Fallara, un caso aperto......

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onlyamaranto
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Se le indagini andranno avanti regolarmente, ho la sensazione che i risvolti possano essere incredibili, ma come diceva una canzone, sottolineo il SE

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
army
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il caso Fallara non esiste per il tg regionale, nonchè per quasi tutte le testate giornalistiche della città (da strill alla gazzettadelsud) :cheers
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eddiegraces
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Alberghi vicino Cardinale Portanova.

Sento puzza di Tino 10%....


Ding
- chi è che ha causato questa mancanza di soldi all'interno del comune?
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
- Ah
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Motociclista
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prevedo molti rientri anche da Malta verso S.Pietro mi sa,speriamo bene,speriamo che una buona parte di"marciume"finisca di inquinare questa martoriata città...
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onlyamaranto
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quoto il ding...

"...e qualcosa rimane
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Infatti il Ding inizia da Malta..
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Shelob
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Località: Dalla parte giusta dello Stretto.

Non mi fa aprire il link :sad:
Mariotta
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qualcuno, oltre l'articolo di Strill riesce a recuperare notizie sulle accuse di peculato e truffa oltre che confisca di beni all arch LABATE?


http://www.strill.it/index.php?option=c ... &id=111395
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Mariotta ha scritto:qualcuno, oltre l'articolo di Strill riesce a recuperare notizie sulle accuse di peculato e truffa oltre che confisca di beni all arch LABATE?


http://www.strill.it/index.php?option=c ... &id=111395



ho trovato anche questo
Reggio, caso Fallara. Sotto sequestro
casa e conti di LabateL’architetto incassò dal Comune parcelle per lavori risultati mai eseguiti ed è acusato di truffa e peculato con la dirigente scomparsa. Chiusa una parte dell’inchiesta
28/10/2011 Un avviso di conclusione indagini e sigilli alla casa e ai conti correnti per l'architetto Bruno Labate. Ieri mattina la Guardia di finanza di Reggio Calabria, si è presentata nel suo appartamento di Roma e su ordine della Procura della Repubblica gli ha consegnato il decreto di conclusione delle indagini.
Per lui accuse pesanti: peculato in concorso con la dirigente del comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara (deceduta), e truffa. Nella sostanza avrebbe partecipato al sacco delle casse di Palazzo San Giorgio, ottenendo soldi per prestazioni professionali mai svolte. Denaro che sarebbe arrivato con la complicità della manager dell’Ufficio Finanze. Ma il pool di magistrati che conduce l’inchiesta ha anche firmato il sequestro preventivo dei suoi beni, per un valore equivalente a quanto avrebbe intascato illegalmente. Una valore che dovrebbe aggirarsi attorno ai seicentomila euro, visto che ne aveva già restituti volontariamente 160mila. La Procura ha dunque chiuso uno dei filoni d’indagine e ora c'è un primo punto fermo nell’inchiesta sul buco di Bilancio al comune di Reggio e sui soldi illecitamente percepiti da professionisti e dirigenti.
La storia degli incarichi conferiti e liquidati all’architetto Bruno Labate, ha dei tratti particolarmente gravi. L’uomo, legato sentimentalmente per un certo periodo alla Fallara, avrebbe incassato (secondo una perizia chiesta dalla Procura) cifre complessive per 842 mila 740 euro. Soldi che secondo la magistratura «rappresenterebbero dei pagamenti disposti senza che sia stata svolta alcuna attività in favore dell’ente». Labate incassava denaro senza fare nulla. Scrivono gli esperti della Procura «si può rilevare come nel periodo 21 maggio 2009 al 27 agosto 2010 siano stati fatti una serie di indebiti pagamenti in favore di Labate Bruno, per un importo complessivo di euro 842.740,00, al lordo delle ritenute». Incarichi mai eseguiti e conferiti come tecnico esperto del settore del Lavori Pubblici; molti dei pagamenti infatti vengono giustificati per non meglio precisate competenze tecniche relative ad alcune opere pubbliche.
Rispetto ad uno dei pagamenti ricevuti il professionista aveva ammesso parte delle sue responsabilità rispetto. L’8 agosto del 2010 Orsola Fallara fa liquidare a favore di Labate 81 mila euro per il “Verde attrezzato di Arghillà, Tremulini e Gebbione”, il 27 dello stesso mese arrivano altri 225 mila euro per gli “Interventi di riqualificazione depuratore Ravagnese - Gallico”. Interrogato il professionista ha ammesso «di non sapere la ragione di quel versamento sul suo conto corrente personale». Ed è a seguito di quella ammissione che, anche su richiesta del suo legale Pasquale Foti, aveva deciso di restituire alle casse comunali 160 mila euro. Una vicenda che dai risvolti tragici. Dopo l’apertura dell’inchiesta infatti, Orsola Fallara (in foto) si tolse la vita ingerendo



