la cosa che mi preoccupa e non poco,è la presenza di Amato,mamma mia,non promette nulla di buono.doddi ha scritto:Dopo l'ultima originale scelta dei supertecnici commissari dei tecnici ed infine l'esilarante trovata dell'aiuto del pubblico da casa: soddisfattissimo
La prossima ideona sarà testa o croce
Tornando seri sono in grossissima difficoltà, la crisi morde e l'insofferenza comincia ad essere latente, sarà un 2012 molto molto duro.
Sondaggio:siete soddisfatti del governo Monti?
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la domanda che mi pongo è un'altra:secondo voi,questo governo durerà per altri dodici mesi??io penso che da lunedi pomeriggio in poi ci saranno forti pressioni su questo governo,io sono convinto dell'exploit del movimento 5 stelle,e dei movimenti sia di destra che di sinistra contro questo governo,penso a Storace o a Rifondazione,con netto calo di Pd e Pdl,e questo dovrebbe portare a mio avviso alla caduta del governo,è chiaro che il primo che farà un passo di questo genere,sarà proprio Berlusconi,e temo che questo tipo di strategia gli farà guadagnare un mucchio di punti percentuali.
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i democratici sono abili nel far resuscitare il proprio avversario,la bicamerale prima,l'indulto poi,e ora Monti.Occhio a non sottovalutare il pdl,se Berlusconi,come penso staccherà la spina a Monti,e poi farà una campagna elettorale contro le tasse messe da quest'ultimo,le possibilità che possa vincere tra un anno non sono così scarse.
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reggino ha scritto:i democratici sono abili nel far resuscitare il proprio avversario,la bicamerale prima,l'indulto poi,e ora Monti.Occhio a non sottovalutare il pdl,se Berlusconi,come penso staccherà la spina a Monti,e poi farà una campagna elettorale contro le tasse messe da quest'ultimo,le possibilità che possa vincere tra un anno non sono così scarse.
Ma guarda,io ad esempio in Calabria mi aspetto una vittoria di Scalzo a Catanzaro su Abramo del PDL,in altre città la forza delle primarie vincerà.Berlusconi a livello nazionale e soprattutto internazionale non lo puoi presentare,farebbe più figura Rocco Siffredi di lui.
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la lista Scopelliti al livello Regionale è fortissima,tipo la lega di due anni fa al nord,io penso che solo a Catanzaro il pdl riuscirà a vincere.Nelle altre realtà,i movimenti tipo quello di Grillo,o rifondazione,o anche Storace,prenderanno un botto di voti,e sia pd che pdl,perderanno un mucchio di voti, penso che i maggiori partiti prenderanno atto e si adegueranno di conseguenza.Quello che temo,ed è la cosa oggettivamente più probabile,è che a far fuori Monti,sarà proprio Berlusconi,e paradossalmente da carnefice,si presenterà ai propri elettori come l'eroe che ha salvato il Paese,da Monti,e visto che le sue campagne elettorali le sa fare abbastanza bene,di questo bisogna darne atto,le possibilità che possa vincere le elezioni al prossimo turno,non saranno scarse,soprattutto se riuscirà a ricucire con la Lega.Diciamo la verità Bersany e company su propriu storti,ma storti,storti.CALABRESE ha scritto:[quote
Ma guarda,io ad esempio in Calabria mi aspetto una vittoria di Scalzo a Catanzaro su Abramo del PDL,in altre città la forza delle primarie vincerà.Berlusconi a livello nazionale e soprattutto internazionale non lo puoi presentare,farebbe più figura Rocco Siffredi di lui.
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lo spread è a 450 punti.Lavoro pessimo dei tecnici.Il dato è oggettivo.
