Elezioni Milano: Pisapia vs. Moratti

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mubald

OronzoPugliese ha scritto:Immagine


:yaho:
Sai che cosa mi fai pensare?Al tormentone creato dalle dichiarazioni di Matilde Ciccia,che oltretutto e' una mia amica ,sulla colpa di Pisapia di non averla difesa in una causa di separazione ma che si fa la campagna elettorale con la Moratti e Lupi.Ma vi rendete conto che una delle mie migliori amiche e' berlusconiana di ferro mentre io lo sono anti di ferro?Comunque e' nato il tormentone per cui qualsiasi cosa accade...colpa di Pisapia
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peas!
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ERIK LARSSON © ha scritto:Io sono un elettore milanese da circa 4 anni.

HO VOTATO LETIZIA MORATTI, non voglio che con Pisapia Milano si trasformi in un paradiso per zingari.
"Non mi sorprende, lo sai..." :fifi:
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stefano ha scritto:...e per l'ennesima volta il TG1 delle 20 parte con un comizietto di Berlusconi...
http://www.asca.it/news-ELEZIONI__MINZO ... -ORA-.html

:lol: :lol: :lol:
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mubald ha scritto: Sai che cosa mi fai pensare?Al tormentone creato dalle dichiarazioni di Matilde Ciccia,che oltretutto e' una mia amica ,sulla colpa di Pisapia di non averla difesa in una causa di separazione ma che si fa la campagna elettorale con la Moratti e Lupi.Ma vi rendete conto che una delle mie migliori amiche e' berlusconiana di ferro mentre io lo sono anti di ferro?Comunque e' nato il tormentone per cui qualsiasi cosa accade...colpa di Pisapia
Da non perdere anche l'uscita di Red Ronnie.
UnVeroTifoso
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Il mullah Borghezio

Ieri Mario Borghezio, uno degli araldi della coalizione dei moderati di Milano, ha pesato al solito le parole: “Al Qaeda e lo stesso Al Zawahiri sarebbero felicissimi se Pisapia diventasse sindaco, così oltre che Zingaropoli la città diventerebbe Leoncavallopoli, con violenze no global contro leghisti e industriali”.

Fa parecchio caldo in questi giorni: Umberto Bossi, domenica nella popolare via Farini - come ha raccontato Rodolfo Sala su Repubblica – non solo ha rivolto una sonora pernacchia alla Alvaro Vitali a Formigoni, ma ha detto “vieni che ti mandiamo all’ospedale” a un contestatore e “noi vinceremo, pezzo di merda” a un giornalista che aveva osato fargli una semplice domanda.

Mario Borghezio, 63 anni, l’europarlamentare della Lega che ramazzerebbe via zingari, rom e prostitute, “sciò! sciò!”, due anni fa parlando con Alessandro Trocino del Corriere, ricordò così la sua prima volta con una “bella di notte purtroppo non più giovanissima”: era in via Sant’Ottavio, nel centro storico di Torino. “Il prezzo era modico, duemila lire, ma condizioni piuttosto precarie, ricordo la bacinella e il gigantesco sapone di marsiglia con cui si lavava. Quando sento quell’odore mi torna in mente quella spensieratezza, quella follia”.

Ora Borghezio è un padano pragmatico. Risolve situazioni complicatissime con una sola cattivissima battuta. Quando disse che “l’Abruzzo è un peso morto per noi, come tutto il Sud”, perfino Bruno Vespa ebbe un moto di sincera indignazione. E a proposito di Napoli invasa dai rifiuti: “Fa schifo, buttiamola!”. La festa dell’Unità d’Italia invece lo ha gettato in un mare di prostrazione: “Fu voluta dai mafiosi!” Fosse stato per lui sarebbe andato a “fucilare il cadavere di Garibaldi non certo a celebrarlo” come disse a Klaus Condicio il 21 febbraio.

La politica italiana questo è diventata: una gigantesca guerra di rutti e di pernacchie. A dominare la campagna di Milano – una grande capitale europea – sono soprattutto le parole d’ordine della Lega, che Silvio Berlusconi ripete inconsapevolmente a pappagallo.

