reggina D-I ha scritto:
E' lo stesso discorso che mi ha fatto litigare con mia moglie che la vede esattamente come te... e non è che sia un'eresia quello che dici ed è pure difficile darti torto... ma c'è un'altra visuale che è quella di una gestione societaria che deve guardare al complessivo e a quello che le può permettere di sopravvivere
In linea teorica (sperando di essere quanto meno letto e non mi riferisco a te) Foti, sapendo meglio di chiunque altro come stanno le cose avrebbe dovuto agire, se avesse solo guardato il bilancio in modo opposto: non prendere nessuno (ma nessuno nessuno) se non avesse ceduto gli esuberi. Ci riusciva? bene: solo in quel momento avrebbe dovuto cominciare a pensare alla campagna acquisti. O c'è anche un'altra ipotesi: allargare la platea dei cedibili a tutti (dico proprio a tutti) e vendere se del caso anche sottoprezzo (qualche introito, riduzione del monte contratti). Dopo, con il rimanente, costruire una squadra
Io la vedo così: se Foti l'avesse vista solo da imprenditore ora saremmo con una società a posto ma non ci sarebbe nemeno la B perchè quello che ho detto prima lo doveva già fare appena sceso. Ma, siccome una squadra di calcio non la si può vedere solo così ed è pur sempre in piccolo o in grande rappresentativa di una città, ecco che lui gli acquisti li ha fatti quasi tutti subito (il solo Bergamelli se non ricordo male si è aggregato in ritardo) sperando poi di "aggiustare" con il proseguio del mercato.
Non ci è riuscito e questo mi ha già fatto esprimere in senso negativo sul mercato ma in ogni caso qualcosa deve fare per aggiustare. Solidarietà? Ci mancherebbe anche se non si ratta di gente che campa a 1000 euri al mese, ma come nel citato lui ha delle prerogative e le deve esercitare proprio per la società! Perchè se non lo fa mette a rischio tutto il sistema che, antipatico e meno, è ancora in grado di farci vedere il secondo campionato italiano.
Ora questa situazione mette comunque al riparo la squadra e la possibilità di giocare un buon campionato ma crea difficoltà nella gestione. E se vogliamo non solo per la colpa del padrone ma, anche, per tutti i rifiuti a raffica (è un diritto esercitato a scanso di equivoci) arrivati alle proposte di trasferimento. Non dimentichiamo che Bonazzoli lo avrebbe anche ceduto senza oneri pur di liberarsi di quel contratto.
Di contratti attuali però, permettimi, credo ci sia solo quello di Marino A, mentre tutto il resto come vicinanza è stato fatto ai tempi del primo anno di B (i tempi tanto per intenderci dei Volpi, Buscè, Cacia, Pagano, Brianza, ecc ecc) compreso Castiglia al quale il contratto (anche qua memoria mia aiutami) è stato fatto quando ancora si era in serie A
Innanzitutto, ritieniti coniugalmente fortunato: io ci parlo solo di tende.
Proseguendo. Leggendo la Tua idea di gestione di una società di calcio ho avuto l'impulso inconscio di frugare nelle tasche per cercare qualche spicciolo da destinare alla causa.
Avrai capito che la vedo molto diversamente: in particolare, non condivido le due strade gestionali che disegni. Il regime adottato (viene da chiedersi se i calciatori "buoni" possano rivolgere la parola ai "cattivi" in orari extra-allenamento, attipu scola) non ha convinto praticamente nessun "esuberante" a fare le valigie, né a ravvedersi sulla via del Sant'Agata (almeno per ora) sulle pretese contrattuali. Bonazzoli magari verrà reintegrato, qualcuno riuscirà a fruire di appendici di mercato, ma per tanti altri la prospettiva sembra essere quella di un anno di tribuna: figuriamoci che risultati avrebbe ottenuto facendoli allenare in prima squadra ad orari umani, senza lo spauracchio dei nuovi acquisti più "a buon mercato". Insomma, credo sia solo una questione di strategia, e che la rappresentatività geografica c'entri poco.
Sulla solidarietà, non ne farei un discorso prettamente economico: è chiaro che mi preoccupa maggiormente la situazione sul Sulcis, ma non dimentichiamo che dietro ogni cognome e numero di maglia ci sono ragazzi, famiglie, futuri, anche ambizioni e sogni.
Se questi calciatori rifiutano varie possibilità di trasferimento, preferendo continuare a vivere ai margini di una squadra di calcio, con la prospettiva concreta di un anno di inattività, è perché questi trasferimenti sono per loro poco vantaggiosi (ricordiamo che giocano a calcio per mestiere) dal punto di vista economico e/o sportivo.
La verità è che, se sei
costretto a vendere più calciatori, da te contrattualizzati (anche in tempi recenti - è proprio questione di metodo: non dimentichiamo che Tedesco è arrivato a gennaio del primo anno di B, quando già lottavamo per salvarci, e solo 6 mesi dopo s'è trovato in questa situazione), per rientrare nei costi, significa che hai fatto delle scelte sbagliate. Che, se questa cosa ti capita spesso (diciamo, ogni anno), significa che fai spesso scelte sbagliate. Che, se fai spesso delle scelte sbagliate, significa che non sei (più?) bravo a gestire una squadra di calcio.
Qualora, invece, non si parli di costrizione, significa che 'll'hai a viziu.
In entrambi i casi, è sacrosanto che la gente si rompa i coglioni.