"Invictus"
Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l’indomabile anima mia. Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l’Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita. Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
William Ernest Henley. (Poeta inglese 1849-1903)
Sogno, qualcosa di buono
che mi illumini il mondo
buono come te…
Che ho bisogno, di qualcosa di vero
che illumini il cielo
proprio come te!!!
"Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
che desti la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud leva i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità d'allegria,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi in mia assenza come in una casa.
È una casa sì grande l'assenza
che v'entrerai traverso i muri
e appendersi i quadri all'aria.
È una casa sì trasparente l'assenza
che senza vita ti vedrò vivere
e se soffri, amore mio, morirò un'altra volta."
Da dove siamo nati?
Dall'amore.
Come saremmo perduti?
Senza amore.
Cosa ci aiuta a superarci?
L'amore.
Si può trovare anche l'amore?
Con amore.
Cosa abbrevia il pianto?
L'amore.
Cosa deve unirci sempre?
L'amore.
Goethe
Sogno, qualcosa di buono
che mi illumini il mondo
buono come te…
Che ho bisogno, di qualcosa di vero
che illumini il cielo
proprio come te!!!
(...)
Per le ore di gioia
che senza volerlo mi hai dato,
per i mesi felici che senza saperlo ho passato con te,
per le ore, i mesi, gli anni
che adesso mi sembrano felici,
per tutto questo pezzo ultimo di giovinezza
che non ritornerà mai più...
(...)
Per questa favola
che favola non è stata,
però così bella
che adesso per scontarla mi occorre tanto dolore,
no, no, Dio mio,
che nessuno mi senta.
La pioggia. Poesia dalla raccolta Rime della rivolta
Sembrava pioggia
ed era fitta;
sembrava pioggia
e bagnava il viso.
Era di notte
e il letto era sfatto;
era di notte
e il letto era lontano.
Sembrava pioggia
ed era fine;
sembrava pioggia,
ma era salata.
Era di notte,
e lo presero in braccio;
era di notte
e lascio' i giochi.
Sembrava pioggia,
ma era mare;
sembrava pioggia,
ma erano lacrime.
Era di notte,
e spararono in strada;
era di notte
e la costa era vicina.
Sembrava casa,
ma era lontano,
sembrava odio,
ma era ignoranza.
Enrico Antonio Cameriere
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)