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Reggio: il comune dice ''No'' a Bruno Labate. Voleva restituire 500 euro al mese
di Francesco Creazzo - Da Palazzo San Giorgio arriva un motivato ‘’No’’ alla proposta dell’architetto Bruno Labate, ex capo della delegazione calabrese nei palazzi romani,
riguardante la restituzione delle somme da lui percepite.
Tali somme, ancora al vaglio della procura ma ampiamente conosciute dall’opinione pubblica, sono quelle che Orsola Fallara, in stretti rapporti con lo stesso Labate, avrebbe liquidato al professionista negli anni dell’amministrazione Scopelliti.
La proposta di Labate, in particolare, prevedeva la restituzione delle somme con una ‘’rateizzazione’’: un piano di rientro da 532 euro mensili.
Il Comune di Reggio ha detto no, e lo ha fatto motivando ampiamente la decisione con un documento dell’avvocatura civica del Comune, firmato dall’avvocato Fedora Squillaci e controfirmato dal Capo di Gabinetto del Comune Antonio Barrile.
Barrile, oltre a rifiutare la proposta di ‘’rateizzazione’’ avanzata dall’architetto suggerisce di intraprendere, anzi, tutte le azioni giudiziali e stragiudiziali per il recupero del danaro.
L'ente guidato da Demi Arena ha pertanto chiesto alla procura di Reggio di ricevere tutta la documentazione relativa alla posizione debitoria dell'architetto Labate nei confronti del Comune.
Eloquente, in particolare, la motivazione del rigetto da parte della civica avvocatura: ‘’L'architetto sta chiedendo di concordare la restituzione senza interessi ne rivalutazioni di somme presumibilmente incassate sine titulo, e per le quali la competente autorità giudiziaria dovrà accertare non solo la sussistenza del fatto ma anche la sussistenza dell'elemento psicologico del dolo o colpa grave essenziale per la connotazione del fatto come reato’’.
‘’Per questo – conclude il documento - non possiamo accettare la transazione perchè l'emersione di elementi di grave colpevolezza nel giudizio penale renderebbe configurabile l'ipotesi di responsabilità, per danno erariale, per avere operato un'incongrua ponderazione dell'interesse pubblico ed una scelta manifestamente irragionevole’’.
Il rischio di un atteggiamento contrario a quello tenuto, va sottolineato, sarebbe stato il coinvolgimento del comune (e dei suoi dirigenti) in caso di condanna di Labate, per l’accusa di danno erariale: accettando la proposta dell’architetto, infatti, i dirigenti avrebbero cagionato molto probabilmente un ammanco alle casse comunali, rendendosi direttamente responsabili.
Quanto ci sarebbe voluto per restituire le somme, al ritmo di soli 500 euro al mese?
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Reggio: chiesto il rinvio a giudizio per Labate. Contestati peculato e truffa aggravata
Peculato e truffa continuata. I capi di imputazione con i quali la Procura dellam Repubblica di Reggio Calabria ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per l’architetto Bruno Labate, il beneficiario di misteriose (sul piano della genesi) somme elargitegli dalla dirigente del settore finanze del Comune di Reggio, Orsola Fallara.
Pagamenti misteriosi e del tutto ingiustificati (come quello che rappresenta l’apice di questa kafkiana vicenda e del quale lo stesso Labate non riesce a giustificare la genesi, 160.000 euro in un colpo solo che gli valgono l’accusa di peculato) e altri evidentemente fuori luogo, fuori contesto, “gonfiati” e, soprattutto, erogati per non meglio specificate competenze tecniche. Via Cava, via Carrera, aree verdi mai nate (su tutte quelle di San Giovannello) sono solo alcuni degli esempi embelmatici.
Talmente emblematici che lo stesso Labate, colto con le mani nella marmellata dal precipitare degli eventi riguardanti Fallara, ha restituito una parte delle somme.
Per il resto, circa 552.000 euro, ha proposto una transazione – rigettata – al Comune, alla modica cifra di 500 euro al mese.
Coraggio, in 92 anni se ne esce
Reggio: chiesto il rinvio a giudizio per Labate. Contestati peculato e truffa aggravata
Peculato e truffa continuata. I capi di imputazione con i quali la Procura dellam Repubblica di Reggio Calabria ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per l’architetto Bruno Labate, il beneficiario di misteriose (sul piano della genesi) somme elargitegli dalla dirigente del settore finanze del Comune di Reggio, Orsola Fallara.
