Senato, Grasso si dimezza stipendio e scorta. “Bisogna dare l’esempio”
Il presidente del Senato raccoglie l'invito di Beppe Grillo e taglia del 50% anche il costo complessivo lordo del Gabinetto del Presidente e del fondo consulenza. Rinuncia in toto a diaria, rimborso spese generali e per l’esercizio del mandato
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 marzo 2013
Il presidente del Senato Pietro Grasso cede a Beppe Grillo che aveva invitato lui e Laura Boldrini, presidente della Camera, a dimezzarsi lo stipendio. Oltre a questo, l’ex procuratore nazionale antimafia ha deciso di tagliare del 50% la scorta e ha annunciato che rinuncerà all’appartamento. “Si deve partire – ha detto giustificando i tagli – dando l’esempio: mi auspico che lo stesso metro possa essere adottato da tutti i componenti dell’Ufficio di Presidenza di un Senato che intendo convocare dal lunedì al venerdì”. Nei giorni scorsi Grasso e Boldrini avevano deciso di tagliare i loro emolumenti del 30%. Una misura, però, che per i 5 Stelle non era sufficiente. In più, secondo il Movimento, i due presidenti “devono convincere i partiti a fare altrettanto e a rinunciare ai rimborsi elettorali”.
”Stamattina – scrive il presidente del Senato in una nota – leggendo i giornali ho visto che a seguito dei tagli annunciati alle spese del Parlamento si è scatenata una rincorsa di cifre: tante e tutte diverse”. “Nel mio primo discorso da Presidente – spiega Grasso – ho auspicato che il Senato divenisse una ‘casa di vetro’. Credo nella trasparenza, nei fatti che seguono le dichiarazioni”. Quindi, “dopo il primo studio delle voci di spesa di martedì”, Grasso ha “approfondito con gli uffici competenti le possibilità di risparmio”.
Per quanto riguarda il suo compenso “fatte salve le indennità irrinunciabili, ho deciso di tagliare completamente tutto il resto (diaria, rimborso spese generali e rimborso spese per l’esercizio del mandato), passando dai 18.600 euro netti previsti a circa 9mila euro netti”. Calcolatrice alla mano, prosegue nel comunicato, “questo significa un risparmio complessivo di euro 111.960 su 223.169,76 euro. Rinuncio anche agli appartamenti e agli autisti, mentre per la scorta, che per me a partire dal maxiprocesso non è stata un privilegio ma una dolorosa necessità, ho stabilito di dimezzare quella prevista dal Ministero dell’Interno per il Presidente del Senato”. Il conteggio dei risparmi del presidente del Senato include anche “il costo complessivo lordo del Gabinetto del Presidente e del fondo consulenza, che ammonta attualmente a quasi un milione e mezzo di euro l’anno” a cui ha voluto applicare “un taglio del 50%, con un risparmio annuo di circa 750mila euro. Il risparmio complessivo sarà quindi di circa 861.960 euro l’anno”.
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