L'auto blu del ministro fu multata da una vigilessa di Calco
Annullata la multa al ministro Brambilla
La prefettura di Lecco: «Le violazioni furono commesse per motivi di servizio connessi all'attività di governo»
MILANO - La multa al ministro Brambilla elevata da una vigilessa di Lecco per aver superato con l'auto blu di servizio il limite dei 50 chilometri orari e per aver ignorato il cartello dello stop all'incrocio è stata annullata dalla Prefettura di Lecco. E' stato accolto il ricorso del ministro. «Le violazioni furono commesse per motivi di servizio connessi all'attività di governo». La Brambilla dunque non verserà le 200 euro che inizialmente le erano state chieste.
LA VICENDA - Una mattina di fine ottobre l'Audi A8, con a bordo il ministro del Turismo correva a tutta velocità da Calolziocorte, dove vive la Brambilla, verso Linate. Per evitare la coda, l'auto sorpassauna fila di auto e camion. E, arrivata alla rotatoria, tira dritto, senza fermarsi per dare la precedenza. Per la vigilessa in servizio a Calco, quelle due manovre erano pericolose e violavano il codice della strada. Anche perché l' auto blu non aveva la sirena in funzione, ma solo il lampeggiante acceso. Quindi il guidatore «era tenuto a rispettare obblighi, divieti e limitazioni relativi alla circolazione, come tutti i normali veicoli in transito». Una guida indisciplinata punita con una multa di 200 euro. Nei giorni successivi la contravvenzione fu notificata all'intestatario dell' auto, una società di leasing di Roma, la quale a sua volta l'ha inoltrata alla Presidenza del Consiglio dei ministri che ha in affitto quell'Audi A8. La multa quindi è tornata a Lecco, sulla scrivania del Prefetto, accompagnata del ricorso che giustificava l'autista: «La violazione era dovuta all' urgenza del servizio connesso ad attività governative». E il prefetto l'ha annullata.
RECIDIVA - Tre anni fa un altro caso con protagonista lo stesso ministro che noleggiò a 500 euro al giorno una Mercedes con autista. In quell'occasione un verbale per un semaforo non rispettato a Milano fu cestinato «per motivi istituzionali». A ricorrere al prefetto fu il titolare della concessionaria che allegò copia della fattura e del contratto di servizio con la prefettura di Lecco: l’auto rimase a disposizione del ministro per 19 ore consecutive, i chilometri percorsi furono 210 in più rispetto al pattuito e alla consegna il conto fu di 530 euro. Per un solo giorno.


