dismissione del patrimonio edilizio (e immobiliare in futuro

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aquamoon
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Mariotta ha scritto:
per legge illegale cosa significa?
Probabilmente si ritiene che il ricavato non possa essere utilizzato che per costruire altri alloggi popolari o comunque nell'ambito dell'edilizia pubblica come per esempio la manutenzione e non per ripianare i debiti di bilancio.
:salut
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aquamoon ha scritto:
Mariotta ha scritto:
per legge illegale cosa significa?
Probabilmente si ritiene che il ricavato non possa essere utilizzato che per costruire altri alloggi popolari o comunque nell'ambito dell'edilizia pubblica come per esempio la manutenzione e non per ripianare i debiti di bilancio.
:salut
Tutti i comuni italiani che hanno alienato il patrimonio edilizio anche per ripianare il debito hanno commesso atti illegali?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:


Tutti i comuni italiani che hanno alienato il patrimonio edilizio anche per ripianare il debito hanno commesso atti illegali?
Non so.
E' Nosacciu che ha sollevato il problema.
:salut


P.S.
Quale Comune, che tu sappia, ha utilizzato ricavi da vendite del patrimonio immobiliare per pagare, per esempio, una partecipata?
:scratch
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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto:


Tutti i comuni italiani che hanno alienato il patrimonio edilizio anche per ripianare il debito hanno commesso atti illegali?
Non so.
E' Nosacciu che ha sollevato il problema.
:salut


P.S.
Quale Comune, che tu sappia, ha utilizzato ricavi da vendite del patrimonio immobiliare per pagare, per esempio, una partecipata?
:scratch
La norma che lui cita è del secolo scorso, sono intervenute numerose modifiche. Nel frattempo c'è stato Il decentramento, abolizione ICI, tagli agli enti locali, ecc... ecc...

Per il ps: fai una ricerca su google e ne troverai ad ogni latitudine :read:
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doddi ha scritto: La norma che lui cita è del secolo scorso, sono intervenute numerose modifiche. Nel frattempo c'è stato Il decentramento, abolizione ICI, tagli agli enti locali, ecc... ecc...

Per il ps: fai una ricerca su google e ne troverai ad ogni latitudine :read:
Ho fatto, come da tuo suggerimento una ricerca e ho trovato questo:
Infatti è vero che la vendita del patrimonio edilizio è un’attività del tutto normale e quando gli immobili non sono più economicamente vantaggiosi il Comune prevede la loro dismissione attraverso procedure che facilitino l’acquisto da parte dei locatari assegnatari. Ma è altrettanto vero che per legge i proventi conseguenti all'alienazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica devono essere destinati al finanziamento d'interventi nello stesso settore (art. 1, comma 5, L. 24 dicembre 1993, n. 560). I tecnici lo sanno. In sostanza gli introiti che vanno collocati al Tit. IV dell'Entrata devono essere utilizzati per le spese del Tit. II° (spese di investimento e non spese correnti). La logica è impedire ad amministratori irresponsabili di fare cassa con i beni comunali e pagare i debiti della gestione corrente o precedente.
Ancora il decreto legge 112/2008 dispone all’art. 13, comma 2, lettera c che gli enti sono obbligati a destinare “i proventi delle alienazioni alla realizzazione di interventi volti ad alleviare il disagio abitativo”.
Per cui le somme che si ricavano della vendita del patrimonio immobiliare costituiscono fondi vincolati e non possono essere utilizzati per le spese correnti o peggio ancora per far fronte a debiti pregressi.
Il link con l'intero articolo è questo:
http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86
e si riferisce a dichiarazioni di Naccari.
Il dl 112/2008 non consentirebbe interpretazioni di sorta, magari è del secolo o decennio scorso ma, se non abrogato, esisterebbe...
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http://www.unitel.it/index.php?option=c ... &Itemid=14

