http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -20037569/
Ci sono numeri che parlano più delle parole. Appartengono a questa categoria i dati che l'Istat ha raccolto in un centinaio di illuminanti statistiche in occasione del centocinquantennale dell'unità d'Italia. E che noi abbiamo ulteriormente selezionato. Il risultato è che tra certe zone del Paese c'è la differenza che non ci si aspetterebbe tra due regioni diverse, quanto piuttosto tra due continenti. E' il caso, spesso, del confronto tra Calabria ed Emilia Romagna. La prima con quasi 7 volte la povertà relativa della seconda. Tre volte più tentati omicidi e tre volte meno servizi sociali. E così via.
Partendo da questa constatazione Riccardo Staglianò è andato a vedere come si incarnano, nella vita quotidiana, queste differenze. E ha scelto le due Reggio, Calabria ed Emilia, delle rispettive regioni. Lì si è fatto raccontare dalle famiglie di operai, monoreddito e con figli (quelle di Alfredo Pellicanò e Rosario Martorana), cosa offrono le due città e se e quanto ne sono soddisfatti. Ha incontrato i due sindaci, Demetrio Arena e Graziano Delrio,chiedendo loro - e ottenendo livelli di concretezza assai diversi - le dieci cose di cui erano più orgogliosi nella loro azione amministrativa. Ha parlato con Alessandra Donelli,un'assistente sociale reggiana che ha descritto gli straordinari servizi rivolti agli anziani e con Tonino Perna,un coltissimo sociologo reggino che ha fatto notare come certi problemi siano antichi di secoli. Ha infine raccolto l'opinione di Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio su un certo attendismo calabrese che bisogna superare e l'entusiasmo del volontario emiliano Gianluca Grassi sulla tradizione cooperativa della sua città.
Molte testimonianze che, inevitabilmente, finiscono per confermare i dati di partenza e sanciscono due modi diversi di essere "comunità". Dimostrando che la strada per l'unificazione sostanziale è ancora lunga.
Per l'inchiesta completa clicca qui: http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... f=HREC1-11
I più giovani mettano 4 cazzate in uno zaino e vadano di corsa a prendere il primo treno. La vita è, tristemente, altrove.
Reggio e la Calabria: quarto mondo
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Noi che viviamo a Reggio Emilia pensiamo davvero di essere stati fortunati, ma questo non toglierà mai la speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra città, noi, possiamo portare giù le esperienze che quotidianamente viviamo in questa terra civile, ma spesso veniamo messi a tacere o peggio,come è capitato a me,presi in giro quando ho cercato per esempio di differenziare i rifiuti. Ho sempre pensato che tutto parte dal basso, anche la costruzione di persone che diventeranno politici ed amministratori,ma bisogna avere amore e fierezza verso la propria terra e da noi non la vedo, se non a parole e per le cazzate.
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Un piccolo spaccato di verità
- chi è che ha causato questa mancanza di soldi all'interno del comune?
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
- Ah
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
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Io avrei una cosa da dire a riguardo....
Pompa la mano Pompa la mano Pompa la mano (cit. RTL 102.5)
http://www.youtube.com/watch?v=ikuYLXkbUwM

Pompa la mano Pompa la mano Pompa la mano (cit. RTL 102.5)
http://www.youtube.com/watch?v=ikuYLXkbUwM

Ultima modifica di Malaca il 05/08/2011, 9:52, modificato 1 volta in totale.
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Per andare altrove a fare cosa?SilkDressedPig ha scritto:http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -20037569/
Ci sono numeri che parlano più delle parole. Appartengono a questa categoria i dati che l'Istat ha raccolto in un centinaio di illuminanti statistiche in occasione del centocinquantennale dell'unità d'Italia. E che noi abbiamo ulteriormente selezionato. Il risultato è che tra certe zone del Paese c'è la differenza che non ci si aspetterebbe tra due regioni diverse, quanto piuttosto tra due continenti. E' il caso, spesso, del confronto tra Calabria ed Emilia Romagna. La prima con quasi 7 volte la povertà relativa della seconda. Tre volte più tentati omicidi e tre volte meno servizi sociali. E così via.