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l'unica nota lkieta è che ci evita di guardare la faccia di kulo di berlusconi nella stanza dei bottoni
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
Lillu Foti: "non bogghiu 'nchinari poi mi rinnu chi vonnnu a squatra mi 'ndi sarbamu"
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10 maggio 2012 Antibiotici col bugiardinoBy ilsimplicissimus
Licia Satirico per il Simplicissimus
Le algide affermazioni di Mario Monti sulla responsabilità delle “conseguenze umane” della crisi continuano a produrre effetti perversi: la ricerca dei colpevoli si è tradotta, per un verso, in una sconcertante corsa collettiva all’autoassoluzione con rilancio su nuovi sospetti, per l’altro nell’ennesima smentita sul significato dell’espressione “conseguenze umane”, con proteste ufficiali di fraintendimento. Nonostante ciò il Pdl, o ciò che ne resta, si sente chiamato in causa ed esige scuse, fingendo di sottoporre il governo a un improbabile aut aut: all’armata Brancalenone dell’ex premier si può attribuire idealmente metà del codice penale (per poi depenalizzarla), ma non l’istigazione al suicidio.
Una legge di Murphy dice che, toccato il fondo, si comincia a scavare. A scavare pensa oggi Massimo Gramellini, che liquida la questione dicendo che «la responsabilità di quei gesti non è di nessuno. La scelta di togliersi la vita attiene a una zona insondabile del cuore umano che ha a che fare con la fragilità, il dolore, la paura: mondi troppo profondi per farne oggetto di gargarismi politici». Però è Gramellini stesso a prodursi, subito dopo, in un pirotecnico gargarismo qualunquistico: «negli ultimi vent’anni l’Italia è stata governata – bene o male non so, ma governata – soltanto dal primo governo Prodi. Il resto è stato un susseguirsi di agguati, proclami, scandali e cialtronate. Gli altri governi di sinistra hanno pensato unicamente a farsi del male. Berlusconi ai fatti propri». Non si salva nessuno: gli alleati leghisti dell’ex premier miravano alla dissoluzione dello Stato, mentre quelli sudisti prendevano voti «dalla massa di mantenuti che qualsiasi riforma seria avrebbe spazzato via».
L’immagine finale è degna di un film con Alvaro Vitali: il paziente Italia è stato curato per quasi vent’anni con flebo di acqua fresca da mediconzoli corrotti e infermiere in tanga. Adesso è giunto un medico onesto, non particolarmente abile a chiacchierare col malato, ma in grado di riportare serietà nel reparto e mettere gli antibiotici nella flebo.
Mentre ci interroghiamo sulla fine delle infermiere in tanga, sorge il dubbio atroce che nessuno – a cominciare da Gramellini – abbia capito nulla della correlazione tragica tra crisi e conseguenze umane: l’attribuzione alle “zone insondabili del cuore umano” di gesti che rappresentano anche un fatto sociale è una banalizzazione iniqua del suicidio e delle sue cause. È difficile pensare che un artigiano che si dà fuoco davanti all’Agenzia delle entrate lo faccia per un moto insondabile del cuore. È davvero curioso pensare che la pensionata che si butta dal balcone perché la sua pensione è stata ridotta di duecento euro sia stata solo fragile, perché un pensionato di oggi non può nemmeno permettersi il lusso di essere fragile: non ha il denaro necessario per farsi curare. È comodo pensare che la morte di un precario disperato per l’assenza di lavoro non potesse essere evitata per la sua insondabilità.
Nessun suicidio è uguale all’altro, perché nulla dice di noi più della nostra morte. Esistono però fattori esterni che possono agevolare “la fragilità, il dolore, la paura”: i cittadini sono fatti di questo, specie se si sentono traditi o abbandonati dallo Stato. Le modalità di alcune morti autoinflitte denunciano l’esistenza di un problema che nessuno può più ignorare. Nemmeno Monti, del resto, lo ignora, preso com’è a individuare responsabili e a fare valutazioni comparatistiche sulla frequenza dei suicidi in Italia rispetto ad altri Paesi europei.
