di MARIO FABRIZIO DE PASQUALE - Di per sé, una foto-notizia non necessita sia accompagnata da un commento. Si lascia che siano le immagini a dar conto di quanto documentano, confidando sulla bontà delle stesse. Ma a volte, capita anche di sentire la necessità di dar voce a quanto da sole le foto non sappiano già comunicare.
Non avremmo mai voluto scattare le foto che vi mostriamo: lasciano una ferita. Non avremmo mai voluto vedere lo spettacolo che ci siamo trovati di fronte. Imbrattare un muro di tutti e' inaccettabile, se si passa a devastare una pianta colpendola nella sua forma e nella sua vitalità, probabilmente arrecandole danni irreversibili, siamo alla distruzione di un patrimonio pubblico che si configura probabilmente come reato.
I ficus magnolioidi della via Marina sono un patrimonio straordinario e come tale soggetto all'attacco di esibizionisti. E' quindi necessario organizzare la loro difesa per incastrare i responsabili o impedirgli di fare ancora danni. Non c’è spazio alla comprensione di un gesto senza senso. Non un semplice atto vandalico a cui, dopo lo sdegno, porre rimedio. Non c’è frustrazione, non c’è protesta, è solo gratuito.
Il caso ha voluto che l’albero in questione fosse proprio uno di quelli davanti alla villa Genoese-Zerbi, a 20m da una delle opere di Rabarama, manco a dirlo, il breve tratto di lungomare che risulta essere più fotografato e riproposto su brochures e cartelloni pubblicitari.
----------------------------
le foto al link sopra





