Depressione totale.
Dopo la vittoria con il Catania la Reggina ha inanellato 5 sconfitte e due pareggi. Qualsiasi società di fronte a questa debacle avrebbe preso una decisione drastica ma soprattutto avrebbe messo un po' di pepe nel sedere a tutti ma soprattutto all'allenatore. La società Reggina ha invece pensato bene di confermare Agenore per non dare alibi ai giocatori e per dimostrare al gruppo che non è il caso di vaccheggiare per far cambiar la guida tecnica che non sembra tanto amata. Ieri mi ha colpito il modo anomalo di esultanza dell'allenatore. Mentre i giocatori si abbracciavano con grande entusiasmo Maurizi accennava un gesto di gioia contenuta nei cf del marcatore che gli alzava la mano giusto per educazione.
Dopo la vittoria sul Catania si è instaurato un senso di precoce appagamento. Si sentivano quasi tutti ormai tranquilli che l'operazione salvezza sarebbe stata una passeggiata. Basile intanto continuava a dare tempo ai due "gioielli" di decidere il rinnovo perdendo forse l'ultimo treno e bianchimano inorgoglito dai suoi gol tornava, in modo infantile, dimostrando svogliatezza e scalzo, a pensare al suo futuro lontano da Reggio in squadre di serie superiore. Salivano intanto le quotazioni di marino, neo enfant prodige dopo il gol al fondi, e molti altri erano convinti di poter pensare individualmente al proprio futuro mettendosi in modalità "andatura da crociera" compreso Agenore che si sentiva il nuovo Mou della serie C dopo anni di clamorosi flop. Ci pensava anche Praticò a rovinare ulteriormente l'ambiente con le sue cadenzate e inopportune dichiarazioni sulle difficoltà economiche della società. Insomma dopo aver preso posto nella griglia play-off tutte le competenti di questo circo iniziavano a disinteressarsi del presente e del futuro impegno e veniva pian piano a mancare quella rabbia e quella voglia di far risultato che erano il combustibile dei primi due mesi. Certo l'assenza di una figura-collante tra la società e la squadra (come rilevato da Giusva) ed il procrastinarsi dell'incertezza contrattuale dei pezzi pregiati (il contratto andava definito durante l'anno scorso o al max entro giugno) davano ancora maggiore incertezza allorquando si cominciava a perdere prima con il Siracusa poi a Lecce dopo essere stati due gol avanti ed ancor di più con le due ultime fino a ieri con l'ennesima rimonta subita a Castellammare contro una squadra scarsa davanti a 45 paganti. Il Mou di Colleferro intanto continua a sbarellare con scelte scellerate con decisioni tecniche indecifrabili, Basile continua a fare il pompiere e Praticò l'incendiario.
Ma che situazione è mai questa? Questa società ha capito che sta dando un'impressione di sè squallida e scarsamente professionale?
E riferendomi a Porcino, De Francesco e Bianchimano.... Avete capito che state anche voi contribuendo al default di questa società con i vostri atteggiamenti infantili e poco chiari comunque alimentati dalla scarsa capacità di una società di dilettanti? Mettiamoci pure che la curva si è ritirata a dimostrazione che questa società è unica anche in questo... e lo scenario disastroso è servito. Bisogna dare una svolta a questo campionato. Forse le retrocessioni sono già annunciate (akragas, abbiamo anche perso....,per problemi societari e Catanzaro per calcioscommesse) ma bisogna tornare in carreggiata prendendo decisioni drastiche e professionali.
Datevi una svegliata perché avete rotto le palle tutti!
Svoltare!!
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Il problema di questa squadra è proprio l’impostazione che la società si è data a livello di scelte aziendali.
Darsi una politica del vivi alla giornata, anzi del sopavvivi alla giornata, produce purtroppo questi risultati.
Non esiste il gruppo perché appunto ognuno gioca in maniera individuale: chi per essere ceduto a qualche squadra più organizzata a livello societario e con ambizioni maggiori rispetto all’attuale Reggina, chi per procurarsi un contratto il prossimo anno, visto che sono tutti precari e quindi nessuno sente l’orgoglio di vestire una maglia importante, ormai solo per noi tifosi nostalgici.
Non sentirsi parte di un progetto a lungo termine determina questa imbarazzante situazione: ognuno pensa per sé, giustamente, e la società che paga il minimo sindacale che poi gli viene rimborsato o dalla Lega o dagli eventuali premi che le società più quotate versano per la valorizzazione.