In verità non ci conforta per niente sapere che nel nostro Paese ci si ammazzi meno che in Grecia: il diligente medico al nostro capezzale ci parla delle probabilità di sopravvivenza come se la cosa non lo riguardasse. Come se i batteri che ci ammorbano fossero solo i protozoi di Pdl e Lega, gli anaerobi del Pd, i microbi del Terzo Polo e non anche i flagellati delle politiche di austerity dell’eurozona, o i gram-negativi di un’economia dissennata che ha innescato una recessione incurabile.
Si dice che il fallimento sia l’oggetto di sforzi che, per riuscire, devono fallire. In tal caso, lo sforzo di Gramellini di dimostrarci che il suicidio da massacro sociale non può essere indotto da chi ci somministra la medicina è solennemente riuscito.
Licia Satirico per il Simplicissimus
Le algide affermazioni di Mario Monti sulla responsabilità delle “conseguenze umane” della crisi continuano a produrre effetti perversi: la ricerca dei colpevoli si è tradotta, per un verso, in una sconcertante corsa collettiva all’autoassoluzione con rilancio su nuovi sospetti, per l’altro nell’ennesima smentita sul significato dell’espressione “conseguenze umane”, con proteste ufficiali di fraintendimento. Nonostante ciò il Pdl, o ciò che ne resta, si sente chiamato in causa ed esige scuse, fingendo di sottoporre il governo a un improbabile aut aut: all’armata Brancalenone dell’ex premier si può attribuire idealmente metà del codice penale (per poi depenalizzarla), ma non l’istigazione al suicidio.
Una legge di Murphy dice che, toccato il fondo, si comincia a scavare. A scavare pensa oggi Massimo Gramellini, che liquida la questione dicendo che «la responsabilità di quei gesti non è di nessuno. La scelta di togliersi la vita attiene a una zona insondabile del cuore umano che ha a che fare con la fragilità, il dolore, la paura: mondi troppo profondi per farne oggetto di gargarismi politici». Però è Gramellini stesso a prodursi, subito dopo, in un pirotecnico gargarismo qualunquistico: «negli ultimi vent’anni l’Italia è stata governata – bene o male non so, ma governata – soltanto dal primo governo Prodi. Il resto è stato un susseguirsi di agguati, proclami, scandali e cialtronate. Gli altri governi di sinistra hanno pensato unicamente a farsi del male. Berlusconi ai fatti propri». Non si salva nessuno: gli alleati leghisti dell’ex premier miravano alla dissoluzione dello Stato, mentre quelli sudisti prendevano voti «dalla massa di mantenuti che qualsiasi riforma seria avrebbe spazzato via».
L’immagine finale è degna di un film con Alvaro Vitali: il paziente Italia è stato curato per quasi vent’anni con flebo di acqua fresca da mediconzoli corrotti e infermiere in tanga. Adesso è giunto un medico onesto, non particolarmente abile a chiacchierare col malato, ma in grado di riportare serietà nel reparto e mettere gli antibiotici nella flebo.
Mentre ci interroghiamo sulla fine delle infermiere in tanga, sorge il dubbio atroce che nessuno – a cominciare da Gramellini – abbia capito nulla della correlazione tragica tra crisi e conseguenze umane: l’attribuzione alle “zone insondabili del cuore umano” di gesti che rappresentano anche un fatto sociale è una banalizzazione iniqua del suicidio e delle sue cause. È difficile pensare che un artigiano che si dà fuoco davanti all’Agenzia delle entrate lo faccia per un moto insondabile del cuore. È davvero curioso pensare che la pensionata che si butta dal balcone perché la sua pensione è stata ridotta di duecento euro sia stata solo fragile, perché un pensionato di oggi non può nemmeno permettersi il lusso di essere fragile: non ha il denaro necessario per farsi curare. È comodo pensare che la morte di un precario disperato per l’assenza di lavoro non potesse essere evitata per la sua insondabilità.
Nessun suicidio è uguale all’altro, perché nulla dice di noi più della nostra morte. Esistono però fattori esterni che possono agevolare “la fragilità, il dolore, la paura”: i cittadini sono fatti di questo, specie se si sentono traditi o abbandonati dallo Stato. Le modalità di alcune morti autoinflitte denunciano l’esistenza di un problema che nessuno può più ignorare. Nemmeno Monti, del resto, lo ignora, preso com’è a individuare responsabili e a fare valutazioni comparatistiche sulla frequenza dei suicidi in Italia rispetto ad altri Paesi europei.
