
(80) A metà dello Scoglio c''è una buia spelonca,
volta verso la notte, all' Erebo: e qui voi dovete
drizzare la concava nave, splendido Odisseo.
Ma da concava nave un uomo nel fior delle forze
con l'arco mirando la grotta cupa, non la potrebbe raggiungere.
La dentro Scilla vive, orrendamente latrando:
la voce è come quella di cagna neonata,
ma essa è mostro pauroso, nessuno
potrebbe aver gioia a vederla, nemmeno un dio, se l'incontra.
I piedi son dodici, tutti invisibili;
e sei colli ha, lunghissimi e su ciascuno una testa
da fare spavento; in bocca su tre file i denti,
fitti e serrati, pieni di nera morte.
Per metà nella grotta profonda è nascosta,
ma spinge le teste fuori dal baratro orribile,
e lì pesca, e lo scoglio intorno intorno frugando
delfini e cani di mare e a volte anche mostri più grandi
afferra , di quelli che a mille nutre l'urlante Anfitrite.
Mai naviganti si vantano d'averla potuta fuggire
indenni sulla nave: ghermisce con ogni testa
un uomo, afferrandolo dalla nave prua azzurra.(100)
A sto giro , non vi chiedo dove ci troviamo, leggete solo con attenzione questi versi e poi cerchiamo
di masturbarci le meningi per tirare fuori le considerazioni che riusciamo a fare