A destra lo celebrano come un intellettuale raffinato. Il Foglio, nell’ottobre 2007, dedicò un’intera pagina a Borghezio per descriverne la passione per le vecchie carte e i libri rari: un insaziabile bibliofilo che s’aggira tra le bouquiniste sui Quai della Senna e ogni tanto fa il gesto dell’ombrello a zingari e musulmani, atteggiandosi in fondo a quei mullah che dice di combattere.

http://vecchio.blogautore.repubblica.it/?ref=HREA-1
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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mubald ha scritto:
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:yaho:
Sai che cosa mi fai pensare?Al tormentone creato dalle dichiarazioni di Matilde Ciccia,che oltretutto e' una mia amica ,sulla colpa di Pisapia di non averla difesa in una causa di separazione ma che si fa la campagna elettorale con la Moratti e Lupi.Ma vi rendete conto che una delle mie migliori amiche e' berlusconiana di ferro mentre io lo sono anti di ferro?Comunque e' nato il tormentone per cui qualsiasi cosa accade...colpa di Pisapia


ma una vacanza all'estero con Matilde no? :mrgreen:
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
mubald

Mariotta ha scritto:
mubald ha scritto:
OronzoPugliese ha scritto:Immagine


:yaho:
Sai che cosa mi fai pensare?Al tormentone creato dalle dichiarazioni di Matilde Ciccia,che oltretutto e' una mia amica ,sulla colpa di Pisapia di non averla difesa in una causa di separazione ma che si fa la campagna elettorale con la Moratti e Lupi.Ma vi rendete conto che una delle mie migliori amiche e' berlusconiana di ferro mentre io lo sono anti di ferro?Comunque e' nato il tormentone per cui qualsiasi cosa accade...colpa di Pisapia


ma una vacanza all'estero con Matilde no? :mrgreen:

Siamo troppo amici e su questa vicenda litighiamo in continuazione quindi non mi conviene.Poi,e' ancora una bella donna rapportata agli anni ma ne ha comunque 59 (oddio io 52 ,non tantissimi di meno) e comunque,al di la' delle differenti idee,in quel campo non sono il suo tipo.Certo,da ragazza,era un autentico schianto
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UnVeroTifoso ha scritto:Il mullah Borghezio

Mario Borghezio, 63 anni, l’europarlamentare della Lega che ramazzerebbe via zingari, rom e prostitute, “sciò! sciò!”, due anni fa parlando con Alessandro Trocino del Corriere, ricordò così la sua prima volta con una “bella di notte purtroppo non più giovanissima”: era in via Sant’Ottavio, nel centro storico di Torino. “Il prezzo era modico, duemila lire, ma condizioni piuttosto precarie, ricordo la bacinella e il gigantesco sapone di marsiglia con cui si lavava. Quando sento quell’odore mi torna in mente quella spensieratezza, quella follia”.

http://vecchio.blogautore.repubblica.it/?ref=HREA-1

adesso capisco... si sarà beccato la sifilide cerebrale...
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http://www.diredonna.it/falsi-rom-e-dro ... 40185.html

continuano a fare "politica".

e c'è chi, ancora, non si vergogna.
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più moschee ci sono più c'è possibilità di tenerli sotto controllo, ecco perchè oggi milano ne ha tante, il centro destra ha governato bene :mrgreen:
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noel81
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Ma no! Ma perchè costruire moschee quando possono tranquillamente ostruire i marciapiedi di viale Jenner? :D

Scopelliti a Reggio ha fatto benissimo a sistemare gli zingari: una volta che hanno un domicilio l'integrazione è più facile. Se li tratti come un pacco postale restano ghettizzati e il pericolo della criminalità rimane. E' proprio facendoli uscire dal guscio che possono cambiare.
Ad ogni modo, i rom ci sono, sono italiani e possono stare in Italia. Non vederli o volerli spostare nel comune vicino è patetico e non si può fare. E' la mentalità del "basta che non stiano vicino a me". Così non si risolvono i problemi, ma si aumentano.

E del resto anche noi meridionali quando siamo venuti su non siamo subito stati ben accetti. Forse parlo così perchè io HO avuto problemi d'integrazione e capisco meglio chi li ha e non parte necessariamente favorito.

Ora pur di avere un voto persino la lega ci chiama "italiani", figuriamoci...
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ERIK LARSSON ©
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peas! ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:Io sono un elettore milanese da circa 4 anni.