CHE SCHIFO DI GENTE
soldi sottratti alla collettività ...Verde attrezzato e depuratori e la città è una fogna.
Ma si alla fine è giusto così :salut
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ahhh finalmente sotto sequestro i beni di questo lestofante mantenuto con i nostri soldi..sono contento,notizia rilassante.. :salut

Spero ci sia la confisca definitiva..
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Regmi
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Motociclista ha scritto:ahhh finalmente sotto sequestro i beni di questo lestofante mantenuto con i nostri soldi..sono contento,notizia rilassante.. :salut

Spero ci sia la confisca definitiva..
Non è la stessa persona a cui era stato conferito l'incarico di rappresentante della Regione Calabria a Roma da parte dall'attuale governatore?
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Motociclista ha scritto:ahhh finalmente sotto sequestro i beni di questo lestofante mantenuto con i nostri soldi..sono contento,notizia rilassante.. :salut

Spero ci sia la confisca definitiva..

aspettando che venga condannato per i reati in oggetto.


a Regmi

credo si sia dimesso dall'incarico conferitogli da Scopelliti
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Mariotta ha scritto:
Motociclista ha scritto:ahhh finalmente sotto sequestro i beni di questo lestofante mantenuto con i nostri soldi..sono contento,notizia rilassante.. :salut

Spero ci sia la confisca definitiva..

aspettando che venga condannato per i reati in oggetto.


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credo si sia dimesso dall'incarico conferitogli da Scopelliti

capo delegazione a roma della regione calabria...che caxxo faceva????è stato sostituito???
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goldenboy ha scritto:
Mariotta ha scritto:
Motociclista ha scritto:ahhh finalmente sotto sequestro i beni di questo lestofante mantenuto con i nostri soldi..sono contento,notizia rilassante.. :salut

Spero ci sia la confisca definitiva..

aspettando che venga condannato per i reati in oggetto.


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credo si sia dimesso dall'incarico conferitogli da Scopelliti

capo delegazione a roma della regione calabria...che caxxo faceva????è stato sostituito???
Boh!!
La nomina sarà stato un puro caso... magari a sua insaputa.
Normalità, sembra succeda spesso
8-)
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goldenboy ha scritto:
Mariotta ha scritto:
Motociclista ha scritto:ahhh finalmente sotto sequestro i beni di questo lestofante mantenuto con i nostri soldi..sono contento,notizia rilassante.. :salut

Spero ci sia la confisca definitiva..

aspettando che venga condannato per i reati in oggetto.


a Regmi

credo si sia dimesso dall'incarico conferitogli da Scopelliti

capo delegazione a roma della regione calabria...che caxxo faceva????è stato sostituito???


si è dimesso pare...

questoarticolo è tratto da un blog cronache da ndrinopoli...ma che è? :scratch


Magna Grecia da default. Conti Reggini più falsi di quelli di Atene October 26, 2011
Una bufera contabile e giudiziaria sul Governatore calabrese, Giuseppe Scopelliti, e sui suoi più stretti collaboratori: quelli con i quali l’ex sindaco aveva gestito la cassa del Comune di Reggio sullo Stretto dal 2002 al 2010, fino al passaggio trionfale sullo scranno più alto a Catanzaro.


