Consentito vietare.

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peas!
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Cosa resta al Paese di questo ventennio breve? L'Italia da questo incubo reale si risveglia impoverita, indebolita, intorpidita, involgarita, screditata, agli occhi di tutti, ed, innanzi tutti, di se stessa. L'italiano storicamente è di buona forchetta ma non di buona memoria, ed archivierà questa come l'era del bunga-bunga, dimenticando le depenalizzazioni e gli accorciamenti di prescrizione ad personam, i lodi incostituzionali, le richieste di arresto respinte dalle camere, Romano, Dell'Utri, Brancher, Scajola, Cosentino, Bertolaso, la P2, la P4, Mills, e chi più ne ha più ne metta: che ci resti almeno questa lezione.
I tempi della fine politica di Berlusconi non hanno nulla a che vedere con quelli della rinascita, che invece sarà ben più lenta e difficile. I danni politici, normativi, economici, che il quasi-ex-Presidente-del-Consiglio ha causato a questo Paese sono trascurabili rispetto a quelli sociali ed antropologici: l'unica riforma che gli sia davvero riuscita è quella che ha fatto alla testa degli italiani, ed al loro modo di pensare e di vivere; più che recuperare la nostra economia, oggi conta ristabilire il senso del giusto, dell'onesto, del lecito, i confini sempre più soffusi coi rispettivi contrari, ricordarsi che vietare non è affatto vietato.

Al Premier, se possibile, resta ancora meno. Dall'impomatato e rassicurante video-messaggio della discesa in campo del lontanissimo 1994, si è arrivati all'appunto delirante, banale e rancoroso, rubato oggi dall'obiettivo di una fotocamera in Parlamento: l'inchiostro della stilografica con cui graffiare la carta intestata, estrema arma di vana difesa di un uomo abbandonato, non abituato ad abbandonare.
Ci aveva fatto credere di essere un gran politico (il milione di posti di lavoro, le 3 i, il contratto con gli italiani, il ponte sullo stretto, la sconfitta del cancro, gli annunci dal predellino, il federalismo, le infrastrutture, le riforme della giustizia, dell'economia, della burocrazia, dell'istruzione), un grande comunicatore (finendo col venire escluso o deriso dai Grandi del mondo), un grande imprenditore (inaugurando una rivoluzione mediatica, che ha moltiplicato le voci, ma ridotto i suoni alla ripetizione di un unico slogan imposto ex machina), un grande femminaro (...). Forse, di vero ci sono state solo le vittorie del Milan - ché, si sa, gli italiani col calcio non ci scherzano.
Le dipendenti-ospiti lo definiscono "culo flaccido", l'in-dipendente-ex-moglie lo definisce "malato", i dipendenti-amici si combattono il denaro da spillargli, i dipendenti-parlamentari, infine, lo definiscono "testa di cazzo" ed, alla spicciolata, rischiano di pisciarsi addosso mentre scappano dall'arca che affonda, augurandosi che il diluvio conceda loro un futuro, lavando via il marchio a fango che portano addosso, creature di una fase surreale della politica italiana impresentabili ad ogni altra latitudine e longitudine, personaggi in cerca d'autore e sopratutto verginità.

Quale il futuro del Paese, invece? Pensare ad un Berlusconi che proprio adesso cominci, colpito&affondato, tradito&abbandonato, ad occuparsi dei problemi reali del Paese, ora, agli sgoccioli della propria esperienza politica, è altamente improbabile.
Più plausibile l'ipotesi che la legge di stabilità diventi l'ultimo cavallo di Troia, e si ritrovi tra le sue pieghe una qualche postilla che garantisca al quasi-ex una pensione serena ed impunita (già stasera la Gelmini, in missione su La7, nell'elenco dei vari punti della legge, morte del cigno del berlusconismo, infilava - abbassando il tono di voce e con aria di finta indifferenza - una tanto estemporanea quanto inutile quanto temibile "semplificazione dei processi"): più che una liquidazione, il riscatto che il Parlamento - tra l'urgenza della crisi e l'imminenza di una nuova campagna elettorale - pagherà perché Berlusconi, dimissionario promesso, liberi il Paese che tiene in ostaggio da diciassette anni. Se anche questo ennesimo tentativo non dovesse andare a buon fine, scontrandosi con la "furia calma" del Presidente della Repubblica o con ulteriore "tradimento" parlamentare, non sarebbero da escludersi ulteriori sorprese in fase di elezioni: chi di voi crede sul serio che Berlusconi possa accettare il ruolo di "padre nobile" (senza poltrona; leggi: senza immunità) propostogli da Paniz, dopo esser stato licenziato dal centrodestra fino ad oggi di sua proprietà esclusiva?

