Se Israele attacca Iran si rischia 3^ guerra mondiale

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Mariotta
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dal Giornale-online


Pericolo nucleare, se Israele attaccherà l’Iran rischiamo davvero la terza guerra mondiale
di Fausto Biloslavo
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4I timori degli Usa: bombe su Teheran senza preavviso. Kamikaze in Irak, Afghanistan ed Europa, rivolte popolari e una crisi energetica senza precedenti se Gerusalemme prendesse l’iniziativa. Il conflitto arriverebbe in fretta in Libano, Siria e Striscia di Gaza
Gli americani temono che Israele bombardi l’Iran senza avvisarli e che la rappresaglia colpisca i soldati Usa in Irak e nel Golfo Persico. Gli ayatollah sembrano non prendere sul serio la minaccia di attacco, ma sui media iraniani fanno trapelare le possibili ritorsioni. Tutti attendono le rivelazioni dell’Agenzia atomica dell’Onu con foto satellitari che proverebbero i test iraniani per far esplodere ordigni nucleari. Propaganda o meno, un attacco israeliano all’Iran apre scenari da far tremare i polsi. «È possibile un’incursione aerea di 24 ore, ma neppure gli israeliani riuscirebbero ad evitare la ritorsione» ha sottolineato Mario Arpino, ex capo di stato maggiore e comandante italiano durante la guerra del Golfo nel ’91. La prima reazione sarebbe una pioggia di missili contro Israele.

Gli Shabab 4 possono raggiungere lo stato ebraico e altri vettori sarebbero in grado di colpire l’Europa meridionale. «Tutte le installazioni nucleari sul territorio sionista sono nel nostro raggio d’azione. Se saremo attaccati risponderemo con i missili all’aggressione» ha dichiarato da tempo il generale Mohammed Ali Jafari, comandante dei Guardiani della rivoluzione.
I vettori iraniani possono trasportare sia testate convenzionali che chimiche o batteriologiche e addirittura nucleari. Se venissero utilizzate armi di distruzione di massa la risposta israeliana non si farebbe attendere grazie ai missili balistici Jericho con una gittata di 4mila chilometri. Non solo: le testate nucleari miniaturizzate a bordo dei sottomarini con la stella di Davide potrebbero colpire Teheran dal golfo dell’Oman.

Lo scenario «regionale» prevede tra l’altro una reazione iraniana contro obiettivi americani in Irak e Afghanistan, ambedue paesi confinanti. Teheran ha sicuramente nel mirino la base aerea di Shindad nell’Afghanistan occidentale, settore Nato sotto comando italiano. I gruppi di miliziani, non solo sciiti, nei due paesi confinanti, finanziati e armati da anni dai Pasdaran, verranno mobilitati per operazioni di guerriglia o terrorismo. Il governo iracheno e quello afghano si sono riavvicinati agli iraniani e non hanno alcuna intenzione di farsi trascinare in un conflitto regionale.

Anche i paesi arabi del Golfo temono rappresaglie e rivolte della propria popolazione sciita, a cominciare dall’Arabia Saudita che considera una minaccia strategica il nucleare iraniano. Teheran ha spesso messo in dubbio la sovranità del Bahrain, considerata provincia iraniana, che ospita il comando della Quinta flotta Usa.
Ieri i media iraniani sottolineavano che l’Iran «domina lo stretto di Hormuz, strategico per il petrolio». La Repubblica Islamica potrebbe «tagliare alcune arterie petrolifere o bloccare lo stretto influenzando il 50% delle forniture mondiali di greggio, in un periodo in cui l'Occidente è in grave crisi».

La forza al Qods dei Pasdaran, specializzata in missioni all’estero, attiverebbe tutte le cellule terroristiche filo iraniane in giro per il mondo. Attentati e attacchi suicidi potrebbero colpire obiettivi come ambasciate e centri ebraici all’estero, pure in Europa. L’altro grande fronte di guerra coinvolgerebbe il Libano, la Siria e la striscia di Gaza. In caso di attacco all’Iran le milizie sciite di Hezbollah in Libano colpirebbero Israele.

I nuovi missili forniti dai siriani sono in grado di raggiungere qualsiasi città ebraica. Alcune stime parlano di un migliaio di testate contro Israele lanciate da Hezbollah e dall’Iran nei primi giorni di guerra. La Siria, alleata con un patto di difesa a Teheran ed i palestinesi di Hamas a Gaza sarebbero pronti ad unirsi al fronte anti israeliano. L’ex ambasciatore iraniano Nasser Saghafi-Ameri, del Centro di studi strategici di Teheran, sostiene da tempo che «attaccarci sarebbe una follia. Potrebbe scoppiare una specie di terza guerra mondiale con effetti devastanti nella regione, ma pure in Europa».

