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reggino
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Oggi alla Camera la maggioranza è stata battuta per la novantatreesima e la novantaquattresima volta. Con 275 voti a favore e 272 contrari è stata approvata una mozione presentata dall'Italia dei Valori, di cui io ero il primo firmatario, che impegna il Governo a stanziare 700 milioni di euro per i prossimi due anni e altri 600 per il 2014 per il rinnovo del parco autobus delle aziende che operano nel settore del trasporto pubblico in Campania.
Quello stanziamento serve a bloccare la chiusura dello stabilimento Irisbus di Avellino, deciso dalla Fiat a settembre con la scusa della diminuzione delle immatricolazioni degli autobus urbani in seguito alla crisi.
La Fiat vuole in reltà far costruire gli autobus al suo stabilimento francese per aumentare i profitti, e il governo, come sempre, non ha saputo muovere un dito per difendere i mille lavoratori della fabbrica e i trecento dell'indotto.
Questo voto dimostra che la maggioranza non esiste e la seconda clamorosa bocciatura del Governo in un giorno, avvenuta mezz’ora dopo la prima, ne è la dimostrazione. I deputati della maggioranza votano solo la fiducia per difendere il proprio “posto di lavoro”, perché alla loro poltrona stanno molto più attenti che non alla condizione dei lavoratori, ma subito dopo si dissolvono.
Ma la cosa più importante, per me, è che il voto sull’Irisbus può salvare dalla disperazione decine di famiglie e impedire che peggiori ancora la situazione di un territorio già devastato dalla crisi e dalla insipienza del governo.
Per questo è però fondamentale che il governo dia immediatamente seguito concreto a quanto deciso oggi dalla Camera senza svicolare come sua abitudine.
Noi dell'Italia dei Valori ci impegniamo a vigilare e a garantire il rispetto di questo voto, proprio come ci siamo sin qui impegnati a difendere i lavoratori di Irisbus dal cinismo attento solo al profitto immediato e dalla Fiat e dalla complicità di questo governo.

di pietor blog
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suonatore Jones

brutto colpo per chi parla di freddi numeri
doddi
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reggino ha scritto:Oggi alla Camera la maggioranza è stata battuta per la novantatreesima e la novantaquattresima volta. Con 275 voti a favore e 272 contrari è stata approvata una mozione presentata dall'Italia dei Valori, di cui io ero il primo firmatario, che impegna il Governo a stanziare 700 milioni di euro per i prossimi due anni e altri 600 per il 2014 per il rinnovo del parco autobus delle aziende che operano nel settore del trasporto pubblico in Campania.
Quello stanziamento serve a bloccare la chiusura dello stabilimento Irisbus di Avellino, deciso dalla Fiat a settembre con la scusa della diminuzione delle immatricolazioni degli autobus urbani in seguito alla crisi.
La Fiat vuole in reltà far costruire gli autobus al suo stabilimento francese per aumentare i profitti, e il governo, come sempre, non ha saputo muovere un dito per difendere i mille lavoratori della fabbrica e i trecento dell'indotto.
Questo voto dimostra che la maggioranza non esiste e la seconda clamorosa bocciatura del Governo in un giorno, avvenuta mezz’ora dopo la prima, ne è la dimostrazione. I deputati della maggioranza votano solo la fiducia per difendere il proprio “posto di lavoro”, perché alla loro poltrona stanno molto più attenti che non alla condizione dei lavoratori, ma subito dopo si dissolvono.
Ma la cosa più importante, per me, è che il voto sull’Irisbus può salvare dalla disperazione decine di famiglie e impedire che peggiori ancora la situazione di un territorio già devastato dalla crisi e dalla insipienza del governo.
Per questo è però fondamentale che il governo dia immediatamente seguito concreto a quanto deciso oggi dalla Camera senza svicolare come sua abitudine.
Noi dell'Italia dei Valori ci impegniamo a vigilare e a garantire il rispetto di questo voto, proprio come ci siamo sin qui impegnati a difendere i lavoratori di Irisbus dal cinismo attento solo al profitto immediato e dalla Fiat e dalla complicità di questo governo.

