Il partigiano Ingroia

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reggino
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così come rischia la vita,quel pm napoletano senza scorta.
Queste sono le anomalie,non un magistrato che vuole difendere la costituzione.
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doddi
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reggino ha scritto:
doddi ha scritto:
reggino ha scritto:Ha detto la sacrosanta verità.
Che la Costituzione sia sotto assedio,attaccata,calpestata,è una verità sacrosanta.
E' giusto che lui lo dica,ed è giusto che la difenda la Costituzione,ci mancherebbe pure.
Reggino, cosentimi, è la sua verità, ed anche di tanti altri, non è LA VERITA'.
E' opinione, giudizio, considerazione, per cui parziale.

La differenza è sostanziale.
Ma se questo governo ha detto ripetutamente che vuole cambiarla la Costituzione,dicendo che è vecchia,che è bolscevica,e via dicendo...
Ingroia giustamente questa Costituzione vuole difenderla,e vuole ribadirlo,nulla di anormale.
E' anormale un governo di questo genere,che vuole stuprare la Costituzione.
Questo governo con quel programma si è fatto eleggere.
Il desiderio e la volontà di cambiare alcuni articoli, azione costituzionalmente prevista ma sottoposta a determinate e precise regole e controlli, è stata presentata in campagna elettorale, non inventata in corso d'opera.
Ci sono i luoghi e gli organi deputati e competenti per fare ciò. E così avviene e stà avvenendo.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
reggino
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doddi ha scritto:[quote


Questo governo con quel programma si è fatto eleggere.
Il desiderio e la volontà di cambiare alcuni articoli, azione costituzionalmente prevista ma sottoposta a determinate e precise regole e controlli, è stata presentata in campagna elettorale, non inventata in corso d'opera.
Ci sono i luoghi e gli organi deputati e competenti per fare ciò. E così avviene e stà avvenendo.
Gli stessi in cui si è ritenuto che Ruby sia la nipote di Mubarak?
comunque da noi ancora fortunatamente è prevista la libertà d'opinione,se i magistrati non condividono certe leggi,hanno il sacrosanto diritto di dirlo.
Io sto dalla parte loro,non certamente dalla parte di questa classe dirigente collusa e corrotta.
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http://www.youtube.com/watch?v=A5BMgvSC ... re=related

Mil guarda questo video, fatto meglio dell'atro proposto, e rende molto, molto, molto meglio l'idea.

Ma di che parliamo? :bash: :bash: :bash:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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A proposito... ma il comunismo esiste o no? :lol:



OHoh,... mi è semblato di vedele un gatto :oo: :fifi: :fifi:
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doddi ha scritto:http://www.youtube.com/watch?v=A5BMgvSC ... re=related

Mil guarda questo video, fatto meglio dell'atro proposto, e rende molto, molto, molto meglio l'idea.

Ma di che parliamo? :bash: :bash: :bash:
I video di Ingroia li conosco a memoria,visto che nei suoi confronti nutro profonda ammirazione e stima.ll punto è che noi non impariamo mai,dobbiamo sempre attaccare i magistrati, nel 1992 lo si è fatto con Falcone e Borsellino,perchè secondo i politici e i giornalisti si esponevano troppo,e perchè attaccavano la classe politica di allora collusa e corrotta quanto quella attuale,e ora si fa lo stesso con i magistrati coraggiosi che hanno la forza d'animo di denunciare certe anomalie,e di combatterle in prima fila.
Io sto dalla loro parte.
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doddi ha scritto:A proposito... ma il comunismo esiste o no? :lol:


OHoh,... mi è semblato di vedele un gatto :oo: :fifi: :fifi:
che domande certo che esiste.
El la base è molto più forte di quanto lo fosse nella prima repubblica.
Lo dicono i numeri.
8-)
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reggino ha scritto:
doddi ha scritto:http://www.youtube.com/watch?v=A5BMgvSC ... re=related

Mil guarda questo video, fatto meglio dell'atro proposto, e rende molto, molto, molto meglio l'idea.

