"Sprechi" nella pubblica amministrazione

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rca
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doddi ha scritto:
rca ha scritto:
doddi ha scritto:
Ricambio gli auguri :beer2:

Visto che è così modificare quell'articolo della Costituzione non dovrebbe essere atto criminale, però poi obbligo di dichiarare qualsiasi cosa per chiunque con una sanzione immodificabile ed non ammorbidibile: licenziamento immediato e perdita della liquidazione.

Fosse per me, per intederci, altro che limite di utilizzo del contante , obbligherei chiunque effettua qualsiasi tipo di acquisto, caffè incluso a strisciare la tessera sanitaria, basterebbe mettere un lettore ottico accanto ad ogni registratore di cassa con scarico di tutte le transazioni a cadenze preordinate a seconda del giro d'affari. Davanti ad uno stato di delinquenti ci vuole uno stato di polizia.
Doddi caro, se non le rendi detraibili -anche in minima parte- il gioco dello strisciare la carta non vale più la candela...
Mica puoi detrarre il caffè ... per alcune spese si può fare, per tutto ciò che è fattibile vista la previsione di aumento di gettito non vedo ostacoli di sorta.
Ci vuole coraggio, è il momento del coraggio, di persone serie e credibili. Nessuno vuole e soprattutto PUO' pagare ancora anche per gli altri.
Il caffè no, ma i costi -alcuni al limite della sopravvivenza- della vita tipo spesa, vestiario, ecc?
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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Mi sa che avete le idee leggermente confuse sul sistema fiscale e la costituzione italiana.
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ERIK LARSSON © ha scritto:Mi sa che avete le idee leggermente confuse sul sistema fiscale e la costituzione italiana.
Infatti -almeno le mie e doddi, credo- sono solo ipotesi...grazie a Dio mi occupo di altro..
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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rca ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:Mi sa che avete le idee leggermente confuse sul sistema fiscale e la costituzione italiana.
Infatti -almeno le mie e doddi, credo- sono solo ipotesi...grazie a Dio mi occupo di altro..

Una altra ipotesi potrebbe essere quella di far seguire ogni cittadino italiano da un ispettore del fisco e ad esempio quando utlizza i cessi pubblici fargli pesare il quantum per farlo pagare in base al peso.
Mi sembra fattibile su una popolazione di 53 milioni di italiani, servono 53 milioni di ispettori del fisco. Cosi come mi sembra più che congruo aprire 53 milioni di conto correnti (uno a testa) e farli controllare da 53 milioni di impiegati pubblici ogni giorno.

L'unico problema che sorge è come produrre 53 milioni di persone in poco tempo. Potremmo ordinare dei robot ad esempio......
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ERIK LARSSON © ha scritto:
doddi ha scritto: Fosse per me, per intederci, altro che limite di utilizzo del contante , obbligherei chiunque effettua qualsiasi tipo di acquisto, caffè incluso a strisciare la tessera sanitaria, basterebbe mettere un lettore ottico accanto ad ogni registratore di cassa con scarico di tutte le transazioni a cadenze preordinate a seconda del giro d'affari. Davanti ad uno stato di delinquenti ci vuole uno stato di polizia.

E la ratio di tutto ciò sarebbe?
Uscite ed entrate del sistema tracciate.

Se io lavoro in nero e /o a fronte dello status di disoccupato o di uno stipendio di 2000 euro non posso strisciarne 2500 per acquisti alimentari, abbigliamento, caffè e cornetto, ecc..., ecc...
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
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doddi ha scritto: Fosse per me, per intederci, altro che limite di utilizzo del contante , obbligherei chiunque effettua qualsiasi tipo di acquisto, caffè incluso a strisciare la tessera sanitaria, basterebbe mettere un lettore ottico accanto ad ogni registratore di cassa con scarico di tutte le transazioni a cadenze preordinate a seconda del giro d'affari. Davanti ad uno stato di delinquenti ci vuole uno stato di polizia.