Lo so, è un finale inquietante.
peas!
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Su identica lunghezza d'onda Peter Gomez:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11 ... no/169358/

Dimissioni, aspettando la vendetta del Caimano

Avviso ai naviganti. Non è ancora finita. Prima che Silvio Berlusconi se ne vada ne vedremo delle belle. Anzi delle brutte. Il premier, raccontano i suoi, si sta preparando al colpo di coda. Da assestare alla prima occasione. Che, in questo caso, si chiama legge di stabilità. È in quella legge, destinata in teoria a soddisfare i mercati, che i suoi uomini tenteranno di inserire un pezzo della buonuscita del Cavaliere.

Il capo del governo, del resto, è stato chiaro. Le dimissioni scatteranno solo dopo l’approvazione della nuova manovra, nella quale verrà aggiunto al Senato un maxi-emendamento contenente parte delle misure riportate nella sua lettera d’intenti inviata la scorsa settimana in Europa. Interventi che, proprio dopo il voto alla Camera, il commissario europeo agli affari economici Olli Rehn ha giudicato “insufficienti”.

Ora il punto è che nessuno conosce il contenuto del maxi-emendamento. Mentre si conoscono (e bene) alcune bozze dei lavori preparativi al Consiglio dei ministri del 24 ottobre che avrebbe dovuto licenziare il decreto sviluppo.

Qualcuno se le ricorderà: s’introduceva una legge ad personam post mortem per favorire i figli di primo letto del Cavaliere dopo la dipartita del loro illustre genitore, si parlava di condoni, di militarizzazione della Val Susa. E quello era solo l’antipasto. Perché se si pensa ai conti dello Stato con un certo disagio viene in mente che con (inesistenti) ragioni economiche sono state in passato motivate dal Pdl pure le norme sulla prescrizione breve e quelle sulle intercettazioni.

Insomma il dibattito al Senato sarà l’occasione giusta per provare a far passare molto di ciò che davvero interessa a Berlusconi, assieme a norme draconiane sul mercato del lavoro e, probabilmente, le pensioni.

Una medicina amarissima che il futuro ex presidente del Consiglio vuole fare trangugiare a tutti in un colpo solo. Contando sulla spinta di uno spread sempre più alle stelle, sulle richieste dell’Unione Europea e sulle opposizioni costrette già oggi, e a scatola chiusa, a promettere che la legge di stabilità verrà votata celermente.


Allora e solo allora, si potrà capire se andremo a elezioni o se nascerà un nuovo governo. E Berlusconi, anche nella sconfitta, potrà ancora una volta pensare di aver vinto. Sarà la vendetta del Caimano. Gli italiani, c’è da giurarlo, la ricorderanno a lungo.
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peas! ha scritto:Su identica lunghezza d'onda Peter Gomez:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11 ... no/169358/

Dimissioni, aspettando la vendetta del Caimano

Avviso ai naviganti. Non è ancora finita. Prima che Silvio Berlusconi se ne vada ne vedremo delle belle. Anzi delle brutte. Il premier, raccontano i suoi, si sta preparando al colpo di coda. Da assestare alla prima occasione. Che, in questo caso, si chiama legge di stabilità. È in quella legge, destinata in teoria a soddisfare i mercati, che i suoi uomini tenteranno di inserire un pezzo della buonuscita del Cavaliere.

Il capo del governo, del resto, è stato chiaro. Le dimissioni scatteranno solo dopo l’approvazione della nuova manovra, nella quale verrà aggiunto al Senato un maxi-emendamento contenente parte delle misure riportate nella sua lettera d’intenti inviata la scorsa settimana in Europa. Interventi che, proprio dopo il voto alla Camera, il commissario europeo agli affari economici Olli Rehn ha giudicato “insufficienti”.

Ora il punto è che nessuno conosce il contenuto del maxi-emendamento. Mentre si conoscono (e bene) alcune bozze dei lavori preparativi al Consiglio dei ministri del 24 ottobre che avrebbe dovuto licenziare il decreto sviluppo.

Qualcuno se le ricorderà: s’introduceva una legge ad personam post mortem per favorire i figli di primo letto del Cavaliere dopo la dipartita del loro illustre genitore, si parlava di condoni, di militarizzazione della Val Susa. E quello era solo l’antipasto. Perché se si pensa ai conti dello Stato con un certo disagio viene in mente che con (inesistenti) ragioni economiche sono state in passato motivate dal Pdl pure le norme sulla prescrizione breve e quelle sulle intercettazioni.

Insomma il dibattito al Senato sarà l’occasione giusta per provare a far passare molto di ciò che davvero interessa a Berlusconi, assieme a norme draconiane sul mercato del lavoro e, probabilmente, le pensioni.

