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Naccari: ''Anni di segnalazioni ignorate...''
Giovedì 01 Novembre 2012 07:32
di Claudio Labate - “Oggi rischio di passare per giustizialista. Ma non ci sto, perché non lo sono mai stato”. Demetrio Naccari Carlizzi torna a parlare di Commissariamento.
Ma anche di dissesto (“il mio primo avvertimento sul rischio - dice – risale al 2003”), invitando i reggini a guardare agli atti e ai provvedimenti. “In questa città – sottolinea - abbiamo vissuto per anni in una bolla mediatica. Noi siamo arrivati alla denuncia in procura dopo anni di contestazioni politiche, quando la situazione era sotto gli occhi di tutti ”.
Tra pochi giorni fà un mese. Crede che il commissariamento si sia rivelato il male minore per il Comune di Reggio Calabria?
“Il commissariamento non è stato una scelta perchè le giunte di questi anni si sono impegnate a fondo per essere sciolte. Le malelingue dicono che l’accesso sia nato da una faida interna al PDL, speculando sul fatto che la Commissione d’accesso l’abbia mandata il prefetto Varratta, cognato del capolista del PDL. Ma se la difesa della città per alcuni non fosse solo un escamotage retorico, Arena avrebbe dovuto dimettersi all’arrivo della Commissione. Il ministro d’altra parte ha parlato di un intervento dovuto e sofferto, preso non contro la città ma a sua difesa”.
Cosa pensa della “controrelazione” o “memoriale” annunciata dall’ex sindaco Demi Arena?
“Sono in imbarazzo con Arena, immagino stia vivendo una situazione psicologica delicata. Purtroppo è rimasto negli spogliatoi sin dall’inizio, accettando di fare il commercialista dell’ amministrazione Scopelliti. Non ha preso provvedimenti incisivi nemmeno quando nel 2010 il Tesoro ha certificato il baratro. Quest’inerzia costa decine di milioni di euro perché le entrate previste in quei bilanci sono irreali. Posso solo capire umanamente il suo desiderio di rivendicare onestà personale”
Arena dichiara che le Società miste sono un’eredità pesante dell’ultimo centrosinistra. Era possibile un’altra via?
“In Europa le società miste sono il modo con cui vengono prodotti i servizi pubblici locali. A Cuba e a Mosca ci sono sistemi diversi. Le miste sono state costituite a norma di codice civile e hanno consentito di stabilizzare centinaia di lsu-lpu e di migliorare nella prima fase i servizi. Se sono diventate oggetto del codice penale e delle leggi fallimentari questo è dovuto all’impreparazione e alla superficialità di chi ci ha governato. Reggio per Reggio, vada a guardare cosa produce la società mista a Reggio Emilia: servizi di elevata qualità ed utili
Quindi lei restituisce al mittente le accuse che le vengono rivolte?
“Non scherziamo, loro hanno aumentato canoni, perimetri e hanno persino cambiato parte dei soci che avevano partecipato alle gare iniziali. Tutto ciò ha stravolto l’impianto originario determinando costi e standard dei servizi assolutamente diversi da quelli programmati. Io ho il massimo rispetto per l’attività che la magistratura sta portando avanti e anche per gli indagati e il mio giudizio è esclusivamente di natura amministrativa e manageriale, ritengo tuttavia ridicolo e puerile che Arena che è stato prima consulente alla Multiservizi e poi Sindaco voglia fare risalire alcune responsabilità ad Adamo ed Eva”
C’è chi sostiene, con tanto di documenti sbandierati, che la relazione sia piena zeppa di errori, ma anche di lacune, che direttamente o indirettamente la riguarderebbero. Che ne pensa?
“Le eventuali sbavature vanno corrette specie se riguardano persone, ma non mi pare che cambi molto per l’ ex amministrazione Arena. Scopelliti è ridicolo, tutti sanno perché usa la sua fantasia solo contro di me. Se la sua capacità di governo fosse pari alla sua capacità di denigrazione la Calabria varrebbe economicamente quanto la Baviera. Ricordi piuttosto a Romeo i suoi impegni giudiziari, da segretario se guarda l’agenda dovrebbe conoscerli con continuità, nella contiguità del rapporto!”
