http://it.eurosport.yahoo.com/notizie/s ... 25035.html
Sagan fa il cannibale: fenomeno di 22 anni!
Ha solo 22 anni, ma su arrivi di questo tipo (con la strada in leggera salita) è già uno dei più forti del mondo. Forse il più forte. E' al suo primo Tour de France, ma dopo quattro giorni di corsa Peter Sagan, slovacco della Liquigas-Cannondale, ha già centrato due successi di tappa. L'ultimo, sul traguardo di Boulogne sur Mer al termine di 197 km tutt'altro che pianeggianti, lo ha festeggiato mimando una "corsa". Perché lui - "di corsa" - va da quando è passato professionista, vincendo da subito e contro i più forti.
MORKOV ANCORA IN FUGA - Nasce dopo appena cinque km la fuga che caratterizza questa terza tappa del Tour de France. Ad animarla è il basco dell'Euskaltel Euskadi, Perez, che si porta dietro altri quattro corridori e va all'attacco. La fuga a 5 (c'è anche il solito Morkov, della Saxo Bank-Tinkoff, in avanscoperta per il terzo giorno di fila) guadagna un massimo di 5'40'', mai abbastanza però per pensare di poter arrivare al traguardo. Morkov incremente sulle prime Cote di giornata la propria leadership nella speciale classifica degli scalatori, poi però si pianta nel finale dove - ma solo per pochi km - resta al comando in solitaria Grivko, ucraino dell'Astana a lungo maglia gialla virtuale.
SAGAN VA DI CORSA E SI PRENDE TUTTO - Il gruppo maglia gialla, che nel frattempo si è frazionato in più tronconi per via di alcune cadute, rinviene sull'ultimo superstite della fuga quando all'arrivo mancano meno di 7 km. Qui parte Sylvain Chavanel, che conosce bene il finale e attacca subito dopo l'ultima Cote e arriva a guadagnare anche una dozzina di secondi sul gruppo. Una rotonda presa male nel finale (la stessa sorte toccherà poco dopo anche a Valverde) spegnerà però i suoi sogni di gloria: il gruppo lo riprende appena sotto il cartello dell'ultimo km. Lo sprint, condizionato da un'altra caduta (che rallenta anche Wiggins, Menchov e Scarponi), ha un solo padrone: Peter Sagan. L'allungo dello slovacco della è devastante, Sagan supera con irrisoria facilità tutti i suoi avversari e vola a conquistare il secondo successo di tappa sulle strade del Tour. E il tutto in appena quattro giornate di corsa: secondo è Boasson Hagen, a un secondo (già, Sagan vince per distacco), terzo Peter Velits, poi Fabian Cancellara, quarto e che conserva senza grosse difficoltà la maglia gialla. Per Sagan si tratta della 15esima vittoria stagionale, primato personale dello scorso anno eguagliato; e in questo 2012 nessuno ha fatto meglio.
TANTE CADUTE: DUE RITIRI - A condizionare la tappa di oggi sono state sicuramente le tante cadute durante il percorso: a farne le spese soprattutto il bielorusso Siutsou, del Team Sky, e lo spagnolo Rojas (Movistar), entrambi costretti al ritiro. Per il secondo, che causa di fatto il frazionamento del gruppo nel finale di corsa, si sospetta la frattura alla clavicola. Tra gli attardati anche Cavendish e, soprattutto, Voeckler, che giunge al traguardo con oltre 7' rispetto al vincitore di giornata ed esce di classifica. Molto probabile che a questo punto il francese si renda protagonista di qualche attacco da lontano sulla falsariga dello scorso anno. Tanti altri però i corridori coinvolti in cadute: da Gilbert a Vande Velde, passando per Farrar e Brajkovic. Si cade anche nel finale, a meno di un km dal traguardo: perdono terreno uomini di classifica come Wiggins e Menchov, che chiudono con 50'' dal vincitore. Ma l'arrivo non è considerato "in salita" e, da regolamento, c'è la neutralizzazione. Un respiro di sollievo per tutti.
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Ma quanto è forte sto Sagan?
TOUR DE FRANCE 2012
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Capolavoro Sagan! Primi ritardi in classifica
La terza meraviglia al Tour de France 2012 di Peter Sagan, astro nascente del ciclismo mondiale: dopo Seraing e Boulogne-sur-Mer, lo slovacco ventiduenne della Liquigas fa tris a Metz vincendo lo sprint davanti ad André Greipel e Matthew Goss. E’ la quindicesima vittoria stagionale, oggi in volata di gruppo: un fenomeno.
LA TAPPA DI OGGI - Tappa per ruote veloci di 207 chilometri da Epernay, il paese dello Champagne, a Metz (Lorena): percorso vallonato con Traguardo Volante a Saint-Mihiel (km. 137) e Gran premio della montagna categoria 4 (Côte de Buxières, km. 145). Gli attaccanti di giornata sono, dal km. 5, David Zabriskie (Garmin), Romain Zingle (Cofidis), Karsten Kroon (SaxoBank) e Davide Malacarne (Europcar): il gregario di Voeckler, quando i battistrada accumulano il vantaggio massimo di circa 7 minuti intorno al km. 100, è Maglia Gialla virtuale. Al TV Kroon regola i battistrada e davanti al plotone Matthew Goss fa lo sprint su Cavendish e Sagan per i punti Maglia Verde. Prima del Gpm4 - Zabriskie davanti a Malacarne e Zingle - il vantaggio dei fuggitivi si ridimensiona fino ai 2’ e a -45 km. dall’arrivo si riduce sotto il minuto, perché il gruppo non si fida di Zabriskie, uomo crono e passista di livello, e perché ieri qualcuno ha sbagliato i calcoli, con gli attaccanti riassorbiti dai velocisti a soli 400 metri dal traguardo di Saint-Quentin.
TRE CADUTE, PRIME SCOSSE IN CLASSIFICA - Tre cadute multiple - la prima al km. 35 per asfalto scivoloso, la seconda prima del Gpm e l’ultima a 25 chilometri dall’arrivo - danno le prime inaspettate scrollate alla classifica generale, perché Robert Gesink, capitano Rabobank, sarà coinvolto sempre (Greipel due volte) mentre Frank Schleck, Thomas Voeckler, Jean Peraud, Michele Scarponi, Alejandro Valverde e Ryder Hesjedal saranno protagonisti dell’ultima con conseguenze pesanti al traguardo per i capitani Lampre e Movistar e definitive per il vincitore del Giro d’Italia. Il verdetto per Mark Cavendish invece è l’estromissione dalla volata, perché deve fermarsi per cambiare la ruota posteriore incidentata.