...
...
...
per questi motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

riuniti i giudizi e riservata a separate pronunce la decisione delle altre questioni di legittimità costituzionale promosse dalle Regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Toscana e Sicilia con i ricorsi indicati in epigrafe;
dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, comma 3, lettera e), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 6 agosto 2008, n. 133, limitatamente alla parola «anche»;
dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, comma 4, ultimo periodo, del d.l. n. 112 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge n. 133 del 2008, limitatamente alle parole «Decorsi novanta giorni senza che sia stata raggiunta la predetta intesa, gli accordi di programma possono essere comunque approvati»;
dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, comma 9, del d.l. n. 112 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge n. 133 del 2008;
dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 13, commi 2, 3 e 3-ter, del d.l. n. 112 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge n. 133 del 2008;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 11, commi 1, 2, 5, 8, 11 e 12 del d.l. n. 112 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge n. 133 del 2008, promosse, in riferimento agli artt. 2, 14, 114, 117, 118, 119, 120 e 136 della Costituzione, all’art. 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione), all’art. 14, lettera g), del r.d.lgs. 15 maggio 1946 n. 545 (Approvazione dello statuto della Regione siciliana), convertito dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2, al d.P.R. 30 luglio 1950, n. 878 (Norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia di opere pubbliche), ed ai principio di ragionevolezza e di leale collaborazione, dalle Regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Umbria, Toscana, Puglia, Campania, Valle d’Aosta e Sicilia con i ricorsi indicati in epigrafe;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 13, commi 1, 3-bis (come modificato dall’art. 2, comma 39, lettere a e b, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2010») e 3-quater, del d.l. n. 112 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge n. 133 del 2008, promosse, in riferimento agli artt. 117, 118, 119 e 136 Cost., all’art. 14, lettera g), del r.d.lgs. 15 maggio 1946 n. 545 (Approvazione dello statuto della Regione siciliana), convertito dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2, al d.P.R. 30 luglio 1950, n. 878 (Norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia di opere pubbliche), ed al principio di leale collaborazione, dalle Regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Toscana, Puglia, Campania e Sicilia con i ricorsi indicati in epigrafe;
dichiara cessata la materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale dell’art. 18, comma 4-bis, lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 (Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale), convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1 della legge 28 gennaio 2009, n. 2, promossa, in riferimento agli artt. 117 e 118 Cost. ed al principio di leale collaborazione, dalla Regione Toscana con il ricorso indicato in epigrafe;
dichiara inammissibile il ricorso promosso dalla Regione Lazio avverso gli artt. 11 e 13 del d.l. n. 112 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge n. 133 del 2008, in riferimento agli artt. 117, 118 e 119 Cost., nonché ai principi di ragionevolezza, proporzionalità e di leale collaborazione;
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 11, commi 2, 3, 4, 5, 6, 8 e 9, del d.l. n. 112 del 2008, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge n. 133 del 2008, promosse, in riferimento all’art. 117, terzo e quarto comma, Cost., dalle Regioni Emilia-Romagna, Liguria e Campania con i ricorsi indicati in epigrafe.

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 22 marzo 2010.

F.to:
Francesco AMIRANTE, Presidente
Gaetano SILVESTRI, Redattore
Giuseppe DI PAOLA, Cancelliere
Depositata in Cancelleria il 26 marzo 2010.
Il Direttore della Cancelleria
F.to: DI PAOLA
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Secondo la Corte Costituzionale quindi, nulla osta alla vendita del patrimonio edilizio con trasferimento del ricavato per ripianare i debiti.
Chiarita la parte tecnica, rimane quella politica.
Come già scritto nel mio precedente post:
http://regginalife.com/forum/viewtopic. ... 312#p71046
"...il Comune ritiene di avere conseguito un grande successo proponendo e vendendo una parte del patrimonio edilizio. Facciamo finta sia così.
Vogliamo parlare dei debiti del Comune, di come sono stati prodotti e cosa fare per restituire all'Ente una dignità finanziaria?
O riteniamo sufficiente la risposta del sindaco (... le faremo sapere) e non ci pensiamo più?
Io penso che il Comune sia lì lì per sprofondare, mezzarena no."
Per quanto mi riguarda, non essendo interessato direttamente all'operazione, continuo a chiedermi cosa sarà del mio futuro in termini di erogazione servizi visto e considerato che con la vendita delle case non si risolve il problema dei debiti del Comune... se non in minima parte.
A fronte di un debito di almeno 85 milioni si propone una vendita del patrimonio (a proposito qualcuno conosce i prezzi?) che se, realizzata compiutamente, ne coprirà meno della metà... e il resto?
Forse è di questo che dovremmo parlare.
:salut
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aquamoon ha scritto:Secondo la Corte Costituzionale quindi, nulla osta alla vendita del patrimonio edilizio con trasferimento del ricavato per ripianare i debiti.
Chiarita la parte tecnica, rimane quella politica.
Come già scritto nel mio precedente post:
http://regginalife.com/forum/viewtopic. ... 312#p71046
"...il Comune ritiene di avere conseguito un grande successo proponendo e vendendo una parte del patrimonio edilizio. Facciamo finta sia così.
Vogliamo parlare dei debiti del Comune, di come sono stati prodotti e cosa fare per restituire all'Ente una dignità finanziaria?
O riteniamo sufficiente la risposta del sindaco (... le faremo sapere) e non ci pensiamo più?
Io penso che il Comune sia lì lì per sprofondare, mezzarena no."
Per quanto mi riguarda, non essendo interessato direttamente all'operazione, continuo a chiedermi cosa sarà del mio futuro in termini di erogazione servizi visto e considerato che con la vendita delle case non si risolve il problema dei debiti del Comune... se non in minima parte.
A fronte di un debito di almeno 85 milioni si propone una vendita del patrimonio (a proposito qualcuno conosce i prezzi?) che se, realizzata compiutamente, ne coprirà meno della metà... e il resto?
Forse è di questo che dovremmo parlare.
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mancano altri appartamenti ...altro bando pubblico...che coprirà l'altra metà ...e il debito sarà ripianato... :beer:
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cozzina1 ha scritto:
mancano altri appartamenti ...altro bando pubblico...che coprirà l'altra metà ...e il debito sarà ripianato... :beer:
Quindi il problema dei debiti del Comune è risolto.
Giusto?
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aquamoon ha scritto:
cozzina1 ha scritto:
mancano altri appartamenti ...altro bando pubblico...che coprirà l'altra metà ...e il debito sarà ripianato... :beer:
Quindi il problema dei debiti del Comune è risolto.
Giusto?
:salut
riprendendo il tuo discorso...che con la vendita degli immobili si dovrebbero coprire metà debiti...con la seconda trance si dovrebbe coprire l'altra metà... :p:
io di economia non ci capisco nulla...facevo solo un calcolo aritmetico.. :wink
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Dopo aver risolto il problema della leggittimta' dell'azione, vorrei far notare che su tutti gli immobili oggetto di cessione spariranno gli oneri di manutenzione e, non ultimo, dopo decine d'anni, gli inquilini smetteranno di pagare un'affitto ad muzzum. Mi pare che sia un'opera meritoria a favore della popolazione reggina piu' bisognosa.
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doddi ha scritto:Dopo aver risolto il problema della leggittimta' dell'azione, vorrei far notare che su tutti gli immobili oggetto di cessione spariranno gli oneri di manutenzione e, non ultimo, dopo decine d'anni, gli inquilini smetteranno di pagare un'affitto ad muzzum. Mi pare che sia un'opera meritoria a favore della popolazione reggina piu' bisognosa.