:o.o: :o.o: :o.o:


ma che dice questo? Ci mancava solo questa :surprice:
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C'è una crisi globale in corso, le altre guerre in giro per il mondo sono finite, il petrolio iracheno è sotto controllo, quello libico pure, le produzioni afghane di terrorismo e Osama sono spariti dalle pagine dei giornali e dagli incubi notturni degli uomini, il diavolo è solo il capitale, si devono trovare soluzioni, che sono sempre le medesime.
E guerra all'Iran sia.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Mariotta ha scritto:dal Giornale-online


Pericolo nucleare, se Israele attaccherà l’Iran rischiamo davvero la terza guerra mondiale
di Fausto Biloslavo
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4I timori degli Usa: bombe su Teheran senza preavviso. Kamikaze in Irak, Afghanistan ed Europa, rivolte popolari e una crisi energetica senza precedenti se Gerusalemme prendesse l’iniziativa. Il conflitto arriverebbe in fretta in Libano, Siria e Striscia di Gaza
Gli americani temono che Israele bombardi l’Iran senza avvisarli e che la rappresaglia colpisca i soldati Usa in Irak e nel Golfo Persico. Gli ayatollah sembrano non prendere sul serio la minaccia di attacco, ma sui media iraniani fanno trapelare le possibili ritorsioni. Tutti attendono le rivelazioni dell’Agenzia atomica dell’Onu con foto satellitari che proverebbero i test iraniani per far esplodere ordigni nucleari. Propaganda o meno, un attacco israeliano all’Iran apre scenari da far tremare i polsi. «È possibile un’incursione aerea di 24 ore, ma neppure gli israeliani riuscirebbero ad evitare la ritorsione» ha sottolineato Mario Arpino, ex capo di stato maggiore e comandante italiano durante la guerra del Golfo nel ’91. La prima reazione sarebbe una pioggia di missili contro Israele.

Gli Shabab 4 possono raggiungere lo stato ebraico e altri vettori sarebbero in grado di colpire l’Europa meridionale. «Tutte le installazioni nucleari sul territorio sionista sono nel nostro raggio d’azione. Se saremo attaccati risponderemo con i missili all’aggressione» ha dichiarato da tempo il generale Mohammed Ali Jafari, comandante dei Guardiani della rivoluzione.
I vettori iraniani possono trasportare sia testate convenzionali che chimiche o batteriologiche e addirittura nucleari. Se venissero utilizzate armi di distruzione di massa la risposta israeliana non si farebbe attendere grazie ai missili balistici Jericho con una gittata di 4mila chilometri. Non solo: le testate nucleari miniaturizzate a bordo dei sottomarini con la stella di Davide potrebbero colpire Teheran dal golfo dell’Oman.

Lo scenario «regionale» prevede tra l’altro una reazione iraniana contro obiettivi americani in Irak e Afghanistan, ambedue paesi confinanti. Teheran ha sicuramente nel mirino la base aerea di Shindad nell’Afghanistan occidentale, settore Nato sotto comando italiano. I gruppi di miliziani, non solo sciiti, nei due paesi confinanti, finanziati e armati da anni dai Pasdaran, verranno mobilitati per operazioni di guerriglia o terrorismo. Il governo iracheno e quello afghano si sono riavvicinati agli iraniani e non hanno alcuna intenzione di farsi trascinare in un conflitto regionale.

Anche i paesi arabi del Golfo temono rappresaglie e rivolte della propria popolazione sciita, a cominciare dall’Arabia Saudita che considera una minaccia strategica il nucleare iraniano. Teheran ha spesso messo in dubbio la sovranità del Bahrain, considerata provincia iraniana, che ospita il comando della Quinta flotta Usa.
Ieri i media iraniani sottolineavano che l’Iran «domina lo stretto di Hormuz, strategico per il petrolio». La Repubblica Islamica potrebbe «tagliare alcune arterie petrolifere o bloccare lo stretto influenzando il 50% delle forniture mondiali di greggio, in un periodo in cui l'Occidente è in grave crisi».

La forza al Qods dei Pasdaran, specializzata in missioni all’estero, attiverebbe tutte le cellule terroristiche filo iraniane in giro per il mondo. Attentati e attacchi suicidi potrebbero colpire obiettivi come ambasciate e centri ebraici all’estero, pure in Europa. L’altro grande fronte di guerra coinvolgerebbe il Libano, la Siria e la striscia di Gaza. In caso di attacco all’Iran le milizie sciite di Hezbollah in Libano colpirebbero Israele.