In verità non ci conforta per niente sapere che nel nostro Paese ci si ammazzi meno che in Grecia: il diligente medico al nostro capezzale ci parla delle probabilità di sopravvivenza come se la cosa non lo riguardasse. Come se i batteri che ci ammorbano fossero solo i protozoi di Pdl e Lega, gli anaerobi del Pd, i microbi del Terzo Polo e non anche i flagellati delle politiche di austerity dell’eurozona, o i gram-negativi di un’economia dissennata che ha innescato una recessione incurabile.
Si dice che il fallimento sia l’oggetto di sforzi che, per riuscire, devono fallire. In tal caso, lo sforzo di Gramellini di dimostrarci che il suicidio da massacro sociale non può essere indotto da chi ci somministra la medicina è solennemente riuscito.
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10 maggio 2012 Pagare in conto scuseBy ilsimplicissimus
La Fornero ora dice che è colpa sua e non più come sette giorni fa dell’eccessivo amore per la protesta o per le scorpacciate di pasta al pomodoro. E immagino che questa momentanea astensione dalla tracotanza verbale, sia tutto quello che possono ottenere esodati, precari e pensionati: ne saranno felici, pagheranno mutui ed affitti in conto scuse. Anche Passera recita l’atto di contrizione e lancia l’allarme, perché forse non sembrerà, ma i tecnici sono svegli, basta dargli cinque o sei mesi e gli viene il dubbio di aver fatto eine grosse cazzata: oh si ora Passera teme per la tenuta del Paese. E anche Draghi, autore della famosa lettera di agosto, balbetta fumosamente di crescita, ma si vede a occhio nudo che gli piacerebbe attribuire quella missiva al fattorino del bar, scritta a tradimento, mentre lui era distratto. Ma nessuno gli crederebbe: i fattorini sono troppo intelligenti.
Il premier, a parte intervenire sulla contabilità dei suicidi, si attacca con vigore alla cordata della fuffa in crescita che arriva da Francoforte: alla fine del 2011 non ha avuto il coraggio di contrattare fiscal compact e fondo salva stati, pareggio di bilancio in Costituzione e macellerie varie, ha firmato cambiali in bianco che il Paese non può reggere e ora non ha il coraggio di dire agli italiani che l’idea di non rispettare per tre anni ciò che lui stesso ha sottoscritto pochi mesi fa, non può essere accettata da Bruxelles e che anzi è già stata respinta con perdite da Barroso.
In più abbiamo fatto lo stesso la figura dei cioccolatai prima aderendo al patto di ferro sull’austerità e poi tentando di venirne fuori. Prima rifiutando le avances francesi per cercare di ammorbidire i diktat della Merkel e ora sperando che Hollande in qualche modo ci tolga le castagne dal fuoco. Il tutto mentre il mondo politico è letteralmente paralizzato un po’ dalla mancanza di idee, un po’ dal disastro come se l’idraulico chiamato ad aggiustare la rubinetteria stesse allagando la casa. Ma non muovono un dito, proni dentro il dramma del Paese, almanaccando i modi per ritrovare l’innocenza.
E tuttavia non si vede come uscirne. La situazione è tale che Monti sta persino meditando di dare dispiaceri a qualche amico e di definire un accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali esportati. Naturalmente si concederà tutto il tempo perché quei 100- 150 miliardi segreti prendano il volo verso altri lidi. Se va bene si troveranno le briciole.
