Rating in picchiata, salve Lombardia e Toscana

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Paolo_Padano
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Anche per chi è promosso le prospettive future sono comunque negative. Pochi i casi virtuosi, il resto affonda sotto la media del Paese
di LUISA GRION
Lo leggo dopo
BOCCIATO il Paese, bocciate quasi tutte le sue regioni: Moody's ci va giù pesante con l'Italia, ma non è tenera nemmeno con le sue amministrazioni locali. Dopo lo scossone assestato al nostro debito sovrano a metà luglio (fatto scivolare di due gradini in un solo colpo, dalla classe A3 a Baa2), l'agenzia di rating è rapidamente approdata all'esame delle giunte regionali, passandone al setaccio bilanci e decisioni. Ne è uscito, anche in questo caso, un quadro poco lusinghiero: da Torino a Palermo il giudizio cambia di poco. Il Paese, secondo Moody's, si sta omogeneamente incartando. Quasi tutti i "voti" assegnati dalla sempre più discussa agenzia di rating (dal governatore Draghi al premier Monti sono piovute critiche e dubbi sui suoi giudizi) rispecchiano la media nazionale, le eccellenze si contano sulle dita di una mano. Le sorprese però non mancano: Moody's non ha mai creduto al default della Sicilia, vede più a rischio, semmai, l'insospettabile Piemonte.

I PRIMI DELLA CLASSE
Volendo semplificare, l'agenzia divide l'Italia in tre fasce: gli enti cui assegnare un voto superiore a quello "medio" del Paese, quelli che stanno sullo stesso piano dell'Italia e le amministrazioni da mandare dietro alla lavagna. Fra le prime della classe, aggrappate all'A3, ci sono le province di Trento e Bolzano e, uniche fra le regioni certificate, la Toscana e le Marche. Si salva la Lombardia, cui Moody's assegna il voto Baa1 (ridotto rispetto al precedente A2), grazie al sistema entrate/uscite sotto controllo e al fatto che la Regione genera il 20 per cento del Pil nazionale. Anche per questo gruppetto di testa, comunque, l'outlook, le previsioni per il futuro, sono negative.

PARADOSSO SICILIA
Molto affollata la classe "media", quella in linea con l'affidabilità e i rischi riconosciuti al sistema Italia. Nella casella del Baa2 si trovano infatti la maggioranza delle regioni italiane: dalla Basilicata alla Sardegna, dal Veneto (declassato) alla Puglia. Ciò che sorprende è la presenza della Sicilia, regione che è stata considerata a rischio default, ma che Moody's non vede poi così male. "Il debito cresce, ma non è a livello preoccupante" assicurano i suoi tecnici, convinti che la condizione di autonomia e il miglioramento del bilancio sanitario salvino, in fondo, le prospettive finali. Un giudizio con il quale non concorda la Cgia di Mestre: nell'isola, fa notare, i costi della politica e quelli per l'acquisto di beni e servizi sono doppi rispetto a quelli medi di tutte le regioni italiane. Più che tripli se si guarda al solo costo del personale.

PIEMONTE IN CODA
Qualche stupore arriva però anche dal fondo classifica. D'accordo, le cose vanno male particolarmente al Sud: lo dice anche Moody's che confina nel misero Baa3 la Calabria, la Campania e il Molise. Piove sul bagnato, si potrebbe dire, visto che il Tesoro - "alla luce dei mancati obiettivi per i piani di rientro dei debiti sanitari" - ha appena confermato, per il 2012, la maggiorazione nelle tre regioni dello 0,15 per cento dell'Irap e del 0,30 dell'Irpef. A far loro compagnia c'è l'Abruzzo, il Lazio (declassato dal precedente Baa2) e, a sorpresa, il Piemonte. Torino e dintorni, sentenzia quindi Moody's, presentano rischi maggiori a quelli della Sicilia: "il rapporto debito/Pil - assicura - è cresciuto molto negli ultimi anni e le entrate sono in calo".
Pagelle che, criticabili o meno, esercitano comunque il loro potere su investitori e mercato. C'è chi sceglie di farne a meno: l'Emilia Romagna da quest'anno non si fa più certificare il rating. Le Marche invece accettano i voti, ma un mese fa hanno deciso di dimezzare i giudici: fino allo scorso anno si erano avvalse sia di Moody's che di Standard&Poor's, ora hanno tagliato la prima, risparmiando 97 mila euro.
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
Lillu Foti: "non bogghiu 'nchinari poi mi rinnu chi vonnnu a squatra mi 'ndi sarbamu"
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Lixia
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il modello provincia autonoma dovrebbe essere esportato anche nelle altre regioni
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

Putrusinu ogni mineshra!