E la ratio di tutto ciò sarebbe?
Uscite ed entrate del sistema tracciate.

Se io lavoro in nero e /o a fronte dello status di disoccupato o di uno stipendio di 2000 euro non posso strisciarne 2500 per acquisti alimentari, abbigliamento, caffè e cornetto, ecc..., ecc...

L'Accertamento sui beni alimentari?????? Accertamento sui beni di prima necessità come pasta, pane???? Ho capito bene????

Complimenti nemmeno Mao avrebbe avuto una idea cosi geniale. E naturalmene un giudice tributario darebbe ragione all'agenzia che ha fatto l'accertamento. "Condannato per avere acquistato un chilo di caffè lavazza in più del normale".
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ERIK LARSSON © ha scritto:
rca ha scritto: Infatti -almeno le mie e doddi, credo- sono solo ipotesi...grazie a Dio mi occupo di altro..

Una altra ipotesi potrebbe essere quella di far seguire ogni cittadino italiano da un ispettore del fisco e ad esempio quando utlizza i cessi pubblici fargli pesare il quantum per farlo pagare in base al peso.
Mi sembra fattibile su una popolazione di 53 milioni di italiani, servono 53 milioni di ispettori del fisco. Cosi come mi sembra più che congruo aprire 53 milioni di conto correnti (uno a testa) e farli controllare da 53 milioni di impiegati pubblici ogni giorno.

L'unico problema che sorge è come produrre 53 milioni di persone in poco tempo. Potremmo ordinare dei robot ad esempio......
Erik capisco perfettamente e condivido ma io sono disposto a pagare quel prezzo per avere a disposizione 200 mld annui di economia "emergente", per cui se può essere una soluzione si ad uno stato di polizia per una società più civile.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
Erik capisco perfettamente e condivido ma io sono disposto a pagare quel prezzo per avere a disposizione 200 mld annui di economia "emergente", per cui se può essere una soluzione si ad uno stato di polizia per una società più civile.

Ma non credo centri la civiltà. Un sistema cosi concepito a parte l'incostituzionalità è matematicamente impossibile.

Le entrate e le uscite di un individuo funzionano per cassa, le entrate e le uscite di una azienda posso funzionare per competenza. Non riusciresti, qualora riuscissi a controllare, a dimostrare nulla.
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ERIK LARSSON © ha scritto:
doddi ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:
E la ratio di tutto ciò sarebbe?
Uscite ed entrate del sistema tracciate.

Se io lavoro in nero e /o a fronte dello status di disoccupato o di uno stipendio di 2000 euro non posso strisciarne 2500 per acquisti alimentari, abbigliamento, caffè e cornetto, ecc..., ecc...

L'Accertamento sui beni alimentari?????? Accertamento sui beni di prima necessità come pasta, pane???? Ho capito bene????

Complimenti nemmeno Mao avrebbe avuto una idea cosi geniale. E naturalmene un giudice tributario darebbe ragione all'agenzia che ha fatto l'accertamento. "Condannato per avere acquistato un chilo di caffè lavazza in più del normale".
Ma che accertamento e azzeccagarbugli in commissione, dai.
E' molto più semplice: ogni tenore di vita deve essere adeguato ai mezzi che si hanno. A meno che non c'è chi ti bonifica il conto con liberalità.
Sono cifre troppo elevate per scherzarci sù, non è più il tempo :wink
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doddi ha scritto: Ma che accertamento e azzeccagarbugli in commissione, dai.
Stai proponendo la fucilazione per direttissima, o l'apertura obbligata di un mutuo a favore dello stato col massimo degli interessi?
doddi ha scritto: E' molto più semplice: ogni tenore di vita deve essere adeguato ai mezzi che si hanno. A meno che non c'è chi ti bonifica il conto con liberalità.
Sono cifre troppo elevate per scherzarci sù, non è più il tempo :wink

Scoprirai dal 2012 che ci hanno già pensato. A proposito la tua auto che cilindrata ha ? ........
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ERIK LARSSON © ha scritto:
doddi ha scritto:
Erik capisco perfettamente e condivido ma io sono disposto a pagare quel prezzo per avere a disposizione 200 mld annui di economia "emergente", per cui se può essere una soluzione si ad uno stato di polizia per una società più civile.

