Tilde Minasi è sicura: le french ci salveranno....

Notizie dal mondo e dalla città: curiosità, fatti, cronaca...

Moderatori: NinoMed, Bud, Lilleuro

Rispondi
Avatar utente
Motociclista
Forumino Malatissimo
Forumino Malatissimo
Messaggi: 1776
Iscritto il: 11/05/2011, 19:51

Siamo all'assurdo ormai... :oo: :scratch

http://www.corrieredellacalabria.it/sto ... alveranno/

Tilde Minasi è sicura: le french ci salveranno

La consigliera regionale del Pdl ha presentato una proposta di legge per la disciplina dell'attività di onicotecnico. Il riscatto della Calabria passa dalle unghie finte

Share on facebook Share on twitter Share on linkedin Share on email Share on print
- A +

REGGIO CALABRIA Tilde Minasi si è messa una mano sul cuore e ha deciso di far qualcosa. Perché gli onicotecnici non possono continuare a essere abbandonati al loro destino. Chi? Gli onicotecnici, quelle figure professionali che si occupano dell'applicazione e della decorazione di unghie artificiali. Una categoria di lavoratori negletta che deve essere protetta. Altro che tutelare le capre aspromontane per come proposto da Giovanni Nucera (in allegato l'articolo che illustra la sua proposta): la neoconsigliera regionale del Pdl sa quali sono le vere priorità di una regione come la Calabria, sempre più stretta tra le spire della disoccupazione e dell'atavica arretratezza economica. Le french (le pittoresche unghie finte sempre più in voga tra donne giovani e meno giovani) ci salveranno.
Proprio seguendo questa stella polare, questa ricetta economica da far impallidire i principi keynesiani e le teorie economiche più sofisticate, Tilde Minasi ha infine rotto gli indugi e – a pochi mesi dal suo arrivo a Palazzo Campanella – è passata prontamente all'azione. La sua proposta di legge è una regolamentazione organica del lavoro degli onicotecnici, «tra quelle professioni che, ancora oggi, non hanno ricevuto una giusta disciplina normativa volta a incoraggiare gli operatori del settore all'ingresso autonomo e diretto nel mondo del lavoro, generando occupazione e nuova economia». Proprio il motore produttivo di cui ha prioritariamente bisogno la regione. Perché – parafrasando quello che una volta si asseriva per la Fiat – quel che va bene agli onicotecnici, va bene alla Calabria. E a poco vale continuare a cianciare di industrializzazione e turismo, i comparti storicamente definiti strategici.
Lo scorso 20 giugno il disegno normativo destinato a rivoluzionare le sorti della regione è stato assegnato alla III commissione Sanità per l'esame di merito. Ancora non è chiaro quando il testo verrà discusso e poi (eventualmente) approvato in aula. Ma l'attesa è vibrante.
Per chi non lo sapesse, è la stessa proposta di legge presentata dalla Minasi a spiegare in cosa consista l'attività di onicotecnico: «Essa comprende ogni prestazione artistica eseguita, a esclusivo scopo decorativo o di miglioramento estetico, sulla superficie di unghie artificiali delle mani e dei piedi, tramite l'apposizione di unghie artificiali preformate da decorare e la successiva lavorazione e colorazione delle stesse, con prodotti non cosmetici».
Ma guai a chi pensi che questa professione possa afferire in qualche modo a quella dell'estetista. La Minasi non intende alimentare confusioni legislative che possano ostacolare il nuovo “volano” economico. Il dl chiarisce come le due attività siano nettamente distinte e separate: le fasi lavorative dell'onicotecnìa consistono infatti nella «limatura dell'unghia al fine di liminare il grasso naturale della superficie sulla quale si andrà a eseguire la costruzione»; nell'«elaborazione finale della forma dell'unghia da decorare»; nell'«applicazione dell'elemento artificiale previo ancoraggio con apposita colla fotoindurente».
Dunque, mani e piedi più belli per tutti: il futuro della Calabria dipende soprattutto dall'attuazione di questo proposito.
Ma, come ogni norma che si rispetti, anche quella sugli onicotecnici prevede un certo rigore, da far invidia ai parametri ferrei che regolano l'accesso ai finanziamenti comunitari (pratica nella quale la Regione Calabria non eccelle affatto).
I materiali consentiti per la decorazione delle unghie sono solo «gel fotoindurenti, polveri acriliche o resine, alcool denaturato o isopropanolo, acetoni con percentuale di acqua per uso topico, unghie artificiali in abs preformate, colle a base di cianoacrilato, formine di carta o rigide in gomma o plastica, quadratini di cellulosa, glitter, stickers». Punto.
Tilde Minasi ha pensato proprio a tutto, forse anche a come rispondere alle critiche che giungeranno dai soliti benaltristi, quei falsi moralisti sempre pronti a gettare fango sull'“intraprendenza” dei consiglieri regionali, accusati da più parti di continuare a ballare sulla tolda di una nave che affonda.
L'ex assessore del Comune di Reggio – sensibile com'è alle esigenze dei fashion addicted – sa come rispondere ai detrattori, lei che forse conosce bene l'importanza di avere unghie forti quando bisogna arrampicarsi sugli specchi (vedi le difese a oltranza del “modello Reggio” portate avanti dalla consigliere azzurra).
Il disagio provocato dall'improvvida rottura di un'unghia rotta, il malessere che porta con sé uno smalto scrostato, l'imbarazzo di una pellicina di troppo su un dito affusolato: sono problemi estetici e sociali. A cui bisogna dare comunque una risposta. Con buona pace dei benaltristi, adesso anche la Calabria potrà avere una sua legge di riferimento. Finalmente. L'aspettavano (quasi) tutti. (0040)

Pietro Bellantoni
Rispondi