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CALABRESE
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Lixia ha scritto:il modello provincia autonoma dovrebbe essere esportato anche nelle altre regioni

No,andrebbero eliminate,come andrebbero eliminate tutte le regioni a statuto speciale.Il rating è una enorme caxxata,come dimostra il fatto che banche che stavano per fallire godevano di ottimo rating.
"Preferisco che ci si abbracci quando si fa gol, evitando certe cose."
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ERIK LARSSON ©
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Paolo_Padano ha scritto:Anche per chi è promosso le prospettive future sono comunque negative. Pochi i casi virtuosi, il resto affonda sotto la media del Paese
di LUISA GRION
Lo leggo dopo
BOCCIATO il Paese, bocciate quasi tutte le sue regioni: Moody's ci va giù pesante con l'Italia, ma non è tenera nemmeno con le sue amministrazioni locali. Dopo lo scossone assestato al nostro debito sovrano a metà luglio (fatto scivolare di due gradini in un solo colpo, dalla classe A3 a Baa2), l'agenzia di rating è rapidamente approdata all'esame delle giunte regionali, passandone al setaccio bilanci e decisioni. Ne è uscito, anche in questo caso, un quadro poco lusinghiero: da Torino a Palermo il giudizio cambia di poco. Il Paese, secondo Moody's, si sta omogeneamente incartando. Quasi tutti i "voti" assegnati dalla sempre più discussa agenzia di rating (dal governatore Draghi al premier Monti sono piovute critiche e dubbi sui suoi giudizi) rispecchiano la media nazionale, le eccellenze si contano sulle dita di una mano. Le sorprese però non mancano: Moody's non ha mai creduto al default della Sicilia, vede più a rischio, semmai, l'insospettabile Piemonte.

I PRIMI DELLA CLASSE
Volendo semplificare, l'agenzia divide l'Italia in tre fasce: gli enti cui assegnare un voto superiore a quello "medio" del Paese, quelli che stanno sullo stesso piano dell'Italia e le amministrazioni da mandare dietro alla lavagna. Fra le prime della classe, aggrappate all'A3, ci sono le province di Trento e Bolzano e, uniche fra le regioni certificate, la Toscana e le Marche. Si salva la Lombardia, cui Moody's assegna il voto Baa1 (ridotto rispetto al precedente A2), grazie al sistema entrate/uscite sotto controllo e al fatto che la Regione genera il 20 per cento del Pil nazionale. Anche per questo gruppetto di testa, comunque, l'outlook, le previsioni per il futuro, sono negative.

PARADOSSO SICILIA
Molto affollata la classe "media", quella in linea con l'affidabilità e i rischi riconosciuti al sistema Italia. Nella casella del Baa2 si trovano infatti la maggioranza delle regioni italiane: dalla Basilicata alla Sardegna, dal Veneto (declassato) alla Puglia. Ciò che sorprende è la presenza della Sicilia, regione che è stata considerata a rischio default, ma che Moody's non vede poi così male. "Il debito cresce, ma non è a livello preoccupante" assicurano i suoi tecnici, convinti che la condizione di autonomia e il miglioramento del bilancio sanitario salvino, in fondo, le prospettive finali. Un giudizio con il quale non concorda la Cgia di Mestre: nell'isola, fa notare, i costi della politica e quelli per l'acquisto di beni e servizi sono doppi rispetto a quelli medi di tutte le regioni italiane. Più che tripli se si guarda al solo costo del personale.