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Domanda che esula dall'esito del voto: servono alla Campania 2 miliardi di euro di nuovi autobus? Ad una media di 150.000 a pezzo fanno oltre 13.000 autobus. Viva il senso di responsabilità.
E poi bisognerà fare prima una gara o qualcosa del genere, e se poi vince un'altra impresa?
Ultima modifica di doddi il 26/10/2011, 19:19, modificato 1 volta in totale.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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pellarorc
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la nostra classe politica, sopratutto quella della maggioranza meriterebbe sulu scorcicoddu!!!!
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pellarorc
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ma io..lo sapete chi mi suddiai!!adesso si parla di nuovi condoni, licenziamenti facili in futuro, aumento del precariato....io nn so più che dire, vi giuro!
Sono proprio alle cozze! Non riesco più neanche a leggere per intero gli articoli di politica! Sono nauseato.
Vedere il blob bossi mi fa schifo, non rido per nulla!
Vedere due capi di stato che ridono di berlusconi mi fa venire la tristezza.
Ormai non so più cosa dire, perchè la politica italiana non rasenta più il ridicolo, è ridicola!
Non guardo più la rai tranne report o lucarelli e qualcosa di sport. I tg sono inguardabili. I dibattiti mi fanno venire i nervi perchè c'è gente come la gelmini che solo a sentirla vorrei sputarla in faccia(anche se nn le farebbe niente perchè la vergogna da quanto abbiamo visto ha limiti che neanche immaginiamo!!)! Vedere altri del pdl che stanno lì a difendere solo il loro stipendio e il loro potere, perchè altro ormai non fanno, mi fa venire la tristezza! Se devono venirmi in mente delle scene di ballarò, ad esempio, mi viene in mente Sacconi che piglia per il culo il sindaco di firenze imitandolo! MI viene in mente larussa che chiede chi è questo o chi è quello. Politici che dicono il contrario di tutto, che ridono, sfottono, bacchettano professori universitari come se loro ne sapessero di più.

Come me tanti ormai sono scocciati e nn sanno più che dire su queste vicende che ogni giorno leggiamo e vediamo.Incredibile questa cosa non credete?

Ma voi....non avete le stesse sensazioni?
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Regmi
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doddi ha scritto:
reggino ha scritto:Oggi alla Camera la maggioranza è stata battuta per la novantatreesima e la novantaquattresima volta. Con 275 voti a favore e 272 contrari è stata approvata una mozione presentata dall'Italia dei Valori, di cui io ero il primo firmatario, che impegna il Governo a stanziare 700 milioni di euro per i prossimi due anni e altri 600 per il 2014 per il rinnovo del parco autobus delle aziende che operano nel settore del trasporto pubblico in Campania.
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Ma la cosa più importante, per me, è che il voto sull’Irisbus può salvare dalla disperazione decine di famiglie e impedire che peggiori ancora la situazione di un territorio già devastato dalla crisi e dalla insipienza del governo.
Per questo è però fondamentale che il governo dia immediatamente seguito concreto a quanto deciso oggi dalla Camera senza svicolare come sua abitudine.
Noi dell'Italia dei Valori ci impegniamo a vigilare e a garantire il rispetto di questo voto, proprio come ci siamo sin qui impegnati a difendere i lavoratori di Irisbus dal cinismo attento solo al profitto immediato e dalla Fiat e dalla complicità di questo governo.

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Domanda che esula dall'esito del voto: servono alla Campania 2 miliardi di euro di nuovi autobus? Ad una media di 150.000 a pezzo fanno oltre 13.000 autobus. Viva il senso di responsabilità.
E poi bisognerà fare prima una gara o qualcosa del genere, e se poi vince un'altra impresa?
Senso di responsabilità?
Di che e di chi stai parlando?