SAGAN FA TRIS IN VOLATA - A 3 chilometri dal termine si organizzano i primi treni per la volata, perché a -2.5 km. c’è una frustata (curva a U) e gli sprinter devono uscire in buona posizione: il gruppo si ricongiunge a Malacarne, Zingle e Kroon a 2 chilometri dall’arrivo, Zabriskie tenta un ultimo disperato allungo, ma si deve arrendere a -1.5 km. Sul rettilineo finale Petacchi è in ritardo, i treni Lotto-Belisol e Orica Greenedge preparano Greipel e Goss, ma c’è una maglia verde, quella dell’esplosivo Sagan, a guastare i piani e trionfare sul traguardo di Metz.
RITIRI E RITARDI - La maxi-caduta nella campagna di Gorze costringe Davide Viganò (Lampre), Tom Danielson (Garmin) e Mikel Astarloza (Euskaltel) al ritiro, mentre tanti uomini di classifica arrivano con ritardi importanti dai neutralizzati Evans, Wiggins, Nibali, Sanchez & co: Voeckler e Valverde arrivano a Metz insieme a Cavendish con 1’50” di ritardo; Scarponi e Frank Schleck con 2’09”; 3’30” di gap per lo sfortunatissimo Gesink, 14 inesorabili per l’escoriato Hesyedal.
IL RECORD DI CANCELLARA - I leader delle classifiche non cambiano alla vigilia del primo arrivo in salita a La Planche des Belles Filles. Fabian Cancellara - che ha già eguagliato il record cinque Prologhi Tour (5) di Bernard Hinault - conserva la Maglia Gialla vestendola per la ventisettesima volta come primato per chi non ha vinto la Grande Boucle. Il sei volte iridato mondiale a cronometro ha dichiarato a Metz: “La Maglia Gialla è bella, ma non mi illudo: la porto domani fino alla prima salita, poi vedremo, ma sicuramente non fino a Parigi!”.
IL VINCITORE DI TAPPA - Peter Sagan ha vinto la Sesta Tappa del Tour de France 2012 per il terzo successo personale di questa edizione: “Ho fatto Hulk sul traguardo: ero arrabbiato e dispiaciuto, perché ieri ho perso tanti punti per colpa della caduta, ma oggi ho dimostrato di poter portare la Maglia Verde fino a Parigi. Domani però voglio riposarmi un po’ nonostante la fatica delle prime salite, perché fino ad ora sono state tutte giornate molto pericolose”.
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Capolavoro Sagan! Primi ritardi in classifica
La terza meraviglia al Tour de France 2012 di Peter Sagan, astro nascente del ciclismo mondiale: dopo Seraing e Boulogne-sur-Mer, lo slovacco ventiduenne della Liquigas fa tris a Metz vincendo lo sprint davanti ad André Greipel e Matthew Goss. E’ la quindicesima vittoria stagionale, oggi in volata di gruppo: un fenomeno.
LA TAPPA DI OGGI - Tappa per ruote veloci di 207 chilometri da Epernay, il paese dello Champagne, a Metz (Lorena): percorso vallonato con Traguardo Volante a Saint-Mihiel (km. 137) e Gran premio della montagna categoria 4 (Côte de Buxières, km. 145). Gli attaccanti di giornata sono, dal km. 5, David Zabriskie (Garmin), Romain Zingle (Cofidis), Karsten Kroon (SaxoBank) e Davide Malacarne (Europcar): il gregario di Voeckler, quando i battistrada accumulano il vantaggio massimo di circa 7 minuti intorno al km. 100, è Maglia Gialla virtuale. Al TV Kroon regola i battistrada e davanti al plotone Matthew Goss fa lo sprint su Cavendish e Sagan per i punti Maglia Verde. Prima del Gpm4 - Zabriskie davanti a Malacarne e Zingle - il vantaggio dei fuggitivi si ridimensiona fino ai 2’ e a -45 km. dall’arrivo si riduce sotto il minuto, perché il gruppo non si fida di Zabriskie, uomo crono e passista di livello, e perché ieri qualcuno ha sbagliato i calcoli, con gli attaccanti riassorbiti dai velocisti a soli 400 metri dal traguardo di Saint-Quentin.
TRE CADUTE, PRIME SCOSSE IN CLASSIFICA - Tre cadute multiple - la prima al km. 35 per asfalto scivoloso, la seconda prima del Gpm e l’ultima a 25 chilometri dall’arrivo - danno le prime inaspettate scrollate alla classifica generale, perché Robert Gesink, capitano Rabobank, sarà coinvolto sempre (Greipel due volte) mentre Frank Schleck, Thomas Voeckler, Jean Peraud, Michele Scarponi, Alejandro Valverde e Ryder Hesjedal saranno protagonisti dell’ultima con conseguenze pesanti al traguardo per i capitani Lampre e Movistar e definitive per il vincitore del Giro d’Italia. Il verdetto per Mark Cavendish invece è l’estromissione dalla volata, perché deve fermarsi per cambiare la ruota posteriore incidentata.
SAGAN FA TRIS IN VOLATA - A 3 chilometri dal termine si organizzano i primi treni per la volata, perché a -2.5 km. c’è una frustata (curva a U) e gli sprinter devono uscire in buona posizione: il gruppo si ricongiunge a Malacarne, Zingle e Kroon a 2 chilometri dall’arrivo, Zabriskie tenta un ultimo disperato allungo, ma si deve arrendere a -1.5 km. Sul rettilineo finale Petacchi è in ritardo, i treni Lotto-Belisol e Orica Greenedge preparano Greipel e Goss, ma c’è una maglia verde, quella dell’esplosivo Sagan, a guastare i piani e trionfare sul traguardo di Metz.
RITIRI E RITARDI - La maxi-caduta nella campagna di Gorze costringe Davide Viganò (Lampre), Tom Danielson (Garmin) e Mikel Astarloza (Euskaltel) al ritiro, mentre tanti uomini di classifica arrivano con ritardi importanti dai neutralizzati Evans, Wiggins, Nibali, Sanchez & co: Voeckler e Valverde arrivano a Metz insieme a Cavendish con 1’50” di ritardo; Scarponi e Frank Schleck con 2’09”; 3’30” di gap per lo sfortunatissimo Gesink, 14 inesorabili per l’escoriato Hesyedal.
IL RECORD DI CANCELLARA - I leader delle classifiche non cambiano alla vigilia del primo arrivo in salita a La Planche des Belles Filles. Fabian Cancellara - che ha già eguagliato il record cinque Prologhi Tour (5) di Bernard Hinault - conserva la Maglia Gialla vestendola per la ventisettesima volta come primato per chi non ha vinto la Grande Boucle. Il sei volte iridato mondiale a cronometro ha dichiarato a Metz: “La Maglia Gialla è bella, ma non mi illudo: la porto domani fino alla prima salita, poi vedremo, ma sicuramente non fino a Parigi!”.
