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GOVERNO IN BILICO
Casini: "Senza il Pd non si ricostruisce Italia"
Berlusconi insiste: "Abbiamo la maggioranza"
Via alla Convention del Terzo Polo. Il leader Udc: "Serve personalità indipendente". Presente anche il senatore del Pdl Beppe Pisanu: "La chiave della soluzione nelle mani del presidente del Consiglio. Più si arrocca nella fortezza del Pdl e più cresceranno le sue reponsabilità per l'inasprimento della crisi". Fini: "Il Cavaliere è attaccato al pallottoliere". Franceschini: "Premier via o sfiducia"
ROMA - Nei giorni del governo in bilico si apre a Roma la convention del Terzo Polo. In platea c'è anche il senatore del Pdl Beppe Pisanu che ha preso la parola prima dei tre leader, Pier Ferdinando Casini (Udc), Gianfranco Fini (Fli) e Francesco Rutelli.
E proprio da Casini arriva una risposta all'appello lanciato da Bersani per un patto tra moderati e progressisti 1: "Senza il Pd non si ricostruisce l'Italia". Ed ancora: "A 48 ore dalla scadenza del rendiconto, io non possono credere che il Pdl sia così miope e autolesionista da non raccogliere la disponibilità a un esecutivo di emergenza avanzata dalle opposizioni". Un govberno guidato "da una personalità indipendente e seria, riconosciuta a livello internazionale".
Casini. "Noi - spiega il leader dell'Udc - siamo nel Ppe, da sempre antagonisti della sinistra ma dobbiamo essere onesti, ragazzi: la sinistra ieri ha detto, quando potrebbe avere un interesse elettorale a chiedere solamente le elezioni, che sono disponibili. E allora pensare a un governo che emargini una parte del mondo politico più direttamente rappresentativo del mondo operaio e sindacale significherebbe essere irresponsabili". "Non si fanno sacrifici - avverte ancora Casini - agitando la contrapposizione sociale o dividendo i lavoratori, perchè quelle forze vanno coinvolte. Sarebbe autolesionista cercare divisioni. Nè
si può fare un governo di risanamento nazionale senza la destra che ha vinto le elezioni".
Pisanu. "A Berlusconi - dice il senatore Pdl che non annuncia l'addio al Pdl, ma mette un piede in casa del Terzo Polo - chiediamo di contribuire con il suo peso politico a contribuire a un governo di unità e salvezza nazionale. Non si può attribuire a lui e alla maggioranza l'esclusiva responsabilità della crisi che investe l'Occidente e non è solo politica, ma che in Italia è notevolmente politica". "La chiave della soluzione - scandisce l'ex ministro dell'Interno - è nelle mani del presidente del Consiglio. Più si arrocca nella fortezza del Pdl e più cresceranno le sue reponsabilità per l'inasprimento della crisi. Ma continuo a confidare nella sua intelligenza e nella coerenza politica di quei tanti colleghi del Pdl che non si rassegnano al peggio e mettono avanti a tutto l'interesse dell'Italia. Noi non siamo traditorI, semmai traditi".
Fini. L'appello al passo indietro arriva anche da Gianfranco Fini: "Berlusconi è avulso dalla realtà e attaccato al pallottoliere. Rinnovo l'appello a fare almeno un passo di lato se non vuole sentirsi dire di farne uno indietro. Visto che l'uomo ama il calcio, capita anche ai grandi campioni di essere sostituiti se questa è l'esigenza della squadra e ora quello che serve alla squadra Italia è un altro presidente del Consiglio che verifichi chi sacrifica l'interesse di parte e non difende solo quelli personali".
Rutelli. "La sinistra non è in grado di avanzare una proposta alternativa di governo - dice il leader dell'Api, Francesco Rutelli - Il dibattito a sinistra - ha sottolineato - è su un governo per una patrimoniale di scopo o un governo per reagire alla macelleria sociale di Trichet. Questo dimostra che l'Italia nel suo versante di sinistra ha la sola prospettiva di buttare giù Berlusconi ma non di dare una prospettiva alternativa". ". Rutelli preferisce invece guardare al Colle per dire che "allora, su indicazione del Capo dello Stato si faccia un governo che abbia la convergenza del massimo delle forze parlamentari, incluso il Pdl".
Berlusconi. "Non credo a esecutivi tecnici con un premier fantoccio e nemmeno alle larghe intese. Nonostante le defezioni che io continuo a ritenere possano rientrare, noi siamo ancora maggioranza in parlamento". Berlusconi, nel corso di un collegamento telefonico con una convention organizzata da Silvano Moffa, torna ad ostentare fiducia sulla tenuta dell'esecutivo. "Abbiamo verificato in queste ore, con numeri certi che la maggioranza c'è - annuncia il Cavaliere - La volontà popolare non può essere commissariata e non possiamo lasciare l'Italia a Bersani, Vendola e Di Pietro". Minimizzazione assoluta anche sulla richiesta di una certificazione da parte del Fondo monetario: "E' venuta da noi e possiamo ritirarla quando vogliamo".
Pdl. Da Claudio Scajola, a capo della pattuglia dei cosidetti frondisti del Pdl, arriva un messaggio per il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: "Se non condivide le scelte del governo del quale fa parte dovrebbe andarsene". Mentre il segretario del Pdl Angelino Alfano attacca: "'Quando si parla di governi tecnici o di responsabilita' nazionale sono tutti sinonimi di "ribaltoni" altre espressioni per dire sempre la stessa cosa: mandare a casa chi ha vinto le elezioni e far governare chi ha perso".
Pd. 'Il problema non e' il voto di martedì sul rendiconto nè quello che avverrà nelle prossime ore. Berlusconi non ha più la maggioranza alla Camera, o si dimette o presto i parlamentari che vogliono un governo di emergenza per salvare il Paese voteranno la sfiducia per poterlo far nascere" afferma il capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Dario Franceschini.
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E nelle regioni dove PDL e UDC vanno a braccetto(
) cosa accadrebbe??