Ma non credo centri la civiltà. Un sistema cosi concepito a parte l'incostituzionalità è matematicamente impossibile.

Le entrate e le uscite di un individuo funzionano per cassa, le entrate e le uscite di una azienda posso funzionare per competenza. Non riusciresti, qualora riuscissi a controllare, a dimostrare nulla.
Perchè mischi individui ed aziende?

Le aziende hanno già i loro controlli e le loro regole. Io inaspirei le sanzioni, anche là, adottando leggi modello mafia con relativi sequestri.
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ERIK LARSSON © ha scritto:
doddi ha scritto: Ma che accertamento e azzeccagarbugli in commissione, dai.
Stai proponendo la fucilazione per direttissima, o l'apertura obbligata di un mutuo a favore dello stato col massimo degli interessi?
doddi ha scritto: E' molto più semplice: ogni tenore di vita deve essere adeguato ai mezzi che si hanno. A meno che non c'è chi ti bonifica il conto con liberalità.
Sono cifre troppo elevate per scherzarci sù, non è più il tempo :wink

Scoprirai dal 2012 che ci hanno già pensato. A proposito la tua auto che cilindrata ha ? ........
Mini cooper 1600, è del 2003, non sono un "patito". E' sempre stato solo un mezzo di trasporto per me.
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doddi ha scritto: Perchè mischi individui ed aziende?

Le aziende hanno già i loro controlli e le loro regole. Io inaspirei le sanzioni, anche là, adottando leggi modello mafia con relativi sequestri.

Perchè il tuo soggetto tipo, ovvero quello a cui tu fai riferimento, ha queste caratteristiche:

Amministratoredisocietàdicapitalipossidenteprimacasasecondacasaautodilussovacanzainegittofinesettimanafuoriristoranteaperitivoconmoglieeprolealseguitoeneltempoliberoamanteacuipagacasaedalimenti.

Società del tipo in perdita sistematica......

La tua domanda è dove prende i soldi?

La mia risposta è: tranquillo dal 2012 ci hanno già pensato.
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doddi ha scritto:[Se io lavoro in nero e /o a fronte dello status di disoccupato o di uno stipendio di 2000 euro non posso strisciarne 2500 per acquisti alimentari, abbigliamento, caffè e cornetto, ecc..., ecc...


E' molto più semplice: ogni tenore di vita deve essere adeguato ai mezzi che si hanno. A meno che non c'è chi ti bonifica il conto con liberalità.
Sono cifre troppo elevate per scherzarci sù, non è più il tempo :wink
Se per ipotesi abitassi in casa popolare, a suo tempo assegnata a mia nonna deceduta, avessi un'auto di grossa cilindrata in leasing, spendessi molto in abbigliamento d'alta moda, acquisti alimentari, caffè e cornetto, ecc..ecc..ecc..., e non avessi reddito documentato, nè un euro in banca, cosa potrebbero farmi?
Nulla!! quindi, alla fine i furbetti rimarranno indenni da qualunque fastidio e/o persecuzione fiscale
Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo: poiché questo triste vecchio mondo deve prendere a prestito l'allegria, ché di guai ne ha abbastanza di propri. (Ella Wheeler Wilcox)
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lisa ha scritto:
doddi ha scritto:[Se io lavoro in nero e /o a fronte dello status di disoccupato o di uno stipendio di 2000 euro non posso strisciarne 2500 per acquisti alimentari, abbigliamento, caffè e cornetto, ecc..., ecc...