I nuovi missili forniti dai siriani sono in grado di raggiungere qualsiasi città ebraica. Alcune stime parlano di un migliaio di testate contro Israele lanciate da Hezbollah e dall’Iran nei primi giorni di guerra. La Siria, alleata con un patto di difesa a Teheran ed i palestinesi di Hamas a Gaza sarebbero pronti ad unirsi al fronte anti israeliano. L’ex ambasciatore iraniano Nasser Saghafi-Ameri, del Centro di studi strategici di Teheran, sostiene da tempo che «attaccarci sarebbe una follia. Potrebbe scoppiare una specie di terza guerra mondiale con effetti devastanti nella regione, ma pure in Europa».

:o.o: :o.o: :o.o:


ma che dice questo? Ci mancava solo questa :surprice:

purchè non si parli dei problemi di uno ci si inventa anche una guerra .. :salut
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doddi ha scritto:C'è una crisi globale in corso, le altre guerre in giro per il mondo sono finite, il petrolio iracheno è sotto controllo, quello libico pure, le produzioni afghane di terrorismo e Osama sono spariti dalle pagine dei giornali e dagli incubi notturni degli uomini, il diavolo è solo il capitale, si devono trovare soluzioni, che sono sempre le medesime.
E guerra all'Iran sia.


Tu dici? E' da anni che si vocifera di una guerra al pericoloso Iran!!! Quindi...chiudiamo un fronte per aprirne un altro ?...ma sarebbe banalmente ora di finirla.



@ golden


non credo che stavolta sia una questione di parlare d'altro e penso invece che il rischio paventato sia concreto e reale
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E' "esportazione di democrazia".

Non ho dubbi da che parte starà l'Italia colonia
doddi
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"Je ne peux plus le voir, c'est un menteur", a lancé Nicolas Sarkozy.

"Tu en as marre de lui, mais moi, je dois traiter avec lui tous les jours !", a répliqué Barack Obama.


http://www.arretsurimages.net/contenu.php?id=4449

http://israelpalestine.blog.lemonde.fr/ ... S-32280322


http://www.ilgiornale.it/esteri/imbaraz ... comments=1


Imbarazzante fuorionda Sarkozy dice a Obama: "Netanyahu è bugiardo"
Il presidente francese e quello americano stavano parlando sotto voce al G20 di Cannes. Sarkò: "Non posso più vedere il premier israeliano, è un bugiardo". E Obama: "Tu sei stufo? Io devo trattare con lui ogni giorno"

Stavolta Wikileaks non c'entra niente. Un veloce scambio di battute tra Sarkozy e Obama potrebbe far scoppiare la bufera nei rapporti diplomatici tra Francia, Stati Uniti e Israele. Il presidente francese durante il faccia a faccia con Obama, a Cannes, avrebbe detto: "Netanyahu? Non posso più vederlo, è un bugiardo".

E Obama ha replicato: "Tu sei stufo di lui, ma io devo trattare con lui tutti i giorni". Ovviamente non si tratta di dichiarazioni ufficiali. I due stavano scambiando due parole prima della conferenza stampa. Ma per un disguido tecnico i giornalisti presenti hanno potuto ascoltare il discorso. Lo riporta il sito francese Arret sur Image.

Ai giornalsiti, in attesa per la conferenza stampa, erano stata distribuita l'attrezzatura per la traduzione, ma senza le cuffie. Qualcuno, impaziente, ha inserito quelle el proprio telefono cellulare e, in questo modo, ha ascoltato tutto. Nessuno dei giornalisti presenti ha utilizzato il fuori onda, anche perché nessuno l’ha registrato. A parlarne per primo è stato un giornalista di Le Monde sul proprio blog. Poi il giornale ha deciso di rivelare l'intera storia, che in seguito è stata confermata da numerosi giornalisti.

Intanto il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, parlando all'Assemblea nazionale prova a gettare acqua sul fuoco: la Francia ha "una posizione equilibrata" in Medio Oriente riguardo a israeliani e palestinesi. Juppé non menziona le dichiarazioni critiche di Sarkò. "Abbiamo una posizione equilibrata. Nel suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente della repubblica ha detto in modo molto chiaro che se la sicurezza di Israele fosse in dubbio, saremmo schierati al fianco di Israele". Ma al contempo ha affermato che non è più possibile accettare dopo tanti decenni che l’Autorità nazionale palestinese non si veda a poco a poco riconoscere lo status di stato.