Ma di che parliamo? :bash: :bash: :bash:
I video di Ingroia li conosco a memoria,visto che nei suoi confronti nutro profonda ammirazione e stima.ll punto è che noi non impariamo mai,dobbiamo sempre attaccare i magistrati, nel 1992 lo si è fatto con Falcone e Borsellino,perchè secondo i politici e i giornalisti si esponevano troppo,e perchè attaccavano la classe politica di allora collusa e corrotta quanto quella attuale,e ora si fa lo stesso con i magistrati coraggiosi che hanno la forza d'animo di denunciare certe anomalie,e di combatterle in prima fila.
Io sto dalla loro parte.

Il video è sempre relativo all'intervento di ieri, però qua ci sono tutte le immagini, con relativo scenario, palcoscenico, arreddi, addobbi e simbologia.



Artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost., ribadendo che i magistrati devono essere imparziali e indipendenti e che tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità.

Questa è la costituizione di quale stato?


C'è qualcosa che non torna.
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doddi ha scritto:
reggino ha scritto:
doddi ha scritto:http://www.youtube.com/watch?v=A5BMgvSC ... re=related

Mil guarda questo video, fatto meglio dell'atro proposto, e rende molto, molto, molto meglio l'idea.

Ma di che parliamo? :bash: :bash: :bash:
I video di Ingroia li conosco a memoria,visto che nei suoi confronti nutro profonda ammirazione e stima.ll punto è che noi non impariamo mai,dobbiamo sempre attaccare i magistrati, nel 1992 lo si è fatto con Falcone e Borsellino,perchè secondo i politici e i giornalisti si esponevano troppo,e perchè attaccavano la classe politica di allora collusa e corrotta quanto quella attuale,e ora si fa lo stesso con i magistrati coraggiosi che hanno la forza d'animo di denunciare certe anomalie,e di combatterle in prima fila.
Io sto dalla loro parte.

Il video è sempre relativo all'intervento di ieri, però qua ci sono tutte le immagini, con relativo scenario, palcoscenico, arreddi, addobbi e simbologia.



Artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost., ribadendo che i magistrati devono essere imparziali e indipendenti e che tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità.

Questa è la costituizione di quale stato?


C'è qualcosa che non torna.
QUindi un magistrato non può parlare di mafia e giustizia in un congresso di un partito??e quindi non può andare neanche in uno studio televisivo,o in una manifestazione??ma dai,per me più si fanno vedere i magistrati meglio è,preferisco vedere loro che i politici.
Le stesse accuse le muovevano i politici a Falcone,perchè secondo loro appariva poco imparziale,addirittura ricordo un attacco duro di Cuffaro nei suoi confronti.
Per me più parlano,più si espongono,più denunciano meglio è per la nostra democrazia.
Dei magistrati mi fido,dei politici un pò meno.
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peas!
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doddi ha scritto:
Il video è sempre relativo all'intervento di ieri, però qua ci sono tutte le immagini, con relativo scenario, palcoscenico, arreddi, addobbi e simbologia.



Artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost., ribadendo che i magistrati devono essere imparziali e indipendenti e che tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità.

Questa è la costituizione di quale stato?
Di nessuno stato; questo è un frammento di un link che spiega una sentenza della Corte Costituzionale.

http://www.altalex.com/index.php?idnot=50312

Volendo estrapolare frammenti, allo stesso link si dice anche che:

Con la sentenza in commento la Consulta, nel dichiarare non fondata la questione di legittimità costituzionale, per come sollevata, ha preliminarmente specificato che i magistrati debbono godere degli stessi diritti di libertà garantiti ad ogni altro cittadino e che quindi possono, non solo condividere un'idea politica, ma anche espressamente manifestare le proprie opzioni al riguardo

La realtà dei fatti che emerge dalla lettura di questa sentenza è che i magistrati hanno il divieto di iscriversi a partiti politici, parteciparvi sistematicamente e continuativamente o schierarvisi organicamente (ovviamente nulla di tutto ciò è accaduto).

Per la cronaca, gli articoli della Costituzione summenzionati dicono solo questo:

101.
La giustizia è amministrata in nome del popolo.

I giudici sono soggetti soltanto alla legge.


104.
La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.

Il Consiglio superiore della magistratura [cfr. artt. 105, 106 c.3, 107 c.1 ] è presieduto dal Presidente della Repubblica [cfr. art. ].