E' molto più semplice: ogni tenore di vita deve essere adeguato ai mezzi che si hanno. A meno che non c'è chi ti bonifica il conto con liberalità.
Sono cifre troppo elevate per scherzarci sù, non è più il tempo :wink
Se per ipotesi abitassi in casa popolare, a suo tempo assegnata a mia nonna deceduta, avessi un'auto di grossa cilindrata in leasing, spendessi molto in abbigliamento d'alta moda, acquisti alimentari, caffè e cornetto, ecc..ecc..ecc..., e non avessi reddito documentato, nè un euro in banca, cosa potrebbero farmi?
Nulla!! quindi, alla fine i furbetti rimarranno indenni da qualunque fastidio e/o persecuzione fiscale
Come nulla? Ragionando con la tracciabilità proposta da doddi, qualcuno prima o poi si domanderebbe da dove prendi i soldi. E' chiaro che senza nessuna tracciabilità -anche se per il leasing mi sa che tocca carta di credito o bollettino- tutti possono continuare a spendere tutto quello che hanno di sommerso.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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rca ha scritto:[Come nulla? Ragionando con la tracciabilità proposta da doddi, qualcuno prima o poi si domanderebbe da dove prendi i soldi. E' chiaro che senza nessuna tracciabilità -anche se per il leasing mi sa che tocca carta di credito o bollettino- tutti possono continuare a spendere tutto quello che hanno di sommerso.
Forse non mi sono spiegata...
non avendo nulla (la casa sarebbe dello stato, l'auto della società di leasing, ecc...ecc...ec...), l'AdE non potrebbe prendermi nulla...pensi che sarebbe possibile mettere in galera per un'evasione di poche migliaia di €? dovrebbero costruire migliaia di carceri...
proprio stamattina ho letto che i filippini quest'anno hanno mandato a casa quasi 800 milioni di €...inoltre qui hanno pagato l'affitto, hanno mangiato, si son vestiti, ecc..ecc..ecc... Pensi abbiano pagato le tasse? Pensi che lo stato italiano possa prendere loro qualcosa perchè sono evasori?
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lisa ha scritto:Forse non mi sono spiegata...
non avendo nulla (la casa sarebbe dello stato, l'auto della società di leasing, ecc...ecc...ec...), l'AdE non potrebbe prendermi nulla...pensi che sarebbe possibile mettere in galera per un'evasione di poche migliaia di €? dovrebbero costruire migliaia di carceri...
proprio stamattina ho letto che i filippini quest'anno hanno mandato a casa quasi 800 milioni di €...inoltre qui hanno pagato l'affitto, hanno mangiato, si son vestiti, ecc..ecc..ecc... Pensi abbiano pagato le tasse? Pensi che lo stato italiano possa prendere loro qualcosa perchè sono evasori?

Anche questo caso è stato esaminato dal nuovo redditometro.

Il nuovo concetto non riguarda solo la definizione di proprietà, quanto di mantenimento di un determinato bene.

Se compro una auto di grossa cilindrata in leasing, il redditometro non guarda alla proprietà della macchina, bensi al pagamento delle rate di leasing. Assegnando un coefficiente moltiplicatorio al pagamento di tali rate.
Lo stesso dicasi nel caso di immobile prima casa acquistato con mutuo. Il pagamento delle rate di mutuo dà origine ad un coefficiente moltiplicatorio per risalire al reddito reale.

Esempio:

Immobile acquistato in proprietà al 50% con mutuo euro 150.000 casa in Lombardia

Capitale rimborsato + interessi in un anno: 8.000

Valore assegnato per metà proprietà = 8.000/2 = 4.000

Coefficiente moltiplicativo (in base alla regione dove è situato l'immobile): 7

Reddito ricostruito = 4.000 X 7 = 28.000

Se la dichiarazione si discosta del 25% da 28.000 euro, per 2 anni consecutivi, scatta l'accertamento.
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lisa ha scritto:
doddi ha scritto:[Se io lavoro in nero e /o a fronte dello status di disoccupato o di uno stipendio di 2000 euro non posso strisciarne 2500 per acquisti alimentari, abbigliamento, caffè e cornetto, ecc..., ecc...