E' improbabile che possa nascere una vera e propria crisi diplomatica dopo l'imbarazzante fuorionda. Di certo quando si presenterà loro l'occasione i tre non si guarderanno più con gli stessi occhi di prima...
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Israele con questa sua politica oramai si sta isolando sempre di più...
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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Lixia
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Località: Boh!!! Attualmente zingarìo in Trentino!!!

Dossier Aiea: "L'Iran prepara l'atomica"
Foto dal satellite e rapporti di intelligence testimonierebbero, infatti, la presenza di infrastrutture destinate alla produzione di ordigni. L'agenzia Onu si dichiara estremamente "preoccupata"

19:20 - Per l'Aiea il governo di Teheran sta lavorando a un programma nucleare per scopi militari. Un dossier top secret dell'agenzia Onu contiene prove sullo sviluppo in Iran dell'atomica. Foto dal satellite e rapporti di intelligence testimonierebbero, infatti, la presenza di infrastrutture destinate alla produzione di ordigni e di esperti dell'ex Unione Sovietica nella formazione di personale iraniano.
L'Iran ha lavorato allo sviluppo dell'atomica in "un programma strutturato" fino al 2003 ma ci sono elementi credibili per sostenere che Teheran stia tuttora conducendo ricerche per ottenere "ordigni nucleari".

Secondo il dossier, l'Iran ha lavorato alla realizzazione non solo di ordigni nucleari ma anche testato alcune componenti. In particolare l'agenzia Onu ritiene che gli esperimenti condotti con esplosivi ad altissimo potenziale siano "un forte segnale del possibile sviluppo di ordigni". Vienna riferisce che l'Iran ha iniziato a trasferire materiale nucleare nel bunker sotterraneo di Fordow.

Mosca: "Dossier mina diplomazia"
La Russia ritiene che l'ampia diffusione di informazioni da parte dell'Aiea sul nucleare iraniano miri a minare le possibilità di una soluzione diplomatica. Lo riferisce il ministero degli Esteri di Mosca.

Gli Stati Uniti non commenteranno subito il rapporto dell'Aiea perché hanno bisogno di tempo per studiarlo. Lo afferma il Dipartimento di Stato.
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

Putrusinu ogni mineshra!

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Kratos
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Badate che il fuori onda dell'ebreo Sarkozy a colloquio con Obama è soltanto una messa in scena studiata ad hoc per deviare o depistare gli osservatori poltici dei vari paesi occidentali.

E' vero che un attacco militare all'Iran, da qualunque parte provenga, è un serio rischio per un 3^ conflitto mondiale. Ma un eventuale attacco di Israele all'Iran, sarebbe la miccia studiata proprio da sionisti anglo-americani, francesi ed israeliani stessi, per aprire le ostilità: con lo scopo di fare innervosire l'Iran per indurlo ad una reazione, dopodichè gli "stufi anti-Netanyahu" sarkozy e obama giustificherebbero l'attacco israeliano, pronti ad apoggiarlo militarmente al fine di occuparlo e creare delle basi Nato per il controllo di tutta l'area medio-orientale (cerniera tra mondo arabo e mondo asiatico) snodo strategico geopolitico degli interessi anglo-franco-americani.

Il progetto di attacco all'Iran fa parte del piano strategico nell'ambito dell'espansionismo imperialista. Dopo l'attacco e l'occupazione dell'Iraq, dell'Afghanistan e della Libia, compresi i disordini in tutta l'area mediterranea del Maghreb per il controllo del mediterraneo, è previsto appunto l'attacco militare all'Iran e successivamente quello della Siria.... 8-)
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Kratos ha scritto:Badate che il fuori onda dell'ebreo Sarkozy a colloquio con Obama è soltanto una messa in scena studiata ad hoc per deviare o depistare gli osservatori poltici dei vari paesi occidentali.

E' vero che un attacco militare all'Iran, da qualunque parte provenga, è un serio rischio per un 3^ conflitto mondiale. Ma un eventuale attacco di Israele all'Iran, sarebbe la miccia studiata proprio da sionisti anglo-americani, francesi ed israeliani stessi, per aprire le ostilità: con lo scopo di fare innervosire l'Iran per indurlo ad una reazione, dopodichè gli "stufi anti-Netanyahu" sarkozy e obama giustificherebbero l'attacco israeliano, pronti ad apoggiarlo militarmente al fine di occuparlo e creare delle basi Nato per il controllo di tutta l'area medio-orientale (cerniera tra mondo arabo e mondo asiatico) snodo strategico geopolitico degli interessi anglo-franco-americani.