Ma ecco la geniale e soccorrevole pensata che circola nelle auguste stanze tra Palazzo Chigi e i ministeri: il 20 % che si medita di prendere su questi capitali in nero e sfuggiti alle tasse non verranno incamerati direttamente dall’erario. Al contrario si costringeranno i reprobi ad acquistare speciali titoli del tesoro, così quei soldi segreti finiranno per restituire anche un utile sul maltolto che alla fine pagheremo noi. Eh sì, quando la tecnica ti sorregge si pensano anche queste cose che a un comune mortale non verrebbero in mente nemmeno in sogno. Sogno poi, in un incubo. Altro che antibiotico come dice qualche delicato elzevirista delll’house organ di Marchionne, divorato dalla passione dell’alpinismo, soprattutto quando a sgobbare sui sentieri interrotti, sono gli altri.
10 maggio 2012 Pagare in conto scuseBy ilsimplicissimus
La Fornero ora dice che è colpa sua e non più come sette giorni fa dell’eccessivo amore per la protesta o per le scorpacciate di pasta al pomodoro. E immagino che questa momentanea astensione dalla tracotanza verbale, sia tutto quello che possono ottenere esodati, precari e pensionati: ne saranno felici, pagheranno mutui ed affitti in conto scuse. Anche Passera recita l’atto di contrizione e lancia l’allarme, perché forse non sembrerà, ma i tecnici sono svegli, basta dargli cinque o sei mesi e gli viene il dubbio di aver fatto eine grosse cazzata: oh si ora Passera teme per la tenuta del Paese. E anche Draghi, autore della famosa lettera di agosto, balbetta fumosamente di crescita, ma si vede a occhio nudo che gli piacerebbe attribuire quella missiva al fattorino del bar, scritta a tradimento, mentre lui era distratto. Ma nessuno gli crederebbe: i fattorini sono troppo intelligenti.
Il premier, a parte intervenire sulla contabilità dei suicidi, si attacca con vigore alla cordata della fuffa in crescita che arriva da Francoforte: alla fine del 2011 non ha avuto il coraggio di contrattare fiscal compact e fondo salva stati, pareggio di bilancio in Costituzione e macellerie varie, ha firmato cambiali in bianco che il Paese non può reggere e ora non ha il coraggio di dire agli italiani che l’idea di non rispettare per tre anni ciò che lui stesso ha sottoscritto pochi mesi fa, non può essere accettata da Bruxelles e che anzi è già stata respinta con perdite da Barroso.
In più abbiamo fatto lo stesso la figura dei cioccolatai prima aderendo al patto di ferro sull’austerità e poi tentando di venirne fuori. Prima rifiutando le avances francesi per cercare di ammorbidire i diktat della Merkel e ora sperando che Hollande in qualche modo ci tolga le castagne dal fuoco. Il tutto mentre il mondo politico è letteralmente paralizzato un po’ dalla mancanza di idee, un po’ dal disastro come se l’idraulico chiamato ad aggiustare la rubinetteria stesse allagando la casa. Ma non muovono un dito, proni dentro il dramma del Paese, almanaccando i modi per ritrovare l’innocenza.
E tuttavia non si vede come uscirne. La situazione è tale che Monti sta persino meditando di dare dispiaceri a qualche amico e di definire un accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali esportati. Naturalmente si concederà tutto il tempo perché quei 100- 150 miliardi segreti prendano il volo verso altri lidi. Se va bene si troveranno le briciole.
Ma ecco la geniale e soccorrevole pensata che circola nelle auguste stanze tra Palazzo Chigi e i ministeri: il 20 % che si medita di prendere su questi capitali in nero e sfuggiti alle tasse non verranno incamerati direttamente dall’erario. Al contrario si costringeranno i reprobi ad acquistare speciali titoli del tesoro, così quei soldi segreti finiranno per restituire anche un utile sul maltolto che alla fine pagheremo noi. Eh sì, quando la tecnica ti sorregge si pensano anche queste cose che a un comune mortale non verrebbero in mente nemmeno in sogno. Sogno poi, in un incubo. Altro che antibiotico come dice qualche delicato elzevirista delll’house organ di Marchionne, divorato dalla passione dell’alpinismo, soprattutto quando a sgobbare sui sentieri interrotti, sono gli altri.
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