"E se li riprese.....con gli interessi...."

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ERIK LARSSON ©
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Fininvest accusa: la sentenza della Corte d'appello di Milano che condannò il gruppo di Berlusconi a versare 560 milioni alla Cir di Carlo De Benedetti è stata stilata alterando, tagliandone i passaggi decisivi, una sentenza della Cassazione. Per questo Fininvest si rivolge al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione, che potrebbero aprire un procedimento disciplinare a carico di Luigi de Ruggiero, Walter Saresella e Giovan Battista Rollero, i tre magistrati d'appello che nella primavera scorsa disposero il megarisarcimento a favore dell'editore di Repubblica.

In sostanza, ai tre magistrati viene contestato "un errore grave e inescusabile", se non addirittura la malafede. Al centro dell'esposto c'è un tema cruciale della causa tra il Cavaliere o l'Ingegnere relativa al controllo della casa editrice Mondadori. Nel 1991 una sentenza della Corte d'appello di Roma assegnò a Berlusconi la vittoria, aprendo la strada alla spartizione della casa editrice. Cinque anni dopo si scoprì che uno dei tre giudici che diedero ragione a Fininvest, Vittorio Metta, era stato corrotto.

Dopo quella scoperta, la Cir di De Benedetti ha chiesto che le venissero risarciti i danni causati dalla sentenza di Metta: ed ha ottenuto il gigantesco risarcimento (750 milioni in primo grado, ridotti a 560 in appello) che Fininvest ha già provveduto a versare.

Ma una delle tesi difensive dei legali di Berlusconi è sempre stata: prima di chiederci i danni, Cir avrebbe dovuto chiedere ed ottenere l'annullamento e la revoca della sentenza del 1991. Poichè questa domanda non è stata mai fatta, la richiesta di risarcimento è inammissibile.

Questa tesi è stata respinta sia dal tribunale di Milano che dalla Corte d'appello. Ma oggi, con l'esposto ai titolari dell'azione disciplinare, Fininvest sostiene che la decisione della Corte d'appello è basata su un orientamento della Cassazione sforbiciato qua e là, e che letto per intero darebbe ragione al Biscione.

Negli ambienti della Corte d'appello di Milano, si fa presente che in realtà la sentenza "sforbiciata" veniva citata in tutt'altro contesto, e per motivare tutt'altro passaggio della decisione. Ma la sostanza cambia di poco: l'esposto contro i giudici della Corte d'appello milanese segna un altro passaggio dello scontro tra le imprese del Cavaliere e la magistratura, cui fa compiere un ulteriore salto di qualità.


Sconcertanti omissioni". E' questa l'accusa principale contenuta nell'esposto presentato da Fininvest al ministero della Giustizia e al procuratore generale presso la corte di Cassazione per documentare un "fatto gravissimo" relativo alla sentenza sul cosidetto Lodo Mondadori. Sentenza che il 9 luglio scorso ha condannato l'azienda al pagamento di 564 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti.

"L’esposto evidenzia come, nella sentenza d’appello, una pronuncia della Cassazione determinante ai fini del verdetto venga riportata con il taglio di un passaggio decisivo e la mancata citazione di altri passaggi, altrettanto decisivi", spiega una nota. E il risultato di ciò, continua la nota, è "che si fa dire alla Cassazione l’esatto contrario di quanto invece la Cassazione stessa chiaramente afferma nella sua sentenza".

Inoltre, secondo l'esposto di Marina Berlusconi, "in questo modo viene superato un limite giuridico altrimenti insuperabile", creando "letteralmente un precedente che non esiste, perché quello esistente è un precedente di segno contrario che avrebbe comportato una decisione opposta, favorevole a Fininvest".

Nella sentenza di luglio la Corte milanese, ritenendo che il verdetto della Corte d’Appello di Roma del 1991 - che aveva annullato il Lodo dando ragione a Fininvest - fosse frutto di corruzione, ha stabilito che poteva e doveva rifare la causa del 1991 e rideciderla, e ha dato ragione a Cir. "Il codice di procedura civile - continua la nota - dispone esplicitamente, invece, che per ottenere l’annullamento e l’eventuale sostituzione di un verdetto già passato in giudicato bisogna proporre azione di revocazione. Azione che Cir non aveva proposto".

Nella sentenza di luglio la Corte d’Appello di Milano ha però dichiarato di volersi attenere al principio affermato dalla Cassazione penale in una sua decisione secondo cui, in caso di corruzione del giudice, la sentenza è inesistente e qualsiasi giudice civile può e deve rifare la causa e rideciderla.

"Ciò che è sconcertante è che la Corte di Milano non solo ha omesso di citare i numerosi passi nei quali, inequivocabilmente, la Cassazione afferma il contrario di quanto le si fa dire - si legge ancora nella nota - ma ha anche trascritto un ampio stralcio della decisione della Corte suprema sostituendo con puntini di sospensione un inciso nel quale ci si riferiva in modo esplicito ancora una volta alla revocazione.