PIEMONTE IN CODA
Qualche stupore arriva però anche dal fondo classifica. D'accordo, le cose vanno male particolarmente al Sud: lo dice anche Moody's che confina nel misero Baa3 la Calabria, la Campania e il Molise. Piove sul bagnato, si potrebbe dire, visto che il Tesoro - "alla luce dei mancati obiettivi per i piani di rientro dei debiti sanitari" - ha appena confermato, per il 2012, la maggiorazione nelle tre regioni dello 0,15 per cento dell'Irap e del 0,30 dell'Irpef. A far loro compagnia c'è l'Abruzzo, il Lazio (declassato dal precedente Baa2) e, a sorpresa, il Piemonte. Torino e dintorni, sentenzia quindi Moody's, presentano rischi maggiori a quelli della Sicilia: "il rapporto debito/Pil - assicura - è cresciuto molto negli ultimi anni e le entrate sono in calo".
Pagelle che, criticabili o meno, esercitano comunque il loro potere su investitori e mercato. C'è chi sceglie di farne a meno: l'Emilia Romagna da quest'anno non si fa più certificare il rating. Le Marche invece accettano i voti, ma un mese fa hanno deciso di dimezzare i giudici: fino allo scorso anno si erano avvalse sia di Moody's che di Standard&Poor's, ora hanno tagliato la prima, risparmiando 97 mila euro.
Come farlo capire al Sig. Monti????? Sembra essere una impresa ardua......forse prima o poi al sig. Monti lo faranno capire i suoi amichetti delle banche quando l'industria lombarda non attingerà più dai loro fidi e sposterà il credito in Svizzera o in Austria.
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ERIK LARSSON © ha scritto:
Paolo_Padano ha scritto:Anche per chi è promosso le prospettive future sono comunque negative. Pochi i casi virtuosi, il resto affonda sotto la media del Paese
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BOCCIATO il Paese, bocciate quasi tutte le sue regioni: Moody's ci va giù pesante con l'Italia, ma non è tenera nemmeno con le sue amministrazioni locali. Dopo lo scossone assestato al nostro debito sovrano a metà luglio (fatto scivolare di due gradini in un solo colpo, dalla classe A3 a Baa2), l'agenzia di rating è rapidamente approdata all'esame delle giunte regionali, passandone al setaccio bilanci e decisioni. Ne è uscito, anche in questo caso, un quadro poco lusinghiero: da Torino a Palermo il giudizio cambia di poco. Il Paese, secondo Moody's, si sta omogeneamente incartando. Quasi tutti i "voti" assegnati dalla sempre più discussa agenzia di rating (dal governatore Draghi al premier Monti sono piovute critiche e dubbi sui suoi giudizi) rispecchiano la media nazionale, le eccellenze si contano sulle dita di una mano. Le sorprese però non mancano: Moody's non ha mai creduto al default della Sicilia, vede più a rischio, semmai, l'insospettabile Piemonte.

I PRIMI DELLA CLASSE
Volendo semplificare, l'agenzia divide l'Italia in tre fasce: gli enti cui assegnare un voto superiore a quello "medio" del Paese, quelli che stanno sullo stesso piano dell'Italia e le amministrazioni da mandare dietro alla lavagna. Fra le prime della classe, aggrappate all'A3, ci sono le province di Trento e Bolzano e, uniche fra le regioni certificate, la Toscana e le Marche. Si salva la Lombardia, cui Moody's assegna il voto Baa1 (ridotto rispetto al precedente A2), grazie al sistema entrate/uscite sotto controllo e al fatto che la Regione genera il 20 per cento del Pil nazionale. Anche per questo gruppetto di testa, comunque, l'outlook, le previsioni per il futuro, sono negative.

PARADOSSO SICILIA
Molto affollata la classe "media", quella in linea con l'affidabilità e i rischi riconosciuti al sistema Italia. Nella casella del Baa2 si trovano infatti la maggioranza delle regioni italiane: dalla Basilicata alla Sardegna, dal Veneto (declassato) alla Puglia. Ciò che sorprende è la presenza della Sicilia, regione che è stata considerata a rischio default, ma che Moody's non vede poi così male. "Il debito cresce, ma non è a livello preoccupante" assicurano i suoi tecnici, convinti che la condizione di autonomia e il miglioramento del bilancio sanitario salvino, in fondo, le prospettive finali. Un giudizio con il quale non concorda la Cgia di Mestre: nell'isola, fa notare, i costi della politica e quelli per l'acquisto di beni e servizi sono doppi rispetto a quelli medi di tutte le regioni italiane. Più che tripli se si guarda al solo costo del personale.