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Se per ipotesi abitassi in casa popolare, a suo tempo assegnata a mia nonna deceduta, avessi un'auto di grossa cilindrata in leasing, spendessi molto in abbigliamento d'alta moda, acquisti alimentari, caffè e cornetto, ecc..ecc..ecc..., e non avessi reddito documentato, nè un euro in banca, cosa potrebbero farmi?
Nulla!! quindi, alla fine i furbetti rimarranno indenni da qualunque fastidio e/o persecuzione fiscale
Leggi come quelle dedicate ai mafiosi con sequestro di beni ai prestatori di "nome" e beni.
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http://www.corriere.it/cronache/12_genn ... 9858.shtml

La «macchina» pubblica
Sei miliardi di euro sottratti all'Erario
La Finanza e gli accertamenti sugli statali. Il settore della sanità rimane in cima alla lista degli sprechi e delle ruberie


ROMA - In tre anni hanno provocato un «buco» nel bilancio dello Stato pari a 6 miliardi e 250 milioni di euro, quasi un terzo della manovra da 20 miliardi già varata dal governo di Mario Monti per il 2012. Sono i dipendenti pubblici accusati di danno erariale, dopo essere finiti sotto inchiesta per reati che vanno dalla corruzione alla truffa, dall'omissione in atti d'ufficio all'abuso. Ma anche per semplici «negligenze» nello svolgimento delle proprie mansioni. Funzionari e impiegati che sfruttano il lavoro dei propri colleghi e nella maggior parte dei casi riescono ad arricchirsi. Complessivamente, 14.327 persone che tra il 2009 e il 2011 sono state «segnalate» dalla Guardia di Finanza alla Corte dei Conti e per molte di loro è scattata anche la denuncia penale.

Si tratta di una minoranza, ma capace di mandare in crisi il bilancio. Soltanto nell'ultimo anno sono state 883 le «ispezioni» effettuate dai finanzieri, 4.148 le «segnalazioni» per una «perdita» quantificata in un miliardo e 841 milioni di euro. Il settore della spesa sanitaria rimane in cima alla lista degli sprechi e delle ruberie, ma molti altri sono i campi dove la «cattiva gestione» si mescola all'illecito. Uno è certamente quello delle case popolari, amministrate spesso con l'obiettivo di favorire parenti, amici e potenti. E poi c'è il mercato delle consulenze, con amministrazioni locali che addirittura sostituiscono i dipendenti con «esperti» ingaggiati all'esterno e pagati con parcelle da capogiro. E proprio sull'attività di controllo nel settore della spesa pubblica che - al pari dell'evasione fiscale - si concentrerà l'attenzione investigativa della Finanza anche nel 2012 come ha ribadito nella sua direttiva il comandante generale Nino Di Paolo, proprio alla luce dei risultati ottenuti.

Le case vuote e i «senzacontratto»


A Catania il direttore dell'Ente Case Popolari aveva assegnato un negozio a suo figlio - che non ne aveva diritto - e non si è preoccupato di allegare neanche la richiesta, tantomeno di riscuotere il canone. Del resto sono moltissimi gli alloggi che aveva concesso a parenti e amici e alla fine ha provocato un danno di 42 milioni di euro. Grave è anche il «buco» causato da 21 tra amministratori comunali e responsabili di un altro Istituto case popolari che hanno consentito a numerosi inquilini di prendere possesso degli immobili, ma non hanno mai stipulato con loro un contratto di locazione e alla fine non hanno potuto pretendere neanche un euro. C'è anche il caso di un ente con 83 milioni di affitti non riscossi e lì per cercare, inutilmente, di recuperarli è stata autorizzata una consulenza legale che ha provocato un ulteriore esborso di tre milioni di euro. Altri problemi sono stati riscontrati dai finanzieri al momento di censire gli appartamenti lasciati vuoti. In un caso si è scoperto che c'erano 50 alloggi popolari pronti da anni e mai utilizzati: il mancato introito verificato è stato di due milioni di euro, da sommare alle spese di ristrutturazione per renderli nuovamente abitabili dopo anni di abbandono. Numerose indagini sono state avviate pure sulla «cartolarizzazione» degli stabili perché al momento della cessione è stato determinato un prezzo molto inferiore al valore di mercato. Fatti i conti, l'ammanco complessivo per il 2010 e il 2011 è stato di 170 milioni di euro con 70 persone denunciate alla Corte dei Conti e 34 alla magistratura ordinaria.

