Benedetto come presidente, ti saresti atteso un periodo così lungo con lui alla guida?
"No, però si vede che è un uomo capace e che ci sa fare. Altrimenti non puoi rimanere nel calcio, è diventato un business. Il suo pregio è l'umiltà. Un difetto? Non lo so, li saprà la moglie (ride)".

I compagni che ricordi con più affetto?
"Tutti. Non ho mai avuto da ridire con nessuno. Ne ho visti passare di tutti i colori, tra giocatori, dirigenti ed allenatori, ma alla fine rimangono gli uomini. I giocatori passano ed i dirigenti passano, come dice bene Foti, ma restano gli uomini".

E rimane anche la piazza...
"Reggio è una piazza importante. Ultimamente è venuto meno il supporto, credo a causa dei risultati. Adesso è difficile vincere".

In parecchi verranno allo stadio per Reggina-Bari, soprattutto per la tua presenza...
"Che posso dire? Solo ringraziare. Se dopo 13 anni ragionano così, vuol dire che qualcosa di buono ho fatto e ne sono felice. 10 anni non si scordano, sono stati i più belli della mia vita, adesso lo posso dire. Nel bene e nel male, il calcio è così. Mi sono trovato bene con la città e le persone. Ho trovato veri amici, non per interessi. Cosa che non ho trovato in altre città".

Forse la Reggina non ha più trovato giocatori come te.
"Non spetta a me. Nella mia modesta carriera non rimpiango niente. Ho sempre dato il massimo, sia in allenamento che la domenica. Poi uno può giocare bene o male, ma la maglia l'ho sempre sudata".

La Serie B, in questo momento, è il massimo per la Reggina?
"Le categorie ci stanno apposta. Se sta in B, vuol dire che sta a pennello. Poi sarà il campo a dire il contrario".

Cosa ti ha detto il presidente, quando ti ha chiesto di scendere per la presentazione delle maglie?
"A dire il vero, l'ho contattato io. Gli ho detto che vorrei fare la partita dell'addio, poi è venuto fuori questo discorso e lo faccio con piacere".

Pensi che a gennaio ci sarà il bis?
"Fateme fa' sta partita..."

C'è una coincidenza: compirai gli anni pochi giorni dopo la Reggina, a gennaio...
"Arrivo agli anta. Lo vedi, sei l'unico che ci ha pensato. Ho già espresso il desiderio al presidente, ha detto che farà di tutto".

Troverai i tuoi ex compagni Belardi, Cozza e Perrotta.
"Gente che ha giocato in Serie A. Sono contento per la loro carriera, se la sono meritata dopo tanta gavetta. Nessuno ti regala niente".

Che ricordo hai di Atzori?
"Difensore arcigno, ottimo centrale. Ormai sono tutti allenatori, solo io non lo faccio. Lo faccio apposta, il mestiere non mi piace e non è nella mia indole. Ho preso il patentino, sta buttato là. Mi chiedono i soldi, 30 euro al mese, ma chi te li dà? È più forte di me. Ho fatto solo scuola calcio, coi ragazzini è uno spettacolo".

Gli attuali giocatori della Reggina, probabilmente venerdì ti guarderanno con ammirazione. Spiegherai loro cos'è la Reggina?
"Prima prova a starci 10 anni, poi te ne accorgi cos'è la Reggina".

In Serie A cosa hai provato a vedere il 'Granillo' pieno?
"Ho vissuto sia lo stadio vecchio che quello attuale. Innanzitutto mi ricordo che era pieno per la festa della promozione. Sapevamo di aver fatto qualcosa di importante, senza essere accreditati. Ce l'abbiamo fatta con umiltà, e con la continuità che in B è indispensabile. Guarda la Juventus: vince 1-0 o 2-1, subisce poco, ed alla fine è la difesa che ti fa vincere i campionati".

Cosa ti aspetti per venerdì?
"Madonna che domanda... mi aspetto innanzitutto che mi riconoscano! A 50 anni mi sono trasformato, ho qualche capello in meno e la barba bianca, ma mi raderò. Si vedrà subito per strada se mi riconoscono. Però ho un desiderio: dopo la presentazione, in incognito, vado a vedermi la partita in curva. Ma non in mezzo agli scalmanati, voglio stare tranquillamente seduto. È la mia sensazione".

http://www.ildispaccio.it/primo-piano/2 ... ggina-bari
peppe81
Forumino Praticante
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ho i brividi... giocatori cosi' non esistono piu'.
mubald

UNO DI NOIIIIIIIIIIIIIIIIII
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