"E' un fatto la cui gravità è fuori discussione", ha commentato Marina Berlusconi. "Di fronte a un'enormità del genere, la presentazione dell'esposto, in cui si sottopone quanto è successo alla valutazione delle autorità competenti, è un atto dovuto. Questo naturalmente al di là del ricorso per Cassazione, che seguirà la sua strada".

"Abbiamo sempre saputo - aggiunge la presidente della Fininvest - di essere dalla parte del giusto, di aver operato nella più assoluta correttezza e di averlo documentato in modo inconfutabile. Nonostante ciò, abbiamo subito, per decisione prima del Tribunale e poi della Corte d'Appello di Milano, un esproprio di dimensioni spropositate a favore del gruppo De Benedetti".

"Ma non saremmo mai arrivati a pensare che una condanna a pagare 564 milioni di euro potesse fondarsi addirittura sul 'taglio' materiale di una frase e su altre incredibili omissioni nel riportare una sentenza della Cassazione".

Secondo Cir e i suoi legali, Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, l’esposto presentanto da Fininvest "è un tentativo pretestuoso e infondato di recuperare una situazione processuale fortemente compromessa" e "rischia di apparire intimidatorio". Anziché affidare, "secondo la normale e corretta fisiologia processuale", le proprie ragioni al giudizio della Cassazione, "Fininvest lancia un improprio atto d’accusa contro i giudici".


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OronzoPugliese
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ERIK LARSSON © ha scritto:secondo l'esposto di Marina Berlusconi




........ah, ecco
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army
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stupendo...e chi l'aveva corrotto il giudice della sentenza del 1991? :cheers
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citrosodina
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OronzoPugliese ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:secondo l'esposto di Marina Berlusconi




........ah, ecco

sì certo..

la controparte sicuramente sottoscrive tutto... :mrgreen:
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OronzoPugliese ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:secondo l'esposto di Marina Berlusconi




........ah, ecco
Non so se capisci cosa vuol dire "azione di revocazione" per il codice di procedura civile, come procedura indispensabile (e ti invito al vocabolario per l'inciso "indispensabile") per il recupero di un credito.
In poche parole, mi domando, vista la grande competenza dei giudici, quale sarebbe la sanzione irrogata a questi ultimi qualora Cir perdesse la causa (come naturalmente avverrà).
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ERIK LARSSON © ha scritto:
OronzoPugliese ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:secondo l'esposto di Marina Berlusconi




........ah, ecco
Non so se capisci cosa vuol dire "azione di revocazione" per il codice di procedura civile, come procedura indispensabile (e ti invito al vocabolario per l'inciso "indispensabile") per il recupero di un credito.
In poche parole, mi domando, vista la grande competenza dei giudici, quale sarebbe la sanzione irrogata a questi ultimi qualora Cir perdesse la causa (come naturalmente avverrà).


La berluschina (o meglio gli avvocati) avevano già sollevato la questione nei primi due gradi del giudizio civile, questione regolarmente rigettata. Ora la riproporranno in Cassazione, magari passa oppure no, saranno i giudici a valutarla.

Il fatto che la marinella scriva la letterina al preside/ministro della giustizia, nonchè la faccia pubblicare sui gazzettini familiari, ha la stessa rilevanza di una mia telefonata a Lillo con richiesta di acquistare Ibrahimovic. A parte la caddara, ovviamente
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Fininvest spiega in una nota che "l'esposto evidenzia come, nella sentenza d'appello, una pronuncia della Cassazione determinante ai fini del verdetto venga riportata con il 'taglio' di un passaggio decisivo e la mancata citazione di altri ...passaggi, altrettanto decisivi".

"Il risultato è che si fa dire alla Cassazione l'esatto contrario di quanto invece la Cassazione stessa chiaramente afferma nella sua sentenza".

In sostanza Fininvest contesta che la Corte d'appello di Milano abbia proceduto a una nuova valutazione di merito della sentenza del 1991 - frutto di corruzione secondo una sentenza passata in giudicato - con cui la Mondadori fu assegnata alla Fininvest e non a Cir, senza che questa fosse in precedenza oggetto di revocazione.

"Sarà la Cassazione a decidere" sulla correttezza della procedura, dice Fininvest nel suo esposto, che invece è finalizzato a evidenziare come, a suo parere, i giudici abbiano citato a supporto del loro operato una pronuncia della Cassazione che in realtà pretendeva, in un passaggio non citato, l'utilizzo della revocazione.

...per motivare la sentenza sul lodo questi Magistrati sembra che abbiano fatto un "copia-incolla" ragionato di una sentenza precedente per far apparire una conclusione esattamente opposta da quella realmente rappresentata da altri giudici.

Si vedrà come andrà a finire. Al momento questi sono i fatti. Ed i puntini degli omissis.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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marina nesci a pila...
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mohammed ha scritto:marina nesci a pila...

N'atra vota? :D
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
mohammed ha scritto:marina nesci a pila...

N'atra vota? :D
chiddu i prima era "u pilu"... :redface
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