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Tuccio: ''Ragionando come Canale vi spiego perchè Massimo non si deve più candidare''
Venerdì 09 Novembre 2012 19:46
Di seguito la nota diffusa dall'ex assessore comunale, Luigi Tuccio - Tra una battuta di pesca ed una di caccia, in simpatica compagnia dei propri amici, Massimo Canale, dedicandosi alla politica, specificamente ai temi inerenti l’abusato ricorso all’aberrante principio delle facili incolpazioni per …proprietà transitiva, evidentemente è stato poco accorto al relativo dibattito politico cittadino, durante l’ultimo anno!
A tale proposito rammento che, esattamente in data 24.11.2011, trasmettevo ai media un comunicato dal titolo “Allarmi ed allarmismi cui prodest”, in cui evidenziavo come l’Amministrazione comunale, nei pochi mesi di attività, avesse “con estrema lealtà proposto alla opposizione un progetto di civile collaborazione ed evidenziava come più volte il Sindaco Arena aveva dovuto manifestare delusione per non aver registrato reciprocità in proposte invece già condivise dalla comunità cittadina”.
La non condivisione verso tale spontaneo appello si risolveva – ed era prevedibile – nel sacrificio di un’unica vittima: la città, tutta!
Concludevo, in maniera decisa e convinta, invitando al dialogo ed alla civile collaborazione.
Ma erano i tempi in cui Canale preferiva le smodate arringhe in Consiglio comunale assai diverse rispetto alla ostentata pacatezza dei giorni nostri, in cui “parla” di non avvelenare più i pozzi …..
E’ evidente che – nel periodo in cui si era approcciato al suo nuovo sport preferito, la caccia ai Galantuomini! – aveva dimenticato la storia cittadina e soprattutto il valore ed il significato di ciò che era avvenuto in città!
Canale, preoccupato della mia personale posizione in Giunta comunale, dopo avere evidenziato che qualcuno mi aveva costretto alle dimissioni, non aveva evidentemente compreso il significato delle stesse da me decise, dopo una sofferta, intima riflessione, avendo privilegiato alla fine la scelta in favore di un obbiettivo poi perseguito in quanto ritenuto fondamentale: la necessità di aprire un dibattito culturale nella comunità reggina (al quale Egli non ha partecipato), ritenendo come esso andava affrontato in tale sede ancor prima che in quella politica, sul presupposto ormai consolidato secondo cui il cancro mafioso, oltre a diffondersi nel substrato economico, aggredisce in maniera impercettibile, pervasivamente, anche quello sociale, potendo raggiungere anche incolpevoli cittadini.
Già, proprio come è successo non soltanto a Luigi Tuccio, ma a anche a centinaia di famiglie perbene reggine, politici compresi, che preferiscono mascherare, malcelare o comunque non affrontare il dibattito.
Anzi, a ben guardare, proprio come sta succedendo anche a Massimo Canale!
Ed allora, pacatamente ragionando, proprio come Canale - la cui onorabilità non è messa in discussione dal sottoscritto - applicando (invero con difficoltà) il suo metodo ed i suoi parametri di ragionamento, spiego perché egli stesso non si debba mai più candidare ed abbandonare ogni aspirazione politica, dedicarsi ai propri interessi immobiliari e soprattutto spiegare alla città le ragioni dei propri contatti societari con altre società oggetto di provvedimento di confisca.
Eh si! Oggi apprendiamo un dato incontestabile in quanto reale: una società di capitali – avente ad oggetto, tra gli altri, costruzioni industriali, civili e rurali – di cui Canale è contitolare con un proprio familiare, è socia, unitamente ad altre tre società di capitali tutte aventi ad oggetto attività immobiliari, di una quinta società (si proprio come le scatole cinesi!).
L’argomento, fino a qui, è più che utile ad evidenziare ciò che ebbi a dire durante la conferenza stampa relative alle mie dimissioni e cioè che Canale – gia assessore provinciale - ha precisi interessi nell’evolversi delle dinamiche amministrative del settore “Urbanistica”. Da qui la sua privilegiata attenzione in maniera puntuale sulle posizioni degli assessori all’Urbanistica!
Nella specie si è trattato di due personalità aduse, direi quasi fisiologicamente, all’applicazione dei principi di trasparenza e legalità: il Magistrato Adornato e l’Avvocato Tuccio!
Ma non basta. Ritengo interessi alla città conoscere il pensiero di Canale in ordine agli inevitabili rapporti interpersonali tenuti con i soci di talune società collegate ed oggetto di provvedimenti emessi originariamente dal Tribunale di Reggio Calabria, Misure di Prevenzione, evidentemente per problematiche sociali connesse con le posizioni di alcuni soci.
Orbene, pacatamente: se Tuccio si è dimesso per un reato d’amore, Massimo Canale a seguire il suo stesso originario ragionamento (non condiviso), dovrebbe abbandonare la politica per quanto possa emergere dalla intricata e coinvolgente vicenda sopra descritta.
Emerge, comunque, l’esigenza di riprendere le fila di un dibattito civile sulla devastante cultura del sospetto – su cui ho particolarmente insistito in sede di conferenza stampa contestuale alle mie dimissioni da Assessore all’Urbanistica - unilateralmente alimentata dalla parte politica di Canale, affrontando, davvero pacatamente, il tema collaterale delle incolpazioni arbitrariamente elargite agli avversari politici, in applicazione dell’aberrante principio della proprietà transitiva attraverso meri automatismi che confliggono con ogni principio logico ancor prima che giuridico.
Luigi Tuccio
Già Assessore all’Urbanistica
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.