Ne fanno parte di diritto il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione.

Gli altri componenti sono eletti per due terzi da tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti alle varie categorie, e per un terzo dal Parlamento in seduta comune [cfr. art. 55 c.2] tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici anni di esercizio.

Il Consiglio elegge un vicepresidente fra i componenti designati dal Parlamento.

I membri elettivi del Consiglio durano in carica quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili.

Non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale.
doddi
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peas! ha scritto:
doddi ha scritto:
Il video è sempre relativo all'intervento di ieri, però qua ci sono tutte le immagini, con relativo scenario, palcoscenico, arreddi, addobbi e simbologia.



Artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost., ribadendo che i magistrati devono essere imparziali e indipendenti e che tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità.

Questa è la costituizione di quale stato?
Di nessuno stato; questo è un frammento di un link che spiega una sentenza della Corte Costituzionale.

http://www.altalex.com/index.php?idnot=50312

Volendo estrapolare frammenti, allo stesso link si dice anche che:

Con la sentenza in commento la Consulta, nel dichiarare non fondata la questione di legittimità costituzionale, per come sollevata, ha preliminarmente specificato che i magistrati debbono godere degli stessi diritti di libertà garantiti ad ogni altro cittadino e che quindi possono, non solo condividere un'idea politica, ma anche espressamente manifestare le proprie opzioni al riguardo

La realtà dei fatti che emerge dalla lettura di questa sentenza è che i magistrati hanno il divieto di iscriversi a partiti politici, parteciparvi sistematicamente e continuativamente o schierarvisi organicamente (ovviamente nulla di tutto ciò è accaduto).

Per la cronaca, gli articoli della Costituzione summenzionati dicono solo questo:

101.
La giustizia è amministrata in nome del popolo.

I giudici sono soggetti soltanto alla legge.


104.
La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.

Il Consiglio superiore della magistratura [cfr. artt. 105, 106 c.3, 107 c.1 ] è presieduto dal Presidente della Repubblica [cfr. art. ].

Ne fanno parte di diritto il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione.

Gli altri componenti sono eletti per due terzi da tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti alle varie categorie, e per un terzo dal Parlamento in seduta comune [cfr. art. 55 c.2] tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici anni di esercizio.

Il Consiglio elegge un vicepresidente fra i componenti designati dal Parlamento.

I membri elettivi del Consiglio durano in carica quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili.

Non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale.

Grazie per il link (quel passo lo avevo preso altrove) ... ho letto il tutto e dice anche questo se non vado errato ( e non vaso visto che copincollo), ossia le medesime specificazioni :


Iscrizione e partecipazione a partiti politici: illecito disciplinare dei magistrati?
Corte Costituzionale , sentenza 17.07.2009 n° 224
«Si deve ritenere non fondata la questione di legittimità Costituzionale dell’art. 3, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 25 febbraio 2006, n. 109 (Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati, delle relative sanzioni e della procedura per la loro applicabilità, nonché modifica della disciplina in tema di incompatibilità, dispensa dal servizio e trasferimento di ufficio dei magistrati, a norma dell'articolo 1, comma 1, lettera f, della legge 25 luglio 2005, n. 150), nel testo sostituito dall'art. 1, comma 3, lettera d), numero 2), della legge 24 ottobre 2006, n. 269 (Sospensione dell'efficacia nonché modifiche di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario), sollevata, in riferimento agli articoli 2, 3, 18, 49 e 98 della Costituzione, in quanto la ratio sottesa alla norma de qua è quella della tutela rafforzata dell’immagine di indipendenza del magistrato, la quale può essere posta in pericolo tanto dall’essere il magistrato politicamente impegnato e vincolato ad una struttura partitica, quanto dai condizionamenti, anche sotto l’immagine, derivanti dal coinvolgimento nell’attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario».

