rca ha scritto:Invece di chiederselo tra lui e se stesso, perchè non ha fatto domanda ufficiale, tipo interrogazione parlamentare?OronzoPugliese ha scritto:
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Il “condono dirigenziale” è una pratica che piace molto ai piani alti di Palazzo Campanella. Basta dare un'occhiata a quanto successo con la nomina del vicecapo di gabinetto del presidente del consiglio regionale per rendersi conto che tutto può diventare relativo, comprese le leggi che regolano i rapporti nella pubblica amministrazione. Siamo al 1 novembre 2010 e Franco Talarico, presidente della massima assemblea legislativa calabrese, affida l'incarico di vicecapo del suo ufficio a Valentina Chinè, giovane reggina, con una laurea in Scienze politiche e dipendente (categoria C) del consiglio regionale grazie al famoso “concorsone” che ha permesso la stabilizzazione di gran parte dei portaborse. E fin qui, nulla di strano. Peccato, però, che per essere nominati capo di gabinetto o vicecapo la legge regionale sulla dirigenza (8/1996) preveda quanto segue: «Il capo di gabinetto ed il suo vice sono scelti tra i dipendenti della pubblica amministrazione in possesso della qualifica di dirigente ovvero di carriera direttiva purché in possesso di diploma di laurea». Tradotto in soldoni: un semplice impiegato non può essere nominato in un ruolo apicale come quello di vicecapo di gabinetto. È una regola semplice, lineare, eppure clamorosamente disattesa. Evidentemente la cosa non dev'essere passata inosservata e infatti, il 29 dicembre 2010, in sede di approvazione della Finanziaria, si prova a mettere una toppa al buco. In che modo? Eccolo spiegato: nel provvedimento normativo viene inserita una postilla (il comma 13 dell'articolo 43) che specifica: «Il vicecapo di gabinetto è scelto tra i dipendenti della pubblica amministrazione in possesso di diploma di laurea specialistica/magistrale». Sparisce il riferimento alla dirigenza, insomma. Solo un caso? «È chiaro – confessa un consigliere regionale che accetta di parlare solo mantenendo l'anonimato – che si tratta di un provvedimento “riparatore” messo lì per giustificare la nomina della Chinè. Ma il vero problema è un altro. Il nuovo vicecapo di gabinetto presta servizio dal 1 novembre mentre la nuova legge che toglie il riferimento alla dirigenza è entrata in vigore il 1 gennaio. Per due mesi la legge è stata aggirata. Mi chiedo se tutto ciò è legittimo».
L'ha già fatto la Magistratura tipo indagine.