Partendo da questa constatazione Riccardo Staglianò è andato a vedere come si incarnano, nella vita quotidiana, queste differenze. E ha scelto le due Reggio, Calabria ed Emilia, delle rispettive regioni. Lì si è fatto raccontare dalle famiglie di operai, monoreddito e con figli (quelle di Alfredo Pellicanò e Rosario Martorana), cosa offrono le due città e se e quanto ne sono soddisfatti. Ha incontrato i due sindaci, Demetrio Arena e Graziano Delrio,chiedendo loro - e ottenendo livelli di concretezza assai diversi - le dieci cose di cui erano più orgogliosi nella loro azione amministrativa. Ha parlato con Alessandra Donelli,un'assistente sociale reggiana che ha descritto gli straordinari servizi rivolti agli anziani e con Tonino Perna,un coltissimo sociologo reggino che ha fatto notare come certi problemi siano antichi di secoli. Ha infine raccolto l'opinione di Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio su un certo attendismo calabrese che bisogna superare e l'entusiasmo del volontario emiliano Gianluca Grassi sulla tradizione cooperativa della sua città.
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strettomessina ha scritto:Noi che viviamo a Reggio Emilia pensiamo davvero di essere stati fortunati, ma questo non toglierà mai la speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra città, noi, possiamo portare giù le esperienze che quotidianamente viviamo in questa terra civile, ma spesso veniamo messi a tacere o peggio,come è capitato a me,presi in giro quando ho cercato per esempio di differenziare i rifiuti. Ho sempre pensato che tutto parte dal basso, anche la costruzione di persone che diventeranno politici ed amministratori,ma bisogna avere amore e fierezza verso la propria terra e da noi non la vedo, se non a parole e per le cazzate.
E' anche vero che se c'è un bel leader politico,che sa entusiasmare la folla,che sa educarla,che le trasmetta dei valori positivi,le possibilità che una determinata realtà cambi sono enormi.
Pensa a De Magistris a Napoli,a Falcomatà a Reggio,Leoluca Orlando a Palermo,Bianco a Catania.
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a Reggio Emilia... magari fosse così anche a Reggio Calabria
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Verissimo, come è vero che se la base è solida i danni che reca un cattivo leader si sopportano meglio ed è facile che il cattivo leader vada a casa, questo dovrebbe valere anche a livello nazionale,s'intende!reggino ha scritto:strettomessina ha scritto:Noi che viviamo a Reggio Emilia pensiamo davvero di essere stati fortunati, ma questo non toglierà mai la speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra città, noi, possiamo portare giù le esperienze che quotidianamente viviamo in questa terra civile, ma spesso veniamo messi a tacere o peggio,come è capitato a me,presi in giro quando ho cercato per esempio di differenziare i rifiuti. Ho sempre pensato che tutto parte dal basso, anche la costruzione di persone che diventeranno politici ed amministratori,ma bisogna avere amore e fierezza verso la propria terra e da noi non la vedo, se non a parole e per le cazzate.
E' anche vero che se c'è un bel leader politico,che sa entusiasmare la folla,che sa educarla,che le trasmetta dei valori positivi,le possibilità che una determinata realtà cambi sono enormi.
Pensa a De Magistris a Napoli,a Falcomatà a Reggio,Leoluca Orlando a Palermo,Bianco a Catania.
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Verissimo.reggino ha scritto:strettomessina ha scritto:Noi che viviamo a Reggio Emilia pensiamo davvero di essere stati fortunati, ma questo non toglierà mai la speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra città, noi, possiamo portare giù le esperienze che quotidianamente viviamo in questa terra civile, ma spesso veniamo messi a tacere o peggio,come è capitato a me,presi in giro quando ho cercato per esempio di differenziare i rifiuti. Ho sempre pensato che tutto parte dal basso, anche la costruzione di persone che diventeranno politici ed amministratori,ma bisogna avere amore e fierezza verso la propria terra e da noi non la vedo, se non a parole e per le cazzate.
E' anche vero che se c'è un bel leader politico,che sa entusiasmare la folla,che sa educarla,che le trasmetta dei valori positivi,le possibilità che una determinata realtà cambi sono enormi.
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SilkDressedPig ha scritto:
I più giovani mettano 4 cazzate in uno zaino e vadano di corsa a prendere il primo treno. La vita è, tristemente, altrove.
i più giovani posino lo zaino e si rimbocchino le maniche. Il mondo è nostro, lo possiamo e lo dobbiamo cambiare. Io lo faccio nel mio piccolo. Che il treno lo prenda SilkDressedPig (non ti offendere) e altri che hanno questo provincialismo diffuso. Certo se lo zaino vogliono prenderlo questi qui http://www.youtube.com/watch?v=ikuYLXkbUwM a me va pure bene, non servono a far crescere una città. Non vi accontentate della gazzetta dello sport! non vi accontentate di andare a mangiare una pizza fuori con gli amici!
