La Storia dell'Umanità è piena zeppa di episodi in cui l'orrido epiteto è stato ampiamente usato per giustificare un'efferatezza comportamentale che ancora oggi accomuna l'Uomo alla scimmia/bestia da cui discende,
inquesto caso ahimè, senza risalire.
Nelle società tribali, quando la Donna/compagna/moglie faceva parte anch'essa, nella qualità di bracciante, cuoca e addetta alla produzione, della esclusiva proprietà dell'Uomo/compagno/marito, il semplice "volgere lo sguardo" verso un altro uomo era considerato un attentato all'integrità economica del nucleo familiare. Non c'erano sentimenti da rispettare o atteggiamenti morali da osservare, la "roba" andava difesa, il sostegno economico che la Donna produceva con la produzione e l''allevamento della prole erano troppo importanti.
In un evo in cui la ricchezza era data dal numero di braccia a disposizione, assicurarsi l'esclusiva proprietà di un apparato riproduttivo, garantiva l'espansione del nucleo familiare e quindi il benessere.
Qualche migliaio d'anni fa.
Oggi, almeno nel mondo occidentale, specialmente nell'emisfero boreale, tutto ciò viene considerato desueto rispetto all'originale impostazione (donna/produzione/braccia/ricchezza) e giudicato secondo Leggi prodotte in un arco di almeno 2.000 anni.
Privare della vita un uomo, qualsiasi crimine abbia commesso,
dimostra inequivocabilmente che la risalita dalla discendenza non si è del tutto compiuta.
