Si mangia?
Sono un paio di giorni che non si parla d'altro e qua non v'è traccia dell'argomento principe delle cronache nazionali finanziarie e politiche italiane?

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Mps, Monti attacca: «Il Pd c'entra Sradicare commistione politica-banca». Dopo il crollo il titolo rimbalza in Borsa
Il premier: il partito di Bersani ha sempre avuto molta influenza sulla banca. Dopo il crollo il titolo rimbalza in Borsa: +10%. Visco: istituto stabile, avviata indagine. Pdl all'attacco. Il Pd: la responsabilità è dei manager
ROMA - Sprint in Borsa di Mps dopo tre giornate di crolli per lo scandalo dei derivati. Il titolo, che giovedì ha perso l'8% e in tre sedute ha accumulato un tonfo del 20%,oggi rimbalza del 10%, con scambi molto intensi.
Lo scandalo entra intanto pesantemente nella campagna elettorale e scuote la politica, investendo anche il premier Mario Monti e il Pd. Monti, che ieri aveva invitato a «sottrarre Mps dalla confusione che è stata creata per evidenti ragioni» e annunciato che il governo riferirà in Parlamento, oggi entra a gamba tesa nella polemica e attacca duramente il Pd.
«Il Pd c'entra in questa vicenda» perché «ha sempre avuto molta influenza sulla banca e sulla vita politica» di Siena, ha detto Monti ai microfoni di Radio Anch'io. «Io - ha però aggiunto - non sono qui per attaccare Bersani, ma il fenomeno storico della commistione fra banca e politica che va ulteriormente sradicato» perché è una «brutta bestia». Poi, ha concluso, lascio ai politici il compito di «puntarsi il dito» l'uno contro l'altro.
«I 4 miliardi di Imu vanno allo stato e ci restano», nel caso di Monte dei Paschi di Siena «non si tratta di 3,9 miliardi, ma di soldi che verranno rimborsati e con alto taso di interesse. E non sono 3,9 miliardi, ma due miliardi perchè per il resto sono rimborsi dei precedenti Tremonti-bonds», ha detto ancora Monti, cercando di tranquillizzare i cittadini. Per il leader di Scelta Civica, insomma, «cade qualsiasi parallelismo con l'Imu».
Il rosso nei conti. La polemica esplode mentre ieri al primo piano di Palazzo Salimbeni, a Siena, sede della banca, il consiglio di amministrazione è stato riunito per oltre sei ore per analizzare la situazione. L'istituto chiuderà il bilancio del 2012 in profondo rosso. Le stime degli analisti parlano di una perdita che potrebbe sfiorare 2 miliardi per il rosso accumulato dai tre strumenti derivati incriminati che invece dovevano servire a tamponare profonde perdite pregresse nelle intenzioni dell'ex vertice dell'istituto guidato da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Solo dai derivati si avranno infatti circa 700 milioni di risultato negativo. Il buco scoperto nei conti Mps nei giorni scorsi ha portato alle dimissioni il numero uno dell'Abi Mussari, presidente di Mps negli anni in cui sono stati sottoscriti i contratti derivati ora sotto accusa.
«La situazione è assolutamente sotto controllo», ha detto oggi Alessandro Profumo, presidente di Mps, parlando all'assemblea straordinaria degli azionisti della banca senese convocata per dare via libera ai Monti-bond da 3,9 miliardi, utili per riportare equilibrio nel patrimonio. «Dall'aprile scorso, quando si è insediato, il cda sta lavorando intensamente», ha aggiunto. Il Monte «rappresenta una grande azienda del Paese», con 31.000 dipendenti e 6 milioni di clienti.
«Chi conosce il sottoscritto e l'amministratore delegato Fabrizio Viola sa che siamo completamente autonomi» dalla politica, ha continuato il presidente di Mps rispondendo a un piccolo azionista che nel corso dell'assemblea si è augurato che i vertici attuali sappiano essere autonomi dalla politica e non ci siano più ingerenze nella gestione della banca.
