Premier in aula, ma il governo va ko L'opposizione: "E' finita, salga al Colle"
La bocciatura a Montecitorio sul bilancio davanti gli occhi di un Berlusconi allibito. Assenti Bossi e Tremonti. Dai banchi delle opposizioni si alza l'urlo "dimissioni, dimissioni". Fini: "Evidenti implicazioni politiche". Cicchitto: "Ora dobbiamo verificare se c'è fiducia"
ROMA - La presenza in Aula di Silvio Berlusconi non è bastata ad evitare una pesante sconfitta dagli esiti imprevedibili. L'esecutivo è stato battuto infatti oggi pomeriggio a Montecitorio sull'assestamento del bilancio 2010. L'articolo 1 del rendiconto è stato bocciato con 290 a favore e 290 contro. La maggioranza richiesta era di 291 "sì".
Alla votazione non ha partecipato il ministro Tremonti, rimasto sull'ingresso dell'Aula, scatenando la rabbia dei parlamentari del Pdl. Assente anche Bossi, rimasto a parare con i cronisti in Transatlantico. Presente invece il premier, che una volta resosi conto dell'accaduto ha mostrato tutto il suo stupore. Allibito, è rimasto per un po' seduto al banco del governo, poi ha scambiato qualche parola con i ministri vicini. Alla fine si è alzato e, senza salutare nessuno dei ministri ma intrattenendosi brevemente con il capogruppo del Pdl, Cicchitto, ha lasciato l'emiciclo, scuotendo vistosamente un foglio che aveva in mano.
Dall'opposizione si è invece applaudito e urlato: "Dimissioni, dimissioni!". "La maggioranza che sostiene il governo non esiste più, né nel Paese né in questa Camera", ha commentato il capogruppo del Pd, Dario Franceschini. "Berlusconi si convinca ad andare al Quirinale", rincara il segretario dei democratici Pierluigi Bersani. Gian Luca Galletti dell'Udc fa notare che "è la prima volta dall'inizio della storia della repubblica che il governo viene battuto in
aula su un provvedimento del genere". Bocciare l'assestamento di bilancio, sottolinea anche Antonio Di Pietro, "è un atto politico uguale alla sfiducia verso l'azione di governo e di maggioranza, è la dimostrazione che i conti non tornano, che il governo non ha la maggioranza nemmeno per il bilancio dello Stato". Per Di Pietro ora la parola deve passare al Capo dello Stato. "Anche nella prima Repubblica - aggiunge - una bocciatura come questa avrebbe comportato che il governo andasse a rimettere il proprio mandato al Capo dello Stato. Berlusconi non lo farà mai e penso che stia allora al Capo dello Stato valutare autonomamente" se ci sono le condizioni per andare a votare subito.
La seduta è stata quindi aggiornata a domani mattina, ma prima di accordare il rinvio il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sottolineato che il voto con cui è stato bocciato il primo articolo del rendiconto di bilancio dello Stato "ha evidenti implicazioni di carattere politico". Il presidente ha poi fatto rilevare che si tratta di un fatto che non ha precedenti e per questo ha convocato per domani mattina la
Giunta per il regolamento della Camera che dovrà capire se e come l'Aula potrà riprendere l'esame sullo stesso articolato dopo la bocciatura dell'articolo uno dell'assestamento di bilancio. Nel pomeriggio Fini ha avuto tra l'altro anche un colloquio con il presidente Napolitano, presente casualmente a Montecitorio per un convegno in calendario già da tempo.
Dopo la bocciatura, Berlusconi si è chiuso a colloquio con Tremonti. All'incontro hanno partecipato anche diversi esponenti della maggioranza, tra cui Bonaiuti, Cicchitto, Romano, Moffa, Lupi, Verdini, Fitto e Brambilla. L'impatto della bocciatura del bilancio secondo Cicchitto non avrà conseguenze sulla tenuta del governo, ma ha dovuto ammettere la necessità di uno stop sul ddl intercettazioni. "E' certo che ora si rinvia l'esame del ddl intercettazioni", ammette il capogruppo del Pdl alla Camera. "Io credo che il governo debba rendersi disponibile a un confronto politico e a verificare se abbia o meno la fiducia in Parlamento", ha poi aggiunto.
(11 ottobre 2011)
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BASTA!!!! NON SE NE PUO' PIU'!!! CHE SCHIFO!