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Qui Roma: ''Evitare il dissesto''- Qui Reggio: ''Ricevuto, ma servono rinforzi e soldi...''
Mercoledì 24 Ottobre 2012 08:58
di Claudio Labate - Ormai è ufficiale da qualche giorno: la continuità non fa più a pugni con la contiguità. Anzi, l’una non esclude l’altra.
Indissolubilmente legati dalle amministrazioni che hanno governato l’ultima dozzina di anni di Palazzo San Giorgio. Illuminante, in tal senso, dopo giorni e giorni di contestazioni al contenuto della Relazione della Commissione d’accesso, appaiono le motivazioni che il ministro Cancellieri mette alla base del contestato commissariamento dell’ente. Ma, sembra, non tali da frenare il Pdl nazionale che dalla capitale sta continuando a studiare gli incartamenti per un ricorso che si annuncia quindi imminente.
Superata questa fase (ma non si può mai dire…) gli occhi dei reggini, e soprattutto dei Commissari, sono puntati sulla reale situazione finanziaria di Palazzo san Giorgio, che porta con se il pericolo dissesto. Il ministro Cancellieri, d’altra parte, nelle sue uscite pubbliche dimostra di voler tener fede all’impegno assunto nel corso della conferenza stampa di Palazzo Chigi, quando annunciò lo scioglimento del Comune. Da Palermo, dove era impegnata con la conferenza antimafia del centro Pio La Torre, a domanda risponde: “Siamo pronti ad assistere l’amministrazione comunale di Reggio Calabria per tutto quanto può essere significativo nell’amministrazione della società”. Spiegando poi che lo Stato vorrebbe evitare un altro shock alla città, dopo lo scioglimento: “Bisogna rimettere ordine nell'amministrazione, verificare la fedeltà dei dipendenti, e il Prefetto (Panico, ndr), che incontrerò a breve, sa che siamo con lui”.
Notizia che trova fondamento nell’azione tout court della terna commissariale, blindata ormai da giorni all’interno di Palazzo San Giorgio. Il loro primo e dichiarato obiettivo è quindi evitare il dissesto e salvare il salvabile. Compresi gli stipendi dei dipendenti, messi in dubbio fin dal momento del loro insediamento. Questi ultimi sembra abbiano ricevuto per tempo il cedolino del pagamento, ma non tutti confermano il versamento dello stesso. Vale la pena ricordare che sui dipendenti di Palazzo San Giorgio grava anche la scure dei 22 milioni di euro, indebitamente erogati a dirigenti e non, che la Corte dei Conti ha “imposto” all’ente di recuperare anche, in estremo rimedio, attraverso l’applicazione di trattenute in busta paga.
D’altra parte i Commissari nei primissimi giorni del loro insediamento, se da una parte hanno incontrato il Collegio dei revisori dei conti (unico organo che rimane in carica per ulteriori 45 giorni, prorogabili) dando avvio ad una prima ricognizione delle risorse, dall’altra hanno dovuto far fronte ad una ingente quantità di decreti ingiuntivi da parte di privati creditori dell’ente, in qualche modo arginati dall’azione politica nell’ultima fase di amministrazione Arena. Tenendo ben presente anche le scadenze più strettamente legate ai dipendenti delle società miste. E benché sembra si stia lavorando per dichiarare impignorabile una parte dei fondi di Tesoreria, il vero nodo sembra essere rappresentato dalla mancanza di liquidità, a cui in precedenza si è sopperito troppo spesso attraverso le Anticipazioni di tesoreria, anch’esse condannate dai magistrati contabili.
Di certo, non basterà l’esperienza e l’azione di Dante Piazza, dirigente dei Servizi ispettivi di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato, su cui il Ministro ripone ampia fiducia. E, infatti, i pochissimi spifferi di Palazzo San Giorgio raccontano come una intera ala dello stabile (quella prima dedicata ai gruppi consiliari) sia stata sgomberata per far posto a quel gruppo di supporto (si vocifera di una quindicina, tra funzionari e tecnici) che affiancherà la terna commissariale, che starebbe anche pensando di riportare dentro il Palazzo alcuni uffici ubicati in affitto in diversi stabili della città, nel delicato compito di rimettere in sesto l’ente comunale.
Di certo c’è che la politica non abita più lì. E neanche ci può passare, se è vero come è vero che non sono accettate prenotazioni di sale per convegni o conferenze stampa di natura politica. L’unico atto “politico” per la città, i Commissari l’anno fatto avallando la delibera del concerto di Biagio Antonacci in Piazza del Popolo.
La politica, si diceva. Quella formalmente estromessa dai processi che porteranno alla formazione della città metropolitana. Chi nei mesi scorsi agitava lo spettro di una situazione come quella concretizzatasi oggi, era stato facile profeta. Il processo di costituzione delle città metropolitane è ormai avviato e, a termini di legge, si concluderà il 1° gennaio 2014. In molti si domandano chi guiderà quel processo per la città metropolitana di Reggio Calabria. La situazione, già complessa, di Palazzo San Giorgio (il cui commissariamento terminerà, salvo proroghe, nell’aprile del 2014) può diventare un ostacolo o una risorsa. Ecco perché si fa sempre più strada l’ipotesi di concessione, da parte del Governo, di “poteri speciali” alla terna commissariale. E d’altra parte la Conferenza Metropolitana (che nel caso di Reggio Calabria, dovrebbe essere composta dal Presidente della Provincia e dai 97 sindaci del comprensorio tra i quali il Sindaco della Città Capoluogo) avrà il compito entro il 30 ottobre 2013 di redigere lo Statuto della Città Metropolitana, mettendo in campo una proposta di sistema elettorale per determinare il Sindaco della futura Città Metropolitana e i consiglieri. Il tempo stringe, e la direzione sembra obbligata.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.