Patrizia fa dietrofront
La D'Addario ritratta: «Usata per colpire Berlusconi».
Patrizia D'Addario (foto Getty Images)
«Sono stata usata dai nemici di Berlusconi». Patrizia D'Addario ha gridato al complotto. In un'intervista a Libero, pubblicata il 16 luglio, la escort barese che nell'estate del 2009 fece scoppiare il sexgate rivelando di aver registrato una sua performance sessuale con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, afferma di non aver «mai pensato di ricattare il presidente per quella notte passata con lui a palazzo Grazioli».
«OBBLIGATA A CONSEGNARE LE CASSETTE». Ma anche e soprattutto che dietro allo scoppio dello scandalo vi sarebbe una volontà ben precisa: «Mi hanno obbligata a consegnare le cassette con le registrazioni, così come sono stata costretta a dichiarare di essere una escort». Non solo: «Mi venne imposto», ha aggiunto D'Addario, «di rilasciare decine e decine di interviste, a cominciare da quella concordata dal mio avvocato con il Corriere della Sera, per fare esplodere il caso e arrivare allo scandalo». Insomma, «si sono serviti di me. Mi hanno strumentalizzata e poi gettata via».
«VOGLIO PARLARE A SILVIO». D'Addario ha detto che se non fosse stata costretta dalle pressioni del suo avvocato e della Procura non avrebbe mai usato quelle registrazioni contro il Cavaliere: «Quelle 'prove' le ho tenute per nove mesi, avrei potuto usarle prima. Mi rendo conto soltanto adesso che costringermi a consegnarle mettendomi paura, è stata un'azione a mio danno. Per questo vorrei parlare al presidente», ha affermato.
Per dirgli? «La verità. Cioè che lui ha ragione quando dice che certi magistrati lo perseguono ingiustamente e lo colpiscono nella vita privata solo per cancellarlo dalla scena politica», ha risposto la donna, accusando il suo avvocato di averla «obbligata» a rendere pubblica la storia della notte passata a palazzo Grazioli con Berlusconi.
E ancora: «L'idea di rendere pubblici i miei due incontri con Berlusconi e di consegnare i nastri ai magistrati non è stata mia. Non l'ho mai nemmeno pensato e non l'avrei fatto se non mi avessero messo paura. Tentai di ribellarmi ma fu inutile. Fu il mio avvocato, Maria Pia Vigilante a dire che dovevo consegnare quel materiale per difendere la mia vita, sosteneva che dovevo farlo per proteggere mia madre e mia figlia».
La smentita dell'avvocato
(© La Presse) Patrizia D'Addario.
Ma a poche ore dalla pubblicazione dell'intervista, il legale, Maria Pia Vigilante, ha smentito «categoricamente» le dichiarazioni della sua assistita ribadendo che «come peraltro dichiarato da lei stessa in più occasioni, la scelta di rendere pubblica la vicenda fu sua ed io mi sono limitata ad assisterla, come era mio dovere professionale».
Secondo il racconto della D'Addario, poi, perfino diversi passaggi del libro da lei firmato insieme con Maddalena Tulanti sarebbero stati corretti «di notte, a mia insaputa».
«NON SONO UNA ESCORT». E infine: «Era stato il mio avvocato a dirmi di raccontare alla stampa che sono una escort». Ma, in realtà, quel mestiere «non lo esercito e non l'ho mai esercitato». Dunque Berlusconi «non poteva essere al corrente di questo lavoro». Quanto alla notte d'amore a palazzo Grazioli, «non ricevetti denaro dal presidente», ha concluso D'Addario.
CICCHITTO: «MACCHINAZIONE CONTRO BERLUSCONI». Le dichiarazioni della signora hanno immediatamente scatenato le reazioni del Popolo della libertà (Pdl), con Fabrizio Cicchitto, capogruppo azzurro alla Camera, che ha avanzato l'ipotesi della macchinazione contro Berlusconi: «Se quello che racconta Patrizia D'Addario è vero, è allora evidente che c'è stata una macchinazione intorno al premier. Quello che viene raccontato su Libero è molto inquietante. D'altra parte D'Alema, che notoriamente gode di grandi capacità divinatorie parlò in anticipo di 'scossa'».
Sabato, 16 Luglio 2011