Una medicina amarissima che il futuro ex presidente del Consiglio vuole fare trangugiare a tutti in un colpo solo. Contando sulla spinta di uno spread sempre più alle stelle, sulle richieste dell’Unione Europea e sulle opposizioni costrette già oggi, e a scatola chiusa, a promettere che la legge di stabilità verrà votata celermente.


Allora e solo allora, si potrà capire se andremo a elezioni o se nascerà un nuovo governo. E Berlusconi, anche nella sconfitta, potrà ancora una volta pensare di aver vinto. Sarà la vendetta del Caimano. Gli italiani, c’è da giurarlo, la ricorderanno a lungo.
Volevo fare un commento ai contenuti dell'articolo: "Va caca".

Terroristi mediatici di bassa lega, gente che sbarca il lunario sulla falsa informazione, è finita la pacchia. Cercatevi un altro lavoro!!!!

Grazie.
Ultima modifica di ERIK LARSSON © il 09/11/2011, 9:55, modificato 1 volta in totale.
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Senza B

Se penso a un’Italia senza B, immagino un brigadiere che si addormenta mentre intercetta le telefonate fra il professor Monti e Mario Draghi. Oh, mica voglio un’Italia di banchieri. Ma un po’ grigia e barbosa, sì. Non moralista, morale. Che per qualche tempo si metta a dieta di barzellette, volgarità, ostentazioni d’ignoranza. Dove l’ottimismo non sia la premessa di una truffa, ma la conseguenza di uno sforzo comune. Un’Italia solare, anche nell’energia. Con meno politici e più politica. Meno discorsi da bar e più coerenza fra parole e gesti. Una democrazia sana e contenta di sé, che la smetta di prendere sbandate per gli uomini della provvidenza e si ricordi di essere viva ogni giorno e non solo una volta ogni cinque anni per mettere una crocetta su una scheda compilata da altri. Un’Italia di politici che non parlano di magistrati, ma coi magistrati (se imputati). E di magistrati che parlano con le sentenze e non nei congressi di partito. Di federalisti che non fanno rima con razzisti. Un Paese allegro e però serio. Capace di esportare non solo prodotti belli, ma belle figure. Vorrei essere governato da persone migliori di me. Che non facciano le corna, non giurino sulle zucche e si sfilino un paio di chili dalla pancia, prima di far tirare la cinghia a noi, ripristinando il principio che chi sta in alto deve dare il buon esempio.

Per giungere a un’Italia così, le dimissioni di B rappresentano un primo passo. Adesso devono dimettersi tutti gli altri. Perché più ancora di Berlusconi temo i berluscloni.

Massimo Gramellini

La Stampa
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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Sono tutti articoli che riprenderemo fra massimo 2 mesi! :cheers
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ERIK LARSSON © ha scritto:Sono tutti articoli che riprenderemo fra massimo 2 mesi! :cheers
cioè.. ancora lo difendi? :scratch

Barclays: l'Italia è finita

di: WSI Pubblicato il 09 novembre 2011| Ora 09:57

Roma - L'Italia si trova matematicamente al di là del punto di non ritorno. Parola di Barclays, che afferma in una nota "l'Italia è finita". L'istituto bancario inglese traccia un quadro da brividi per il futuro del Paese, riflettendo lo scetticismo dei mercati finanziari gllobali all'annuncio delle dimissioni del premier Silvio Berlusconi. Il default e' piu' che uno scenario. E le dimissioni "a scadenza" del premier sono inaccettabili.

peggio di così...
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Crisi: Rendimento Btp 5 Anni Supera Decennale. Debito In Forte Pericolo

di: Asca Pubblicato il 09 novembre 2011| Ora 10:31

(ASCA) - Roma, 9 nov - Si e' invertita la curva dei rendimenti dei titoli di Stato italiani. Il rendimento del Btp a 5 anni ha infatti superato il 7% metre quello del decennale e' attestato al 6,9%. Si tratta di un segnale pericolosissimo che mandano i mercati sulla tenuta del debito pubblico italiano. Ricordiamo che Portogallo, Grecia e Irlanda hanno fatto ricorso ai fondi di emergenza del Fondo Monetario Internazionale proprio di fronte a rendimenti sopra il 7% e all'inversione della curva tra titoli a 5 e 10 anni. L'inversione della curva dei rendimenti puo' segnalare il fatto che i mercati scommettono su una recessione o su una crisi di liquidita'/solvibilita' di un Paese o su entrambe queste circostanze.
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citrosodina ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:Sono tutti articoli che riprenderemo fra massimo 2 mesi! :cheers
cioè.. ancora lo difendi? :scratch

Barclays: l'Italia è finita

di: WSI Pubblicato il 09 novembre 2011| Ora 09:57

Roma - L'Italia si trova matematicamente al di là del punto di non ritorno. Parola di Barclays, che afferma in una nota "l'Italia è finita". L'istituto bancario inglese traccia un quadro da brividi per il futuro del Paese, riflettendo lo scetticismo dei mercati finanziari gllobali all'annuncio delle dimissioni del premier Silvio Berlusconi. Il default e' piu' che uno scenario. E le dimissioni "a scadenza" del premier sono inaccettabili.

peggio di così...
ma perchè non lo si sapeva che si arrivava ad un punto di non ritorno? Qualcuno in un altra discussioni mi diceva che le percentiali dei titoli di stato dovevano essere lasciati perdere che la 7ma potenza del mondo non ptoeva fallire.

