Lillo sei uno ha scritto:Eh no, caro Regmi, questa è la storiella che i neoliberisti vogliono far credere, in realtà le cose stanno in maniera ben diversa.
La Germania, che è il cuore dell’Europa, ha sempre continuato a crescere a discapito dei paesi mediterranei come il nostro, che invece non è riuscito, da almeno dieci anni a questa parte, a superare il 2%, cioè da quando siamo entrati nell’euro.
Il motivo è semplice, abbiamo rinunciato al correttivo monetario rappresentato dalla svalutazione che permetteva al nostro paese di riequilibrare il sistema, in momenti di crisi economica, attraverso le maggiori esportazioni delle nostre merci, rendendolo più competitivo, ma queste politiche di aggressione venivano sofferte molto dalla Germania che ricorreva a dazi nei nostri confronti, fino a raggiungere appunto un nuovo equilibrio.
L’architettura monetaria così concepita diviene una cappa deflazionistica, cioè un impedimento alla crescita, per i sistemi economici di tutte le nazioni europee, eccetto la Germania che ne beneficia alla grande.
L’architettura della moneta unica, voluta dalla Germania, è basata sulla convergenza delle politiche di bilancio delle nazioni verso uno standard comune (oggi sancito nel fiscal compact) e non su un governo integrato dell’economia, ciò non crea gli strumenti di bilanciamento degli squilibri in un’area monetaria dove convivevano sistemi economici forti e deboli, creando anche la situazione assurda di costi differenti per il rifinanziamento dei debiti sovrani.
Ecco che siamo costretti a comprimere i salari e le pensioni per pagare i tassi di interesse (spread) sul debito. Pertanto, se lo spread è deciso dai mercati, vengono salvaguardati gli interessi dei creditori, cioè delle banche che hanno il credito, che è un debito del Governo, a discapito dei redditi, nonché del welfare, un lusso che per i neoliberisti non possiamo più permetterci, cosa che non è assolutamente vera, è una questione politica che nessuno vuole affrontare e risolvere, questo lo deduci dalla riscrittura dell’art.81 della Costituzione con il quale hanno sancito la morte delle teorie keynesiane

Carissimo, sempre lieto di leggere le tue osservazioni che, tra l’altro e a maggior ragione quando sono divergenti con le altre, permettono di sviluppare un sano ragionamento.
L’impressione che ho ricavato dalla tua analisi è che la stessa parta successivamente allo start up dell’Euro che, in quel momento, era sì una nuda e cruda unione monetaria ma presupponeva una fase di sviluppo (che c’è stata) da sfruttare per raggiungere una più omogenea situazione economica/contabile tra i Paesi aderenti. (all’uopo erano stati stabiliti dei precisi parametri).
Per raggiungere tale obiettivo erano necessarie delle severe riforme interne che i tedeschi, pur assumendosi sulle loro spalle e senza chiedere niente a nessuno l’onere di una nazione che veniva da 50 anni di dittatura comunista, hanno fatto senza pensarci su due volte e al prezzo di una cancelleria che è subito dopo sparita dalla scena politica.
Hanno agito per tempo, hanno investito nella ricerca di prodotti (vedi l’eolico dove sono leader mondiali) di alta gamma che, in quanto tali, non temono la concorrenza delle economie emergenti e...adesso si trovano in una situazione privilegiata rispetto a tutti.
Dobbiamo fargliene una colpa se al momento sono restii (non la Merkel, ma il popolo che l’ha già recentemente “castigata” per le troppe aperture) nel continuare a pagare lo scialquamento degli altri paesi è la domanda? Io penso di no.
Il passo successivo, doveva essere l’unione politica che la Gran Bretagna (Stato colonizzatore per eccellenza), sostenuta dalla Francia e dalla stessa Germania, hanno di fatto reso impraticabile nella nostra totale assenza poiché, da Paese fondatore, eravamo "giustamente" distratti dai temi sulla giustizia, dei media per finire al bunga bunga.
Quel filo, che anche tu hai indicato al punto b del tuo successivo e sul quale la parte finale non do per scontato in quanto tutti dovrebbero rinunciare alla propria sovranità a favore di un unico soggetto, a mio modo di vedere bisogna riprendere e non certamente quella che ci vedrebbe costretti alla periodica svalutazione per essere competitivi. Indi continuare a crescere.
E poi, altra domanda che mi pongo:
- considerando che i prodotti di alta gamma che produciamo sono poca cosa
- che il nostro tessuto produttivo è di pura trasformazione delle materie prime che importiamo e che continueremmo a pagare (come anche il debito sovrano) in altra valuta.
- che il costo del lavoro ha un’alta percentuale sul prezzo finale del prodotto finito.
- che si ripartirebbe con la politica dei dazi.
competitivi con chi?
La risposta non può che essere con i Paesi emergenti dove, come ben sappiamo, il costo del lavoro e le tutele per tutti, sono molto più basse delle nostre.
Per finire, anche se probabilmente è superfluo dirlo, Il liberismo non fa parte certo della mia poca cultura.
Che Monti, come anche il precedente governo, professasse una cultura economica liberista non mi sembra una novità. E’ stato scelto proprio per quello.
Come non trovo nulla di scandaloso se per tutelare il sistema aiuti le banche che ne costituiscono il fulcro.
Quello che invece trovo “compassionevole ” è il leggere quelli che per anni hanno sostenuto quel sistema e adesso, calandosi nella parte dei verginelli, si scandalizzano.
Ergo tutto va bene a condizione che siano imprecisati altri "fessi"a pagarne il prezzo.

La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.