HO VOTATO LETIZIA MORATTI, non voglio che con Pisapia Milano si trasformi in un paradiso per zingari.
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Peccato, era un mio obiettivo. Ci sono rimasto male.
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la peggiore campagna elettorale di sempre....non trovo un motivo decente (apparte dei favori personali) x cui una persona dovrebbe votare berlusconi a milano....xkè la campagna l'ha fatta lui e non la moratti...nn ho altre parole che VERGOGNA ! VERGOGNA !
PIU' VIVO PIU' TI AMO ! Tu sempre tu ,canterò sempre di più !! Ho visto la reggina mi sono innamorato e non la lascerò mai più !
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Archivio cartaceo | di Vittorio Malagutti
24 maggio 2011

Condividi3135 Commenta (124) Più informazioni su: bat-casa, Gianmarco Moratti, Letizia Moratti, milano, pisapia, sindacoAltro che Bat-Casa, il vero affare
di Letizia Moratti è la sua
Milano - Una casa da sogno in pieno centro di Milano. Piscina in terrazzo e giardino pensile con tanto di orto botanico a pochi metri in linea d’aria dalle guglie del Duomo. E poi arredi opulenti, Tintoretto alle pareti e mobili di gran pregio. Il tutto per centinaia di metri quadrati disposti su più piani. Ecco la casa di Letizia Moratti, descritta da chi la frequenta. Lusso fine a se stesso, direte voi. Roba da super ricchi. Non solo. Perché questa dimora sfarzosa è diventata anche una macchina da soldi. Decine di milioni di euro che sono serviti a coprire i buchi in bilancio della Securfin, la holding controllata dal sindaco di Milano e dal marito, il petroliere Gianmarco Moratti.

Possibile? Eccome: i Moratti, una delle famiglie più ricche d’Italia, una fortuna miliardaria costruita sul marchio delle raffinerie Saras, hanno cavalcato alla grande una norma contenuta nel decreto anti-crisi varato nell’autunno di tre anni fa da Silvio Berlusconi. Una norma studiata per dare una mano ai piccoli e medi imprenditori messi alle strette dalla crisi. E invece è andata diversamente. Letizia e Gianmarco Moratti hanno rivalutato in un colpo solo di ben 55 milioni gli immobili che fanno capo alla Securfin. Tra questi anche la casa dove abitano insieme alla figlia, alla nipotina e svariati gatti e cani. L’altro figlio Gabriele si è nel frattempo dedicato a costruirsi una dimora su misura, l’ormai celebre “casa di Batman”, finendo sotto inchiesta penale per abusi edilizi.

Tutto secondo legge, invece, per Moratti mamma e papà. Con il piccolo particolare che gli aiuti pensati per dare ossigeno al sistema produttivo in crisi sono andati anche al petroliere e alla consorte. I quali, a occhio e croce, non sembrano esattamente sull’orlo del fallimento. Giusto per dare un’idea della situazione, va segnalato che Gianmarco Moratti e il fratello Massimo (il presidente dell’Inter) nel 2006 si sono spartiti quasi 2 miliardi di euro frutto del collocamento in Borsa delle azioni Saras. L’operazione si è risolta in un disastro per gli investitori, tra cui migliaia di piccoli risparmiatori che hanno visto colare a picco nel giro di poche settimane le quotazioni dei titoli. In compenso i Moratti hanno fatto il pieno di milioni. E già che c’erano, Lady Letizia e il marito hanno pensato bene di attingere agli aiuti di Stato.

È andata così. Nell’autunno del 2008 il crac della finanza mondiale colpisce pesantemente l’economia reale. I governi corrono ai ripari. E anche Roma si muove. Soldi pubblici per aiutare le aziende in crisi. Sgravi fiscali per dare una mano agli imprenditori. La retorica di governo, copyright Giulio Tremonti, descrive così l’intervento dell’esecutivo per rilanciare il sistema produttivo. C’è il bonus per invalidi e pensionati, il tetto ai mutui, nuovi fondi per scuole. Di più: a quei tempi il ministro Tremonti si dilettava con la cosiddetta Robin Hood tax, che, diceva lui, doveva servire a tagliare gli scandalosi profitti dei petrolieri. Compresi, ovviamente, anche i Moratti. La tassa inventata dal ministro di Sherwood non ha dato i frutti sperati. In compenso i padroni della Saras sono riusciti a rimettere in sesto i conti di famiglia con i soldi garantiti dal decreto anticrisi. La notizia si nasconde tra le pieghe del bilancio della Securfin, la società di Letizia Moratti e del marito Gianmarco. Nella relazione che accompagna i conti del 2008 si legge che “è stata operata la rivalutazione sugli immobili patrimoniali posseduti dalla società” così come previsto dal decreto legge 185/2008, meglio conosciuto come decreto anti-crisi. Significa che palazzi e terreni di proprietà di Securfin alla fine del 2007 erano iscritti a bilancio a costi storici, meno di 10 milioni di euro.