Gli ispettori del ministero delle Finanze che sconfessano tutta la contabilità degli ultimi anni di Palazzo San Giorgio, taroccati come nemmeno i conti greci; in seguito, viene confermata la notizia delle indagini in corso in Procura su Scopelliti per abuso d’ufficio (un anno fa l’Unità riferiva di un fascicolo in procura aperto a seguito di un esposto presentato dagli esponenti calabresi del Pd, Romeo e Naccari Carlizzi), che, alla luce della relazione degli ispettori ministeriali, potrebbero anche configurare nuove incriminazioni per falso ideologico (falso contabile) e peculato, ipotesi finora smentita dal procuratore capo reggino Giuseppe Pignatone.

Scopelliti è stato nuovamente convocato dal procuratore per rispondere del dissesto dei conti pubblici.

Aveva già sostenuto un interrogatorio in Procura l’11 marzo passato dicharandosi “estraneo” all’accusa di abuso d’ufficio, in concorso con la dirigente suicida del settore tributi Orsola Fallara. Infine, pesantissime, al processo ‘Testamento’ contro uno dei 4 clan più potenti del mandamento reggino, un altro pentito eccellente ha accostato il nome dell’ex sindaco, ad altri quattro suoi sodali ex An e Forza Italia, alla cosca Tegano.

Neanche quest’ultima una novità per i nostri lettori: le accuse di Roberto Moio si aggiungono a quanto già scritto nel dicembre 2010.

Allora era il pentito Paolo Iannò a riferire ai pm della Direzione distrettuale Antimafia “si sa come la famiglia De Stefano abbia da sempre appoggiato elettoralmente il sindaco”.

Nel frattempo, un mese fa, anche il super pentito Nino Logiudice aveva accennato all’appoggio elettorale fornito per anni dalle cosche Tegano e De Stefano del quartiere Archi del capoluogo calabrese (la Scampia della ‘Ndragheta) a uno dei politici in maggiore ascesa nel PdL.

Moio, Iannò, Logiudice: sono i 3 maggiori collaboratori di sempre della ‘Ndrangheta, pentiti dopo essere caduti nella rete del procuratore Pignatone, insieme con Consolato Villani, che avrebbe a sua volta parlato dei rapporti tra Pdl e ndrine, anche se al momento mancano conferme ufficiali.

Da un lato, è stata approntata e consegnata lunedì scorso una durissima relazione sui bilancio del quinquennio 2006 -2010 del Comune dello Stretto dall’Ispettorato Generale finanze pubbliche del ministero del tesoro.

La relazione, accompagnata da una lettera di ammonimento del Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, fotografa un sostanziale dissesto che Scopelliti e tutto il Pdl hanno nascosto per anni: dal ‘’modello Reggio’’, tanto decantato da Gianni Alemanno e Gasparri, primari sponsor politici del Governatore calabrese, emerge invece una copia del Modello Parma: incarichi indebitamente e largamente ammanniti alla cerchia stretta di collaboratori cooptati per chiamata diretta.

Il direttore generale Franco Zoccali (ora in Regione con uguale compito), l’architetto consulente Salvatore Putortì e la vittima sacrificale Orsola Fallara, dirigente settore Tributi sospesa dall’incarico, il 23 novembre 2010, costretta alle dimissioni il dicembre successivo, suicida dopo poche ore per aver ingerito dell’acido muriatico.

L’Unità aveva pubblicato in esclusiva nazionale lo scorso gennaio le prove delle indebite consulenze da centinaia di migliaia di euro assegnate dalla signora Fallara a una persona a lei legata da personale amicizia, l’architetto Bruno Labate, volato a Roma in qualità di ‘rappresentante permanente presso il Governo della Regione Calabria’, dopo che l’amico Scopelliti era diventato Governatore.

La difesa di Labate di fronte ai Pm della procura reggina riguardo i 180mila euro percepiti per una consulenza su “lavori di ripristino del verde pubblico”, mai fornita, per lavori mai effettuati, seguì l’esempio ineguagliabile del ministro Scajola: “Dottore, se sapessi chi si è azzardato a versarmi 400mila euro sul conto corrente a mia insaputa”.

