Che ci troviamo guardate cosa si potrà trovare nelle nuove bollette
IL NUOVO DLGS SUL FEDERALISMO MUNICIPALE FA PAGARE IN BOLLETTA LE TASSE SUI RIFIUTI
La utility si trasforma in esattore
Le nuove norme prevedono anche di lasciare al buio chi non paga. Il provvedimento non è ancora entrato in
vigore ma i fornitori di elettricità sono già in allarme. Previsti costi milionari per l'adeguamento dei sistemi
Luisa Leone
La sorpresa si nasconde in bolletta. E questa volta si tratta di una novità poco gradita non solo per i clienti ma
anche per i fornitori. In un futuro molto prossimo la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, le tasse per
l'illuminazione pubblica e altri servizi forniti dai Comuni, si pagheranno direttamente nella bolletta della luce.
Almeno questo prevede la bozza di decreto legislativo per la modifica delle norme in tema di federalismo
municipale. Si tratta del provvedimento che, tra le altre cose, anticipa al 2012 l'entrata in vigore del
federalismo fiscale per Province e Comuni e istituisce un nuovo tributo, su rifiuti e servizi, chiamato Res.
Proprio questa tassa potrà essere pagata nella bolletta per l'elettricità. La norma non è ancora operativa ma
potrebbe diventarlo a breve, visto che l'iter del decreto legislativo prevede solo il passaggio in commissione -
e non in aula - per il testo emanato dal governo. E alle utility è bastato leggere le poche righe relative al
provvedimento per andare in fibrillazione. Perché con l'entrata in vigore del dlgs le imprese di fatto si
troveranno ad agire come sostituto d'imposta, senza avere né le competenze né i mezzi tecnici per farlo. Il
decreto in merito è molto chiaro, quando all'articolo 14 vieces spiega che «previa apposita convenzione con i
soggetti fornitori di energia elettrica operanti sulle utenze nel territorio dei Comuni, il Comune può prevedere
che il versamento del tributo rifiuti e servizi avvenga da parte di ciascun soggetto passivo contestualmente al
pagamento della tariffa dovuta a titolo di corrispettivo della somministrazione di energia elettrica». In questo
modo il Comune dovrebbe limitarsi a incassare l'importo riscosso dalle utility e versato nelle casse municipali
ogni sei mesi. Non solo. La machiavellica mente dell'estensore del decreto ha previsto che, in caso di
mancato pagamento della tassa sui servizi comunali per due volte consecutive, il fornitore «sospenda la
somministrazione di energia elettrica fino al completo adempimento». Insomma, al di là del fatto che appare
difficile spiegare a un cittadino perché debba pagare in una sola bolletta elettricità, rifiuti e altre imposte
pubbliche, la norma creerebbe di certo una serie di problemi di non poco conto alle società attive nella
distribuzione di energia, da Enel alle municipalizzate ai soggetti privati attivi in questo business. Innanzitutto,
si mugugna nell'ambiente, un simile cambiamento imporrebbe una modifica dei sistemi di fatturazione, che
per le società più grandi potrebbe significare un aggravio anche di qualche milione. Inoltre, chiedendo di
sospendere il servizio per gli utenti morosi nei confronti delle tasse comunali (e magari invece in regola con i
pagamenti dell'elettricità), si creerebbe un danno economico per le società che forniscono l'energia elettrica,
impossibilitate a vendere il loro prodotto al cliente. Senza contare che, sebbene il decreto imposti norme per
cercare di superare questo problema, non è detto che l'intestatario di un'utenza elettrica sia anche il titolare
dell'imposta comunale che gli si vorrebbe far pagare in bolletta. Insomma le utility sono molto preoccupate e
vorrebbero che la norma fosse stralciata o almeno che si specificasse che il meccanismo possa entrare in
vigore solo con il placet dell'azienda interessata. Il direttore generale di Federutility, Adolfo Spaziani, dal
canto suo, apre alla possibilità che si possano utilizzare i dati delle aziende che distribuiscono l'elettricità per
scovare gli evasori («è facile immaginare che chi utilizza la luce produca anche rifiuti»), ma non è d'accordo
sul fatto che si possa arrivare all'interruzione del servizio: «Temo che possano esservi riscontrati dei profili di
incostituzionalità», taglia corto Spaziani. (riproduzione riservata)
Foto: Adolfo Spaziani
04/11/2011 MF Pag. 8
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.