Pagamenti misteriosi e del tutto ingiustificati (come quello che rappresenta l’apice di questa kafkiana vicenda e del quale lo stesso Labate non riesce a giustificare la genesi, 160.000 euro in un colpo solo che gli valgono l’accusa di peculato) e altri evidentemente fuori luogo, fuori contesto, “gonfiati” e, soprattutto, erogati per non meglio specificate competenze tecniche. Via Cava, via Carrera, aree verdi mai nate (su tutte quelle di San Giovannello) sono solo alcuni degli esempi embelmatici.
Talmente emblematici che lo stesso Labate, colto con le mani nella marmellata dal precipitare degli eventi riguardanti Fallara, ha restituito una parte delle somme.
Per il resto, circa 552.000 euro, ha proposto una transazione – rigettata – al Comune, alla modica cifra di 500 euro al mese.
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Mi pare gli abbiano fatto anche un sequestro preventivo di beni.
Certo che però è una proposta meravigliosa, da urlo
Certo che però è una proposta meravigliosa, da urlo

Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Abbiamo sbagliato: l'imputato Labate non ha ancora fissato l'entità delle rate da versare al Comune
Riceviamo e pubblichiamo Egregio Direttore,
nella qualità di difensori dell’arch. Bruno Labate, sentiamo la necessità di offrirLe una replica, con richiesta di pubblicazione negli stessi spazi e pagine dell’articolo comparso nella data del 02.01.2012 a firma del giovane Francesco Creazzo, al solo fine di ripristinare la verità dei fatti e della notizia. Il nostro è un intento chiarificatore, dettato non soltanto in ragione del mandato difensivo, ma ancor di più per manifestare il disappunto che può nascere in qualsiasi cittadino allorchè si trovi a leggere notizie – che ben sa - non rispondenti al vero.
È opinione degli scriventi che non è attraverso la gogna mediatica che si offre la corretta e disinteressata informazione, la cui attendibilità - per come recita il codice deontologico, che regimenta la Sua professione - andrebbe verificata ancor prima di essere trasformata in una scorretta quanto non veritiera esposizione di fatti. E tale imperativo ci preme rappresentarlo al suo giovane collaboratore che per formazione culturale, sociale e familiare risulta dotato di sufficiente bagaglio critico per non incorrere in successive ed improvvide disattenzioni.
Non sta, comunque, ai sottoscritti farsi carico di reprimende morali o di altro genere ma certo è che le notizie pubblicate nel citato articolo sono certamente non vere almeno nella parte più significativa.
Si afferma ciò senza alcun timore di smentita! Nella comunicazione rivolta agli Uffici del Comune di Reggio Calabria, l’Arch. Labate manifestava la propria disponibilità alla restituzione delle intere somme, versate in suo favore a seguito di incarichi professionali conferitigli. Trattandosi di somme rilevanti non tutte nell’immediata disponibilità del professionista, l’Arch. Labate ha solo chiesto testualmente di poter “convenire con questo Ufficio la predisposizione di un piano di rientro, che consenta il rispetto dell’impegno assunto”. Nella predetta comunicazione, peraltro l’unica rivolta al Comune, l’Arch. Labate non ha mai formulato alcuna proposta di pagamento mensile (ed addirittura per 532,00 €), come sarcasticamente e provocatoriamente evidenziato dal giovane censore.
Per concludere, appare sintomatico, e nello stesso tempo preoccupante, che il Comune di Reggio Calabria non avendo fornito alcuna risposta al richiedente, né ufficiale e tantomeno ufficiosa, a distanza di oltre due mesi dalla comunicazione inviata, abbia preferito veicolarla sugli organi di informazione locale.
Nel ringraziarLa per la Sua disponibilità, Le porgiamo cordiali saluti.
Avv. Pasquale Foti
Avv. Antonino Scimoni
Nota del direttore
Andiamo subito al sodo: i legali dell’architetto Bruno Labate hanno ragione: nella proposta transattiva formulata dall’imputato Labate alla ragioneria del Comune di Reggio non è indicata alcuna quota da versare mensilmente per rientrare dal debito. La somma indicata nel pezzo a firma Francesco Creazzo, di circa 500 euro al mese, è frutto di un errore contabile del sottoscritto direttore che ha trasmesso al collega il dato che, poi, ha portato a quello che, a tutti gli effetti, è un falso. Involontario ma falso.
Per questo il sottoscritto chiede scusa a Labate, ai lettori ed al collega Creazzo, dai legali di Labate straordinariamente, acrobaticamente e assai significativamente “bacchettato” in proprio e “salvato” su scala familiare...