IL VINCITORE DI TAPPA - Peter Sagan ha vinto la Sesta Tappa del Tour de France 2012 per il terzo successo personale di questa edizione: “Ho fatto Hulk sul traguardo: ero arrabbiato e dispiaciuto, perché ieri ho perso tanti punti per colpa della caduta, ma oggi ho dimostrato di poter portare la Maglia Verde fino a Parigi. Domani però voglio riposarmi un po’ nonostante la fatica delle prime salite, perché fino ad ora sono state tutte giornate molto pericolose”.
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Epico Rolland! Nibali attacca, ma Wiggins tiene
Aspettava questa giornata fin dall'inizio del Tour. Sognava una tappa in "libera uscita" per dimostrare il proprio valore: quella giornata è arrivata in occasione dell'11esima tappa, la Albertville-La Toussire, una tappa corta, appena 148 km, ma con oltre 70 in salita e 4700 metri di dislivello. Pierre Rolland va in fuga fin dall'inizio, resiste sulle prime due ascese Hors Categorie, ricarica le pile sulla penultima salita (di 2a categoria) e poi accelera lungo le rampe che portano all'arrivo. Rolland a parte, il protagonista di questa giornata è però Vincenzo Nibali: l'italiano attacca a più riprese il Team Sky (che mette in mostra un Froome assurdo) e contemporaneamente difende alla grande la maglia gialla di Bradley Wiggins. Chi invece cede è Cadel Evans, che aveva provato un attacco da lontano, a 65 km dall'arrivo, ma che alla fine accuserà oltre 2' dal vincitore.
BASSO E SCARPONI IN FUGA: EVANS ATTACCA, POI CEDE - La voglia di andare in fuga è tanta, per tutti. Anche per Michele Scarponi, già all'attacco ieri e che nella tappa regina del Tour decide di provarci ugualmente, anche se le gambe fanno male e la stanchezza è evidente. Con il marchigiano anche Ivan Basso, che va all'attacco in vista di un possibile scatto di Nibali, ma che poi non trova la condizione per stare con il messinese. Il Team Sky controlla, non lascia troppo spazio e amministra i suoi fenomeni, alternando inizialmente al comando del gruppo maglia gialla prima Boasson Hagen ed Eisel, e poi Knees. A 65 km dall'arrivo, quando siamo più o meno a metà della Col du Croix, attacca Cadel Evans. Il suo scatto è violento, nessuno lo segue: l'australiano trova strada facendo anche Van Garderen, che lo aiuta ma che capisce ben presto che le gambe del suo capitano non sono le stesse che lo scorso anno lo hanno portato in giallo a Parigi. L'attacco di Evans, che proverà a resistere alla ruota del compagno di squadra per qualche centinaio di metri, si esaurisce in 5 km: e da lì inizia il calvario. Perché Cadel, che comunque non crollerà di schianto (cosa che invece farà Menchov nel corso della tappa), all'arrivo si presenterà con oltre 2 minuti di ritardo dal vincitore. Il podio per il momento non gli appartiene più: ma Evans è un combattente, e considerarlo come fuori dai giochi sarebbe un errore grave.
ROLLAND ACCELERA: DIETRO E' BAGARRE - Il consistente gruppetto di corridori che componeva la fuga iniziale si riduce ben presto a poche unità: sull'ultima salita di giornata sono in quattro, Rolland, che aveva fatto lavorare a lungo Kern nella prima parte dell'attacco, Kiserlovski, Kiryienka e Sorensen. Il francese della Europcar saluta tutti all'inizio dell'ascesa (Gpm di 1a cat,18 km al 6.1 % di pendenza media) e andrà a vincere con pieno merito la sua seconda tappa al Tour de France dopo quella ottenuta lo scorso anno sull'Alpe d'Huez. Ma poco più indietro che si concentra l'attenzione di chi questo Tour vuole provare a vincerlo: il più attivo è Vincenzo Nibali, che attacca due volte e quanto meno mette in difficoltà il Team Sky, che perde Rogers (straordinario il suo apporto) e Porte fin sulle prime rampe della salita.
WIGGINS IN GIALLO, MA FROOME PREME: E NIBALI GODE - Restano Wiggins e Froome, che non rispondono agli attacchi del siciliano - che trova sulla strada alleati del calibro di Van den Broeck, Brajkovic e Pinot - ma che invece decidono di rispondere a loro modo, da passisti. A impressionare è soprattutto il "britannico di Nairobi", che a 3.5 km dall'arrivo e dopo essere sembrato un attimo in difficoltà piazza uno scatto terrificante e fa il vuoto. Dalla radiolina una voce gli "suggerisce" di fermarsi e lui da bravo "gregario" aspetta Wiggins (per la prima volta a bocca aperta), ma la faccia non è contenta. Così come l'espressione di Froome non è felice al momento di tagliare il traguardo (sarà terzo) alle spalle di Pinot. Gli scappa un "oggi ero più in forma di Wiggins": e mentre la classifica, che vede sempre "Wiggo" saldamente al comando della generale, vede salire terzo Nibali, sparire Menchov e scivolare in basso Evans, vuoi vedere che - zitto zitto - lo Squalo dello Stretto ha evidenziato una falla nel perfetto meccanismo della corazzata Sky. Da che mondo è mondo due galli nello stesso pollaio difficilmente riescono a coesistere.
L'UOMO DEL GIORNO - PIERRE ROLLAND - "In tutte le tappe mi hanno sempre detto stai calmo, stai tranquillo, conserva le energie. Oggi finalmente mi hanno detto che potevo attaccare e l'ho fatto. E' andata bene, sono contentissimo".
Eurosport
Bravo Nibali, uno dei pochi a provarci sia ieri che oggi...peccato che Wiggins abbia una squadra fortissima. Comunque il messinese ora è 3°, a 2 minuti e 23 da Wiggins
Epico Rolland! Nibali attacca, ma Wiggins tiene
Aspettava questa giornata fin dall'inizio del Tour. Sognava una tappa in "libera uscita" per dimostrare il proprio valore: quella giornata è arrivata in occasione dell'11esima tappa, la Albertville-La Toussire, una tappa corta, appena 148 km, ma con oltre 70 in salita e 4700 metri di dislivello. Pierre Rolland va in fuga fin dall'inizio, resiste sulle prime due ascese Hors Categorie, ricarica le pile sulla penultima salita (di 2a categoria) e poi accelera lungo le rampe che portano all'arrivo. Rolland a parte, il protagonista di questa giornata è però Vincenzo Nibali: l'italiano attacca a più riprese il Team Sky (che mette in mostra un Froome assurdo) e contemporaneamente difende alla grande la maglia gialla di Bradley Wiggins. Chi invece cede è Cadel Evans, che aveva provato un attacco da lontano, a 65 km dall'arrivo, ma che alla fine accuserà oltre 2' dal vincitore.