Questo è quanto statuito dalla Consulta, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell’art. 3, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 25 febbraio 2006, n. 109 (Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati, delle relative sanzioni e della procedura per la loro applicabilità, nonché modifica della disciplina in tema di incompatibilità, dispensa dal servizio e trasferimento di ufficio dei magistrati, a norma dell'articolo 1, comma 1, lettera f, della legge 25 luglio 2005, n. 150), nel testo sostituito dall'art. 1, comma 3, lettera d), numero 2), della legge 24 ottobre 2006, n. 269 (Sospensione dell'efficacia nonché modifiche di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario), il quale configura quale illecito disciplinare sia il coinvolgimento nelle attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario che possono condizionare l'esercizio delle funzioni o comunque compromettere l'immagine del magistrato, sia l'iscrizione o la partecipazione sistematica e continuativa dello stesso a partiti politici.

La Corte Costituzionale è stato investita della questione di legittimità costituzionale della predetta disposizione, con ordinanza promossa dal Consiglio Superiore della Magistratura, con riferimento agli artt. 2, 3, 18, 49 e 98 della Costituzione.

È opportuno evidenziare che nel corso del giudizio, il Consiglio Superiore della Magistratura ha esposto la tesi secondo cui il divieto formale ed assoluto di iscrizione ai partiti politici per il magistrato, rafforzato da una sanzione per la sua violazione, andrebbe oltre la nozione giuridica della mera limitazione, ovvero di una regolamentazione che contemperi il diritto politico del singolo con l'esigenza di imparzialità, anche percepita, del giudice; e irragionevolmente assimilerebbe nel medesimo giudizio di disvalore l'appartenenza a partiti politici ed a centri di affari o di potere affaristico.

Con la sentenza in commento la Consulta, nel dichiarare non fondata la questione di legittimità costituzionale, per come sollevata, ha preliminarmente specificato che i magistrati debbono godere degli stessi diritti di libertà garantiti ad ogni altro cittadino e che quindi possono, non solo condividere un'idea politica, ma anche espressamente manifestare le proprie opzioni al riguardo, tuttavia le funzioni esercitate e la qualifica rivestita dai magistrati non sono indifferenti e prive di effetto per l'ordinamento costituzionale.

Nell’affrontare la suesposta vexata quaestio, il Giudice delle Leggi ha richiamato quanto già affermato in precedenti sue pronunce (ex pluribus:sent. n. 100 del 1981), rilevando che è la stessa Costituzione che riserva ai magistrati una disciplina del tutto particolare, contenuta nel titolo IV della parte II, in virtù della natura della loro funzione. Tale disciplina ha il compito di assicurare una posizione peculiare ai magistrati e correlativamente, comporta l'imposizione di speciali doveri.



In particolar modo, la Corte richiama gli artt. artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost., ribadendo che i magistrati devono essere imparziali e indipendenti e che tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità. Sicchè si opera una sorta di bilanciamento tra i diversi valori coinvolti ovvero tra la libertà di associarsi in partiti, ex art. 49 Cost., e l'esigenza di assicurare la terzietà dei magistrati, nonchè l'immagine di estraneità agli interessi dei partiti che si contendono il campo, ex l'art. 98, terzo comma, Cost.

A ciò si aggiunge la circostanza che è demandato al legislatore ordinario, con riferimento al caso di specie, la facoltà di stabilire «limitazioni al diritto d'iscriversi ai partiti politici per i magistrati». Dunque, è la Costituzione stessa che consente al legislatore ordinario di introdurre a tutela e salvaguardia dell'imparzialità e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario, il divieto di iscrizione ai partiti politici per i magistrati, al fine di rafforzare la garanzia della loro soggezione soltanto alla Costituzione e alla legge, nonché per evitare che l'esercizio delle loro delicate funzioni sia offuscato dall'essere legati ad una struttura partitica nella quale vi sono vincoli gerarchici interni.


Posta tale premessa, nel proprio iter logico-argomentativo la Corte ha, inoltre, individuato la natura, la portata e gli obiettivi perseguiti dalla norma censurata.

Infatti, la disciplina dettata ex art. 3, comma 1, lettera h), del decreto legislativo succitato ha dato attuazione ad una mera previsione costituzionale stabilendo che costituisce illecito disciplinare non solo l'iscrizione, ma anche «la partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici».

Inoltre accanto al dato formale dell'iscrizione, è parimenti precluso al magistrato, l'organico schieramento con una delle parti politiche in gioco, essendo anch'esso in grado di condizionare l'esercizio indipendente ed imparziale delle funzioni e di comprometterne l'immagine.