Meritoria, era ura mi vindunu i casi, così non hanno più neanche problemi di gestione che sono anche quelle spese.
un po meno meritoria è quella di usare i soldi del patrimonio comunale, quindi di ogni cittadino, per coprire debiti.

certo i debiti devono essere coperti, ma è come se venissero coperti con altre tasse e non poche.
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NinoMed ha scritto:
doddi ha scritto:Dopo aver risolto il problema della leggittimta' dell'azione, vorrei far notare che su tutti gli immobili oggetto di cessione spariranno gli oneri di manutenzione e, non ultimo, dopo decine d'anni, gli inquilini smetteranno di pagare un'affitto ad muzzum. Mi pare che sia un'opera meritoria a favore della popolazione reggina piu' bisognosa.

Meritoria, era ura mi vindunu i casi, così non hanno più neanche problemi di gestione che sono anche quelle spese.
un po meno meritoria è quella di usare i soldi del patrimonio comunale, quindi di ogni cittadino, per coprire debiti.

certo i debiti devono essere coperti, ma è come se venissero coperti con altre tasse e non poche.
Il "patto di stabilita'" con conseguenti annessi e connessi, consente di farlo. Il debito e' un discorso ancora da definire per quantita' e responsabilita' anche penali.
Intanto ottimo lavoro da parte del Sindaco e della giunta.
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In più la vendita del patrimonio edilizio non include solo le case anche qualche vecchia caserma oppure altre cose simili.
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io2 ha scritto:In più la vendita del patrimonio edilizio non include solo le case anche qualche vecchia caserma oppure altre cose simili.
al massimo qualche palazzo, ma sarà in una fase successiva, non credo che il comune abbia caserme a disposizione ;)
il problema è un altro, molte volte con i palazzi si vende ai privati e poi si chiede di mantenerli in uso pagando gli affitti, non è la prima volta che capita, se si dismettono evono essere dismessi e dati in uso ai privati.

il patrimonio edilizio comunale è appunto comunale, quindi anche mio, e con i soldi in più recuperati e ricavati dall'alienazione preferirei che si avessero in cambio i servizi che mancano alla comunità, quindi anche a me, e invece ci priviamo di introiti extra per coprire deficit causati non certo dai cittadini.

si parla tanto di responsabilità dei magistrati, e quella dei politici quando la inventeranno?
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http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86