Il record del primario e le Tac private


I casi più frequenti di «danno» sono quelli dei medici che lavorano per il Servizio sanitario nazionale e senza autorizzazione svolgono anche attività privata. Negli ultimi due anni, denunciano i finanzieri, «le verifiche per le prestazioni mediche "intramoenia" hanno consentito di scoprire un danno pari a 172 milioni di euro e di deferire ai giudici contabili 190 dipendenti, mentre nei confronti di 71 è scattata anche la denuncia penale». Il record di quest'anno spetta a un primario che ha svolto oltre 3.500 visite presso il proprio studio privato senza naturalmente dichiarare i relativi ricavi. Alcuni suoi colleghi di una Asl che percepivano le indennità di esclusiva, uscivano per andare a visitare i pazienti, ma per giustificare le assenze presentavano falsi contratti per attestare che andavano a insegnare.
Il «sistema» è stato sfruttato in maniera costante in Calabria: i finanzieri hanno denunciato alla Corte dei Conti 115 medici e 25 impiegati della Asp di Catanzaro contestando loro un danno complessivo di 12 milioni di euro. Il meccanismo di illecito riguarda la «Alpi», vale a dire l'attività libero professionale intramuraria. Chi l'accetta può svolgere lavori esterni soltanto in casi particolari e con il «visto» del dirigente. E invece si è scoperto che nessuno effettuava i controlli e questo ha consentito al personale ora finito sotto inchiesta di lavorare fuori e di svolgere l'attività privata addirittura all'interno di una clinica che non aveva le autorizzazioni per alcune prestazioni che invece venivano effettuate. Altrettanto grave è il caso di tre medici che dichiaravano sul foglio presenza di essere al lavoro, mentre facevano visite nei propri studi privati dall'altra parte della città o addirittura in un'altra provincia. La «segnalazione» delle Fiamme Gialle ai giudici contabili riguarda incassi «in nero» per 200 mila euro, ma è stata presentata anche una denuncia penale per truffa. Stesso reato è stato contestato ad alcuni specialisti che utilizzavano Tac e risonanze magnetiche delle strutture pubbliche per i propri pazienti privati.

I medici del lavoro e le «ispezioni»


Truffa, falso e concussione sono gli illeciti addebitati ad alcuni dottori che lavoravano in una struttura ispettiva sull'igiene e la sicurezza negli ambienti di lavoro e avevano accettato consulenze da quelle stesse aziende che dovevano tenere sotto controllo. Onorario concordato: mezzo milione di euro, oltre a docenze e corsi di formazioni pagati a parte.
Al momento appare inspiegabile il comportamento del direttore sanitario di un ospedale che, come viene sottolineato nella relazione della Guardia di Finanza «ha autorizzato personale sanitario dipendente all'esercizio dell'attività libero professionale intramuraria ambulatoriale presso strutture private non accreditate, pur avendo a disposizione spazi realizzati ad hoc utilizzando un finanziamento pubblico di quasi 700 mila euro».

I consulenti legali
Il caso più eclatante è certamente quello di un Comune che - nonostante potesse contare su un ufficio legale interno - aveva affidato incarichi esterni per un'attività che, come hanno riscontrato le Fiamme Gialle, era «seriale, superflua e svolta soltanto formalmente». Questo non ha comunque impedito un esborso di ben 21 milioni di euro. Nel dossier si evidenzia come quello dei lavori affidati a personale non dipendente sia ormai un vero e proprio «sistema» che consente agli alti funzionari di gratificare amici e parenti con un danno per il bilancio da centinaia di milioni di euro e soprattutto a discapito di quegli «esperti» interni che potrebbero svolgere perfettamente le stesse mansioni.