Il progetto di attacco all'Iran fa parte del piano strategico nell'ambito dell'espansionismo imperialista. Dopo l'attacco e l'occupazione dell'Iraq, dell'Afghanistan e della Libia, compresi i disordini in tutta l'area mediterranea del Maghreb per il controllo del mediterraneo, è previsto appunto l'attacco militare all'Iran e successivamente quello della Siria.... 8-)

http://www.youtube.com/watch?v=fW8mLDtq ... re=related
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http://www.libreidee.org/2011/11/israel ... cinissima/

Israele gela il mondo: la guerra con l’Iran è vicinissima
Scritto il 05/11/11

Tempo scaduto: tra poco parleranno le armi? Contro l’Iran, nel mirino per il suo programma nucleare, potrebbe scatenarsi la “madre di tutte le guerre”, aperta da un raid aereo e missilistico entro pochi mesi se l’Aiea denuncerà la preparazione di bombe atomiche. Esplicito il presidente israeliano, Shimon Peres: conto alla rovescia ormai imminente. E’ la conferma di un pericolo reale, denunciato con insistenza da analisti come il canadese Michel Chossudovsky: «La terza guerra mondiale non è mai stata così vicina». Liquidato Gheddafi e neutralizzato Assad, la Nato è padrona del Mediterraneo e il regime di Teheran appare isolato: mentre l’Unesco pensa di inserire la Palestina nel patrimonio dell’umanità, Israele testa nuovi missili e organizza war games in Sardegna. E anche gli inglesi tifano per la guerra, che Obama sperava di riuscire almeno a rinviare.
«Mentre l’attenzione internazionale è concentrata sulla crisi finanziaria e dei debiti sovrani – scrive Simone Santini su “Clarissa” – una nuova voragine, forse ancor più drammatica, rischia di aprirsi nel breve periodo: una voragine che si chiama guerra». Sembra la conferma dell’allarme lanciato continuamente da osservatori come Giulietto Chiesa: «Siamo di fronte a un epocale collasso finanziario del capitalismo basato su carte false, trilioni inesistenti e conti truccati, col debito statunitense che ha raggiunto livelli stratosferici: in questo caso, la guerra è la soluzione migliore per fare tabula rasa». Non una crisi regionale, ma una guerra planetaria innescata da conflitti in apparenza locali come quello libico: la conquista di Tripoli da parte della Nato, dopo la secessione africana del Sud Sudan, ha di fatto tagliato alla Cina i rifornimenti strategici (petrolio e gas) sui quali Pechino aveva investito moltissimo. E ora, l’Iran: molto più vicino ai confini cinesi, il paese degli ayatollah – partner fondamentale di Pechino – potrebbe diventare il detonatore di un conflitto planetario.

«La rottura della diga, il “game changer” – scrive ancora Santini – potrebbe avvenire la prossima settimana con la divulgazione di un rapporto dell’Agenzia atomica internazionale». Gestita fino al 2009 con grande equilibrio dall’egiziano Mohammed El Baradei, già contrario alla guerra in Iraq scatenata dalla menzogna ufficiale delle “armi di distruzione di massa” di Saddam, secondo indiscrezioni l’Aiea si appresterebbe ora ad accusare l’Iran di procedere verso la costruzione della bomba atomica, anche se i ripetuti controlli e le numerose ispezioni hanno accertato che finora Teheran non ha violato il “trattato di non proliferazione”. Secondo il “Guardian”, l’Iran starebbe invece implementando nuove centrifughe per l’arricchimento dell’uranio spostandole in istallazioni sotterranee e fortificate nei pressi della città di Qom. Per questo, secondo un alto funzionario governativo britannico, rimasto anonimo, «oltre i 12 mesi non potremmo essere sicuri che i nostri missili possano essere efficaci: la finestra si sta chiudendo, e il Regno Unito deve procedere con una pianificazione razionale».

Venti di guerra, verso un attacco annunciato che sembra ormai dietro l’angolo: «Gli Stati Uniti potrebbero farlo da soli, ma non lo faranno», dice ancora il funzionario londinese, «per cui abbiamo necessità di anticipare le loro richieste: ritenevamo di avere tempo almeno fino a dopo le elezioni americane del prossimo anno, ma ora non siamo più così sicuri». Le notizie che si rincorrono descrivono un clima internazionale di grave allarme, a partire ovviamente da Israele: Tel Aviv spinge perché l’attacco all’Iran sia scatenato entro la primavera 2012. Ne parla apertamente il maggior quotidiano israeliano, “Yedioth Ahronot”, che descrive il dibattito in corso tra “colombe” preoccupate dalle conseguenze del raid e “falchi” come il premier Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak, decisi a sferrare l’attacco contro il nemico strategico Ahmadinejad, che ha sempre dichiarato di voler cancellare Israele dalla carta geografica del Medio Oriente.