Lo scenario optrebbe essere questo secondo me:
L'italia ha 1900 euro di debiti. Per recuperare questo debito emette titoli di stato che sono arrivati a percentuali altissime. Pertanto nel momento in cui bisognerà pagare questi itneressi ild ebito aumenterà. Come recuperare questi soldi? Tagli ai servizi, alla sanità, ai dipendenti pubblici, alta tassazione. La conseguenza è una stagnazione dell'economia interna, quindi ancor meno consumi e ancor meno entrare per los stato. Quindi così il debito non diminuirà ma anzi aumenterà ancora e riparte il giro, il cosidetto vortice. Grandi economisti dicono che l'italia tra 3 settimane potrebbe essere sull'orlo del baratro e non riuscire più a rientrare e scendere a tassi ragionevoli.
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ERIK LARSSON © ha scritto: Volevo fare un commento ai contenuti dell'articolo: "Va caca".

Terroristi mediatici di bassa lega, gente che sbarca il lunario sulla falsa informazione, è finita la pacchia. Cercatevi un altro lavoro!!!!
Come un contenuto può andare a cacare? Perché hai modificato il commento? Perché ritieni che la fine della pacchia coincida temporalmente con la fine di ciò per cui Tu stesso hai creduto per vent'anni? E Santoro cosa diamine c'entra?
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ERIK LARSSON © ha scritto:Sono tutti articoli che riprenderemo fra massimo 2 mesi! :cheers
Il training autogeno è una tecnica di controllo delle ansie nella quale non ho mai creduto molto, in realtà.
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peas! ha scritto:
Come un contenuto può andare a cacare?
E' bene si trovi un altro lavoro. Da domani sarà il paradiso in terra per lui e per quelli della sua risma. Non avendo più argomenti da trattare sarebbe cosa buona e giusta tentare altre strade, oppure buttarsi da un ponte (benchè questa sia una via remota credo che la depressione di non avere più nemici nuocia ad un guerriero da carta stampata).
peas! ha scritto: Perché hai modificato il commento?
Avevo citato nomi e cognomi, ma sai di questi tempi in cui certi personaggi non navigano in acque economicamente tranquille, regalare soldi per una querela non mi sembra intelligente.[/quote]
peas! ha scritto: Perché ritieni che la fine della pacchia coincida temporalmente con la fine di ciò per cui Tu stesso hai creduto per vent'anni?
già risposto sopra.
peas! ha scritto: E Santoro cosa diamine c'entra?
:cheers fantastico!!!!!

"Chi gioca in prima base? Chi, gioca in prima base! Chi gioca in prima base? Chi, gioca in prima base!" (Cit. Rain Man)
peas! ha scritto: Il training autogeno è una tecnica di controllo delle ansie nella quale non ho mai creduto molto, in realtà.
Tienici aggiornati!
Trainin autogeno??? Il mio???
Oh my god. A me non cambia nulla se il governo è di destra o di sinistra. Penso a tutti voi, compagni, che finalmente credete di essere in paradiso......
In ogni caso complimenti per la leadership.
Non c'e' uno che esprima un pensiero uguale all'altro (finalmente il pluralismo delle idee!!!!). :cheers
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citrosodina ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto:Sono tutti articoli che riprenderemo fra massimo 2 mesi! :cheers
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Barclays: l'Italia è finita

di: WSI Pubblicato il 09 novembre 2011| Ora 09:57

Roma - L'Italia si trova matematicamente al di là del punto di non ritorno. Parola di Barclays, che afferma in una nota "l'Italia è finita". L'istituto bancario inglese traccia un quadro da brividi per il futuro del Paese, riflettendo lo scetticismo dei mercati finanziari gllobali all'annuncio delle dimissioni del premier Silvio Berlusconi. Il default e' piu' che uno scenario. E le dimissioni "a scadenza" del premier sono inaccettabili.

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Lascia stare... Facciamo credere che l'Italia è ancora oggi un paese di "Uomini e donne" che hanno in comune un "grande fratello"...
Come si dice: "a cunvinzioni è chidda chi futti i cristiani".... :yaho:
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