Fiorenza Sarzanini
17 gennaio 2012 | 7:44
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doddi ha scritto:http://www.corriere.it/cronache/12_genn ... 9858.shtml

La «macchina» pubblica
Sei miliardi di euro sottratti all'Erario
La Finanza e gli accertamenti sugli statali. Il settore della sanità rimane in cima alla lista degli sprechi e delle ruberie


ROMA - In tre anni hanno provocato un «buco» nel bilancio dello Stato pari a 6 miliardi e 250 milioni di euro, quasi un terzo della manovra da 20 miliardi già varata dal governo di Mario Monti per il 2012. Sono i dipendenti pubblici accusati di danno erariale, dopo essere finiti sotto inchiesta per reati che vanno dalla corruzione alla truffa, dall'omissione in atti d'ufficio all'abuso. Ma anche per semplici «negligenze» nello svolgimento delle proprie mansioni. Funzionari e impiegati che sfruttano il lavoro dei propri colleghi e nella maggior parte dei casi riescono ad arricchirsi. Complessivamente, 14.327 persone che tra il 2009 e il 2011 sono state «segnalate» dalla Guardia di Finanza alla Corte dei Conti e per molte di loro è scattata anche la denuncia penale.

Si tratta di una minoranza, ma capace di mandare in crisi il bilancio. Soltanto nell'ultimo anno sono state 883 le «ispezioni» effettuate dai finanzieri, 4.148 le «segnalazioni» per una «perdita» quantificata in un miliardo e 841 milioni di euro. Il settore della spesa sanitaria rimane in cima alla lista degli sprechi e delle ruberie, ma molti altri sono i campi dove la «cattiva gestione» si mescola all'illecito. Uno è certamente quello delle case popolari, amministrate spesso con l'obiettivo di favorire parenti, amici e potenti. E poi c'è il mercato delle consulenze, con amministrazioni locali che addirittura sostituiscono i dipendenti con «esperti» ingaggiati all'esterno e pagati con parcelle da capogiro. E proprio sull'attività di controllo nel settore della spesa pubblica che - al pari dell'evasione fiscale - si concentrerà l'attenzione investigativa della Finanza anche nel 2012 come ha ribadito nella sua direttiva il comandante generale Nino Di Paolo, proprio alla luce dei risultati ottenuti.

Le case vuote e i «senzacontratto»


A Catania il direttore dell'Ente Case Popolari aveva assegnato un negozio a suo figlio - che non ne aveva diritto - e non si è preoccupato di allegare neanche la richiesta, tantomeno di riscuotere il canone. Del resto sono moltissimi gli alloggi che aveva concesso a parenti e amici e alla fine ha provocato un danno di 42 milioni di euro. Grave è anche il «buco» causato da 21 tra amministratori comunali e responsabili di un altro Istituto case popolari che hanno consentito a numerosi inquilini di prendere possesso degli immobili, ma non hanno mai stipulato con loro un contratto di locazione e alla fine non hanno potuto pretendere neanche un euro. C'è anche il caso di un ente con 83 milioni di affitti non riscossi e lì per cercare, inutilmente, di recuperarli è stata autorizzata una consulenza legale che ha provocato un ulteriore esborso di tre milioni di euro. Altri problemi sono stati riscontrati dai finanzieri al momento di censire gli appartamenti lasciati vuoti. In un caso si è scoperto che c'erano 50 alloggi popolari pronti da anni e mai utilizzati: il mancato introito verificato è stato di due milioni di euro, da sommare alle spese di ristrutturazione per renderli nuovamente abitabili dopo anni di abbandono. Numerose indagini sono state avviate pure sulla «cartolarizzazione» degli stabili perché al momento della cessione è stato determinato un prezzo molto inferiore al valore di mercato. Fatti i conti, l'ammanco complessivo per il 2010 e il 2011 è stato di 170 milioni di euro con 70 persone denunciate alla Corte dei Conti e 34 alla magistratura ordinaria.