Reggio: Dismissione patrimonio edilizio, al via il nuovo bando

Giovedì 12 Aprile 2012 14:32

di Grazia Candido (foto Marco Costantino) – Dismissione patrimonio edilizio, atto secondo. E’ stato presentato, questa mattina a palazzo san Giorgio, il nuovo Bando relativo alla Dismissione del Patrimonio edilizio comunale che, curato dalla Sati (società per l’attrazione degli investimenti) responsabile di coordinare il lavoro delle due società miste Recasi e Reges, darà ad altri 494 assegnatari, l’opportunità di acquistare il proprio alloggio. A fornire tutti i dettagli ma anche a “bacchettare” chi ha contestato sin dall’inizio la scelta dell’Amministrazione di vendere i propri immobili, il Sindaco Demetrio Arena, l’Assessore al Patrimonio Edilizio Walter Curatola, il Dirigente del Settore Vincenzo Cuzzola e l’Amministratore Unico della “Sati” Ivano Nasso.
“Non vogliamo vendere gli alloggi perché abbiamo bisogno di soldi ma seguiamo semplicemente la normativa vigente. A chi ha fatto sterili polemiche fomentando inutili allarmismi tra gli assegnatari degli alloggi, vorrei solo rendere noto che il precedente bando pubblicato il 24 agosto del 2011, ha registrato 2650 alloggi in vendita, 1500 accatastamenti effettuati in sei mesi e 120 atti stipulati per un incasso di 2.400.000,00 euro. Ma, soprattutto - precisa l’assessore Curatola – abbiamo avuto 1.552 richieste d’acquisto e, dopo un’attenta analisi degli uffici competenti, sono stati emessi 750 provvedimenti che garantiranno un introito di euro 19.472.559,45. Senza dimenticare le 500 decadenze per morosità e la riscossione di canoni ordinari e pregressi per un ammontare di euro 1.246.689,15”.
L’assessore al Patrimonio poi, affonda un colpo secco contro chi “ha pubblicato sui giornali l’elenco dei 100 professionisti scelti con un bando pubblico dalla Sati per l’espletamento dell’iter degli accatastamenti e tuona prima con chi “ha infangato giovani tecnici che hanno svolto un compito per nulla semplice e con retribuzioni molto basse” ma poi si rivolge agli assegnatari dei vari alloggi affermando che “qualora non volessero acquistare la casa possono tranquillamente continuare a viverci. A nulla servono le polemiche quali quelle del fantomatico comitato Free Home - Casa libera il cui presidente è un soggetto che ha ricevuto lo sgombero esecutivo perché occupante abusivo”.
Quindi, visti i risultati ottenuti, l’amministrazione comunale sceglie di “riproporre” un nuovo bando di vendita che uscirà il prossimo mercoledì coinvolgendo questa volta altri 494 alloggi localizzati in Via Cava, Via Marconi, Via San Sperato, Oliveto e porterà dentro le casse dell'ente, secondo le stime effettuate, 20.019.32,37 euro. Le modalità sono uguali a quelle del bando precedente e a giorni gli assegnatari riceveranno una comunicazione informale per l'avvio delle procedure.
“Sulla dismissione sono state scritte pagine infinite dai giornali e oggi possiamo dire che il Comune di Reggio Calabria è tra i pochi che ha avviato con determinazione un iter che soddisfa le esigenze dei cittadini – afferma il sindaco Arena – La dismissione del patrimonio edilizio è infatti, un’opportunità per gli enti e grazie alle nostre risorse umane e al fondamentale apporto di Recasi e Reges, abbiamo fatto un’attività istruttoria molto capillare che ha messo ordine al settore. Abbiamo inoltre, proseguito un percorso di legalità accertando la presenza di assegnatari non idonei o morosi. Purtroppo, non si dialoga con l’amministrazione ma si preferisce parlare attraverso i giornali: l’antipatica denuncia fatta da qualcuno su una politica clientelare che ha scelto professionisti, tra l’altro sottopagati e che io ringrazio per l’ottimo lavoro svolto insieme anche agli uffici del catasto, sbattuti sulle prime pagine della cronaca, è una mortificazione personale e professionale”.
A rimarcare il successo di “un’operazione trasparente e legale”, l’amministratore Nasso che ribadisce la piena sinergia con le società miste e il “prezioso impegno dell’Agenzia del territorio”.
E se ci fossero ancora perplessità, è il dirigente del settore Patrimonio, Cuzzola a ricordare che “il Piano di dismissione del patrimonio edilizio parte da una normativa, la 112 del 2008. I sempre minori trasferimenti da parte dello Stato obbligano i Comuni ad avviare le attività di valorizzazione del proprio patrimonio edilizio. La dismissione consentirà di reperire risorse, ridurre i costi e dare respiro all'economia rilanciando l’edilizia privata”.
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