Anche il paese sembra diviso sulla possibilità di una guerra, dice ancora “Clarissa”: secondo il sondaggio pubblicato dal quotidiano “Haaretz”, quattro israeliani su dieci (il 41% del campione) sarebbero favorevoli al raid, mentre quasi altrettanti (il 39%) sarebbero contrari; in attesa di decifrare l’intenzione degli incerti, “Haaretz” sostiene che in ogni caso la maggioranza (il 52%) si fida della valutazione e delle decisioni che vorranno prendere Netanyahu e Barak. Intanto, Israele si prepara al peggio: il 3 novembre un’esercitazione ha mobilitato il paese per quattro ore, simulando una difesa contro attacchi missilistici dall’esterno. Le forze armate hanno testato con successo un nuovo missile balistico capace di raggiungere l’Iran, e l’aviazione israeliana ha appena condotto a termine un’imponente esercitazione nella base Nato di Decimomannu in Sardegna, con sei squadroni di cacciabombardieri impegnati a simulare azioni d’attacco su lunghe distanze con rifornimenti in volo.

Se fino a ieri le autorità israeliane parlavano di «esercitazioni di routine», denunciando la «fuga di notizie» innescata da due ex dirigenti del Mossad, Meir Dagan e Yuval Diskin, a confermare l’allarme è lo stesso Peres, premio Nobel per la pace, che il 4 novembre ha dichiarato alla tv commerciale Canale 2 che l’opzione militare si sta affrettando: «I servizi di sicurezza di tutti i Paesi comprendono che il tempo stringe e di conseguenza avvertono i rispettivi dirigenti, perché a quanto pare l’Iran si avvicina alle armi nucleari». Nel tempo che resta, ha aggiunto Peres, insistendo sulla tempestività dell’imminente azione, «dobbiamo esigere dai Paesi del mondo di agire, e dire loro che devono rispettare gli impegni che hanno assunto, e far fronte alle loro responsabilità: sia che si tratti di sanzioni severe sia che si tratti di una operazione militare».

Sempre l’inglese “Guardian”, aggiunge Simone Santini, il 2 novembre ha pubblicato un reportage secondo cui le forze armate del Regno Unito starebbero intensificando i preparativi in vista di attacchi missilistici degli Stati Uniti contro siti iraniani. Gli strateghi della Royal Navy starebbero esaminando la migliore dislocazione possibile nell’area mediorientale delle unità navali, tra cui i sottomarini dotati di missili da crociera Tomahawk. Londra sarebbe pronta a concedere agli americani l’utilizzo dell’isola di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, già usata come fondamentale base d’appoggio in precedenti conflitti nella regione. L’Iran è tornato al centro delle preoccupazioni diplomatiche dopo la guerra in Libia: anche se Barack Obama non avrebbe intenzione di imbarcarsi in un nuovo conflitto, potrebbe esservi “costretto” dall’atteso rapporto nucleare dell’Aiea, dopo le voci di “complotto iraniano” contro l’ambasciatore saudita negli Usa.

Finora, le installazioni atomiche iraniane – destinate dichiaratamente all’uso civile – hanno resistito anche agli attacchi cibernetici sferrati dall’Occidente, che sta ora riposizionando le proprie forze nella regione. Secondo il professor Chossudovsky, l’obiettivo è – da anni – l’accerchiamento dell’Iran: «Dalla seconda guerra mondiale, non si era mai visto un simile spiegamento di forze». L’idea, spiega “Clarissa”, è di compensare il ritiro delle forze combattenti dall’Iraq ampliando la presenza militare nella penisola arabica, come ai tempi della prima guerra del Golfo, con nuovi stanziamenti in Kuwait, in Arabia Saudita e negli Emirati, e inviando ulteriori contingenti navali nel braccio di mare che separa le monarchie petrolifere dall’Iran.