Il record del primario e le Tac private


I casi più frequenti di «danno» sono quelli dei medici che lavorano per il Servizio sanitario nazionale e senza autorizzazione svolgono anche attività privata. Negli ultimi due anni, denunciano i finanzieri, «le verifiche per le prestazioni mediche "intramoenia" hanno consentito di scoprire un danno pari a 172 milioni di euro e di deferire ai giudici contabili 190 dipendenti, mentre nei confronti di 71 è scattata anche la denuncia penale». Il record di quest'anno spetta a un primario che ha svolto oltre 3.500 visite presso il proprio studio privato senza naturalmente dichiarare i relativi ricavi. Alcuni suoi colleghi di una Asl che percepivano le indennità di esclusiva, uscivano per andare a visitare i pazienti, ma per giustificare le assenze presentavano falsi contratti per attestare che andavano a insegnare.
Il «sistema» è stato sfruttato in maniera costante in Calabria: i finanzieri hanno denunciato alla Corte dei Conti 115 medici e 25 impiegati della Asp di Catanzaro contestando loro un danno complessivo di 12 milioni di euro. Il meccanismo di illecito riguarda la «Alpi», vale a dire l'attività libero professionale intramuraria. Chi l'accetta può svolgere lavori esterni soltanto in casi particolari e con il «visto» del dirigente. E invece si è scoperto che nessuno effettuava i controlli e questo ha consentito al personale ora finito sotto inchiesta di lavorare fuori e di svolgere l'attività privata addirittura all'interno di una clinica che non aveva le autorizzazioni per alcune prestazioni che invece venivano effettuate. Altrettanto grave è il caso di tre medici che dichiaravano sul foglio presenza di essere al lavoro, mentre facevano visite nei propri studi privati dall'altra parte della città o addirittura in un'altra provincia. La «segnalazione» delle Fiamme Gialle ai giudici contabili riguarda incassi «in nero» per 200 mila euro, ma è stata presentata anche una denuncia penale per truffa. Stesso reato è stato contestato ad alcuni specialisti che utilizzavano Tac e risonanze magnetiche delle strutture pubbliche per i propri pazienti privati.

I medici del lavoro e le «ispezioni»


Truffa, falso e concussione sono gli illeciti addebitati ad alcuni dottori che lavoravano in una struttura ispettiva sull'igiene e la sicurezza negli ambienti di lavoro e avevano accettato consulenze da quelle stesse aziende che dovevano tenere sotto controllo. Onorario concordato: mezzo milione di euro, oltre a docenze e corsi di formazioni pagati a parte.
Al momento appare inspiegabile il comportamento del direttore sanitario di un ospedale che, come viene sottolineato nella relazione della Guardia di Finanza «ha autorizzato personale sanitario dipendente all'esercizio dell'attività libero professionale intramuraria ambulatoriale presso strutture private non accreditate, pur avendo a disposizione spazi realizzati ad hoc utilizzando un finanziamento pubblico di quasi 700 mila euro».

I consulenti legali
Il caso più eclatante è certamente quello di un Comune che - nonostante potesse contare su un ufficio legale interno - aveva affidato incarichi esterni per un'attività che, come hanno riscontrato le Fiamme Gialle, era «seriale, superflua e svolta soltanto formalmente». Questo non ha comunque impedito un esborso di ben 21 milioni di euro. Nel dossier si evidenzia come quello dei lavori affidati a personale non dipendente sia ormai un vero e proprio «sistema» che consente agli alti funzionari di gratificare amici e parenti con un danno per il bilancio da centinaia di milioni di euro e soprattutto a discapito di quegli «esperti» interni che potrebbero svolgere perfettamente le stesse mansioni.

Fiorenza Sarzanini
17 gennaio 2012 | 7:44
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tutti modesti lavoratori che arrotondano per arrivare a fine mese :salut
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