Detto questo, però, l’occasione è perfetta per chiarire un altro paio di cosette, che nulla hanno a che vedere con l'oggetto della legittima richiesta di pubblicazione della rettifica ricevuta ma che vanno a braccetto con alcune valutazioni etiche nella stessa contenute, principalmente con riferimento alla gogna mediatica citata; gli spunti, salvo smentite, nascono dai seguenti fatti:
L’imputato Labate, per il quale la Procura della Repubblica ha chiesto il giudizio per peculato e truffa aggravata (per la qual cosa “ballano” oltre dieci anni di gabbio), ha scritto, nella missiva indicata all’ufficio ragioneria del Comune, di avere appreso dalle indagini (sic!) di avere percepito somme non dovute per oltre 532.000 euro.
Nella missiva il Labate specifica di voler restituire il dovuto (esclusi interessi e sorte capitale) e di chiedere un piano di rientro.
Ora, viene da chiedersi se è etico, dignitoso (sissignore, anche le scelte professionali degli avvocati devono rispondere a questi parametri, sia pure nell’interesse dell’assistito) che, in situazione di grave difficoltà per le casse comunali e quindi di tutta la comunità, rispetto a somme che un qualunque dipendente comunale guadagnerebbe in 30 anni di lavoro, si chieda la rateizzazione.
Tutto questo mentre, ad esempio, la gente si suicida rispetto a cartelle esattoriali notificate senza pietà da Equitalia o, per restare in casa nostra, una multa non pagata nei termini porta al raddoppio immediato della somma.
Qui, invece, al Comune, a tutti noi quindi, si chiede una rateizzazione, un piano di rientro, attesa la non disponibilità delle somme da parte del Labate.
E, di grazia, visto che il giornalista è un malato di rompipallismo, e che, alla fine, una domanda non è eludibile, questi soldi, da lui percepiti, dove sono finiti?
O forse questa è talmente tanto la domanda delle domande che non va posta?
Chissà se quando sarà alla sbarra Labate riuscirà a dare almeno questa risposta.
Singolare, infine, dopo che al Comune sono state sottratte somme a (almeno) sei cifre, i legali di Labate bacchettino proprio il Comune stesso per aver fatto filtrare la notizia…
Chiudo per come ho cominciato: strill.it e il sottoscritto direttore (e non Creazzo, se non in maniera indotta e involontaria) hanno commesso un errore, anche marchiano e di questo diamo atto chiedendo scusa a tutti gli interessati da questa vicenda.
Che però, ora, in questa storiaccia, corollario di una vicenda che infangherà nei secoli la storia della città ed alla quale lo stesso Labate prima o poi dovrà dare spiegazioni non risibili, il problema sia diventato Creazzo o Strill.it, tutto ciò ricorda tanto una celebre battuta di Totò quando ripeteva: “…stai a vedere ora che il cretino sono io…”.
Alla fine ogni città ha i comici che si merita...
(giusva branca)
Abbiamo sbagliato: l'imputato Labate non ha ancora fissato l'entità delle rate da versare al Comune
Riceviamo e pubblichiamo Egregio Direttore,
nella qualità di difensori dell’arch. Bruno Labate, sentiamo la necessità di offrirLe una replica, con richiesta di pubblicazione negli stessi spazi e pagine dell’articolo comparso nella data del 02.01.2012 a firma del giovane Francesco Creazzo, al solo fine di ripristinare la verità dei fatti e della notizia. Il nostro è un intento chiarificatore, dettato non soltanto in ragione del mandato difensivo, ma ancor di più per manifestare il disappunto che può nascere in qualsiasi cittadino allorchè si trovi a leggere notizie – che ben sa - non rispondenti al vero.
È opinione degli scriventi che non è attraverso la gogna mediatica che si offre la corretta e disinteressata informazione, la cui attendibilità - per come recita il codice deontologico, che regimenta la Sua professione - andrebbe verificata ancor prima di essere trasformata in una scorretta quanto non veritiera esposizione di fatti. E tale imperativo ci preme rappresentarlo al suo giovane collaboratore che per formazione culturale, sociale e familiare risulta dotato di sufficiente bagaglio critico per non incorrere in successive ed improvvide disattenzioni.
Non sta, comunque, ai sottoscritti farsi carico di reprimende morali o di altro genere ma certo è che le notizie pubblicate nel citato articolo sono certamente non vere almeno nella parte più significativa.