Nonostante la crisi e i tagli (solo annunciati) alla spesa militare, gli Usa rilanciano: obiettivo, una “Nato del Golfo” con Bahrein, Qatar, Oman, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Arabia Saudita, che renda permanente la prova generale di collaborazione appena sperimentata in Libia. «Gli scenari fin qui illustrati – si domanda Santini – puntano dritto verso un confronto militare o, come pensano alcuni analisti, fughe di notizie e pianificazioni militari servono per aumentare la pressione su Teheran, lanciando moniti credibili, per ottenere maggiori successi diplomatici?». La risposta, in un senso o nell’altro, non tarderà probabilmente ad arrivare. «Nel frattempo, a fronte di un possibile conflitto con esiti devastanti, il movimento pacifista pare del tutto inerme ed impreparato. Tornerà ad agitarsi, forse, quando sarà ormai troppo tardi. Ammesso che non lo sia già ora».
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secondo me sono fandonie.
Glu USA non è vero che sono preoccupati, sanno tutto. Israele è nelle loro mani da decenni. Glu USA campano letteralmente Israele con dollari sonanti. Israele è un paese piccolo e povero, più di quanto ci si aspetti. La loro forza militare è dovuta al fatto che viene mantenuta da altri stati come gli USA.

Per Israele una guerra vera sarebbe un suicidio. Per la Siria non ne parliamo. Per l'Iran ancora peggio. I dittatori hanno ben capito che devono stare tranquilli se nn vogliono fare la fine di Saddam o di Gheddafi.
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Kratos ha scritto:Badate che il fuori onda dell'ebreo Sarkozy a colloquio con Obama è soltanto una messa in scena studiata ad hoc per deviare o depistare gli osservatori poltici dei vari paesi occidentali.

E' vero che un attacco militare all'Iran, da qualunque parte provenga, è un serio rischio per un 3^ conflitto mondiale. Ma un eventuale attacco di Israele all'Iran, sarebbe la miccia studiata proprio da sionisti anglo-americani, francesi ed israeliani stessi, per aprire le ostilità: con lo scopo di fare innervosire l'Iran per indurlo ad una reazione, dopodichè gli "stufi anti-Netanyahu" sarkozy e obama giustificherebbero l'attacco israeliano, pronti ad apoggiarlo militarmente al fine di occuparlo e creare delle basi Nato per il controllo di tutta l'area medio-orientale (cerniera tra mondo arabo e mondo asiatico) snodo strategico geopolitico degli interessi anglo-franco-americani.

Il progetto di attacco all'Iran fa parte del piano strategico nell'ambito dell'espansionismo imperialista. Dopo l'attacco e l'occupazione dell'Iraq, dell'Afghanistan e della Libia, compresi i disordini in tutta l'area mediterranea del Maghreb per il controllo del mediterraneo, è previsto appunto l'attacco militare all'Iran e successivamente quello della Siria.... 8-)
IO non credo. Le guerre costano e nè la francia nè l'inghilterra possono sopportarne una di una certa durata di questi tempi.
La Francia si è buttata a capofitto in Libia solo perchè Sarkozy in patria perde consensi e doveva cercare di avere almeno un ruolo internazionale, cosa che ai francesi piace. Ma realmente la forza militare francese non è superiore a quella italiana o tedesca e il potere decisionale internazionale tanto meno!

Io nn credo accadrà maiuna cosa del genere. Oggi è sicuramente l'ultimo dei pensieri. Una cosa che forse potrebbe accadere è un attacco Iraniano, ma nn di certo da Israele verso l'Iran.
doddi
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http://www.corriere.it/esteri/11_novemb ... 2fc6.shtml

decine di studenti sono entrati nella sede diplomatica. la polizia li ha respinti

Iran, irruzione nell'ambasciata britannica
S
assi e molotov contro il compound. Liberati sei ostaggi
Il governo inglese: «Anche altri Paesi impongano sanzioni»


MILANO- Si alza la tensione in Iran. L'ambasciata britannica a Teheran è sotto assedio. In pomeriggio decine di studenti sono entrati nella sede diplomatica distruggendo l'edificio con sassi e molotov. L'intervento della polizia ha riportato la calma. Ma i manifestanti hanno provato più volte a entrare. Quindi le forze dell'ordine hanno usato gas lacrimogeni per cercare di disperdere la folla davanti ai cancelli dell'ambasciata. L'irruzione è avvenuta al termine di un sit-in di protesta davanti alla sede diplomatica britannica. Nel mirino le nuove sanzioni portate avanti da Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada. L'attacco è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Stato, che ha mostrato l'immagine di un giovane che stringe tra le mani i resti di un ritratto della regina Elisabetta II strappato dal muro. Dura la reazione del governo inglese. «È uno scandalo». Il ministro degli Esteri William Hague dice di aspettarsi che «anche altri Paesi impongano le sanzioni». E la Gran Bretagna «Prenderà seri provvedimenti». Londra ha avvisato tutti i concittadini in Iran di «non uscire di casa».