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Qualche stupore arriva però anche dal fondo classifica. D'accordo, le cose vanno male particolarmente al Sud: lo dice anche Moody's che confina nel misero Baa3 la Calabria, la Campania e il Molise. Piove sul bagnato, si potrebbe dire, visto che il Tesoro - "alla luce dei mancati obiettivi per i piani di rientro dei debiti sanitari" - ha appena confermato, per il 2012, la maggiorazione nelle tre regioni dello 0,15 per cento dell'Irap e del 0,30 dell'Irpef. A far loro compagnia c'è l'Abruzzo, il Lazio (declassato dal precedente Baa2) e, a sorpresa, il Piemonte. Torino e dintorni, sentenzia quindi Moody's, presentano rischi maggiori a quelli della Sicilia: "il rapporto debito/Pil - assicura - è cresciuto molto negli ultimi anni e le entrate sono in calo".
Pagelle che, criticabili o meno, esercitano comunque il loro potere su investitori e mercato. C'è chi sceglie di farne a meno: l'Emilia Romagna da quest'anno non si fa più certificare il rating. Le Marche invece accettano i voti, ma un mese fa hanno deciso di dimezzare i giudici: fino allo scorso anno si erano avvalse sia di Moody's che di Standard&Poor's, ora hanno tagliato la prima, risparmiando 97 mila euro.
Come farlo capire al Sig. Monti????? Sembra essere una impresa ardua......forse prima o poi al sig. Monti lo faranno capire i suoi amichetti delle banche quando l'industria lombarda non attingerà più dai loro fidi e sposterà il credito in Svizzera o in Austria.
Veramente quello che descrivi tu dal 2008 in poi è realtà. Praticamente oramai MILANO ESPORTA I MIGLIORI LAVORATORI VERSO METE PIU AMBITE COME IL NORD EUROPA, a partire dalla Svizzera dove lo stipendio medio di un operaio è sui 1800 €, figuriamoci per uno specialsita nel settore ICT, infatti sto notando che molti dopo aver riempito i curricula con diverse aziende lombarde, si trasferiscono verso il belgio, l'olanda e la svizzera, dove si calcola che tra tasse sullo stipendio meno pressanti, e stipendio ben più corposo anche del 45% fanno la bella vita. Mi sa che una capatina conviene farla anche a me, ma devo ancora maturare qualche altra esperienza.
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lacky007 ha scritto:
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I PRIMI DELLA CLASSE
Volendo semplificare, l'agenzia divide l'Italia in tre fasce: gli enti cui assegnare un voto superiore a quello "medio" del Paese, quelli che stanno sullo stesso piano dell'Italia e le amministrazioni da mandare dietro alla lavagna. Fra le prime della classe, aggrappate all'A3, ci sono le province di Trento e Bolzano e, uniche fra le regioni certificate, la Toscana e le Marche. Si salva la Lombardia, cui Moody's assegna il voto Baa1 (ridotto rispetto al precedente A2), grazie al sistema entrate/uscite sotto controllo e al fatto che la Regione genera il 20 per cento del Pil nazionale. Anche per questo gruppetto di testa, comunque, l'outlook, le previsioni per il futuro, sono negative.

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Molto affollata la classe "media", quella in linea con l'affidabilità e i rischi riconosciuti al sistema Italia. Nella casella del Baa2 si trovano infatti la maggioranza delle regioni italiane: dalla Basilicata alla Sardegna, dal Veneto (declassato) alla Puglia. Ciò che sorprende è la presenza della Sicilia, regione che è stata considerata a rischio default, ma che Moody's non vede poi così male. "Il debito cresce, ma non è a livello preoccupante" assicurano i suoi tecnici, convinti che la condizione di autonomia e il miglioramento del bilancio sanitario salvino, in fondo, le prospettive finali. Un giudizio con il quale non concorda la Cgia di Mestre: nell'isola, fa notare, i costi della politica e quelli per l'acquisto di beni e servizi sono doppi rispetto a quelli medi di tutte le regioni italiane. Più che tripli se si guarda al solo costo del personale.

