http://www.corriere.it/politica/11_otto ... 4921.shtml
Critiche anche da Idv e Fli. Ma Sandro Bondi li difende: «La sinistra si conferma illiberale»
L'ira del Pd sui radicali: «Stronzi»
Pannella: «Prigionieri della mediocrità»
Il commento della Bindi dopo la decisione dei pannelliani di partecipare subito al voto di fiducia al governo
MILANO - Silvio Berlusconi può gongolare, parlando di «agguato fallito» da parte dell'opposizione. Ma se i cinque deputati radicali che hanno partecipato al voto per la fiducia al governo si fossero comportati come il resto delle opposizioni, evitando di entrare alla prima chiama, probabilmente le opposizioni avrebbero potuto giocarsi meglio la maggioranza risicata che ancora una volta il premier ha ottenuto o, quantomeno, avrebbero potuto tenerlo maggiormente sul filo. Fino al momento del loro ingresso nell'emiciclo, infatti, era incerto l'esito del voto, che avrebbe potuto concludersi con un nulla di fatto qualora fosse mancato il numero legale. Alla fine Berlusconi ha incassato 316 voti favorevoli e questi sarebbero stati sufficienti anche per garantire il quorum. Tuttavia non è escluso che la prospettiva di una votazione da ripetere avrebbe potuto fare uscire allo scoperto qualche altro malpancista, desideroso di far pesare ancora di più la richiesta di un cambio di passo avanzata con insistenza al premier da alcuni ambienti della maggioranza.
MALUMORI NEL PD - Al di là dell'ininfluenza del gesto - lo stesso capogruppo pd Dario Franceschini ha poi ammesso che al termine della prima chiama erano entrati in Aula 322 deputati, di cui 315 a favore del sì -, tuttavia, resta il nodo politico che si rivolta contro il Pd che si ritrova a dover prendere atto di non poter controllare il drappello radicale (i deputati sono sei, ma in questo caso uno era in missione) che pure venne eletto tra le sue fila e che formalmente, anche sul sito della Camera, continua a fare parte del medesimo gruppo parlamentare. E non è un caso che ci sia stata tensione tra i banchi dei democratici:
alcuni parlamentari del gruppo, tra cui Giovanna Melandri, Rosa Villecco Calipari e Rolando Nannicini, hanno alzato la voce contro i deputati Radicali Maria Antonietta Coscioni, Maurizio Turco e Michele Beltrandi, «rei» di aver partecipato alla prima chiama del voto. Tutta l'opposizione aveva deciso di disertare il primo appello nominale, ma i cinque - con l'aggiunta di Zeller e Brugger, esponenti delle minoranze linguistiche, che però da sempre sono considerati autonomi - hanno deciso di agire in contrasto rispetto all'indicazione generale. Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea del Pd, non ha trattenuto l'insulto e al pdl Lupi che le faceva presente che «i voti sono voti» aveva replicato ironica: «No, gli stronzi sono stronzi».
L'IRONIA DI PANNELLA - Il leader radicale Marco Pannella ha respinto al mittente le critiche del Pd:
«Sono degli artisti, sono riusciti a regalare di nuovo un altro successo a Berlusconi». E ancora: : «Non possiamo fare di mestiere quelli che salvano i carcerati e i democratici. Sospetto ci sia del masochismo, riescono a essere mangiati anche quando l'altro è in polpette». Il leader radicale non vuole responsabilità: «Se ci tengono a essere totalmente dipendenti dalla loro mediocrità assoluta, facciano pure».
LE ALTRE REAZIONI - Anche
dalle fila di Futuro e Libertà è arrivata una critica ai pannelliani: «Che pena i radicali! Avessero almeno chiesto l'amnistia! Ma per un tozzo di pane o una radio non si può» ha commentato Fabio Granata. Dalla maggioranza arrivano invece le parole di conforto del coordinatore del Pdl, Sandro Bondi: «Le reazioni rabbiose e intolleranti contro i radicali danno l'idea dell'animo profondamente illiberale che ancora è dominante nella mentalità e nella cultura della sinistra italiana, che non a caso si trova perfettamente a proprio agio a braccetto con Di Pietro». E lo stesso Antonio Di Pietro poi commenta: «Il governo non c'è più: non ha una maggioranza politica, ma solo numerica ed è dovuta al fatto che i radicali hanno cercato la loro visibilità. I radicali dimenticano che ci sono momenti topici in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Li rispetto ma non condivido il loro comportamento».
Al. S.
14 ottobre 2011 16:54
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Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.