Si afferma ciò senza alcun timore di smentita! Nella comunicazione rivolta agli Uffici del Comune di Reggio Calabria, l’Arch. Labate manifestava la propria disponibilità alla restituzione delle intere somme, versate in suo favore a seguito di incarichi professionali conferitigli. Trattandosi di somme rilevanti non tutte nell’immediata disponibilità del professionista, l’Arch. Labate ha solo chiesto testualmente di poter “convenire con questo Ufficio la predisposizione di un piano di rientro, che consenta il rispetto dell’impegno assunto”. Nella predetta comunicazione, peraltro l’unica rivolta al Comune, l’Arch. Labate non ha mai formulato alcuna proposta di pagamento mensile (ed addirittura per 532,00 €), come sarcasticamente e provocatoriamente evidenziato dal giovane censore.
Per concludere, appare sintomatico, e nello stesso tempo preoccupante, che il Comune di Reggio Calabria non avendo fornito alcuna risposta al richiedente, né ufficiale e tantomeno ufficiosa, a distanza di oltre due mesi dalla comunicazione inviata, abbia preferito veicolarla sugli organi di informazione locale.
Nel ringraziarLa per la Sua disponibilità, Le porgiamo cordiali saluti.
Avv. Pasquale Foti
Avv. Antonino Scimoni
Nota del direttore
Andiamo subito al sodo: i legali dell’architetto Bruno Labate hanno ragione: nella proposta transattiva formulata dall’imputato Labate alla ragioneria del Comune di Reggio non è indicata alcuna quota da versare mensilmente per rientrare dal debito. La somma indicata nel pezzo a firma Francesco Creazzo, di circa 500 euro al mese, è frutto di un errore contabile del sottoscritto direttore che ha trasmesso al collega il dato che, poi, ha portato a quello che, a tutti gli effetti, è un falso. Involontario ma falso.
Per questo il sottoscritto chiede scusa a Labate, ai lettori ed al collega Creazzo, dai legali di Labate straordinariamente, acrobaticamente e assai significativamente “bacchettato” in proprio e “salvato” su scala familiare...
Detto questo, però, l’occasione è perfetta per chiarire un altro paio di cosette, che nulla hanno a che vedere con l'oggetto della legittima richiesta di pubblicazione della rettifica ricevuta ma che vanno a braccetto con alcune valutazioni etiche nella stessa contenute, principalmente con riferimento alla gogna mediatica citata; gli spunti, salvo smentite, nascono dai seguenti fatti:
L’imputato Labate, per il quale la Procura della Repubblica ha chiesto il giudizio per peculato e truffa aggravata (per la qual cosa “ballano” oltre dieci anni di gabbio), ha scritto, nella missiva indicata all’ufficio ragioneria del Comune, di avere appreso dalle indagini (sic!) di avere percepito somme non dovute per oltre 532.000 euro.
Nella missiva il Labate specifica di voler restituire il dovuto (esclusi interessi e sorte capitale) e di chiedere un piano di rientro.
Ora, viene da chiedersi se è etico, dignitoso (sissignore, anche le scelte professionali degli avvocati devono rispondere a questi parametri, sia pure nell’interesse dell’assistito) che, in situazione di grave difficoltà per le casse comunali e quindi di tutta la comunità, rispetto a somme che un qualunque dipendente comunale guadagnerebbe in 30 anni di lavoro, si chieda la rateizzazione.
Tutto questo mentre, ad esempio, la gente si suicida rispetto a cartelle esattoriali notificate senza pietà da Equitalia o, per restare in casa nostra, una multa non pagata nei termini porta al raddoppio immediato della somma.
Qui, invece, al Comune, a tutti noi quindi, si chiede una rateizzazione, un piano di rientro, attesa la non disponibilità delle somme da parte del Labate.
E, di grazia, visto che il giornalista è un malato di rompipallismo, e che, alla fine, una domanda non è eludibile, questi soldi, da lui percepiti, dove sono finiti?
O forse questa è talmente tanto la domanda delle domande che non va posta?
Chissà se quando sarà alla sbarra Labate riuscirà a dare almeno questa risposta.
Singolare, infine, dopo che al Comune sono state sottratte somme a (almeno) sei cifre, i legali di Labate bacchettino proprio il Comune stesso per aver fatto filtrare la notizia…
Chiudo per come ho cominciato: strill.it e il sottoscritto direttore (e non Creazzo, se non in maniera indotta e involontaria) hanno commesso un errore, anche marchiano e di questo diamo atto chiedendo scusa a tutti gli interessati da questa vicenda.