ma lui lo spiega meglio di me: http://www.youtube.com/watch?v=_-tNFIuiYcs
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Io penso che se a RE arrivasse un cattivo leader politico , che volesse eliminare,asili nido,piste ciclabili,il sistema di raccolta differenziata,i tanti spazi verdi creati negli anni,etc,etc, lo costringerebbero ad andare a casa alla svelta, a Parma per molto meno sta succedendo questo, da noi fanno un disastro dietro l'altro ma come diciamo " fora ru me culu aundi pigghia,pigghia".pab397 ha scritto:Verissimo.reggino ha scritto:strettomessina ha scritto:Noi che viviamo a Reggio Emilia pensiamo davvero di essere stati fortunati, ma questo non toglierà mai la speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra città, noi, possiamo portare giù le esperienze che quotidianamente viviamo in questa terra civile, ma spesso veniamo messi a tacere o peggio,come è capitato a me,presi in giro quando ho cercato per esempio di differenziare i rifiuti. Ho sempre pensato che tutto parte dal basso, anche la costruzione di persone che diventeranno politici ed amministratori,ma bisogna avere amore e fierezza verso la propria terra e da noi non la vedo, se non a parole e per le cazzate.
E' anche vero che se c'è un bel leader politico,che sa entusiasmare la folla,che sa educarla,che le trasmetta dei valori positivi,le possibilità che una determinata realtà cambi sono enormi.
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Anche a pulire le scale per iniziare. Cambiatela sta cazzo di mentalità. Le cose bisogna guadagnarsele rimboccandosi le maniche.CALABRESE ha scritto:Per andare altrove a fare cosa?SilkDressedPig ha scritto:http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -20037569/
Ci sono numeri che parlano più delle parole. Appartengono a questa categoria i dati che l'Istat ha raccolto in un centinaio di illuminanti statistiche in occasione del centocinquantennale dell'unità d'Italia. E che noi abbiamo ulteriormente selezionato. Il risultato è che tra certe zone del Paese c'è la differenza che non ci si aspetterebbe tra due regioni diverse, quanto piuttosto tra due continenti. E' il caso, spesso, del confronto tra Calabria ed Emilia Romagna. La prima con quasi 7 volte la povertà relativa della seconda. Tre volte più tentati omicidi e tre volte meno servizi sociali. E così via.
Partendo da questa constatazione Riccardo Staglianò è andato a vedere come si incarnano, nella vita quotidiana, queste differenze. E ha scelto le due Reggio, Calabria ed Emilia, delle rispettive regioni. Lì si è fatto raccontare dalle famiglie di operai, monoreddito e con figli (quelle di Alfredo Pellicanò e Rosario Martorana), cosa offrono le due città e se e quanto ne sono soddisfatti. Ha incontrato i due sindaci, Demetrio Arena e Graziano Delrio,chiedendo loro - e ottenendo livelli di concretezza assai diversi - le dieci cose di cui erano più orgogliosi nella loro azione amministrativa. Ha parlato con Alessandra Donelli,un'assistente sociale reggiana che ha descritto gli straordinari servizi rivolti agli anziani e con Tonino Perna,un coltissimo sociologo reggino che ha fatto notare come certi problemi siano antichi di secoli. Ha infine raccolto l'opinione di Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio su un certo attendismo calabrese che bisogna superare e l'entusiasmo del volontario emiliano Gianluca Grassi sulla tradizione cooperativa della sua città.
Molte testimonianze che, inevitabilmente, finiscono per confermare i dati di partenza e sanciscono due modi diversi di essere "comunità". Dimostrando che la strada per l'unificazione sostanziale è ancora lunga.
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L'alternativa è continuare ad aspettare che qualcuno vi zzicchi per qualche mese nella multiservizi di turno...
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NinoMed ha scritto:![]()
![]()
finisco di leggere, ma crdo che l'espressione non cambierà a fine lettura
Cosa ti stupisce e ti fa arrossire NinoMed? Il tuo intervento non rappresenta il modo migliore di utilizzare lo strumento forum. Che senso ha scrivere prima di aver letto?