Mps è una banca «stabile», ma Bankitalia ha avviato «un'indagine». Così il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Via Nazionale - ha aggiunto - aveva indicato la necessità di nuovo capitale per l'istituto senese. Su Mps «sbaglia chi adombra mancanza di supervisione» da parte della Banca d'Italia, che «non ha nulla da nascondere», ha aggiunto Visco.
«La situazione è completamente sotto controllo, basta con le strumentalizzazioni»,ha tentato di rassicurare ieri il vertice di Mps, criticando «le esternazioni di personaggi pubblici e politici», per «la leggerezza» sul tema della «ricapitalizzazione della banca, ma anche «per i toni inappropriati che ingenerano nel pubblico e nel mercato una percezione di instabilità e di rischio che non sussiste». Dopo oltre sei ore di riunione del consiglio di amministrazione, è stato ribadito che i Monti bond «garantiscono in modo inequivocabile l’adeguato presidio patrimoniale della banca».
Su Mps «il Pd senese e il Pd nazionale non hanno nulla a che vedere con una gestione manageriale le cui responsabilità le accerta la magistratura», ha dichiarato il responsabile economico del Pd Stefano Fassina. «Il Pd locale si è assunto la responsabilità di interrompere un circuito chiuso che portava gravi danni alla banca - ha aggiunto -. Le responsabilità vanno individuate nel management della banca e sottolineo che se prima del sindaco Ceccuzzi c'è stato un rapporto sbagliato fra banca, amministrazione locale e partito, è perché la banca ha avuto influenza sul partito e sull'amministrazione locale, e non viceversa».
«Nei casi normali è la vigilanza bancaria che informa la magistratura. Qui è stata la magistratura a informare la vigilanza bancaria. Secondo me era tutto molto noto in molti ambienti». Lo ha detto a Sky Tg24 l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Credo che il presidente del Consiglio - sottolinea Tremonti - debba venire in Parlamento a spiegarci perché un emendamento» alla legge di Stabilità sui Monti Bond «bocciato dalla sua maggioranza è passato con la fiducia che lui ha chiesto. Attualmente credo che sia ancora nel circolo degli illuminati di Davos, venga ad illuminarci in Italia in Parlamento».
«È sgradevole sentire che Monti dà lezioni al Pd di buona finanza» sulla questione Monte dei Paschi, «farebbe bene a tacere». Lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola, sottolineando che per anni il centrosinistra ha denunciato i rischi «della finanza dei derivati e non ha mai avuto in Monti un interlocutore attento».
«La sinistra tende a ritenersi espressione della via della verità, della bontà, poi quando c'è una questione come il Monte dei Paschi di Siena ha difficoltà a spiegare...», ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano che ha riassunto in questi termini la situazione: «Il Monte dei Paschi è controllato da una fondazione, controllata dal Comune di Siena, controllata nel tempo da Pci, Pds, Ds, Pd. Ora loro fanno la parte dei marziani ma noi lo ricorderemo ogni giorno - ha proseguito - che non vengono da Marte ma, con tutto il rispetto dei cittadini di Siena, sono 'senesì nell'animo».
«Tra Monti e Bersani assistiamo ad uno scaricabarile indecoroso, mentre è chiarissimo che sulla vicenda del Monte Paschi di Siena nessuno può tirarsi fuori». Lo dichiara il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. «I vertici nazionali del Pd - incalza - si sono da oltre vent'anni interessati alle vicende senesi per gestire la Fondazione e tramite essa controllare il Mps. Le operazioni di finanza spericolata sono servite proprio a questo, in modo da evitare che la banca andasse al mercato. Inutile poi che Monti cerchi di prendere le distanze. Deve personalmente fare chiarezza sul perché con i soldi pubblici si è cercato di coprire i buchi del Mps. Sulla commistione tra banca e politica, il Monti ex presidente del Consiglio sa certamente qualcosa più di noi».
Venerdì 25 Gennaio 2013 - 09:04
Ultimo aggiornamento: 13:10
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