I Giudici delle Leggi hanno altresì negato, che si potesse postulare contraddizione con il diritto di elettorato passivo spettante ai magistrati. Risulta lampante e lapalissiano la diversità delle situazioni poste a raffronto, l'iscrizione o la partecipazione sistematica e continuativa alla vita di un partito politico e l’accesso alle cariche elettive.

Infine, si è evidenziato che la peculiarietà dell'assolutezza del divieto, riguarda tutti i magistrati, senza alcuna sorta di eccezioni. Pertanto vale sia nei confronti di coloro che non esercitano attualmente funzioni giudiziarie sia per coloro che sono stati temporaneamente collocati fuori ruolo per lo svolgimento di un compito tecnico.


Ciò posto, alla stregua delle sopra esposte argomentazioni, la Corte Costituzionale ha ritenuto non fondata la questione di legittimità costituzionale, ex art. 3, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 25 febbraio 2006, n. 109 (Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati, delle relative sanzioni e della procedura per la loro applicabilità, nonché modifica della disciplina in tema di incompatibilità, dispensa dal servizio e trasferimento di ufficio dei magistrati, a norma dell'articolo 1, comma 1, lettera f, della legge 25 luglio 2005, n. 150), nel testo sostituito dall'art. 1, comma 3, lettera d), numero 2), della legge 24 ottobre 2006, n. 269 (Sospensione dell'efficacia nonché modifiche di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario), sollevata, in riferimento agli articoli 2, 3, 18, 49 e 98 della Costituzione, nella parte in cui configura come illecito disciplinare, sotto la medesima lettera h), accanto alla iscrizione o alla partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici, il coinvolgimento nelle attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario che possono condizionare l'esercizio delle funzioni o comunque compromettere l'immagine del magistrato. Infatti, non si tratta di una indebita assimilazione, in un medesimo giudizio di disvalore, di due ipotesi di ben diversa portata. Il legislatore, piuttosto, è stato spinto dall'esigenza di porre una tutela rafforzata dell'immagine di indipendenza del magistrato, la quale può essere posta in pericolo tanto dall'essere il magistrato politicamente impegnato e vincolato ad una struttura partitica , quanto dai condizionamenti, anche sotto il profilo dell'immagine, derivanti dal coinvolgimento nella attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario




Mi pare che non c'è altro da aggiungere, la ratio rimane sempre quella.

Deontologia? Chi era costei? ... oh beata ipocrisia :salut
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doddi ha scritto:
NinoMed ha scritto:ma mi spiegate dov'è che attacca il governo?
o sono io che non so leggere, o lui attacca principalemente "certa magistratura che frequenta troppo certi salotti e certe stanze del potere" e io concordo con lui.
Poi continua Nino, dice altro, possibile che si debba negare l'evidenza?

"Partigiano non solo perché sono socio onorario dell'Anpi, ma sopratutto perché sono un partigiano della Costituzione. E fra chi difende la Costituzione e chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla, stravolgere, so da che parte stare ''.
Per la legalita' democratica, aggiunge, ''ci vuole una politica con la p maiuscola. Ed è necessaria un'Italia di eguali contro l'Italia della diseguaglianza di questi ultimi anni''.
L'Ideologo di Magistratura Democratica, Marco Ramat di formazione socialista, si trovò ad affermare che nella interpretazione e nella applicazione della norma giuridica non gli era possibile prescindere dal suo “amore socialista”.

Per definizione il magistrato, il giudice, deve essere imparziale nell'interpretazione e nell'applicazione delle norme, e la formazione ideologia o politica non devono neppure trasparire nel loro quotidiano.


Queste sono le norme:
Artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost., ribadendo che i magistrati devono essere imparziali e indipendenti e che tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità.


Scommettiamo che Ingroia nei prossimi anni sarà candidato in Parlamento, come decine e decine di altri togati in passato continuando?


dice LA VERITà e questo magari non gli impedisce di essere imparziale nell'applicazione delle leggi. Lui. :wink
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
doddi
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Io non capisco perchè si debba pure stare a discutere davanti ad una confessione, libera, piena, spontanea e circonstanziata ... magari fosse sempre così :read:
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Mariotta ha scritto:
doddi ha scritto:
NinoMed ha scritto:ma mi spiegate dov'è che attacca il governo?
o sono io che non so leggere, o lui attacca principalemente "certa magistratura che frequenta troppo certi salotti e certe stanze del potere" e io concordo con lui.
Poi continua Nino, dice altro, possibile che si debba negare l'evidenza?