La norma sponsorizzata da Tremonti consente di rivalutare i beni immobili delle aziende adeguandoli ai prezzi di mercato. Il gioco è fatto, allora. Ai Moratti è bastato sfoderare la perizia ad hoc di un esperto che fissasse i valore dei loro palazzi. Ed ecco che la voce immobili si è rivalutata di ben 55 milioni. Colpo grosso, insomma. E senza pagare neppure un euro di tasse sulla rivalutazione, perché così stabilisce il decreto.

Come si spiega la manovra? Perchè mai i Moratti hanno scelto di sfruttare gli aiuti anticrisi? Semplice. Come il Fatto Quotidiano ha raccontato la settimana scorsa, la Securfin holding ha perso centinaia di milioni a causa del disastroso andamento della controllata Syntek, la società tedesca fondata nel 2000 da Letizia Moratti in persona. Nel 2008 Securfin ha chiuso il bilancio in rosso per 44 milioni, dopo aver perso 112 milioni l’anno precedente. Ecco allora a che cosa serviva la rivalutazione degli immobili. Quei 55 milioni, dedotti gli ammortamenti, sono finiti in un’apposita riserva di bilancio per 40 milioni. Una riserva prosciugata per far fronte alle perdite del 2008. Missione compiuta. Grazie a Tremonti, il ministro Robin Hood.

Da Il Fatto Quotidiano del 24 maggio 2011
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Milano, multata Letizia Moratti per occupazione abusiva degli spazi elettorali
Nel giorno dell'annunciata sanatoria sulle contravvenzioni è arrivato un verbale da 824 euro per aver tappezzato la città di manifesti sprovvisti di autorizzazioni comunali
Multato il sindaco di Milano Letizia Moratti. I vigili le hanno recapitato un verbale relativo a una sanzione emessa il 13 aprile scorso per aver affisso in Corso Sempione a Milano cartelloni pubblicitari a sfondo elettorale abusivi. La notizia – pubblicata in esclusiva da Il Fatto Quotidiano – è arrivata proprio nel giorno dell’annuncio elettorale del sindaco uscente di voler procedere a una maxi-sanatoria per le multe prese dai milanesi. Vero è che l’importo della sanzione non è certo preoccupante per chi ha speso sei milioni di euro tra manifesti, gazebo e libretti: soltanto – si fa per dire – 824 euro.

“Milano è piena di questi facciotti abusivi”, devono aver pensato quelli del suo staff prima di dare l’ordine di tappezzare la città anche fuori dagli spazi consensititi per legge. E come dare loro torto dal momento che, negli ultimi giorni, il centro e la periferia di Milano sono stati tacchinati di manifesti del Pdl che prefigurano l’invasione dei rom, degli immigrati e degli islamici. Peccato che Letizia Moratti non sia un candidato qualsiasi e che essere beccati ad attaccare manifesti “sprovvisti delle necessarie autorizzazioni comunali” è davvero il colmo per un sindaco, soprattutto se lo fa per chiedere ai cittadini di restare in carica. Un cortocircuito istituzionale, insomma. Tanto che dietro la vicenda si cela anche una volontaria auto-ironia.

Il messaggio dei cartelloni censurati dalla Polizia locale recita: “Stiamo lavorando per una Milano sempre più pulita”. Così lo slogan dei manifesti incriminati, con la Moratti che sorride compiaciuta indossando la pettorina gialla dei volontari che contribuiscono alla pulizia del verde pubblico (foto). Il verbale è nominalmente a carico di Letizia Moratti, individuato chiaramente come il committente dei cartelloni. Ma i vigili hanno dovuto notificare la sanzione al responsabile dell’affissione. E l’indirizzo messo a verbale è “Casa Letizia, via Montebello 24″. Non è un luogo qualsiasi. Si tratta di uno spazio voluto fortemente dal sindaco un anno fa come “luogo di orientamento civico aperto a tutti i cittadini”. Ma laddove doveva aprire un “centro di orientamento aperto agli immigrati, ai lavoratori disoccupati, a chi ha problemi legali e fiscali” oggi c’è evidentemente qualcos’altro: l’headquarter per la propaganda elettorale della Moratti.