BASSO E SCARPONI IN FUGA: EVANS ATTACCA, POI CEDE - La voglia di andare in fuga è tanta, per tutti. Anche per Michele Scarponi, già all'attacco ieri e che nella tappa regina del Tour decide di provarci ugualmente, anche se le gambe fanno male e la stanchezza è evidente. Con il marchigiano anche Ivan Basso, che va all'attacco in vista di un possibile scatto di Nibali, ma che poi non trova la condizione per stare con il messinese. Il Team Sky controlla, non lascia troppo spazio e amministra i suoi fenomeni, alternando inizialmente al comando del gruppo maglia gialla prima Boasson Hagen ed Eisel, e poi Knees. A 65 km dall'arrivo, quando siamo più o meno a metà della Col du Croix, attacca Cadel Evans. Il suo scatto è violento, nessuno lo segue: l'australiano trova strada facendo anche Van Garderen, che lo aiuta ma che capisce ben presto che le gambe del suo capitano non sono le stesse che lo scorso anno lo hanno portato in giallo a Parigi. L'attacco di Evans, che proverà a resistere alla ruota del compagno di squadra per qualche centinaio di metri, si esaurisce in 5 km: e da lì inizia il calvario. Perché Cadel, che comunque non crollerà di schianto (cosa che invece farà Menchov nel corso della tappa), all'arrivo si presenterà con oltre 2 minuti di ritardo dal vincitore. Il podio per il momento non gli appartiene più: ma Evans è un combattente, e considerarlo come fuori dai giochi sarebbe un errore grave.
ROLLAND ACCELERA: DIETRO E' BAGARRE - Il consistente gruppetto di corridori che componeva la fuga iniziale si riduce ben presto a poche unità: sull'ultima salita di giornata sono in quattro, Rolland, che aveva fatto lavorare a lungo Kern nella prima parte dell'attacco, Kiserlovski, Kiryienka e Sorensen. Il francese della Europcar saluta tutti all'inizio dell'ascesa (Gpm di 1a cat,18 km al 6.1 % di pendenza media) e andrà a vincere con pieno merito la sua seconda tappa al Tour de France dopo quella ottenuta lo scorso anno sull'Alpe d'Huez. Ma poco più indietro che si concentra l'attenzione di chi questo Tour vuole provare a vincerlo: il più attivo è Vincenzo Nibali, che attacca due volte e quanto meno mette in difficoltà il Team Sky, che perde Rogers (straordinario il suo apporto) e Porte fin sulle prime rampe della salita.
WIGGINS IN GIALLO, MA FROOME PREME: E NIBALI GODE - Restano Wiggins e Froome, che non rispondono agli attacchi del siciliano - che trova sulla strada alleati del calibro di Van den Broeck, Brajkovic e Pinot - ma che invece decidono di rispondere a loro modo, da passisti. A impressionare è soprattutto il "britannico di Nairobi", che a 3.5 km dall'arrivo e dopo essere sembrato un attimo in difficoltà piazza uno scatto terrificante e fa il vuoto. Dalla radiolina una voce gli "suggerisce" di fermarsi e lui da bravo "gregario" aspetta Wiggins (per la prima volta a bocca aperta), ma la faccia non è contenta. Così come l'espressione di Froome non è felice al momento di tagliare il traguardo (sarà terzo) alle spalle di Pinot. Gli scappa un "oggi ero più in forma di Wiggins": e mentre la classifica, che vede sempre "Wiggo" saldamente al comando della generale, vede salire terzo Nibali, sparire Menchov e scivolare in basso Evans, vuoi vedere che - zitto zitto - lo Squalo dello Stretto ha evidenziato una falla nel perfetto meccanismo della corazzata Sky. Da che mondo è mondo due galli nello stesso pollaio difficilmente riescono a coesistere.
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Wiggins ha addirittura un compagno di squadra che è più forte di lui...oggi Froom l'aveva staccato ma l'ammiraglia l'ha subito cazziato ed è tornato a tirare la carretta per Wiggins, Nibali ottimo anche oggi, è l'unico sta provando a rompergli un po' le scatole
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LL Sanchez! Puntine sull'asfalto: forano in 30
Era caduto già nella prima tappa: gli avevano suggerito il ritiro, ma Luis Leon Sanchez non ne ha voluto sapere. La tempra del combattente gli è propria, nelle sue vene scorre la voglia di sacrificio: il successo colto nella 14esima tappa, la prima pirenaica di questo Tour de France, è il giusto premio per non aver abbandonato una corsa che lo aveva visto cadere già in occasione della prima tappa in linea, e riportare una fastidiosissima micro-frattura allo scafoide del polso sinistro. Luis Leon Sanchez ha faticato, ha sofferto, ha affrontato la prima settimana della Grande Boucle con un vistoso tutore sul braccio sinistro. Poi però la sua condizione è cresciuta, il dolore si è fatto meno intenso: e allora via in fuga. Una volta, due volte, quindi oggi: quando l'esperienza (a Sagan manca solo quella per diventare campionissimo) gli ha permesso di ottenere la quarta vittoria personale sulle strade del Tour de France. Un successo bellissimo. E assolutamente meritato.
FUGA A 11 CON SAGAN E GILBERT - Il Col du Portel, salita di 2a categoria posta appena dopo 30 km di corsa, rende da subito durissima questa prima frazione pirenaica. Il gruppo si spezzetta, davanti restano una cinquantina di corridori, con Frank Schleck e Andreas Kloeden che perdono addirittura le ruote dei primi. Dopo lo scollinamento nasce l'azione che caratterizzerà questa giornata. A innescarla Peter Sagan, sicuramente uno dei protagonisti assoluti di questo Tour de France. Con il 22enne slovacco della Liquigas-Cannondale, che attacca subito dopo il primo Gpm in programma, accelerano altri dieci corridori: Vorganov, Casar, Kruijswijk, Gilbert, Gautier, Izaguirre, Paulinho, LL Sanchez, Minard e Velits.
MUR DE PEGUERE: RESTANO IN CINQUE - Il gruppo lascia fare e il vantaggio dei battistrada si stabilisce ben presto intorno al quarto d'ora: il Port de Lers (Gpm di 1a cat) è affrontato a ritmo blando, ma non è qui che si deciderà la corsa. A 30 km dall'arrivo comincia il Mur de Peguere, ultimo Gpm di 1a cat in programma: 9.3 km al 7.9 % di pendenza media con punte del 18. Un vero e proprio muro, che spezza il drappello dei fuggitivi. Luis Leon Sanchez, Casar, Gilbert e Izaguirre attaccano per staccare Sagan, il più veloce tra i battistrada, ma lo slovacco si comporta da campione: non reagisce agli scatti, sale con il suo passo e alla fine scollina per terzo, dietro Casar e Izaguirre. Lungo la discesa la fuga non è più di undici uomini, ma di cinque: con Sagan, che a questo punto diventa il favorito, restano Casar, Izaguirre, Gilbert e Luis Leon Sanchez.
