Angoli di storia ancora presenti a ricordarci lo splendore e l'importanza di un luogo inimitabile!
Nulla può rendere a una tragedia quanto un anfiteatro.
Il pathos che vi si respira è inevitabilmente caratterizzato dai colori ora rupestri, ora marmorei o decadenti , o così spesso qui da noi al sud, così mediterranei!
Verso l'imbrunire, quando l'aria diventa lieve, il sole è clemente e il silenzio avvolge il pubblico, si rinnova l'atavica tradizione di interpretare le opere dei grandi pensatori classici..
E il tempo sembra eterno.
All'anfiteatro di Tindari di recente ho visto "l'Edipo" , non so dire , ad onor del vero, se io abbia più gradito l'opera di Sofocle rivisitata da Seneca intrinsecamente in quanto tale, o il contesto magico del golfo sullo sfondo accompagnato da il canto dell'ùpupa come colonna sonora,
e l'azzurro perso tra cielo e mare .
Secondo il mio modestissimo parere le due cose sono inscindibili.