Che però, ora, in questa storiaccia, corollario di una vicenda che infangherà nei secoli la storia della città ed alla quale lo stesso Labate prima o poi dovrà dare spiegazioni non risibili, il problema sia diventato Creazzo o Strill.it, tutto ciò ricorda tanto una celebre battuta di Totò quando ripeteva: “…stai a vedere ora che il cretino sono io…”.
Alla fine ogni città ha i comici che si merita...
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- Iscritto il: 14/05/2011, 9:57
[quote="goldenboy"]http://www.strill.it/index.php?option=c ... &id=117284
Abbiamo sbagliato: l'imputato Labate non ha ancora fissato l'entità delle rate da versare al Comune
Avv. Pasquale Foti
su scegliu bonu l'avvocatu, con un nome così quandu i caccia mai i sordi?
Cmq io pago di piu' come rata di mutuo avendone chiesto di meno alla banca, si sapiva mi mintiva raccordu ku kiddi ru comuni e mu faciva fari r'iddi u prestitu
Abbiamo sbagliato: l'imputato Labate non ha ancora fissato l'entità delle rate da versare al Comune
Avv. Pasquale Foti
su scegliu bonu l'avvocatu, con un nome così quandu i caccia mai i sordi?
Cmq io pago di piu' come rata di mutuo avendone chiesto di meno alla banca, si sapiva mi mintiva raccordu ku kiddi ru comuni e mu faciva fari r'iddi u prestitu
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http://www.strill.it/index.php?option=c ... &id=118292
Caso Reggio: Labate fa marcia indietro e restituisce i soldi ''cash''
L’architetto Bruno Labate, percettore di somme indebite dal Comune di Reggio, per opera di Orsola Fallara, per un totale di circa 700.000 euro, dopo averne già restituiti oltre 100.000, salderà il conto del residuo versando, cash, gli altri 532.000.
Ne dà notizia stamane la Gazzetta del Sud, offrendo tra i particolari la “chicca” secondo la quale Labate per far fronte al debito avrebbe venduto - e già stipulato il rogito – la sua casa romana.
Nelle scorse settimane, come si ricorderà, Labate era stato al centro dell’attenzione per avere proposto al Comune la rateizzazione di quanto dovuto sulla base, secondo quanto scritto nella sua proposta, di una indisponibilità fisica di quanto percepito.
Con la vendita dell’immobile Labate risolve il problema e che la cosa avvenga immediatamente dopo le feroci polemiche innescate dagli articoli di stampa probabilmente non è un caso
Caso Reggio: Labate fa marcia indietro e restituisce i soldi ''cash''
L’architetto Bruno Labate, percettore di somme indebite dal Comune di Reggio, per opera di Orsola Fallara, per un totale di circa 700.000 euro, dopo averne già restituiti oltre 100.000, salderà il conto del residuo versando, cash, gli altri 532.000.
Ne dà notizia stamane la Gazzetta del Sud, offrendo tra i particolari la “chicca” secondo la quale Labate per far fronte al debito avrebbe venduto - e già stipulato il rogito – la sua casa romana.
Nelle scorse settimane, come si ricorderà, Labate era stato al centro dell’attenzione per avere proposto al Comune la rateizzazione di quanto dovuto sulla base, secondo quanto scritto nella sua proposta, di una indisponibilità fisica di quanto percepito.
Con la vendita dell’immobile Labate risolve il problema e che la cosa avvenga immediatamente dopo le feroci polemiche innescate dagli articoli di stampa probabilmente non è un caso
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- Iscritto il: 11/05/2011, 19:51
ero curioso di vedere le "opere"di questo illustre architetto,un vero fenomeno del Sud dato che non solo percepiva tali somme,ma anche aveva un incarico di tutto rispetto..pagato come sempre coi nostri soldi.
-
- Forumino Scelto
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- Iscritto il: 17/05/2011, 0:08
no...l'aveva messo scopelliti come capo della delegazione della regione calabria a romagoldenboy ha scritto:army ha scritto:ricordiamo che l'architetto labate era a roma lavorando per la regione calabria su incarico dato da scopelliti
non ha vinto un concorso??

- goldenboy
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- Iscritto il: 11/05/2011, 12:43
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vabbè..chissà che curriculumarmy ha scritto:no...l'aveva messo scopelliti come capo della delegazione della regione calabria a romagoldenboy ha scritto:army ha scritto:ricordiamo che l'architetto labate era a roma lavorando per la regione calabria su incarico dato da scopelliti
non ha vinto un concorso??