Dismessi i panni del tifoso e sbollita un po’ di rabbia, come annunciato è giunta l’ora di tirare, sintetizzando, le somme della stagione appena conclusa.
Non posso non incominciare dalla nostra amata.
Ferrari che, fin da quando ha emesso i primi vagiti (test) ha palesato il suo essere terza, e volte quarta, forza del lotto dei partecipanti.
Dalla sua ha avuto solo la robustezza che ci ha permesso di arrivare laddove, sempre all’inizio del Campionato, nessuno avrebbe scommesso un cent. (giocarsela all’ultima gara)
Questa incapacità d’azzeccare un progetto vincente è una striscia lunga già cinque anni che, puta caso, coincide con l’era dell’attuale management tecnico e che si protrarrà anche l’anno prossimo.
Pessimista si dirà?
Forse si, ma a parità di regole, (generalmente mischiano le carte in tavola e cambieranno nel 2014) mi riesce difficile pensare che le attuali gerarchie possano in un sol colpo sovvertirsi e, prepariamoci, ci toccherà sentire il solito refrain di Domenicali che, nascondendoci il fatto che i nostri competitors li fanno all’inizio, dopo le prime due gare dirà:
"La vera Ferrari si vedrà in estate” per poi ripetere: “I conti si faranno alla fine”.
Sostanzialmente è lui il vero l’artefice degli attuali disastri che, in quanto tale e pena l’allungamento a dismisura della striscia negativa, insieme a buona parte del nucleo dei progettisti, a mio parere deve essere rimosso il prima possibile.
Red Bull.
Dopo un inizio balbettante ha reagito alla grande tornando a essere la macchina vincente che le ha permesso di vincere il suo terzo campionato costruttori degli ultimi sei anni che, puta caso, coincidono con l’ingresso in squadra di un genio che da vent’anni segna le sorti di questo sport. Adrian Newey .
McLaren.
Se andiamo a guardare le prestazioni fornite complessivamente, è stata la vettura più performante del lotto e unica capace di battere la Red Bull in condizioni normali.
Di fatto ha letteralmente buttato nel water un campionato (per non dire due) solo per insipienza dei box e, come la Red Bull, qualche problema di affidabilità non risolto.
Basta pensare a quanto successo a Singapore, Abu Dabi, Interlagos, Spa, e Valencia (ci metto pure quello) e a tutte le sciocchezze commesse ad ogni GP (o quasi) nei pit stop, e la conclusione non può che essere che quella. Ergo, uso intensivo di quel vaso sanitario.
Capitolo Piloti:
Vettel
Il suo terzo campionato, oltre a rimuovere alcune riserve sulle sue capacità di combattente e di tenuta psicologica, se l’è meritato tutto.
E’ vero che Adrian gli ha messo un missile sotto il culo, ma credo sia sufficiente andare a rivedersi le ultime due gare e le performance del suo compagno per trovare conferma.
Un GRANDE.
Alonso
Che aggiungere a quello che abbiamo visto e scritto?
A lui, e solo a lui, dobbiamo essere grati per averci regalato l’emozione prospettica di potersela giocare fino in fondo pur avendo tra le mani la quarta (anche la Force India era più veloce) macchina del lotto.
Strepitosamente MIRACOLOSO, ecco.
Hamilton
Per colpe non sue è uscito troppo presto dalla lotta al titolo.
Titolo che a mio avviso meritava sol perché in tanti anni che seguo questo sport non ricordo nessuno sfigato come lui quest’anno.
Non è che prima mi stesse antipatico, ma trovo che quanto successogli in questo campionato è qualcosa che va a compensare abbondantemente le botte di deretano degli anni precedenti e… me lo rende ancor di più.
Rimane, anche se in prospettiva il suo passaggio alla Mercedes non credo sia foriero di grandi risultati.
Il MIGLIORE.