Adesso è lei che passa al contrattacco…
“Ma le pare che dopo tutto ciò che è successo sia io a dovermi difendere? Chi mi ha diffamato o calunniato risponderà di questo, come Scopelliti sta rispondendo del bilancio comunale. Il loro comportamento è frutto di una irresponsabile degenerazione morale che vuole accomunare vittime e carnefici”
Ma Romeo nello specifico le contesta di essere stato segnalato a cena con presunti boss…
“Ma quale cena! Tutti sanno che quelle persone sono a processo insieme ad esponenti del PDL. C’è una sfilata di politici PdL per giustificare relazioni d’affari, rapporti elettorali e legami di amicizia con soggetti, per altro incensurati e Romeo mi accusa di esserci andato a cena. E’ impossibile che sia così limitato da non capire. Il Tribunale di Reggio ha deciso la competenza del processo Sarlo sulla base del fatto che l’atto della presunta corruzione sia stato disposto da Scopelliti in giunta regionale, di cosa stiamo parlando? E’ come se l’indagato chiedesse conto dei suoi comportamenti a un passante. Siamo molto oltre il colmo, alla disperazione"
C’è chi sostiene che aver affondato la roccaforte di Scopelliti, rappresenti il lasciapassare per una sua candidatura al Parlamento. È vero?
“Guardi è Scopelliti che ha affondato la città io a questo mi sono opposto smascherando un disastro contabile e amministrativo senza precedenti nella storia. Le iniziative politiche non vanno però ridotte a scontri personali anche se ho vissuto sostanzialmente in solitudine questa battaglia per la città. Quando ben 5 anni fa ho proposto alla giunta regionale i tagli alle spese del Consiglio regionale non mi sono contrapposto personalmente al presidente del Consiglio regionale ma ho espresso la mia idea sui costi della politica. Dire che sono tutti scontri personali ha favorito l’elusione dei problemi. Io in questi anni ho lavorato per la mia città, come nel caso del Museo e dell’Atam, non contro Scopelliti mentre per lui è vero il contrario. Spero che almeno oggi anche tanti avversari apprezzino il senso del mio impegno. La guerra con Scopelliti sul piano personale non mi ha mai appassionato e la riterrei riduttiva”
Dunque? Si candiderà al Parlamento? O dipenderà dalla legge elettorale?
“Col porcellum sei nominato, con le preferenze puoi essere eletto. Non è la stessa cosa. E poi se dovessi andare a Roma Scopelliti e Romeo avrebbero finalmente la mente sgombra, con chi se la prenderebbero...?”
Lei ci tiene a sottolineare che la sua è da considerarsi solo ed esclusivamente una battaglia politica. Come si stà ad essere indicato come uno dei “nemici della città”?
“Questo appellativo è coniato da coloro che hanno prodotto uno scioglimento per contiguità mafiosa e un buco di 300 milioni. Forse in base a questi “meriti” loro sarebbero gli amici di Reggio? E’ incivile che un gruppo di personaggi pregiudicati, indagati o segnalati abbia così imbarbarito la vita politica e sociale di Reggio e addirittura si permetta di additare come il problema chi operava con correttezza e si opponeva al malaffare dilagante. L’artificio retorico è ormai ridicolo e ha superato il limite della decenza”
Il pericolo del dissesto, unitamente all’Imu e ad un’ormai scontato aumento dei tributi comunali, rischia di mettere in ginocchio una città già piegata. Lei è stato assessore regionale al Bilancio, come crede che si possa agire?