Il consulente fu costretto alle dimissioni da dirigente regionale, e a restituire i 180mila indebitamente percepiti denunciati da Unità e da un mensile antimafia, da uno Scopelliti scosso dal suicidio della sua più stretta collaboratrice di 8 anni, e dal timore di essere infangato da una storia che si andava intorbidendo.

Adesso arrivano le bacchettate del ragioniere generale dello Stato, sulla base della relazione degli ispettori Giovanni Logoteto e Vito Tatò:

il Comune ha un disavanzo di 170 milioni, e ha indebitamente accordato compensi extra stipendio ai suoi dirigenti-esterni;
il Comune ha fatto cassa recependo dai cittadini i tributi per il canone idrico, senza versarli alla ditta fornitrice del servizio;
lo stesso è stato fatto con i contributi F 24 dei dipendenti comunali, per 4 anni. Senza stornare quanto trattenuto all’Inps, che ora vanta 20 milioni di contributi non riscossi dai dipendenti comunali.
La bufera finanziaria avvolge il Comune reggino come il ministero dell’Economia greco: i dipendenti del consorzio di depurazione, Acquereggine, reclamano stipendi degli ultimi 6 mesi, le consociate Multiservizi e Leonia (rifiuti e decoro urbano) avanzano oltre 20 milioni di debiti, a dicembre si rimane senza luce se l’Enel non riceve almeno parte dei 14 milioni di bollette arretrate; il tutto, si legge nella relazione degli ispettori, “adottando artifici contabili al fine di occultare la reale situazione finanziaria dell’Ente”, come per esempio “conservando tra gli attivi, crediti non supportati da nessun titolo giuridico”.

Tutto questo non sarebbe venuto alla luce senza la tenacia di Sebi Romeo (allora consigliere comunale) e Demetrio Naccari (ex sindaco centrista, ora Pd) che in un esposto alla Procura del novembre 2010 denunciarono lo stato dei fatti.

Una prima delegazione di ispettori venne inviata al Comune, ma venne richiamata dal ministero dell’amico Tremonti.

Solo dopo il suicidio Fallara, la Procura reggina aprì un fascicolo, iscrisse tra gli indagati l’ex sindaco, incaricò come periti contabili gli ispettori stessi. A quel punto, il ministero dell’economia non poteva più guardare da un’altra parte e gli esperti contabili del ministero hanno avuto accesso ai conti reggini 2006-2010 in un missione durata 45 giorni tra giugno e luglio; risultato: riscontrare 24 irregolarità contabili.

Solo in un esercizio (2009) venne rispettato il patto di stabilità tremontiano, “e i debiti totali, a cominciare dagli sciagurati crediti da swap e da 100 milioni dovuti alla Regione per il canone idrico, alla fine ammonteranno a oltre 500 milioni”, prevede Romeo.

Mezzo miliardo di buco in una delle 10 province dal reddito più basso non si contano come i 620 milioni di buco in Parma, una delle città più ricche d’Italia.

Un campionario da record; la Magna grecia ha battuto la patria madre ateniese, in questo.
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Quelle Ombre sul caso Fallara:

Ci sono fonti che affermano che quella notte la Fallara aveva un appuntamento con qualcuno e oltre alla sua auto sul posto ve era un altra.


http://46.37.13.75/recasi.it/Upload/13032013_cal01.pdf
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Non ho mai creduto al suicidio autonomo....l'ho conosciuta e so il carattere che aveva...era acciaio puro.
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RAFFA ACCUSA SCOPELLITI:


http://46.37.13.75/recasi.it/Upload/14032013_QUOT02.pdf



aiiii ! ! ! :fifi:
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Processo Fallara, la deposizione dell’avvocato Barrile indispettisce il Pm e il Giudice: ''Lei non sembra così esperto''


