Bozza definitiva di riforme: 'Forte governo, in forte parlamento'
Parlamentari ridotti di circa il 20%: 508 deputati e 254 senatori
06 marzo, 13:20
VIOLANTE,SE ACCORDO PARTITI TESTO SI VOTA AD AGOSTO - "Se i partiti si accordano, si può iniziare entro marzo la discussione, per avere entro giugno il voto al Senato ed entro i primi di agosto il voto alla Camera. Le dichiarazioni d'intenti sono positive. Occorrerà vedere, nella pratica, cosa succede". Lo afferma Luciano Violante a 'Il Sussidiario.net' commentando la bozza sulle riforme. "I partiti - aggiunge - hanno dato mandato al governo di interessarsi delle questioni economico-finanziarie mentre il Parlamento si occuperà di quelle istituzio
'TAGLIO PARLAMENTARI NON PER RIDURRE COSTI' - "La questione dei costi è del tutto marginale. Lavoriamo, anzitutto, sull'ottimizzazione della rappresentanza politica. Non solo diminuendo il numero dei parlamentari, ma anche correggendo l'elettorato attivo e passivo". Luciano Violante spiega così a 'Il Sussidiario.net' la bozza di riforma costituzionale che ha messo a punto insieme ai tecnici di Pdl, Udc, Fli e Api. "Abbiamo previsto - aggiunge - che i cittadini possano votare i propri rappresentanti sia alla Camera che al Senato a 18 anni (per il Senato servono 25 anni). E che possano essere eletti deputati a 21 anni (attualmente possono esserlo a 25) e senatori a 35 (ora è necessario averne 40). Ebbene: ampliare la base e ridurre il numero di deputati e senatori costruisce un rapporto migliore tra elettore ed eletto".
FIDUCIA AL PREMIER NON PIU' AL GOVERNO" - La fiducia sarà data direttamente al premier e non più al governo. Lui, inoltre, avrà il potere di chiedere il voto a data fissa dei provvedimenti dell'esecutivo, con la garanzia che siano approvati, in particolare, in vista degli incontri internazionali. Sarà possibile sfiduciarlo solamente attraverso la 'sfiducia costruttiva'. Quando, cioé, la maggioranza assoluta (la metà più uno di tutti i deputati e senatori) indicherà il nuovo presidente del Consiglio. Per ottenere la fiducia, invece, sarà sufficiente la maggioranza semplice (la metà più uno dei votanti)". Lo afferma il responsabile Riforme del Pd Luciano Violante commentando a 'Il Sussidiario.net' la bozza messa a punto con i 'tecnici' del Pdl, Gaetano Quagliariello, dell'Udc Ferdinando Adornato, di Fli Italo Bocchino, dell'Api PIno Pisicchio. Per quanto riguarda il bicameralismo perfetto, questo, insiste Violante, verrà superato. "La prima ipotesi - aggiunge - prevede che siano i presidenti delle Camere ad attribuire i disegni di legge all'una o all'altra Aula; la seconda che le competenze esclusive dello Stato, previste dal II comma dell'articolo 117 della Costituzione, siano attribuite in prima lettura alla Camera, mentre quelle delle Regioni, previste dal III comma, siano attribuite al Senato. Fermo restando il potere di richiamo. Ovvero, il ramo del Parlamento che non ha esaminato il provvedimento può chiedere di farlo se l'istanza proviene da almeno un terzo dei suoi membri".
SCHIFANI: OTTIMA PREMESSA, PARLAMENTO PRONTO A SFIDA - "Mi sembra un'ottima premessa, un buon lavoro": così il presidente del Senato, Renato Schifani, ha commentato la bozza di riforma costituzionale presentata ieri da Pd, Pdl e Terzo Polo. "Spero - ha aggiunto a margine di un convegno ad Assolombarda - che registrerà grandi consensi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Sono certo che il Parlamento recepirà questa sfida, la farà propria perché non possiamo perderla".