- SilkDressedPig
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kurohata ha scritto:SilkDressedPig ha scritto:
I più giovani mettano 4 cazzate in uno zaino e vadano di corsa a prendere il primo treno. La vita è, tristemente, altrove.
i più giovani posino lo zaino e si rimbocchino le maniche. Il mondo è nostro, lo possiamo e lo dobbiamo cambiare. Io lo faccio nel mio piccolo. Che il treno lo prenda SilkDressedPig (non ti offendere) e altri che hanno questo provincialismo diffuso. Certo se lo zaino vogliono prenderlo questi qui http://www.youtube.com/watch?v=ikuYLXkbUwM a me va pure bene, non servono a far crescere una città. Non vi accontentate della gazzetta dello sport! non vi accontentate di andare a mangiare una pizza fuori con gli amici!
ma lui lo spiega meglio di me: http://www.youtube.com/watch?v=_-tNFIuiYcs
sogna ragazzo sogna
vai a vivere qualche mese lontano da gallico e vedrai come prenderai contezza della realtà
ti stimo comunque per l'abnegazione ed i buoni propositi, ma vedo già le testate che tirerai contro il più vicino muro tra qualche anno....
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Quoto questo filone di discussione acchiappandovi tutti e 3.pab397 ha scritto:Verissimo.reggino ha scritto:strettomessina ha scritto:Noi che viviamo a Reggio Emilia pensiamo davvero di essere stati fortunati, ma questo non toglierà mai la speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra città, noi, possiamo portare giù le esperienze che quotidianamente viviamo in questa terra civile, ma spesso veniamo messi a tacere o peggio,come è capitato a me,presi in giro quando ho cercato per esempio di differenziare i rifiuti. Ho sempre pensato che tutto parte dal basso, anche la costruzione di persone che diventeranno politici ed amministratori,ma bisogna avere amore e fierezza verso la propria terra e da noi non la vedo, se non a parole e per le cazzate.
E' anche vero che se c'è un bel leader politico,che sa entusiasmare la folla,che sa educarla,che le trasmetta dei valori positivi,le possibilità che una determinata realtà cambi sono enormi.
Pensa a De Magistris a Napoli,a Falcomatà a Reggio,Leoluca Orlando a Palermo,Bianco a Catania.
La politica se vuole può fare molto.
La verità sta nel mezzo a mio parere. Che tutto parta dal basso è innegabile, i politici sono un'espressione del popolo ed i politici reggini sono quello che sono perchè sono parte della città ed hanno la mentalità dei cittadini.
Poi ci possono essere personaggi fuori dalla NORMA, e mi riferisco al nostro caso con Falcomatà, che provano a coltivare un cambiamento che da noi stava cominciando ad esserci specie in termini di amore verso la città. Ma se la "malapianta" ha buoni anticorpi, la nuova coltivazione non attecchisce ed eccoci ripiombare subito nell'epoca del DJ con mangiogne e degrado progressivo fino a storie di ruberie con suicidi annessi.
Non c'è speranza per Reggio. E basta leggere questo forum per capirlo.
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Malaca ha scritto:Io avrei una cosa da dire a riguardo....
Pompa la mano Pompa la mano Pompa la mano (cit. RTL 102.5)
http://www.youtube.com/watch?v=ikuYLXkbUwM
Ora vi raccomando voltatela a fascisti e comunisti
Quelli intanto continuano a spartirsi soldi vostri
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SilkDressedPig ha scritto:Anche a pulire le scale per iniziare. Cambiatela sta cazzo di mentalità. Le cose bisogna guadagnarsele rimboccandosi le maniche.CALABRESE ha scritto:Per andare altrove a fare cosa?SilkDressedPig ha scritto:http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -20037569/
Ci sono numeri che parlano più delle parole. Appartengono a questa categoria i dati che l'Istat ha raccolto in un centinaio di illuminanti statistiche in occasione del centocinquantennale dell'unità d'Italia. E che noi abbiamo ulteriormente selezionato. Il risultato è che tra certe zone del Paese c'è la differenza che non ci si aspetterebbe tra due regioni diverse, quanto piuttosto tra due continenti. E' il caso, spesso, del confronto tra Calabria ed Emilia Romagna. La prima con quasi 7 volte la povertà relativa della seconda. Tre volte più tentati omicidi e tre volte meno servizi sociali. E così via.