ilfatto
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ERIK LARSSON © ha scritto: Peccato, era un mio obiettivo. Ci sono rimasto male.
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Per sdrammatizzare un pò questa lotta politica... :D

http://tv.repubblica.it/copertina/ballo ... ref=HREA-1
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reggino ha scritto:Milano, multata Letizia Moratti per occupazione abusiva degli spazi elettorali
Nel giorno dell'annunciata sanatoria sulle contravvenzioni è arrivato un verbale da 824 euro per aver tappezzato la città di manifesti sprovvisti di autorizzazioni comunali
Multato il sindaco di Milano Letizia Moratti. I vigili le hanno recapitato un verbale relativo a una sanzione emessa il 13 aprile scorso per aver affisso in Corso Sempione a Milano cartelloni pubblicitari a sfondo elettorale abusivi. La notizia – pubblicata in esclusiva da Il Fatto Quotidiano – è arrivata proprio nel giorno dell’annuncio elettorale del sindaco uscente di voler procedere a una maxi-sanatoria per le multe prese dai milanesi. Vero è che l’importo della sanzione non è certo preoccupante per chi ha speso sei milioni di euro tra manifesti, gazebo e libretti: soltanto – si fa per dire – 824 euro.

“Milano è piena di questi facciotti abusivi”, devono aver pensato quelli del suo staff prima di dare l’ordine di tappezzare la città anche fuori dagli spazi consensititi per legge. E come dare loro torto dal momento che, negli ultimi giorni, il centro e la periferia di Milano sono stati tacchinati di manifesti del Pdl che prefigurano l’invasione dei rom, degli immigrati e degli islamici. Peccato che Letizia Moratti non sia un candidato qualsiasi e che essere beccati ad attaccare manifesti “sprovvisti delle necessarie autorizzazioni comunali” è davvero il colmo per un sindaco, soprattutto se lo fa per chiedere ai cittadini di restare in carica. Un cortocircuito istituzionale, insomma. Tanto che dietro la vicenda si cela anche una volontaria auto-ironia.

Il messaggio dei cartelloni censurati dalla Polizia locale recita: “Stiamo lavorando per una Milano sempre più pulita”. Così lo slogan dei manifesti incriminati, con la Moratti che sorride compiaciuta indossando la pettorina gialla dei volontari che contribuiscono alla pulizia del verde pubblico (foto). Il verbale è nominalmente a carico di Letizia Moratti, individuato chiaramente come il committente dei cartelloni. Ma i vigili hanno dovuto notificare la sanzione al responsabile dell’affissione. E l’indirizzo messo a verbale è “Casa Letizia, via Montebello 24″. Non è un luogo qualsiasi. Si tratta di uno spazio voluto fortemente dal sindaco un anno fa come “luogo di orientamento civico aperto a tutti i cittadini”. Ma laddove doveva aprire un “centro di orientamento aperto agli immigrati, ai lavoratori disoccupati, a chi ha problemi legali e fiscali” oggi c’è evidentemente qualcos’altro: l’headquarter per la propaganda elettorale della Moratti.

ilfatto

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Come si dorme non è importante, come si è svegli è importante

Cit. Vadinho
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La scriteriata offensiva continua

15:30 25 MAG 2011

(AGI) - Milano, 25 mag. - Continuano a piovere allarmi dal centrodestra sugli eventi negativi che potrebbero accadere a Milano se vincesse Pisapia. Dopo zingaropoli e islamopoli oggi e' Massimo Corsaro, vicepresidente vicario del Pdl alla Camera che lancia l'allarme trans, tratta di clandestini, traffico di droga, oltre al boom di violenze sessuali sulle donne. "Se vincesse Pisapia, ci sarebbe meno controllo sulle strade e le condizioni di sicurezza e di vivibilita' della citta' peggiorerebbero immediatamente, favorendo la prostituzione trans e la tratta delle clandestine nonche' il traffico di stupefacenti - ha detto Corsaro ospite di 'KlausCondicio', il salotto tv di Klaus Davi in onda su You Tube - Pisapia, come scrive esplicitamente nel suo programma, vuole togliere tutte le funzioni di sicurezza demandate alla polizia locale e sarebbe un chiaro messaggio di un abbassamento della soglia di sicurezza". Meno vivibilita' anche per le donne secondo Corsaro. "Con Pisapia aumenterebbero i rischi di violenza per le donne - ha aggiunto - non c'e' dubbio che impedire alla polizia locale di vigilare sulla sicurezza del territorio in collaborazione con le altre forze dell'ordine favorirebbe la presenza della malavita e l'aumento di delitti". (AGI) Mi6/Car
http://www.agi.it/milano/notizie/201105 ... i_e_viados



Da notare come viene veicolato il possibile, anzi certo, aumento solo della prostituzione dei viados.
Evidentemente ritengono che, dopo quanto emerso sul conto dell'utilizzatore finale, in qualche meandro delle menti degli italiani si sia consolidata l'idea che le mignotte classiche non rappresentano più un allarme sociale.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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