PIEMONTE IN CODA
Qualche stupore arriva però anche dal fondo classifica. D'accordo, le cose vanno male particolarmente al Sud: lo dice anche Moody's che confina nel misero Baa3 la Calabria, la Campania e il Molise. Piove sul bagnato, si potrebbe dire, visto che il Tesoro - "alla luce dei mancati obiettivi per i piani di rientro dei debiti sanitari" - ha appena confermato, per il 2012, la maggiorazione nelle tre regioni dello 0,15 per cento dell'Irap e del 0,30 dell'Irpef. A far loro compagnia c'è l'Abruzzo, il Lazio (declassato dal precedente Baa2) e, a sorpresa, il Piemonte. Torino e dintorni, sentenzia quindi Moody's, presentano rischi maggiori a quelli della Sicilia: "il rapporto debito/Pil - assicura - è cresciuto molto negli ultimi anni e le entrate sono in calo".
Pagelle che, criticabili o meno, esercitano comunque il loro potere su investitori e mercato. C'è chi sceglie di farne a meno: l'Emilia Romagna da quest'anno non si fa più certificare il rating. Le Marche invece accettano i voti, ma un mese fa hanno deciso di dimezzare i giudici: fino allo scorso anno si erano avvalse sia di Moody's che di Standard&Poor's, ora hanno tagliato la prima, risparmiando 97 mila euro.
Come farlo capire al Sig. Monti????? Sembra essere una impresa ardua......forse prima o poi al sig. Monti lo faranno capire i suoi amichetti delle banche quando l'industria lombarda non attingerà più dai loro fidi e sposterà il credito in Svizzera o in Austria.
Veramente quello che descrivi tu dal 2008 in poi è realtà. Praticamente oramai MILANO ESPORTA I MIGLIORI LAVORATORI VERSO METE PIU AMBITE COME IL NORD EUROPA, a partire dalla Svizzera dove lo stipendio medio di un operaio è sui 1800 €, figuriamoci per uno specialsita nel settore ICT, infatti sto notando che molti dopo aver riempito i curricula con diverse aziende lombarde, si trasferiscono verso il belgio, l'olanda e la svizzera, dove si calcola che tra tasse sullo stipendio meno pressanti, e stipendio ben più corposo anche del 45% fanno la bella vita. Mi sa che una capatina conviene farla anche a me, ma devo ancora maturare qualche altra esperienza.
Belgio? Olanda???

E c'e' bisogno di andare cosi lontano? Basta fare qualche chilometro oltre la dogana di Chiasso!

Ti avverto però, loro badano molto al sodo e pagano molto bene, il problema è personale e riguarda la semplice domanda: "Cosa sei disposto a fare nella vita? Lavorare per vivere o vivere per lavorare?".

Appena avrai dato risposta a questa domanda manda pure il curriculum in Svizzera ti accoglieranno a braccia aperte.
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I PRIMI DELLA CLASSE
Volendo semplificare, l'agenzia divide l'Italia in tre fasce: gli enti cui assegnare un voto superiore a quello "medio" del Paese, quelli che stanno sullo stesso piano dell'Italia e le amministrazioni da mandare dietro alla lavagna. Fra le prime della classe, aggrappate all'A3, ci sono le province di Trento e Bolzano e, uniche fra le regioni certificate, la Toscana e le Marche. Si salva la Lombardia, cui Moody's assegna il voto Baa1 (ridotto rispetto al precedente A2), grazie al sistema entrate/uscite sotto controllo e al fatto che la Regione genera il 20 per cento del Pil nazionale. Anche per questo gruppetto di testa, comunque, l'outlook, le previsioni per il futuro, sono negative.

PARADOSSO SICILIA
Molto affollata la classe "media", quella in linea con l'affidabilità e i rischi riconosciuti al sistema Italia. Nella casella del Baa2 si trovano infatti la maggioranza delle regioni italiane: dalla Basilicata alla Sardegna, dal Veneto (declassato) alla Puglia. Ciò che sorprende è la presenza della Sicilia, regione che è stata considerata a rischio default, ma che Moody's non vede poi così male. "Il debito cresce, ma non è a livello preoccupante" assicurano i suoi tecnici, convinti che la condizione di autonomia e il miglioramento del bilancio sanitario salvino, in fondo, le prospettive finali. Un giudizio con il quale non concorda la Cgia di Mestre: nell'isola, fa notare, i costi della politica e quelli per l'acquisto di beni e servizi sono doppi rispetto a quelli medi di tutte le regioni italiane. Più che tripli se si guarda al solo costo del personale.

PIEMONTE IN CODA
Qualche stupore arriva però anche dal fondo classifica. D'accordo, le cose vanno male particolarmente al Sud: lo dice anche Moody's che confina nel misero Baa3 la Calabria, la Campania e il Molise. Piove sul bagnato, si potrebbe dire, visto che il Tesoro - "alla luce dei mancati obiettivi per i piani di rientro dei debiti sanitari" - ha appena confermato, per il 2012, la maggiorazione nelle tre regioni dello 0,15 per cento dell'Irap e del 0,30 dell'Irpef. A far loro compagnia c'è l'Abruzzo, il Lazio (declassato dal precedente Baa2) e, a sorpresa, il Piemonte. Torino e dintorni, sentenzia quindi Moody's, presentano rischi maggiori a quelli della Sicilia: "il rapporto debito/Pil - assicura - è cresciuto molto negli ultimi anni e le entrate sono in calo".
Pagelle che, criticabili o meno, esercitano comunque il loro potere su investitori e mercato. C'è chi sceglie di farne a meno: l'Emilia Romagna da quest'anno non si fa più certificare il rating. Le Marche invece accettano i voti, ma un mese fa hanno deciso di dimezzare i giudici: fino allo scorso anno si erano avvalse sia di Moody's che di Standard&Poor's, ora hanno tagliato la prima, risparmiando 97 mila euro.
Come farlo capire al Sig. Monti????? Sembra essere una impresa ardua......forse prima o poi al sig. Monti lo faranno capire i suoi amichetti delle banche quando l'industria lombarda non attingerà più dai loro fidi e sposterà il credito in Svizzera o in Austria.[/quote]