Si sarebbe dovuta esaurire oggi la lista di testi che il Pm Sara Ombra ha chiamato a testimoniare per l’accusa nel cd Processo Fallara che vede tra gli imputati il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti (nella veste di Sindaco di Reggio all'epoca dei fatti contestati) e i revisori dei conti comunali di quel periodo, Carmelo Stracuzzi, Domenico D'Amico e Ruggero De Medici, accusati di falso in atto pubblico e, solo per Scopelliti, abuso di ufficio.
Nell’udienza tenuta questa mattina al cospetto del Tribunale presieduto da Olga Tarzia, si sarebbero dovuti presentare in quattro. Ma soltanto uno di loro, l’avvocato Antonio Barrile (“esperto” del sindaco dal 2002 e capo di Gabinetto dalla parentesi Raffa in avanti), si è sottoposto all’esame in aula. Gli altri - l’avvocato Franco Zoccali (all’epoca direttore generale del Comune), il dirigente comunale Pasquale Carmelo Nucera, e l’architetto Bruno Labate (imputato in altro procedimento per aver intascato cospicue somme per consulenze mai rese) – in maniera giustificata o meno hanno disertato l’aula n°13 del Cedir, in cui si è svolto il procedimento.
Ma la testimonianza di Barrile può definirsi una vera debacle. Tanto il Pm, quanto il giudice, hanno più volte imbeccato il teste ravvisando diverse contraddizioni nelle risposte rese costellate da tanti “penso”, qualche “non ricordo”, e diversi “non so”. Tali da far giungere il giudice a dichiarare: “Mi scusi se glielo dico, ma mi pare che non si sia dimostrato così esperto. Non sono riuscita a comprendere molte cose”.
In effetti l’avvocato Barrile sembra essere andato in difficoltà diverse volte. La sua deposizione è partita, sollecitata dalle domande del Pm, dalla ricostruzione temporale e tecnica della gestione del contenzioso comunale, che lo ha visto protagonista in qualità di esperto dell’allora sindaco Giuseppe Scopelliti.
Così Barrile spiega che fino all’avvento dell’attuale Governatore, al Comune esisteva un collegio difensivo composto da sei persone e che si ridusse in brev tempo a tre. Per il sopraggiungere di nuove normative europee che impedivano il convenzionamento con gli avvocati, fu revocata quell’impostazione e da quel momento gli incarichi furono dati ad avvocati esterni iscritti regolarmente all’Albo. Solo tra il 2005 e il 2006 fu approntato un bando apposito da cui scaturì la “short list” di professionisti da cui cominciò ad attingere Palazzo San Giorgio. La retribuzione prevista era ai minimi tariffari fino al 2007, poi, in base ad alcune direttive impartite dalla Corte dei Conti, fu applicato un tariffario interno. La novità del riordino del Contenzioso, era anche rappresentata dal fatto che il Comune era tenuto ad inserire in Bilancio le cifre che si prevedeva servissero a portare avanti le cause. Il conferimento dell’incarico, invece, avveniva con ordinanza firmata dal sindaco. Lo stesso Barrile elaborò un file “tipo” che prevedeva gli obblighi a cui doveva attenersi il professionista che accettava l’incarico. Le ordinanze erano predisposte dall’Ufficio di gabinetto e dall’Ufficio legale, mentre “la scelta del nome del professionista – chiarisce Barrile – la facevo io”. Lo stesso spiega che vi erano giudizi per importi fino a 516 euro per cui si costituivano i funzionari e i dirigenti interni; al di sopra di quella cifra difronte al Giudice di Pace ci si poteva costituire con specifica autorizzazione.