L'ASSOLO DI LUIS LEON SANCHEZ - A inizio articolo parlavamo dell'esperienza. Nel ciclismo ovviamente servono le gambe, fondamentale è la testa, soprattutto in determinate situazioni di corsa, ma una variabile importante - che può rappresentare a volte il gap che differenzia l'ottimo corridore dal fuoriclasse - è l'esperienza. A Sagan l'esperienza manca ancora, ed è assolutamente comprensibile data la sua giovane età (ha solo 22 anni). A 11 km dal traguardo, con lo slovacco che si sta alimentando in coda al gruppetto di testa, Luis Leon Sanchez coglie l'attimo e attacca azionando il rapporto più lungo. La maglia verde spera nell'aiuto di qualche compagno di fuga, ma nessuno si muove e lui si disinteressa dell'azione dello spagnolo. Che volerà da lì al traguardo, da solo, vedendo aumentare chilometro dopo chilometro il suo vantaggio nei confronti degli ex compagni di fuga. L'arrivo, a braccia alzate e con gli indici rivolti in cielo, è dedicato al fratello scomparso: per Luis Leon Sanchez si tratta della quarta vittoria complessiva al Tour de France. Secondo, a 48'' dallo spagnolo della Rabonbank, Sagan vince facilmente la volata per il secondo posto davanti a Casar, Gilber e Izaguirre. Non è una sconfitta, ci mancherebbe, è un ulteriore insegnamento: la strada per diventare il più forte è appena cominciata.
PUNTINE SULL'ASFALTO: FORANO IN TANTI - Negli ultimi km della tappa, subito dopo il passaggio dei fuggitivi, qualche folle deve essersi divertito a buttare sulla strada delle puntine, o meglio dei chiodi da tappezzeria. Il risultato sono oltre una trentina di forature tra i corridori (anche la maglia gialla Wiggins) e numerosi problemi meccanici anche per tutti i mezzi di trasporto al seguito del Tour de France. Tra i più penalizzati soprattutto Cadel Evans, che buca addirittura tre volte, si deve fermare in più occasioni e perde dal gruppo maglia gialla oltre due minuti. Rolland attacca proprio quando tutti avevano deciso di aspettare l'australiano; così, mentre gli Sky si disinteressano della sua azione, gli uomini della Lotto e quelli della Liquigas - evidentemente infastiditi dall'attaggiamento del francese - si mettono a tirare per andare a riprenderlo. Una volta rientrati su Rolland, che d'ora in poi siamo sicuri sarà visto con occhi diversi da tutta la carovana, il gruppo si rialzerà in attesa che rientri Evans: il fair-play è salvo, le ruote dei corridori un po' meno. Il gruppo maglia gialla, che resta sulle spalle di Wiggins, chiude a oltre 18'. L'episodio delle puntine, però, è destinato a far parlare.
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LL Sanchez! Puntine sull'asfalto: forano in 30
Era caduto già nella prima tappa: gli avevano suggerito il ritiro, ma Luis Leon Sanchez non ne ha voluto sapere. La tempra del combattente gli è propria, nelle sue vene scorre la voglia di sacrificio: il successo colto nella 14esima tappa, la prima pirenaica di questo Tour de France, è il giusto premio per non aver abbandonato una corsa che lo aveva visto cadere già in occasione della prima tappa in linea, e riportare una fastidiosissima micro-frattura allo scafoide del polso sinistro. Luis Leon Sanchez ha faticato, ha sofferto, ha affrontato la prima settimana della Grande Boucle con un vistoso tutore sul braccio sinistro. Poi però la sua condizione è cresciuta, il dolore si è fatto meno intenso: e allora via in fuga. Una volta, due volte, quindi oggi: quando l'esperienza (a Sagan manca solo quella per diventare campionissimo) gli ha permesso di ottenere la quarta vittoria personale sulle strade del Tour de France. Un successo bellissimo. E assolutamente meritato.
FUGA A 11 CON SAGAN E GILBERT - Il Col du Portel, salita di 2a categoria posta appena dopo 30 km di corsa, rende da subito durissima questa prima frazione pirenaica. Il gruppo si spezzetta, davanti restano una cinquantina di corridori, con Frank Schleck e Andreas Kloeden che perdono addirittura le ruote dei primi. Dopo lo scollinamento nasce l'azione che caratterizzerà questa giornata. A innescarla Peter Sagan, sicuramente uno dei protagonisti assoluti di questo Tour de France. Con il 22enne slovacco della Liquigas-Cannondale, che attacca subito dopo il primo Gpm in programma, accelerano altri dieci corridori: Vorganov, Casar, Kruijswijk, Gilbert, Gautier, Izaguirre, Paulinho, LL Sanchez, Minard e Velits.
MUR DE PEGUERE: RESTANO IN CINQUE - Il gruppo lascia fare e il vantaggio dei battistrada si stabilisce ben presto intorno al quarto d'ora: il Port de Lers (Gpm di 1a cat) è affrontato a ritmo blando, ma non è qui che si deciderà la corsa. A 30 km dall'arrivo comincia il Mur de Peguere, ultimo Gpm di 1a cat in programma: 9.3 km al 7.9 % di pendenza media con punte del 18. Un vero e proprio muro, che spezza il drappello dei fuggitivi. Luis Leon Sanchez, Casar, Gilbert e Izaguirre attaccano per staccare Sagan, il più veloce tra i battistrada, ma lo slovacco si comporta da campione: non reagisce agli scatti, sale con il suo passo e alla fine scollina per terzo, dietro Casar e Izaguirre. Lungo la discesa la fuga non è più di undici uomini, ma di cinque: con Sagan, che a questo punto diventa il favorito, restano Casar, Izaguirre, Gilbert e Luis Leon Sanchez.