LA MANIFESTAZIONE- «È un covo di spie», dicono i ragazzi davanti alla sede diplomatica. Le stesse parole usate nel 1979 quando un gruppo di studenti (tra questi anche l'attuale presidente Ahmandinejad) avevano occupato l'ambasciata americana prendendo in ostaggio 52 diplomatici. E così in centinaia sono entrate nell'ambasciata. I giovani hanno saccheggiato gli uffici, gettando pile di fogli fuori dalle finestre, tra cui documenti riservati. Si sono scontrati con la polizia che è entrata nella sede diplomatica. I dipendenti dell'ambasciata sono scappati da un'uscita secondaria. Non è chiaro se l'ambasciatore fosse presente al momento dell'assalto.

IL GIALLO DEGLI OSTAGGI- Secondo l'agenzia Mehr, sei diplomatici sarebbero stati presi in ostaggio dai manifestanti. I sei sarebbero stati liberati dalla polizia. E anzi, è stata rimossa dal sito dell'agenzia. Secondo l'Irna, invece, centinaia di persone hanno preso d'assalto anche la residenza dell'ambasciatore inglese a nord della capitale.

LA LEGGE- Il presidio è stato organizzato anche per esprimere sostegno al recente disegno di legge parlamentare che abbassa il livello dei rapporti tra il ministero degli Esteri iraniano e il Foreign Office britannico. In base al disegno di legge, i rapporti tra Teheran e Londra saranno ridotti al livello di incaricati d'affari e per questo l'ambasciatore britannico avrà due settimane di tempo per lasciare l'Iran.

LE REAZIONI- Anche il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi condanna la vicenda. «È assolutamente intollerabile quanto sta accadendo al compound dell' Ambasciata britannica a Teheran». Ed esprime la «massima solidarietà «al governo britannico». Posizione condivisa con il collega francese Alain Juppè. «La Francia ritiene che le autorità iraniane siano responsabili della sicurezza e dell'integrità di tutte le missioni diplomatiche a Teheran».


http://www.corriere.it/esteri/11_novemb ... =correlati

Incidente o azione di sabotaggio di qualche servizio segreto occidentale?
Nuova esplosione in Iran, mistero sulle cause
Il «botto» in un luogo non precisato nei pressi di Isfahan, dove sorge un sito legato al programma nucleare di Teheran


WASHINGTON - Prima poche righe dall’agenzia semi-ufficiale Fars per annunciare un’esplosione a Isfahan, poi la stessa agenzia ha annullato il dispaccio. Quindi, come spesso accade, versioni contraddittorie da parte delle autorità iraniane mentre abitanti hanno confermato di aver udito una deflagrazione di grande potenza. Dove? Nessuno è in grado di dirlo con precisione. Per il governatore della città il «botto» è avvenuto durante un’esercitazione all’interno della base aerea a nord est del centro abitato: «Ma non vi sono stati problemi particolari», ha aggiunto.

SPECULAZIONI E SABOTAGGIO - L’episodio ha subito scatenato speculazioni sulla possibilità di un nuovo sabotaggio. La città, infatti, ospita un sito legato al programma nucleare e un altro per lo sviluppo di missili. Impianti che negli ultimi anni sono stati obiettivo di attacchi condotti da gruppi dell’opposizione e servizi segreti occidentali (Cia, Mossad…). E sempre a Isfahan, nel 2008, c’era stata una esplosione in un installazione militare strategica.

IL PRECEDENTE - La vicenda di ieri segue quanto è avvenuto, due settimane fa, a Bid Ganeh, non lontano da Teheran. Un «incidente durante un test» che è costato la vita ad un alto esponente dei pasdaran, responsabile del settore missilistico. Anche in questo caso si è sostenuto – dall’estero – di una serie di esplosioni innescate da una bomba che hanno provocato danni pesanti. Immagini satellitari diffuse ieri dal centro studi americano Isis mostrano quelle che gli esperti ritengono siano edifici distrutti e detriti provocati dalla deflagrazione. Gli osservatori ritengono che l’Iran sia al centro della guerra segreta lanciata da americani, israeliani, britannici e, probabilmente, da paesi del Golfo. Un’offensiva che è condotta con attività clandestine ma anche sfruttando qualsiasi fatto poco chiaro che si verifichi in Iran: un incendio in una raffineria, ad esempio, può essere presentato come l’esito di un sabotaggio. E il piano destabilizzante funziona perché sono gli stessi dirigenti iraniani a fare il gioco degli avversari con ricostruzioni spesso poco credibili. O, come nel caso di Isfahan, con conferme e smentite che invece di chiarire finiscono per alimentare i sospetti.

Guido Olimpio
29 novembre 2011 | 13:38
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Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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