Il punto sottolineato Barrile, in questa fase, è che “l’Ufficio finanze e Tributi, mandava direttamente al sindaco le ordinanze di nomina tanto dei professionisti interni quanto di quelli esterni”. Il Pm gli chiede come mai, visto che le ordinanze avevano l’intestazione dell’Ufficio di gabinetto. “Non glielo so dire – la risposta – Non ci siamo mai informati del perché”. Barrile dice anche di non sapere degli incarichi della Fallara (“non me ne sono mai interessato – dice - fino a quando non uscì la notizia sulla stampa”). Il Pm cerca quindi riscontro alle affermazioni rese proprio ieri da Giuseppe Raffa, e chiede al teste se era vero che Raffa gli chiese spiegazioni su quegli incarichi della dirigente in Commissione tributaria. Barrile risponde: “Si, me le chiese, e io gli dissi che li poteva firmare tutti”. Sul punto il pm e il giudice ravvisano molta confusione, ed insistono incalzando Barrile che cerca di essere più esplicito: “Raffa non mi esplicitò un dubbio preciso. Non me lo pose come un problema giuridico, me lo disse tra le altre cose. Io gli dissi di firmare perché fino a quel momento quel tipo di atto fu sempre firmato. Ma non ricordo se mi disse del caso specifico della Fallara”. Ma poi aggiunge: “Si mi chiese anche per quelli dell’Ufficio Finanze, ma non mi disse che i suoi dubbi fossero relativi alla loro legittimità”.
Così interviene anche il giudice Tarzia. Chiede al teste di concentrarsi su quelle domande perché il giorno prima è stato sentito Raffa. Quindi Barrile nuovamente ribadisce: “Non ricordo, può essere di si, può darsi che me lo chiese…”
Insomma Raffa alla fine firmo, “ma quando la cosa divenne di domino pubblico – prosegue Barrile – ognuno di noi disse la sua. E così consigliai Raffa di sospendere tutti gli incarichi alla Fallara”. Nel chiarire queste ultime affermazioni Barrile spiega che non conosceva quell’articolo del contratto relativo alla “onnicomprensività”, che quindi approfondì, parlandone con il sindaco Raffa, il segretario e altri dirigenti.
Barrile ricorda anche che “tra nel 2005 o nel 2006 la Fallara gli chiese il file “tipo” per le ordinanze di incarico. Ipotizzai che per tutto quello che concerneva il settore Finanze facesse lei autonomamente”. Ma quegli incarichi non passavano mai dagli uffici di Barrile. “Andavano direttamente dal sindaco. Mi sono posto il problema, ma pensai, senza domandarglielo, che erano atti dirigenziali, al di là della loro natura. Io non avevo il controllo sugli atti dei dirigenti”. Insomma Barrile sostiene che insieme a quelli di Finanze Tributi anche altri atti andavano direttamente al sindaco. “Per esempio quelli relativi all’assegnazione degli alloggi. Ma non ricordo chi fosse dirigente all’epoca. Ce ne sono stati tanti”.
A questo punto Barrile, sollecitato ancora dalle domande del Pm che intende capire come mai la Fallara non venisse coinvolta nel nuovo modo di gestire il contenzioso, risponde che “Lei non si faceva coinvolgere. I rapporti con la Fallara erano pochissimi. Faceva tutto lei, a me non forniva notizie del suo operato. Io avevo rapporti con l’Ufficio legale e con la dirigente Squillaci, con la quale andavamo d’accordo. Lei si rapportava con il sindaco, la giunta e gli assessori”.
Insomma, tutto ciò che concerneva il settore Finanze e Tributi sfuggiva a qualsiasi controllo: “Gli atti di quel settore andavano alla segretaria del sindaco, dove venivano protocollati, e sottoposti direttamente a lui”. Quante pratiche arrivavano sulla scrivania di Scopelliti, lo chiede invece nel corso del controesame l’avvocato Labate. Barrile risponde che “arrivavano a gruppi di 15-20 pratiche. Non le illustravo. Raramente mi chiedeva chiarimenti”.
In conclusione, il giudice chiede dei rapporti tra lo stesso Barrile e Scopelliti, e di che natura fosse il suo incarico a Palazzo San Giorgio. Barrile spiega della conoscenza politica e professionale da sempre esistente tra i due, chiarendo che Scopelliti nutriva la massima fiducia in lui e che quindi lo nominò con un decreto generico, avallato dal dettato dello Statuto comunale: “Il sindaco – conclude Barrile - mi dava carta bianca”.
Fin qui l’udienza odierna. Il giudice ha già fornito le prossime due date: il 25 marzo e il 18 aprile. In particolare in quest’ultima data saranno chiamati a deporre gli imputati del processo e i testi della difesa.
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