"Partigiano non solo perché sono socio onorario dell'Anpi, ma sopratutto perché sono un partigiano della Costituzione. E fra chi difende la Costituzione e chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla, stravolgere, so da che parte stare ''.
Per la legalita' democratica, aggiunge, ''ci vuole una politica con la p maiuscola. Ed è necessaria un'Italia di eguali contro l'Italia della diseguaglianza di questi ultimi anni''.
L'Ideologo di Magistratura Democratica, Marco Ramat di formazione socialista, si trovò ad affermare che nella interpretazione e nella applicazione della norma giuridica non gli era possibile prescindere dal suo “amore socialista”.

Per definizione il magistrato, il giudice, deve essere imparziale nell'interpretazione e nell'applicazione delle norme, e la formazione ideologia o politica non devono neppure trasparire nel loro quotidiano.


Queste sono le norme:
Artt. 101, secondo comma, e 104, primo comma, Cost., ribadendo che i magistrati devono essere imparziali e indipendenti e che tali valori vanno tutelati non solo con specifico riferimento al concreto esercizio delle funzioni giudiziarie, ma anche come regola deontologica da osservarsi in ogni comportamento al fine di evitare che possa fondatamente dubitarsi della loro indipendenza ed imparzialità.


Scommettiamo che Ingroia nei prossimi anni sarà candidato in Parlamento, come decine e decine di altri togati in passato continuando?


dice LA VERITà e questo magari non gli impedisce di essere imparziale nell'applicazione delle leggi. Lui. :wink

Appunto.Non riesco a trovare nulla di non vero in quello che dice Ingroia.
Poi se per imparziale intendiamo quel magistrato che non deve proferire parola sulle leggi che un giorno dovrà applicare,allora abbiamo un concetto di democrazia abbastanza singolare.
E ripeto le stesse accuse,in modo anche più dure venivano mosse a Falcone e Borsellino,'sto maledetto vizio di attaccare la gente seria,onesta,coraggiosa,che dà la vita per la Giustizia,non ce lo leviamo.
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31 ottobre 2011 I giudici che non piacciono ai ladri di CostituzioneBy ilsimplicissimus
Anna Lombroso per il Simplicissimus

“La mia è stata intenzionalmente un’affermazione forte, provocatoria. Viste le reazioni la provocazione ha avuto effetto. Evidentemente definirsi partigiano della Costituzione è diventata una bestemmia. L’arretramento del dibattito su temi come questo è dovuto anche all’imbarbarimento del sistema politico”: ha risposto così alle critiche Antonio Ingroia, sostituto procuratore della procura distrettuale antimafia di Palermo. Ingroia si era definito così, partigiano della Costituzione, partecipando al congresso del Partito dei Comunisti Italiani.

A chi ha gridato allo scandalo sarebbe fin troppo facile rispondere che lo scandalo risiede semmai nei comportamenti omissivi, corrivi, compiacenti, censori, complici. A chi parla di giustizia “politicizzata” sarebbe fin troppo facile rispondere che dovrebbero guardarsi in casa a quei giudici ammanigliati con le logge deviate, dalla P2 alla P4, oppure a quei giudici costituzionali ospiti al desco di Berlusconi prima di pronunciarsi su di lui, a quei giudici che hanno scompaginato le carte del le indagini a Bari, o in Sicilia, dove in questi giorni sono stati messi in libertà i supposti killer di Borsellino. E se proprio oggi dovessimo definire eversiva una affermazione, credo ci verrebbe buona la frase spericolata del ministro Sacconi. Più di quella di un magistrato che, proprio come quel ministro sleale, ha giurato sulla carta costituzionale che questo governo considera un vecchio attrezzo da buttare, da manomettere, da svuotare e irridere perché è un baluardo in difesa di quei diritti che per loro rappresentano un ostacolo, un limite al loro disegno di golpe istituzionale, sociale e civile.

