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Adesso governare e dare risposte, please
Martedì 31 Maggio 2011 08:32
di Giusva Branca - Affidereste la programmazione del vostro futuro a vostro nonno? No, non i consigli, proprio la programmazione. Certo che no, ovviamente. La Calabria per la maggior parte dei suoi Enti locali, per decenni è stata diretta da anziani signori che spesso si davano su la voce non riuscendo a guardare un palmo al di là del proprio naso. La tornata elettorale amministrativa ha restituito novità in Enti locali di importanza capitale per la regione calabrese: il rinnovamento ha riguardato le amministrazioni di quattro Comuni calabresi su cinque (Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio) e di una Provincia (Reggio) che, dunque, si trovano di fronte cinque anni da gestire e amministrare. Ove si tenga presente che la Regione e il Comune di Vibo sono in carica solo da un anno e le Province di Cosenza e Crotone da due, appare evidente come per almeno il prossimo triennio, ma ancor di più per il quadriennio che si chiuderà nel 2015 con lo scadere della consiliatura regionale, una situazione di stabilità politica complessiva su scala regionale offre una opportunità senza precedenti. Ma, politicamente, i risultati delle urne affidano alla quotidianità una situazione nella quale il centrodestra di Scopelliti, oltre la guida dell'Ente ammiraglia, la Regione, governerà i processi decisionali di 7 Enti locali su 10, laddove dei 3 che sono appannaggio del centrosinistra, solo la Provincia di Cosenza ha un peso specifico di un certo riguardo. E allora, a questo punto al centrodestra, per i prossimi anni, competeranno onore e onere di governare: Pdl e Udc hanno conquistato praticamente tutte le postazioni ed ora hanno la straordinaria opportunità - scaturente dai risultati del campo - di governare con una rete di Enti del medesimo colore politico per tre o quattro anni. Non è cosa da poco, soprattutto in una fase storica caratterizzata dalla necessità
assoluta di creare un modello di sviluppo unico, generalizzato e, soprattutto, omogeneo. Se questa classe dirigente ci riuscirà lo dirà solo il tempo, fin qui il dato è che la Calabria ha riversato su questa talmente tanta fiducia in termini di voti da aver firmato una sorta di cambiale in bianco. Serve - ora e da questi protagonisti - un progetto di sviluppo serio e organico, che
coniughi le esigenze, talvolta disperate, scaturenti dalle emergenze più diffuse (lavoro, sanità , trasporti, dissesto idrogeologico) ad una prospettiva di crescita. La coniugazione tra contingente e prospettiva, tra emergenza e progettualità è la scommessa più difficile ma anche quella veramente decisiva. Dai nuovi Sindaci le città calabresi si attendono risposte; risposte veloci e in molti casi coraggiose. Il lungo periodo di amministrazione che attende le neoelette municipalità , unitamente alla quasi completa affinità politica tra di loro, mette anche al riparo
i nuovi Sindaci (e anche il Presidente Raffa) da possibili imboscate e li obbliga a tirare fuori attributi e coraggio con scelte immediate e impopolari. Infine, c'è la storiella del nonno, con la quale abbiamo aperto: il trionfante asse di centrodestra calabrese si compone del Presidente della Regione, Scopelliti (anni 44), del Presidente del Consiglio regionale, Talarico (anni 44), del Sindaco di Reggio, Arena (54 anni), del Sindaco di Vibo, D'Agostino (anni 52), del Presidente
della Provincia di Catanzaro, Ferro (anni 43), del Sindaco di Cosenza, Occhiuto (anni 47), del Presidente della Provincia di Crotone, Zurlo (anni 48), del Presidente della Provincia di Reggio, Raffa, (anni 52), del Sindaco di Catanzaro, Traversa (anni 63, l'unico fuori media). Hanno dalla loro anche l'anagrafica giusta per guardare lontano. Hanno chiesto alla Calabria fiducia. In pochi mesi la Calabria li ha travolti di fiducia.
Adesso è tempo di scelte e di lavorare.
Ora governare e dare risposte, please...
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.