Palermo - Un altro presidente di un’altra squadra di calcio scese in campo verso la fine del 1993: anche lui fondò un movimento «per la gente», e alla fine prese in mano l’Italia. La sua squadra di calcio era il Milan, il movimento Forza Italia.
Ma oggi tocca a un altro esponente di primo piano del variegato mondo del pallone: Maurizio Zamparini, presidente del Palermo. Anche lui, come l’illustre predecessore e collega (di calcio), scende in campo per «cambiare», sempre «nell’interesse della gente».
I suoi colori non saranno azzurri ma rossi, «come il cuore». Zamparini ha dato appuntamento a Fiano Romano, domenica 13, dalle 11.00 alle 18.00, per un raduno durante il quale «conoscerà» i propri seguaci.
Assieme a lui ci saranno l’avvocato Alberto Goffi, di estrazione Udc, e Radio Radio, l’emittente nella quale si parla di calcio e non solo. L’obiettivo di Zamparini è quello di sconfiggere le «vessazioni di Equitalia», l’agenzia che si occupa del recupero dei crediti per conto dello Stato.
«Noi non vogliamo tutelare gli evasori, ma la gente che non riesce a pagare per la crisi - spiega il proprio progetto il patron del Palermo -. Prendendo spunto da questa situazione, la gente ha deciso di scendere in campo».
Di politica Zamparini non vuole sentir parlare. «Non ci collochiamo in nessuna area, perché non facciamo politica, ma un movimento per la gente - ci tiene a precisare -. Qualsiasi politico, che sia di sinistra, di destra, di sopra o di sotto, può affiancarsi a noi, purché sostenga la gente. La politica è sfociata nella partitocrazia e non si è occupata, come avrebbe dovuto, dei problemi dei cittadini. Noi vigileremo contro chi vuole portare avanti certi discorsi. Il Paese ha bisogno di normalizzarsi dal punto di vista fiscale, visto che il signor Tremonti massacra il ceto produttivo con la scusa dell’evasione fiscale. Occorrono investimenti, invece di depauperare le risorse del Paese. Quando parlo di sviluppo parlo di posti di lavoro veri, non riconducibili a organismi statali».
Il programma di Zamparini è molto ambizioso ed è naturale che sfoci in una rappresentanza politica. «A noi - rileva - interessa la base che dobbiamo rappresentare, in modo da esercitare una forte pressione».
Domenica, a Fiano Romano, il battesimo di fuoco del movimento (al quale avrebbe garantito la propria adesione perfino Maradona, che allo Stato italiano deve molti soldi) e i primi verdetti. «Quello di domenica è un esperimento: se ci sarà tanta gente, bene; altrimenti ci tireremo indietro - taglia corto Zamparini -. Candidati? Noi siamo come un neonato, siamo quella gente silenziosa che lavora e non tira fuori i cartelli, ma adesso dice basta: scendiamo in campo con amore, tranquillità, per dire che bisogna cambiare rotta e pensare ai nostri figli, ai posti di lavoro e al nostro domani. È un impegno sociale che ho preso a 70 anni perché amo l’Italia e la gente».
«Le misure anticrisi del governo, per me, sono tutte balle gonfiate - conclude Zamparini -. Il problema del Paese non è la borsa o il debito finanziario, ma cambiare, così come è cambiata la finanza in tutto il mondo. Non c’è destra né sinistra, bisogna sedersi attorno a un tavolo e capire come si può guarire. Il segreto è indicare la strada alla gente per vivere bene, perché anche il più disgraziato abbia il diritto di vivere bene. Ripartiremo senza caste. Vogliamo creare, come in una sorta di federalismo, un movimento in ogni regione, pensiamo che i problemi sia più facile risolverli nelle piccole realtà. Tutto il mondo deve essere federale».Intervistato in serata da Radio 24, il presidente del Palermo ha aggiunto che «Tremonti ha disastrato l’Italia, lui ed Equitalia. Brinderò quando non sarà più ministro dell’economia, anzi farò le capriole di gioia».
Quanto alla possibilità di un governo tecnico con Mario Monti premier, secondo Zamparini «nessuno di questi boiardi di Stato è capace di fare il bene del Paese. Monti è un banchiere che non conosce i problemi dell’Italia, come Tremonti. Penso di essere più bravo io di Monti a «fare».
Lui forse è più bravo a «insegnare». Non ragiona per la gente, lavora solo nelle e per le banche. Troppo snob. La Bce deve andare a quel paese, è il male dell’Europa e dell’Italia - continua Zamparini - perché è un organismo in mano alle banche. Deve essere annullata perché crea debito pubblico. Obama si permette di dire che siamo sulla retta via: senti da che pulpito. Gli Stati Uniti hanno un debito pubblico enorme e poi vengono a criticarci. Sono peggio di noi».Il presidente del Palermo ne ha anche per il suo collega del Milan, ovvero Berlusconi: «adesso potrà fare solo danni nel Milan. Berlusconi è stato soltanto dannoso per l’Italia - sottolinea -. Spero si dedicherà più al Milan, ma non ha più l’età per investire e rischiare».
Devo dire che sta volta sono molto daccordo con Zamparini
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