L'ASSOLO DI LUIS LEON SANCHEZ - A inizio articolo parlavamo dell'esperienza. Nel ciclismo ovviamente servono le gambe, fondamentale è la testa, soprattutto in determinate situazioni di corsa, ma una variabile importante - che può rappresentare a volte il gap che differenzia l'ottimo corridore dal fuoriclasse - è l'esperienza. A Sagan l'esperienza manca ancora, ed è assolutamente comprensibile data la sua giovane età (ha solo 22 anni). A 11 km dal traguardo, con lo slovacco che si sta alimentando in coda al gruppetto di testa, Luis Leon Sanchez coglie l'attimo e attacca azionando il rapporto più lungo. La maglia verde spera nell'aiuto di qualche compagno di fuga, ma nessuno si muove e lui si disinteressa dell'azione dello spagnolo. Che volerà da lì al traguardo, da solo, vedendo aumentare chilometro dopo chilometro il suo vantaggio nei confronti degli ex compagni di fuga. L'arrivo, a braccia alzate e con gli indici rivolti in cielo, è dedicato al fratello scomparso: per Luis Leon Sanchez si tratta della quarta vittoria complessiva al Tour de France. Secondo, a 48'' dallo spagnolo della Rabonbank, Sagan vince facilmente la volata per il secondo posto davanti a Casar, Gilber e Izaguirre. Non è una sconfitta, ci mancherebbe, è un ulteriore insegnamento: la strada per diventare il più forte è appena cominciata.
PUNTINE SULL'ASFALTO: FORANO IN TANTI - Negli ultimi km della tappa, subito dopo il passaggio dei fuggitivi, qualche folle deve essersi divertito a buttare sulla strada delle puntine, o meglio dei chiodi da tappezzeria. Il risultato sono oltre una trentina di forature tra i corridori (anche la maglia gialla Wiggins) e numerosi problemi meccanici anche per tutti i mezzi di trasporto al seguito del Tour de France. Tra i più penalizzati soprattutto Cadel Evans, che buca addirittura tre volte, si deve fermare in più occasioni e perde dal gruppo maglia gialla oltre due minuti. Rolland attacca proprio quando tutti avevano deciso di aspettare l'australiano; così, mentre gli Sky si disinteressano della sua azione, gli uomini della Lotto e quelli della Liquigas - evidentemente infastiditi dall'attaggiamento del francese - si mettono a tirare per andare a riprenderlo. Una volta rientrati su Rolland, che d'ora in poi siamo sicuri sarà visto con occhi diversi da tutta la carovana, il gruppo si rialzerà in attesa che rientri Evans: il fair-play è salvo, le ruote dei corridori un po' meno. Il gruppo maglia gialla, che resta sulle spalle di Wiggins, chiude a oltre 18'. L'episodio delle puntine, però, è destinato a far parlare.
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ridicolo quello che è successo ieri... l'immobilismo di Nibali ed Evans è stato disarmante... io penso a questo punto che non avessero le gambe, perchè è inconcepibile un atteggiamento del genere... se le tappe sono semplici, sta a te renderle dure... forza sulla penultima salita a 80km dal traguardo così levi dalle scatole mezza squadra sky.... poi la discesa per nibali è un invito a nozze, pioveva ed era umido... solo io ricordo savoldelli e quella tappa che in pratica gli consegnò il primo giro d'italia della sua carriera?
è inconcepibile vedere in testa al gruppo cavendish sull'ultima salita... gli organizzatori ci hanno messo del loro, ma i corridori non sono più tanto coraggiosi....
ieri facendo rivedere dei video vecchi, ho potuto apprezzare nel 1995 l'impresa di pantani che scattò a 2 salite dal termine (una 40ina di km dall'arrivo) e staccò indurain (non uno a caso) di due minuti e mezzo....
p.s. non venite a dirmi che era drogato... xk sicuramente lo era meno di altri, anzi secondo me non lo era affatto se escludiamo la parentesi depressiva.
è inconcepibile vedere in testa al gruppo cavendish sull'ultima salita... gli organizzatori ci hanno messo del loro, ma i corridori non sono più tanto coraggiosi....
ieri facendo rivedere dei video vecchi, ho potuto apprezzare nel 1995 l'impresa di pantani che scattò a 2 salite dal termine (una 40ina di km dall'arrivo) e staccò indurain (non uno a caso) di due minuti e mezzo....
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Io penso sia ridicolo l'immobilismo che c'è stato un pò in tutte le tappe che contano...l'unico che ha provato a fare qualcosa è stato Nibali, che probabilmente ieri non aveva benzina, quindi non me la prenderei tanto con luiUnTo_Re ha scritto:ridicolo quello che è successo ieri... l'immobilismo di Nibali ed Evans è stato disarmante... io penso a questo punto che non avessero le gambe, perchè è inconcepibile un atteggiamento del genere... se le tappe sono semplici, sta a te renderle dure... forza sulla penultima salita a 80km dal traguardo così levi dalle scatole mezza squadra sky.... poi la discesa per nibali è un invito a nozze, pioveva ed era umido... solo io ricordo savoldelli e quella tappa che in pratica gli consegnò il primo giro d'italia della sua carriera?
è inconcepibile vedere in testa al gruppo cavendish sull'ultima salita... gli organizzatori ci hanno messo del loro, ma i corridori non sono più tanto coraggiosi....
Per gli altri, poco da dire
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ma effettivamente, e Cassani ce l'ha fatta a pignolata, le tappe dure con tante montagne sono mancate... i pirenei (che di fatto sono iniziati ieri) presentano tappe ridicole, con vado a memoria, un arrivo in salita e con un paio di tappe con gli ultimi km in pianura (esclusa quella di ieri)... però io penso che un corridore che vuole vincere ci prova... o per lo meno cerca di sfiancare la squadra della maglia gialla per vedere il da farsi... ieri sono rimasto deluso quando nibali non ha attaccato in discesa con la pioggia, magari una bella alleanza con evans avrebbe dato i suoi frutti... ma si doveva mettere a tirare la squadra fin dai primi km facendo corsa dura fin dalle prime salite...Lilleuro ha scritto:Io penso sia ridicolo l'immobilismo che c'è stato un pò in tutte le tappe che contano...l'unico che ha provato a fare qualcosa è stato Nibali, che probabilmente ieri non aveva benzina, quindi non me la prenderei tanto con luiUnTo_Re ha scritto:ridicolo quello che è successo ieri... l'immobilismo di Nibali ed Evans è stato disarmante... io penso a questo punto che non avessero le gambe, perchè è inconcepibile un atteggiamento del genere... se le tappe sono semplici, sta a te renderle dure... forza sulla penultima salita a 80km dal traguardo così levi dalle scatole mezza squadra sky.... poi la discesa per nibali è un invito a nozze, pioveva ed era umido... solo io ricordo savoldelli e quella tappa che in pratica gli consegnò il primo giro d'italia della sua carriera?
è inconcepibile vedere in testa al gruppo cavendish sull'ultima salita... gli organizzatori ci hanno messo del loro, ma i corridori non sono più tanto coraggiosi....
Per gli altri, poco da dire
comunque cambiando discorso Sagan è davvero allucinante, 22 anni un mostro!