E a chi parla di legittimità è giusto rispondere che la democrazia da noi è compromessa da un potere legittimo perché ha vinto le elezioni, ma che non sa usare questa legittimità rispettandone regole e limiti.
Ingroia ha invece esercitato il potere legittimo messo in discussione da chi disconosce la sovranità popolare, il suo sistema istituzionale e l’amministrazione della giustizia aggirando il principio secondo il quale le leggi sono uguali per tutti, sottraendosi con astuzie legislative ad personam e con la corruzione al proprio giudice e disconoscendo l’autorità degli organi di garanzia e di controllo.

Se ha voluto provocare per eccitare animi sopiti, penso che dobbiamo essergliene grati. Fa bene di rifarsi a un caposaldo della filosofia scolastica a proposito del diritto di resistenza dei popoli contro il potere arbitrario. Che deriva o da un abuso che riguarda l’investitura o da un abuso che riguarda il modo di governare. Personalmente credo che l’attuale governo stia usurpando per ambedue i motivi.

Molto c’è da dire sulla trasparenza e libertà delle elezioni che hanno portato questa maggioranza al governo. Berlusconi è il rappresentante su scala mondiale di un ristretto gruppo di attori politici emergenti soprattutto dal settore delle comunicazioni, al servizio di una economia anch’essa sempre più immateriale, che hanno sfruttato le loro formidabili risorse finanziarie e mediatiche per distorcere e pilotare il processo democratico.
E è certo che l’uso che fa del potere è contrario all’interesse del popolo mediante l’abuso delle sue posizioni, utilizzandolo a fini personali di profitto e per sottrarsi alla giustizia, interferendo nella libera formazione dell’opinione pubblica(conflitto d’interesse, diffamazione come arma, ricatti, corruzione), conducendo un tentativo di privatizzare anche la carta costituzionale. E in sostanza indebolendo la democrazia.

E allora non basta l’obiezione di coscienza, non basta la critica, non basta semplicemente fare bene il proprio dovere, se mancano le èlite trasformate in consorterie, se molta parte dell’informazione è felicemente annessa e ammessa ai luoghi che il potere le apre benevolmente, se viene tolta la voce insieme ai diritti e alle conquiste in nome di una “necessaria” rinuncia.

Garantismo è parola abusata per definire di volta in volta giustizialismo, egemonia giudiziaria, addirittura sbrigativo e disinvolto autoritarismo. Tutte forme improprie di una egemonia corporativa che non può che far male alla democrazia. Forse invece è il momento di restituirle dignità, come sistema di tutela delle garanzie, che significa anche rompere la spirale del silenzio che copre la cancellazione di potestà, sovranità, leggi, regole.
In fondo l’ha giurato Ingroia. E se non l’abbiamo giurato dobbiamo comune tener fede al patto stretto con le ragioni dei molti contro l’interesse dei pochi, con la libertà di tutti contro la licenza di pochi.
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doddi ha scritto: Mi pare che non c'è altro da aggiungere, la ratio rimane sempre quella.

Deontologia? Chi era costei? ... oh beata ipocrisia :salut
Si parla di iscrizione a partiti, partecipazione sistematica e continuativa e schieramento organico: e non siamo di fronte ad alcuno di questi casi.
A farvi sbroccare è la sua tessera di socio onorario dell'Anpi (che non è un partito né un movimento politico, ma una associazione fondata sui valori della Resistenza, che sono alla base della nostra Repubblica) ed il fatto che si sia definito un "partigiano della Costituzione" (e nessuno può vederci nulla di politico, deviato o negativo, se non chi vive la Costituzione come un ostacolo ai propri, od altrui, deliri di onnipotenza).

