Rubrica cinematografica: oggi ho visto...

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spiny79
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grande Fabio! :yaho:
Catona-O.ME.CA
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Avete visto il film di Munzi girato ad Africo e tratto dall'omonimo romanzo di Criaco? A me è piaciuto perché non si tratta di una storia banale e, soprattutto, perché non traspare quel fascino torbido che spesso si può cogliere nelle storie di malavita. Ho apprezzato tantissimo anche il paesaggio e l'ambientazione. Inoltre ho avuto l'opportunità di ascoltare in sala le parole del regista e si è capito che è davvero affascinato dall'Aspromonte. Cosa ne pensate voi? :salut
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onlyamaranto
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Concordo, anch'io l'ho visto alla prima con regista, attori e autore del libro,
il film è un c a p o l a v o r o , un film dai toni cupi ma profondamente rispettoso della capacità di riscatto dei territori in cui è ambientato, non è un banale film didascalico sulla ndrangheta con le solite cose che tutti sappiamo,
è un film che mi ricorda una tragedia greca per profondità della storia e dei personaggi, davvero bellissimo.

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Film che mette in evidenza il contrasto tra due mondi totalmente diversi ma uniti dalla stessa matrice.
- quello opulento delle metropoli dove vivono i ben mimetizzati colletti bianchi e quello arcaico ancora esistente in dei paeselli dimenticati da Dio e dall’uomo-
dove è il secondo a prevalere sul primo.
Veramente ben fatto.
Il finale (non lo racconto per non rovinar la “festa” a chi ancora non l’ha visto)
è di una drammaticità spaventosa.
Da vedere... E subito dopo “tirare” un grosso sospiro di sollievo.
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Catona-O.ME.CA
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Concordo sul fatto che il finale sia veramente drammatico, ma quanto verosimile? O meglio, credi che sia veramente un episodio che possa maturare in un contesto come quello? E con contesto mi riferisco sia alla situazione del momento che all'importanza dei legami familiari nella 'ndrangheta.
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onlyamaranto
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Catona-O.ME.CA ha scritto:Concordo sul fatto che il finale sia veramente drammatico, ma quanto verosimile? O meglio, credi che sia veramente un episodio che possa maturare in un contesto come quello? E con contesto mi riferisco sia alla situazione del momento che all'importanza dei legami familiari nella 'ndrangheta.
A mio parere, quel finale non deve per niente essere verosimile, proprio perchè il film non è un film didascalico sulla ndrangheta;
proprio perchè è un finale "strano", a sorpresa, il film ne riceve una spinta potentissima, un'apertura mentale e un segno di speranza bellissimo, è un finale che per me è rivoluzionario, come dicevo prima da tragedia greca nel senso più nobile e antico del termine.

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Catona-O.ME.CA ha scritto:Concordo sul fatto che il finale sia veramente drammatico, ma quanto verosimile? O meglio, credi che sia veramente un episodio che possa maturare in un contesto come quello? E con contesto mi riferisco sia alla situazione del momento che all'importanza dei legami familiari nella 'ndrangheta.

Se lo si legge nel senso che se uno o più componenti di quelle famiglie, volendo, può o non può sganciarsi da quel "mondo"
(arcaico l'avevo prima definito), credo di si.
Il metodo, invece no.
D'altronde è solo un film, lo stesso che stiamo scrivendo noi. :wink
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onlyamaranto ha scritto:
Catona-O.ME.CA ha scritto:Concordo sul fatto che il finale sia veramente drammatico, ma quanto verosimile? O meglio, credi che sia veramente un episodio che possa maturare in un contesto come quello? E con contesto mi riferisco sia alla situazione del momento che all'importanza dei legami familiari nella 'ndrangheta.
A mio parere, quel finale non deve per niente essere verosimile, proprio perchè il film non è un film didascalico sulla ndrangheta;
proprio perchè è un finale "strano", a sorpresa, il film ne riceve una spinta potentissima, un'apertura mentale e un segno di speranza bellissimo, è un finale che per me è rivoluzionario, come dicevo prima da tragedia greca nel senso più nobile e antico del termine.
Il segnale ha una duplice lettura a mio avviso Only.
Uno, il positivo, è quello di cui accennavo poco sopra.
L'altro, il negativo, è che la 'ndrangheta, nel film rappresentata dalla famiglia Barreca, vince.
Ossia, il bene, rappresentato dalla speranza che un giorno questo "fenomeno" di grandezza mondiale possa essere estirpato, soccombe.
:salut
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Lixia
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Catona-O.ME.CA ha scritto:Avete visto il film di Munzi girato ad Africo e tratto dall'omonimo romanzo di Criaco? A me è piaciuto perché non si tratta di una storia banale e, soprattutto, perché non traspare quel fascino torbido che spesso si può cogliere nelle storie di malavita. Ho apprezzato tantissimo anche il paesaggio e l'ambientazione. Inoltre ho avuto l'opportunità di ascoltare in sala le parole del regista e si è capito che è davvero affascinato dall'Aspromonte. Cosa ne pensate voi? :salut

Il film non l' ho visto ma ho letto il Libro... stupendo!
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

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Inizialmente mi sono detta una storia di mare ufff... poi sembra un pò stile cast away ma in realtà il protagonista non strippa.... bello, avvincente, la morale è che l'importante non è vincere ma partecipare
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carolus
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Giorni fa alla TV, mi pare sulla rete "IRIS", in occasione del 4 novembre, ricorrenza della vittoria nella Grande Guerra 15/18, ho visto il film di Dino Risi "Uomini contro", tratto dal libro autobiografico, "Un anno sull'Altipiano" di Emilio Lussu, uomo politico, scrittore, fondatore del Partito Sardo d'Azione e poi di Giustizia e Libertà, approdato in fine al Partito socialista, deputato, ministro e senatore. Il film è ritenuto un capolavoro ed invero Dino Risi è un grande regista, come pure Gian Maria Volontè, cooprotagonista, è un bravo attore. A me però non è piaciuto perché questo film tradisce completamente il capolavoro di Lussu, a ragione ritenuto il più bel libro sulla Grande Guerra, il quale, interventista, non ripudia la guerra, ne comprende la necessità per l'Unità della Patria, anche se è, sempre a ragione, fortemente critico su certi tipi di ufficiali di alto grado, strateghi ottusi, o di carriera. Risi trasforma quello che era un onesto ufficiale di complemento, impiegato al Ministero nella vita civile, in un esagitato socialista che invita alla ribellione i soldati da attuarsi al momento opportuno. Un falso totale. Il registra, per rendere più drammatico il racconto, nella finzione scenica fa fucilare Lussu per insubordinazione. Altro falso E rende difficile far capire come Lussu, fucilato nel 1916, riuscì poi a scrivere nel 1936 il suo capolavoro. Il film a questo punto si inquadra nel disfattismo insito in ogni vera coscienza di sinistra, nemica "a Dio ed alli nimici sui". troppo spesso antinazionale ed anti patriottica.
Carolus
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