«Mi hanno distrutto l'anima, non posso continuare a combattere a mani nude», ha dichiarato sconsolata il sindaco che già nove mesi fa è stata vittima di una pesantissima intimidazione. All'epoca, ignoti avevano appiccato il fuoco alla farmacia di famiglia, e solo il caso o la fortuna, ha fatto sì che non ci fossero vittime da piangere.
Anche dopo quella selvaggia aggressione, erano arrivati puntuali gli attestati di solidarietà, i messaggi di vicinanza e conforto. L'allora sindaco Lanzetta era stata invitata anche a prendere parte alla sessione speciale della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, dedicata agli amministratori calabresi presi di mira dal crimine organizzato. Ma poi è tornato il silenzio su Monasterace. E in silenzio Lanzetta ha provato a continuare a fare il proprio lavoro di amministratrice.
Ha provato – ad esempio – a convincere i morosi a pagare l'acqua pubblica che per anni, a Monasterace, hanno pagato in pochi. Il Comune si è impegnato in una campagna fatta di solleciti, avvisi pubblici e manifesti in strada, fino a quando la Giunta non ha optato per un'azione drastica: interrompere l'erogazione per tutti i morosi. "Ma io – ha spiegato Lanzetta – devo difendere il pensionato monoreddito che paga puntualmente e non occultare gli abusi". Qualche giorno dopo, puntuali, sono arrivate le pallottole.
Una casualità? Forse. In ogni caso, toccherà ai giudici a stabilire in quale contesto sia maturata questa come la precedente intimidazione. Nel frattempo però, alla solitudine dell'amministratrice si è unito un senso di umana impotenza. E di fallimento. «Mollo perché non sono nelle condizioni di svolgere la mia funzione di primo cittadino – ha fatto sapere - Non solo e non tanto per le minacce e le intimidazioni, ma perché non ho gli strumenti per realizzare ciò che avevo in mente».
Maria Carmela Lanzetta non è una novellina alle prime armi nella gestione della Cosa pubblica. Guida da sei anni l'amministrazione di Monasterace. Il suo è – o meglio era – il secondo mandato alla guida del piccolo centro dello Jonio calabrese, ma – ha lasciato intendere l'ex sindaco - contro quella che appare una precisa strategia della criminalità organizzata locale finalizzata ad interferire sulla regolare attività amministrativa del Comune, dedizione per la comunità, sacrifici e rinunce non bastano. Monasterace afferma l'ex sindaco "rimane ingovernabile".
Ci ha provato Maria Carmela, senza guardare in faccia nessuno. Non ha avuto paura di toccare i poteri forti della zona, come quelli che si nascondono dietro le serre, vero e proprio motore economico del paese, dal quale i sindacati – ad eccezione della Uil - sono stati mandati via. È intervenuta per tentare di tutelare le sessantuno donne e i tre uomini che lì lavorano le talee di crisantemo, a temperature impossibili e in condizioni inumane e che dal 2010 non venivano pagati regolarmente. Lanzetta si è spesa personalmente perché prefettura e ufficio provinciale del lavoro affrontassero la situazione. Allo stesso modo, a viso aperto, non ha avuto remora alcuna a sfasciare per ben due volte la Giunta, durante la passata consiliatura, per allontanare persone che non riteneva degne della propria fiducia. E queste non sono che alcune delle battaglie che in passato ha deciso di combattere, spesso in solitudine. Ma- almeno per adesso - Lanzetta sembra stanca di lottare.
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