LE PRINCIPALI NOVITA' (di Anna Laura Bussa) - Meno parlamentari; più poteri al premier; sì alla sfiducia costruttiva; semplificazione delle procedure parlamentari. Sono queste alcune delle novità contenute nella bozza di riforma costituzionale messa a punto dai tecnici Luciano Violante (Pd), Gaetano Quagliariello (Pdl), Ferdinando Adornano (Udc), Italo Bocchino (Fli) e Pino Pisicchio (Api). La bozza, che ha ottenuto un primo via libera bipartisan, dovrà essere ora 'adottata' ufficialmente dai leader e presentata alle Camere sotto forma di disegno di legge costituzionale. Nel caso venisse confermata l'intesa politica su questo complesso di norme, si potrebbe poi mettere nero su bianco, alla luce del risultato delle amministrative, anche una proposta di legge di riforma elettorale. Nel testo che l'Ansa è in grado di anticipare, si rafforza la rappresentanza parlamentare e si danno più poteri al premier.
MENO PARLAMENTARI E PIU' GIOVANI - I deputati saranno 508, di cui 8 eletti nella circoscrizione Estero. E' eleggibile chi ha compiuto 21 anni. I senatori saranno 254, di cui 4 per la circoscrizione Estero. Ogni Regione non potrà avere meno di 5 senatori. A Palazzo Madama è eleggibile chi ha compiuto 35 anni (ora ce ne vogliono 40).
BICAMERALISMO EVENTUALE - I ddl vengono presentati al presidente di una delle Camere. Montecitorio si occuperà delle materie contenute nel comma II dell'art.117 'potesta' legislativa esclusiva dello Statò, mentre al Senato toccherà tutto ciò che riguarda il comma III, sempre del 117, cioé tutto ciò che rientra nella 'potesta' legislativa concorrenté. A Palazzo Madama si istituisce la Commissione paritetica per le questioni regionali che sarà composta dai presidenti delle Assemblee rappresentative delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nonché da un uguale numero di senatori che rispecchi la proporzione dei membri dell'Assemblea. Questa dovrà dare parere obbligatorio sui disegni di legge che riguardano le materie di cui dovrà occuparsi il Senato. I provvedimenti verranno assegnati, con decisione insindacabile, ad una delle due Camere di intesa tra i loro presidenti secondo quanto previsto dai regolamenti parlamentari. Viene affidato al regolamento di ogni ramo del Parlamento stabilire i procedimenti abbreviati per i testi dei quali viene dichiarata l'urgenza. Fino al momento della sua approvazione definitiva, il ddl è rimesso alla Camera "se il governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Per i ddl costituzionali ed elettorali e per quelli di delegazione legislativa, di concessione di amnistia e indulto, di autorizzazione e ratifica dei Trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi e per la Comunitaria, serve l'ok di entrambi i rami del Parlamento. Se un ddl approvato da una Camera deve essere trasmesso all'altra, si intende approvato se entro 15 giorni quest'ultima non delibera di disporne il riesame su proposta di un terzo dei suoi componenti. La Camera che riesamina il ddl deve dire sì o no entro 30 giorni, passati i quali, se non interviene il voto, il testo si intende definitivamente approvato. In caso di modifiche, il ddl torna alla prima Camera che delibera in via definitiva.
PRIORITA' PER DDL GOVERNO - Il Governo può chiedere che un ddl sia iscritto con priorità all'ordine del giorno della Camera che deve esaminarlo e votarlo entro un certo termine.
PIU' POTERI PREMIER - Il premier può chiedere al capo dello Stato di sciogliere le Camere, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, salvo che, entro 15 giorni dalla proposta, le Camere approvino la mozione di sfiducia costruttiva. Il premier può proporre al presidente della Repubblica nomina e revoca dei ministri. La fiducia gli deve essere data da entrambe le Camere.
SFIDUCIA COSTRUTTIVA - La mozione è sottoscritta da almeno un terzo dei componenti di ciascuna Camera, deve contenere l'indicazione del nuovo premier e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione. Deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera (mentre per la fiducia iniziale al Governo basta la maggioranza semplice). Se la mozione passa in una Camera e nell'altra no, la crisi comunque resta e il potere di scioglimento resta nelle mani del capo dello Stato. I costituzionalisti che hanno dato un contributo alla stesura della riforma sono Zanon, Luciani, Abbamonte e Lippolis.
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