Veramente quello che descrivi tu dal 2008 in poi è realtà. Praticamente oramai MILANO ESPORTA I MIGLIORI LAVORATORI VERSO METE PIU AMBITE COME IL NORD EUROPA, a partire dalla Svizzera dove lo stipendio medio di un operaio è sui 1800 €, figuriamoci per uno specialsita nel settore ICT, infatti sto notando che molti dopo aver riempito i curricula con diverse aziende lombarde, si trasferiscono verso il belgio, l'olanda e la svizzera, dove si calcola che tra tasse sullo stipendio meno pressanti, e stipendio ben più corposo anche del 45% fanno la bella vita. Mi sa che una capatina conviene farla anche a me, ma devo ancora maturare qualche altra esperienza.[/quote]

Belgio? Olanda???

E c'e' bisogno di andare cosi lontano? Basta fare qualche chilometro oltre la dogana di Chiasso!

Ti avverto però, loro badano molto al sodo e pagano molto bene, il problema è personale e riguarda la semplice domanda: "Cosa sei disposto a fare nella vita? Lavorare per vivere o vivere per lavorare?".

Appena avrai dato risposta a questa domanda manda pure il curriculum in Svizzera ti accoglieranno a braccia aperte.[/quote]

Belgio e Olanda cosi lontane? A va be dimenticavo che il sud italia ed il sud della Spagna hanno il triste record in europa di fossilizzamento radicale nelle loro terre. Vedi che in tutti i paesi del Mondo già a 20 anni hanno esperienze di lavoro e di studi fuori le loro terre che in calabria nemmeno se vivi 100 anni riesci a farle. Questione di mentalità e sopratutto di mangiatoia bassa da noi, loro si mettono in gioco prestissimo. Noi abbimao Ingegneri che a 35 anni pensano ancora se vale la pena andare a trovare un lavoro al Nord, loro a 35 anni oltre che lavorano da 20 anni, hanno girato piu volte europa e mondo, hanno famiglia e stanno per sposare il 1 figlio grande. Piccola differenza di cultura :)
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lacky007 ha scritto:
Belgio e Olanda cosi lontane? A va be dimenticavo che il sud italia ed il sud della Spagna hanno il triste record in europa di fossilizzamento radicale nelle loro terre. Vedi che in tutti i paesi del Mondo già a 20 anni hanno esperienze di lavoro e di studi fuori le loro terre che in calabria nemmeno se vivi 100 anni riesci a farle. Questione di mentalità e sopratutto di mangiatoia bassa da noi, loro si mettono in gioco prestissimo. Noi abbimao Ingegneri che a 35 anni pensano ancora se vale la pena andare a trovare un lavoro al Nord, loro a 35 anni oltre che lavorano da 20 anni, hanno girato piu volte europa e mondo, hanno famiglia e stanno per sposare il 1 figlio grande. Piccola differenza di cultura :)
India 1947
Sir Pinkerton, ormai ex possidente (con la conquista dell'indipendenza, le terre occupate dagli inglesi, tornavano nella disponibilità del Governo Indiano),
raccolte tutte le sue cose..., prima di abbandonare definitivamente la fattoria di Bhangalore, convoca la (ex anch'essa) servitù e decide di regalar loro un po' di denaro.
La somma più consistente la dona ad Animesh, il servo prediletto.
Pinkerton gli si avvicina e gli chiede cosa farà adesso ed Animesh risponde che tornerà al suo villaggio e che dividerà il denaro con i suoi familiari.
"Tornerai a stare in quella baracca dove ti ho trovato?" chiede un Pinkerton visibilmente contrariato,
"con i soldi che ti ho dato", continua Pinkerton, "potresti avviare un commercio, diventare ricco", insiste, " ricco come me!"...
"Sahib", risponde Animesh, " la differenza tra te e me è che tu vai incontro alla morte correndo... io, io l'aspetto seduto".
:salut
Sventurata la terra che ha bisogno di eroi
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