“Partiamo da un dato: la spesa corrente è stata gonfiata fino a triplicarsi dal 2002 al 2011 (si è passati da 55 mln a 174). Questa crescita abnorme va abbattuta. Il secondo passo è riattivare la spesa per investimenti che è quella che fa crescere l’economia della città e permette passi avanti infrastrutturali. Questa spesa è diminuita nello stesso lasso di tempo da 68 mln a 11. È evidente come negli ultimi anni non si sia investito nel futuro. Se noi vogliamo che le imprese smettano di licenziare e recuperino le migliaia di addetti persi in questi anni dobbiamo ricominciare a promuovere investimenti. Per fare tutto questo e mantenere i servizi serve capire a quanto ammonti il debito”
Ma intanto lo spettro del dissesto avanza, e i Commissari avranno il loro bel da fare…
“La città subisce un dissesto vissuto da anni, ancorchè non dichiarato: l’ incapacità di mantenere i servizi e assicurare le funzioni. Tutto ciò aggirando la legge e sulle spalle di lavoratori e imprese non pagati. L’istituto del dissesto è invece a salvaguardia dei cittadini in quanto un Comune irresponsabile che produce eccessivi debiti metterebbe a repentaglio l’erogazione dei servizi. Oggi i Commissari dovranno capire a quanto ammonta il debito e se con le entrate possono farvi fronte. Qualora dichiarassero il dissesto, la spesa del Comune si concentrerebbe per un periodo solo sui servizi principali e si potrebbe arrivare anche ad una riduzione percentuale dei crediti. Bisogna capire quanto ciò è possibile, quanto è utile, perché per le imprese è meglio ricevere una percentuale dei crediti che fallire in attesa. E quanto invece si riterrà di caricare sulle spalle dei contribuenti il debito. Il motivo per cui abbiamo da anni criticato le amministrazioni Scopelliti e Arena sul debito era proprio per evitare questo dramma socio economico e ridurre la mazzata tributaria su cittadini prostrati dalla crisi e dai nuovi sacrifici causati da Berlusconi e disposti dal governo Monti”
Abbandoniamo per un attimo gli aspetti tecnici. Oggi il rinnovamento va a braccetto col concetto di rottamazione mentre il Pdl si apre al meccanismo delle Primarie. Lei che è un convinto assertore delle tesi renziane crede che questa sia la via della “terza Repubblica”?
“Il merito di Renzi è quello di avere cambiato lo scenario da destra a sinistra. Il ritiro di D’Alema e di Veltroni e la rottamazione di Berlusconi insieme alle primarie della destra sono merito suo. Ha imposto e dato valore alle primarie del Pd le cui conseguenze, a seconda di chi vincerà, saranno molto diverse. Renzi è arrivato alla rottamazione, perché la politica italiana ha prorogato un intero gruppo dirigente per 20 anni, insieme bravi e mediocri. Si è bloccato il naturale succedersi delle generazioni e la creazione di nuove leadership causando una personalizzazione della politica e una disattenzione sulle proposte cioè le politiche. Ecco perché ci sono pochi 30 enni, 40 enni e addirittura 50 enni nei ruoli veri di guida della politica. Ecco perché il Paese non cresce continuando a investire sul passato. In Calabria abbiamo alcuni parlamentari che non hanno un rapporto di rappresentanza col territorio e che anzi sono stati eletti a dispetto del consenso democratico, non è il caso di cambiare e pretendere un giudizio di merito sul lavoro dei singoli, introdurre nuove energie e generazioni alla guida della politica nazionale?”
Il Pdl ha accusato i colpi degli scandali, in Sicilia si divide e perde. L’Udc fa accordi col Pd e porta alla vittoria un presidente dichiaratamente omosessuale, mentre il Movimento cinque stelle è il primo partito dell’isola. Ma il vero vincitore è il partito dell’astensionismo. È solo un caso o quella siciliana è da considerarsi l’anticipazione di una vera rivoluzione politica?
“Il PDL ha pero addirittura 2/3 dei voti in Sicilia ma il 13 % con cui il Pd vince vale un sostanziale 5,5 % dei siciliani in valore assoluto. C’è da riflettere se questo Pd non approfitta del crollo del Pdl. Questo risultato, al di là della vittoria tattica e delle nostre speranze, è indicativo dei limiti del Pd a trazione Bersani e proietta le tesi di Renzi, al di là di ogni simpatia o limite che gli si vuole attribuire, come unica vera alternativa democratica e post ideologica nel Paese. Non è un caso che la domanda di rinnovamento è tale che elettori delusi del Pdl vogliono partecipare alle primarie del centrosinistra, non per inquinarle ma perché Renzi li affascina. L’errore del Pd è di difendere invece il partito come un fortino, creando barriere e ostacoli alla partecipazione di elettori che ci servono per vincere. Limitare quest’afflusso e questo entusiasmo non è solo un non senso ma impedisce al Pd di capitalizzare questo consenso. Il fatto che l’apparato del PD stia tutto con Bersani e recluti i giovani con vane promesse per fargli fare sostanzialmente le comparse dimostra chi devono votare i cittadini che sperano nel cambiamento”.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.