Partendo da questa constatazione Riccardo Staglianò è andato a vedere come si incarnano, nella vita quotidiana, queste differenze. E ha scelto le due Reggio, Calabria ed Emilia, delle rispettive regioni. Lì si è fatto raccontare dalle famiglie di operai, monoreddito e con figli (quelle di Alfredo Pellicanò e Rosario Martorana), cosa offrono le due città e se e quanto ne sono soddisfatti. Ha incontrato i due sindaci, Demetrio Arena e Graziano Delrio,chiedendo loro - e ottenendo livelli di concretezza assai diversi - le dieci cose di cui erano più orgogliosi nella loro azione amministrativa. Ha parlato con Alessandra Donelli,un'assistente sociale reggiana che ha descritto gli straordinari servizi rivolti agli anziani e con Tonino Perna,un coltissimo sociologo reggino che ha fatto notare come certi problemi siano antichi di secoli. Ha infine raccolto l'opinione di Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio su un certo attendismo calabrese che bisogna superare e l'entusiasmo del volontario emiliano Gianluca Grassi sulla tradizione cooperativa della sua città.
Molte testimonianze che, inevitabilmente, finiscono per confermare i dati di partenza e sanciscono due modi diversi di essere "comunità". Dimostrando che la strada per l'unificazione sostanziale è ancora lunga.
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I più giovani mettano 4 cazzate in uno zaino e vadano di corsa a prendere il primo treno. La vita è, tristemente, altrove.
L'alternativa è continuare ad aspettare che qualcuno vi zzicchi per qualche mese nella multiservizi di turno...
Per pulire le scale non c'è bisogno di andare a Milano o Torino.Perchè non c'è gente che abita nel meridione e si guadagna le cose?
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ho vissuto tre anni a Roma (studiavo e lavoravo), ho vissuto poi tre anni a Bologna (studiavo e lavoravo e guadagnavo pure assai).SilkDressedPig ha scritto:kurohata ha scritto:SilkDressedPig ha scritto:
I più giovani mettano 4 cazzate in uno zaino e vadano di corsa a prendere il primo treno. La vita è, tristemente, altrove.
i più giovani posino lo zaino e si rimbocchino le maniche. Il mondo è nostro, lo possiamo e lo dobbiamo cambiare. Io lo faccio nel mio piccolo. Che il treno lo prenda SilkDressedPig (non ti offendere) e altri che hanno questo provincialismo diffuso. Certo se lo zaino vogliono prenderlo questi qui http://www.youtube.com/watch?v=ikuYLXkbUwM a me va pure bene, non servono a far crescere una città. Non vi accontentate della gazzetta dello sport! non vi accontentate di andare a mangiare una pizza fuori con gli amici!
ma lui lo spiega meglio di me: http://www.youtube.com/watch?v=_-tNFIuiYcs
sogna ragazzo sogna
vai a vivere qualche mese lontano da gallico e vedrai come prenderai contezza della realtà
ti stimo comunque per l'abnegazione ed i buoni propositi, ma vedo già le testate che tirerai contro il più vicino muro tra qualche anno....
Credo che scappare non aiuti per niente a cambiare le cose, bisogna minare la testa contro il muro (come dici tu) se serve a qualcosa, altrimenti agire d'intelligenza e perchè no anche di testardaggine. Quando abitavo a Bologna avevo un buon laovoro (18euro l'ora NETTI), eppure sentivo la mancanza del mare, del calore della gente, di una mentalità diversa. Bologna, come Roma e come Reggio ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi, bisogna scegliere. Poi se si ha la volontà di lottare e cambiare realmente la città ancora meglio. Le cose non cambiano da sole, io odio chi (anche miei amici) scendono a reggio e dicono: ah non cambierà mai niente (le cose non cambiano da sole), oppure chi mi dice: a Reggio non c'è niente da fare (col cavolo! ci sono tantissime cose da fare invece!). In ogni caso, se non fate niente non cambierà niente, se criticate chi fa errori (magari a volte sbaglio anche io) state criticando chi FA, chi non FA non può sbagliare. In breve: cu non mangia non faci muddichi..
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CALABRESE ha scritto:SilkDressedPig ha scritto:Anche a pulire le scale per iniziare. Cambiatela sta cazzo di mentalità. Le cose bisogna guadagnarsele rimboccandosi le maniche.CALABRESE ha scritto:
Per andare altrove a fare cosa?
L'alternativa è continuare ad aspettare che qualcuno vi zzicchi per qualche mese nella multiservizi di turno...
Per pulire le scale non c'è bisogno di andare a Milano o Torino.Perchè non c'è gente che abita nel meridione e si guadagna le cose?
Solo che pulendo le scale a Milano o Torino si ha la possibilità di cercare contemporaneamente una sistemazione migliore e di crescere. Cosa impossibile dalle nostre parti.
Si c'è gente che abita nel meridione che si guadagna le cose, ma più si va avanti più diminuiscono le possibilità di intraprendere questo tipo di percorso di vita.