Quale era il Tuo link?
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reggino ha scritto:

Appunto.Non riesco a trovare nulla di non vero in quello che dice Ingroia.
Poi se per imparziale intendiamo quel magistrato che non deve proferire parola sulle leggi che un giorno dovrà applicare,allora abbiamo un concetto di democrazia abbastanza singolare.
E ripeto le stesse accuse,in modo anche più dure venivano mosse a Falcone e Borsellino,'sto maledetto vizio di attaccare la gente seria,onesta,coraggiosa,che dà la vita per la Giustizia,non ce lo leviamo.
Tanto per non essere tacciato di essere sempre in contrapposizione con Doddi,
e anche per non lasciarlo mestamente nella sua solitaria crociata,
ci tengo a dire che stavolta sono pienamente d’accordo con lui e, pertanto,
aggiungo qualcosa al suo democratico, libero e educato pensiero che, nella foga, si sarà dimenticato (timidezza?) di aggiungere.
Spero gli faccia piacere. :mrgreen:

Credo sia giunta l’ora di ammettere l’assurdità di chi sostiene che il nostro problema sia rappresentato da chi è al governo da circa 17 anni
(e per di più ricco e potente come nessun altro) e esplicitare chiaramente alcuni punti necessari alla barca per tornare a navigare con il vento in poppa.

- Assaltare i palazzi di giustizia (non tutti però, solo quelli che intercettano chi parla con il pdc o il principe)
- Imprigionare i PM che attuano la Costituzione e quelli che non sono corruttibili
- Liberare Lele, Tarantini e Cuffaro (Papa e Bisignani lo sono già).
-Mettere Fede alla Presidenza della Rai.
-Far saltare in aria le sedi del Fatto e Repubblica per alto tradimento verso il Paese.
-Per compensare la persecuzione subita nominare Previti e dell’Utri senatori a vita che fa pure rima.
-Alla presidenza della Camera ci vuole Piersilvio e a Capo della Repubblica Marina con Barbara in panchina pronta alle eventuali défaillance di uno dei due.

Solo così la crisi sparirebbe dalla mente dei sudditi e, come d’incanto:

-Ilvio tornerebbe ad essere il miglior presidente del consiglio che il fato ci abbia mai consegnato.
- il Paese diventerebbe il migliore al mondo con zero tasse
-i servizi offerti ai cittadini tornerebbero ad essere degni di questo nome
- i treni tornerebbero ad essere efficienti e puntuali come ai bei tempi andati.
- interessanti trasmissioni come i pacchi e il grande fratello sarebbero chiusi
…e noi, come i polli in un pollaio, finiremmo di battibeccare

Doddi nostro compreso. 8-)
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mohammed
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vivere in un'altra realtà, come se si fosse ancora in perenne campagna elettorale con la gente desiderosa di andare a votare per il principe dandosi qualsiasi giustificazione tipo l'assedio dei comunisti o i giudici politicizzati. A crederci sono rimasti i politici schizofrenici e un pò di gente che ha bisogno di credere che tutto andrà bene, nonostantetutto perché altrimenti cade in preda all'ansia...
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
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mohammed ha scritto:vivere in un'altra realtà, come se si fosse ancora in perenne campagna elettorale con la gente desiderosa di andare a votare per il principe dandosi qualsiasi giustificazione tipo l'assedio dei comunisti o i giudici politicizzati. A crederci sono rimasti i politici schizofrenici e un pò di gente che ha bisogno di credere che tutto andrà bene, nonostantetutto perché altrimenti cade in preda all'ansia...
Ho letto e riletto e non credo di rientrare in nessuna categoria. L'ansia non mi tange proprio, sono ormeggiato in lidi sicuri, e posso starci ad libitum, io ed altri. Forse è proprio questo che mi fà stare fuori dal coro, quello sì in preda all'ansia :thumright
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
mohammed ha scritto:vivere in un'altra realtà, come se si fosse ancora in perenne campagna elettorale con la gente desiderosa di andare a votare per il principe dandosi qualsiasi giustificazione tipo l'assedio dei comunisti o i giudici politicizzati. A crederci sono rimasti i politici schizofrenici e un pò di gente che ha bisogno di credere che tutto andrà bene, nonostantetutto perché altrimenti cade in preda all'ansia...
Ho letto e riletto e non credo di rientrare in nessuna categoria. L'ansia non mi tange proprio, sono ormeggiato in lidi sicuri, e posso starci ad libitum, io ed altri. Forse è proprio questo che mi fà stare fuori dal coro, quello sì in preda all'ansia :thumright
Per una volta tanto ascolta chi ti vuol bene.
Affrettati a salire sul carro dei vincitori. Sei ancora in tempo.
...O non l'hai ancora individuato bene?
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