E’ una filosofia che in una piazza esigente come quella di Reggio Calabria non paga, anzi diventa addirittura deleteria.
Chisti Simu
Darsi una politica del vivi alla giornata, anzi del sopavvivi alla giornata, produce purtroppo questi risultati.
Non esiste il gruppo perché appunto ognuno gioca in maniera individuale: chi per essere ceduto a qualche squadra più organizzata a livello societario e con ambizioni maggiori rispetto all’attuale Reggina, chi per procurarsi un contratto il prossimo anno, visto che sono tutti precari e quindi nessuno sente l’orgoglio di vestire una maglia importante, ormai solo per noi tifosi nostalgici.
Non sentirsi parte di un progetto a lungo termine determina questa imbarazzante situazione: ognuno pensa per sé, giustamente, e la società che paga il minimo sindacale che poi gli viene rimborsato o dalla Lega o dagli eventuali premi che le società più quotate versano per la valorizzazione.
E’ una filosofia che in una piazza esigente come quella di Reggio Calabria non paga, anzi diventa addirittura deleteria.
Chisti Simu

S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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A questo punto un serio esame della situazione andrebbe fatto da parte della società.
Se essa crede che possa bastare per salvarsi il solo pagamento degli stipendi alla loro scadenza, allora siamo messi veramente male. Si rischia lo stesso la categoria senza possibilità di un eventuale futuro ripescaggio.
Se crede che Basile abbia costruito male la squadra, allora dovrebbe cacciarlo, se al contrario è Maurizi quello che non sa far fruttare le scelte tecniche effettuate questa estate, la responsabilità è di quest’ultimo.
A quanto pare però, tutte le scelte nel loro complesso sono da addebitarsi in capo alla stessa società che non sa più che pesci pigliare o, peggio, a che Santo votarsi.
Una cosa è sicura: vista la difficilissima situazione in cui si è cacciata, che pare senza soluzioni, è riuscita a ingenerare anche nei tifosi più fedeli e razionali una tale confusione che non si sa più cosa pensare, se non male.
Se essa crede che possa bastare per salvarsi il solo pagamento degli stipendi alla loro scadenza, allora siamo messi veramente male. Si rischia lo stesso la categoria senza possibilità di un eventuale futuro ripescaggio.
Se crede che Basile abbia costruito male la squadra, allora dovrebbe cacciarlo, se al contrario è Maurizi quello che non sa far fruttare le scelte tecniche effettuate questa estate, la responsabilità è di quest’ultimo.
A quanto pare però, tutte le scelte nel loro complesso sono da addebitarsi in capo alla stessa società che non sa più che pesci pigliare o, peggio, a che Santo votarsi.
Una cosa è sicura: vista la difficilissima situazione in cui si è cacciata, che pare senza soluzioni, è riuscita a ingenerare anche nei tifosi più fedeli e razionali una tale confusione che non si sa più cosa pensare, se non male.
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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Tutto questo era ovvio che succedesse, voglio dire, se lo avevo previsto io sin dall'inizio e insieme a me altri 1000 che non fanno questo mestiere vuol dire che a livello societario o "ci sono" o "ci fanno" nel senso che o sono TOTALMENTE incompetenti o vogliono la D addossando le responsabilità alla squadra. Come hai detto una politica suicida in una piazza come Reggio in ogni caso.Lillo sei uno ha scritto:Il problema di questa squadra è proprio l’impostazione che la società si è data a livello di scelte aziendali.
Darsi una politica del vivi alla giornata, anzi del sopavvivi alla giornata, produce purtroppo questi risultati.
Non esiste il gruppo perché appunto ognuno gioca in maniera individuale: chi per essere ceduto a qualche squadra più organizzata a livello societario e con ambizioni maggiori rispetto all’attuale Reggina, chi per procurarsi un contratto il prossimo anno, visto che sono tutti precari e quindi nessuno sente l’orgoglio di vestire una maglia importante, ormai solo per noi tifosi nostalgici.
Non sentirsi parte di un progetto a lungo termine determina questa imbarazzante situazione: ognuno pensa per sé, giustamente, e la società che paga il minimo sindacale che poi gli viene rimborsato o dalla Lega o dagli eventuali premi che le società più quotate versano per la valorizzazione.
E’ una filosofia che in una piazza esigente come quella di Reggio Calabria non paga, anzi diventa addirittura deleteria.
Chisti Simu
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!