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Lilleuro ha scritto:Sagan, un ciclista fantastico...davvero
MAMMA MIA........veramente numero 1......





ma NIBALI l anno prox dove andrà?
che delusione...
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Sui Pirenei crolla Evans, che prende quasi 5 minuti da Wiggins, Froome e Nibali...il siciliano ci prova due volte sull'ultima salita, ma i due della SKY resistono
Domani ultima tappa di montagna, per Nibali il podio ormai è quasi sicuro, ma se ha ancora energie è l'ultima occasione per attaccare e portare a casa una tappa
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ma dei casi di gregorio e schlek non se ne parla?
stanno ammazzando un morto, che schifo.
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http://it.eurosport.yahoo.com/notizie/t ... 03867.html
Trionfa Valverde: e Froome oscura Wiggins
Lo spagnolo della Movistar vince la 17esima tappa del Giro d'Italia davanti a Froome e Wiggins, che chiudono con un ritardo di 19''. Quarto è un bravissimo Pinot (a 22''), poi Rolland e Van de Broeck. Nibali, che aveva un problema muscolare, chiude settimo a 37''. Ma il podio di Parigi è quasi certo
Va ad Alejandro Valverde il successo della 17esima tappa del Tour de France, la Bagnères de Luchon-Peyragudes di 143.5 km complessivi, l'ultimo tappone pirenaico di questo Tour de France 2012. Una Grande Boucle che, va detto, non vincerà il più forte. Perché Bradley Wiggins, che in difficilmente si toglierà la maglia gialla da qui al podio di Parigi (la cronometro di sabato è disegnata per lui), ha dimostrato di non essere migliore del suo compagno di squadra Froome, che lo scorta fin sul traguardo e lo accompagna fin sotto il palco. A ricevere gli applausi (timidi) di chi è venuto a godersi lo spettacolo dell'ultima tappa di alta montagna di questo Tour.
NIBALI ATTACCA, POI SI RIALZA - E' l'ultimo tappone pirenaico in programma per questa edizione del Tour de France: tanti sono i corridori che vogliono andare in fuga, tante le squadre che non hanno ancora vinto una tappe e che vogliono provarci. I primi 20 km (pianeggianti) sono un susseguirsi di scatti e controscatti, ma nessuno riesce a prendere il largo. Ci provano in 30, sulle prime rampe del Col de Mentè, su cui passa per primo Voeckler davanti a Kessiakoff: ma la vera fuga nasce in discesa, e comprende otto corridori. Tra questi anche Nibali, che senza volerlo nel tratto in discesa si trova in testa con una ventina di secondi di margine sul gruppo maglia: Valverde, in quel momento all'attacco, se ne accorge e gli fa notare che con lui la fuga non sarebbe mai partita. Nibali allora si rialza e si fa riassorbire dal gruppo maglia gialla, non prima di aver stretto la mano allo spagnolo della Movistar.
FUGA A 17 - Senza Nibali, la fuga prende finalmente corpo. Se ne vano in 8, che ben presto però diventano 17: tra loro anche Voeckler, che vincerà i primi tre Gpm in programma consolidando la sua leadership nella classifica degli scalatori, Valverde, Kessiakoff, il bravissimo Stortoni (in fuga anche ieri), Leipheimer, Izaguirre, Casar e Vinokourov. In testa al gruppo maglia gialla si porta la Liquigas, che non vuole concedere troppo spazio alla fuga: il vantaggio degli attaccanti, proprio grazie al grande lavoro degli uomini di Zanatta, non salirà mai sopra i tre minuti.
VALVERDE ALL'ATTACCO - Sul Port de Bales, grande lavoro della Liquigas-Cannondale. Che però non è finalizzato a un attacco di Nibali già sulla penultima ascesa di giornata, ma che è invece volto a tenere la fuga a distanza di sicurezza. Bastano pochi km della salita Hors Categorie del Port de Bales e iniziano gli scatti nel gruppetto di testa: ci prova Rui Costa, ma il tentativo del portoghese è solo finalizzato a favorire l'azione che il suo capitano Valverde tenterà da lì a poco. Lo spagnolo della Movistar se ne va a circa 5 km dal Gpm, scollina da solo e si lancia in discesa con circa 2'30'' di margine sul gruppo maglia gialla.
FROOME TIRA WIGGINS: E VALVERDE SE LA GODE - Sul Peyragudes, la Liquigas lavora a fondo, prima con Nerz e quindi con Basso, ma invece di Vincenzo Nibali a scattare sono Van den Broeck e Pinot. Cadel Evans va alla deriva, e come lui anche Zubeldia. Chi tiene, e anzi verso la fine attacca, è Chris Froome: il britannico di Nairobi è nettamente il più forte in salita. La sua andatura mette in crisi tutti, anche Nibali che perde contatto per via di un problema muscolare di cui parlerà a fine tappa: Wiggins lo tiene lì, non gli dà via libera, e Froome - da buon gregario (anche se fa male chiamarlo così) - resta con il suo capitano fino alla fine. Nonostante ne abbia di più, e sebbene il tira e molla che i due della Sky mettono in mostra negli ultimi km della tappa imbarazzi chi ama davvero il ciclismo. Froome potrebbe vincere la tappa, ma una tattica incomprensibile della Sky, che vincerà il Tour con un atleta che non ha mai staccato un compagno in una tappa - rende impossibile il ricongiungimento con Valverde. Che trionfa con 19'' di margine sulla coppia della Sky e ringrazia: anche Nibali, che più di 100 km prima gli aveva permesso di andare in fuga rialzandosi dopo il timido tentativo di attacco sulla discesa del Col de Mentè.
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Il più brutto Tour della storia?
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Lo spagnolo della Movistar vince la 17esima tappa del Giro d'Italia davanti a Froome e Wiggins, che chiudono con un ritardo di 19''. Quarto è un bravissimo Pinot (a 22''), poi Rolland e Van de Broeck. Nibali, che aveva un problema muscolare, chiude settimo a 37''. Ma il podio di Parigi è quasi certo
Va ad Alejandro Valverde il successo della 17esima tappa del Tour de France, la Bagnères de Luchon-Peyragudes di 143.5 km complessivi, l'ultimo tappone pirenaico di questo Tour de France 2012. Una Grande Boucle che, va detto, non vincerà il più forte. Perché Bradley Wiggins, che in difficilmente si toglierà la maglia gialla da qui al podio di Parigi (la cronometro di sabato è disegnata per lui), ha dimostrato di non essere migliore del suo compagno di squadra Froome, che lo scorta fin sul traguardo e lo accompagna fin sotto il palco. A ricevere gli applausi (timidi) di chi è venuto a godersi lo spettacolo dell'ultima tappa di alta montagna di questo Tour.
NIBALI ATTACCA, POI SI RIALZA - E' l'ultimo tappone pirenaico in programma per questa edizione del Tour de France: tanti sono i corridori che vogliono andare in fuga, tante le squadre che non hanno ancora vinto una tappe e che vogliono provarci. I primi 20 km (pianeggianti) sono un susseguirsi di scatti e controscatti, ma nessuno riesce a prendere il largo. Ci provano in 30, sulle prime rampe del Col de Mentè, su cui passa per primo Voeckler davanti a Kessiakoff: ma la vera fuga nasce in discesa, e comprende otto corridori. Tra questi anche Nibali, che senza volerlo nel tratto in discesa si trova in testa con una ventina di secondi di margine sul gruppo maglia: Valverde, in quel momento all'attacco, se ne accorge e gli fa notare che con lui la fuga non sarebbe mai partita. Nibali allora si rialza e si fa riassorbire dal gruppo maglia gialla, non prima di aver stretto la mano allo spagnolo della Movistar.
FUGA A 17 - Senza Nibali, la fuga prende finalmente corpo. Se ne vano in 8, che ben presto però diventano 17: tra loro anche Voeckler, che vincerà i primi tre Gpm in programma consolidando la sua leadership nella classifica degli scalatori, Valverde, Kessiakoff, il bravissimo Stortoni (in fuga anche ieri), Leipheimer, Izaguirre, Casar e Vinokourov. In testa al gruppo maglia gialla si porta la Liquigas, che non vuole concedere troppo spazio alla fuga: il vantaggio degli attaccanti, proprio grazie al grande lavoro degli uomini di Zanatta, non salirà mai sopra i tre minuti.
VALVERDE ALL'ATTACCO - Sul Port de Bales, grande lavoro della Liquigas-Cannondale. Che però non è finalizzato a un attacco di Nibali già sulla penultima ascesa di giornata, ma che è invece volto a tenere la fuga a distanza di sicurezza. Bastano pochi km della salita Hors Categorie del Port de Bales e iniziano gli scatti nel gruppetto di testa: ci prova Rui Costa, ma il tentativo del portoghese è solo finalizzato a favorire l'azione che il suo capitano Valverde tenterà da lì a poco. Lo spagnolo della Movistar se ne va a circa 5 km dal Gpm, scollina da solo e si lancia in discesa con circa 2'30'' di margine sul gruppo maglia gialla.
FROOME TIRA WIGGINS: E VALVERDE SE LA GODE - Sul Peyragudes, la Liquigas lavora a fondo, prima con Nerz e quindi con Basso, ma invece di Vincenzo Nibali a scattare sono Van den Broeck e Pinot. Cadel Evans va alla deriva, e come lui anche Zubeldia. Chi tiene, e anzi verso la fine attacca, è Chris Froome: il britannico di Nairobi è nettamente il più forte in salita. La sua andatura mette in crisi tutti, anche Nibali che perde contatto per via di un problema muscolare di cui parlerà a fine tappa: Wiggins lo tiene lì, non gli dà via libera, e Froome - da buon gregario (anche se fa male chiamarlo così) - resta con il suo capitano fino alla fine. Nonostante ne abbia di più, e sebbene il tira e molla che i due della Sky mettono in mostra negli ultimi km della tappa imbarazzi chi ama davvero il ciclismo. Froome potrebbe vincere la tappa, ma una tattica incomprensibile della Sky, che vincerà il Tour con un atleta che non ha mai staccato un compagno in una tappa - rende impossibile il ricongiungimento con Valverde. Che trionfa con 19'' di margine sulla coppia della Sky e ringrazia: anche Nibali, che più di 100 km prima gli aveva permesso di andare in fuga rialzandosi dopo il timido tentativo di attacco sulla discesa del Col de Mentè.
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Complimenti al grande Nibali che conquista il podio in un Tour senza salite e con 100 km di crono.
Bravò
Bravò

Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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- Iscritto il: 15/05/2011, 15:11
Bravo Nibali, Basso ormai ha capito il suo ruolo attuale di primo dei gregari, come dimostrato anche al giro.
In generale Tour noioso, COntador (doping a parte) e Andy S. lo avrebbero reso più interessante infiammando quelle pochissime salite che c'erano.
Per l'Italia, a parte Nibali che può ancora maturare, visto che molti ciclisti vengono fuori con gli anni, speriamo in questo Moreno Moser, non presente al Tour, che tutti indicano come speranza azzurra, buon sangue non mente...(anche se lo zio a livello di corse a tappe ha vinto solo un Giro, mezzo regalato...)
In generale Tour noioso, COntador (doping a parte) e Andy S. lo avrebbero reso più interessante infiammando quelle pochissime salite che c'erano.
Per l'Italia, a parte Nibali che può ancora maturare, visto che molti ciclisti vengono fuori con gli anni, speriamo in questo Moreno Moser, non presente al Tour, che tutti indicano come speranza azzurra, buon sangue non mente...(anche se lo zio a livello di corse a tappe ha vinto solo un Giro, mezzo regalato...)
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- Iscritto il: 02/05/2011, 23:16
direi tour mediocre in cui non emerge nelle (poche) tappe dure il corridore capace di dimostrare la propria superiorità, forse (malignamente lo penso) perchè la stretta sul doping ha portato ad un livellamento generale, forse...
- REGGIOVUNQUE
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- Iscritto il: 13/05/2011, 0:55
tour bruttissimo,il giro lo sovrasta come bellezza mille volte(anche se molti corridori non ci vengono)
tappe principali durante la settimana,anche questo uno smacco
poche salite
tanti km di crono
pare che si organizzino prima di concordare il circuito,su chi deve vincere...peccato perchè nazionalisti quali sono,avrebbero in francia ROLLAND,grande scalatore scarsissimo però nelle crono,al quale possono "DECIDERE" di fargli un tour a suo favore...
di certo i francesi,come hanno deciso la MORTE di corridori,possono decidere anche la vita.
detto ciò però,da 2 annetti circa sono un tifoso di una squadra e non dei ciclisti italiani(x i quali però tifo sempre)
il mio team preferito?????LIQUIGAS
tappe principali durante la settimana,anche questo uno smacco
poche salite
tanti km di crono
pare che si organizzino prima di concordare il circuito,su chi deve vincere...peccato perchè nazionalisti quali sono,avrebbero in francia ROLLAND,grande scalatore scarsissimo però nelle crono,al quale possono "DECIDERE" di fargli un tour a suo favore...
di certo i francesi,come hanno deciso la MORTE di corridori,possono decidere anche la vita.
detto ciò però,da 2 annetti circa sono un tifoso di una squadra e non dei ciclisti italiani(x i quali però tifo sempre)
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