Anche queste sono esulanti
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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citrosodina
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citrosodina ha scritto:osservate bene :mrgreen:

http://tv.repubblica.it/politica/cosa-g ... 9292?video
Secondo me, quando si esagera si diventa ridicoli...e "la repubblica" sta esagerando :na:
cosa vuoi che abbia guardato in 2 secondi? e, pur volendo, cosa avrebbe fatto di male? :S
Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo: poiché questo triste vecchio mondo deve prendere a prestito l'allegria, ché di guai ne ha abbastanza di propri. (Ella Wheeler Wilcox)
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NinoMed
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Have a Nice Day
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dalla maggioranza se ne è andato anche Antonione.
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Berlusconi perde pezzi anche Bossi lo lascia solo Ieri Berlusconi è rientrato a Roma d'urgenza ma al vertice di maggioranza Tremonti lo attacca: il problema sei tu. Silvio va avanti

La molla che fa scattare Silvio Berlusconi è quel profondo rosso a Piazza Affari, con uno spread Bond-Btp da vertigine. Ma sono anche i contatti tra Quirinale e opposizione che spingono il premier ad anticipare il suo rientro a Roma. Per tenere sotto controllo la situazione. Per marcare il territorio con la propria presenza fisica. Per capire. In mattinata il Cavaliere aveva concordato una nota con il portavoce Paolo Bonaiuti in cui assicurava l’attivismo del governo sull’agenda economica e addossava al referendum deciso dalla Grecia la responsabilità del tonfo dei mercati europei. Ma niente da fare: la Borsa di Milano risultava impermeabile alle rassicurazioni di Palazzo Chigi. Giù, sempre più giù.


Si parte allora: Berlusconi decolla, destinazione Ciampino, e varca la soglia di Palazzo Chigi a metà pomeriggio. Da programma, il rientro era previsto a sera inoltrata. Silvio si chiude nel suo ufficio con Gianni Letta e parte la controffensiva. Rassicurare, rassicurare, rassicurare. Il presidente del Consiglio sente al telefono la signora Merkel. Con il cancelliere tedesco Berlusconi si impegna ad approvare il primo pacchetto di misure previsto dal crono-programma portato a Bruxelles «in tempi rapidissimi». Stesso discorso che viene fatto a Napolitano, sentito poco dopo sempre via etere. Al Capo dello Stato Berlusconi annuncia un vertice serale con la Lega e i ministri economici per esaminare i provvedimenti da varare subito in un Consiglio da convocare oggi o, al più tardi, domani mattina. Comunque prima del G20 di Cannes. In modo da dare le prime risposte concrete sia ai partner europei sia ai mercati.
Napolitano sembra tranquillizzato. Ma dopo qualche minuto le agenzie battono un durissimo comunicato del Colle. Il presidente della Repubblica parla del «suo dovere di verificare il concretizzarsi» di «una nuova prospettiva di larga condivisione» intorno alle scelte che l’Europa chiede con urgenza. «Verifica», «nuova prospettiva», «larga condivisione»: cosa vuole dire? Vuol dire che...

Berlusconi è nero. Teme che il sostegno istituzionale del Quirinale, prezioso e salvifico in altre situazioni, in questo drammatico momento venga meno. Perché? Arriva anche a Palazzo Chigi la voce di un possibile esecutivo tecnico, guidato da Mario Monti e formato da personalità non politiche. I “salvatori della Patria” benedetti dal Colle e sostenuti in Parlamento da una maggioranza trasversale. Rumors suffragati dalle dichiarazioni pubbliche del Pd che invoca le dimissioni «a minuti» di Berlusconi (Enrico Letta); le consultazioni tra Bersani, Di Pietro e Casini; la richiesta del terzo polo perché il Cavaliere si presenti in aula prima di partire per il G20. Vogliono lo scalpo, lo vogliono subito. «Questo è un trappolone», si infuria Berlusconi. La paura è che la congiura abbia il sigillo quirinalizio. Silvio non può credere a una manovra tanto sleale: il Colle, informalmente (ovvio), ha sempre sostenuto che mai avrebbe dato via libera a un “governo degli sconfitti”. Cioè senza l’assenso di Pdl e Lega. «Vogliono fare fuori il governo eletto democraticamente? Allora noi scendiamo in piazza!», si sfogava in serata con i suoi, Silvio, pronto a mobilitare subito il milione di italiani che ha preso la tessera del Pdl.
Ecco, questo è il clima in cui si apre il vertice serale a Palazzo Chigi, con tutto il suo portato di drammaticità. Alimentato da un ragionamento di Tremonti che manda su tutte le furie il Cav. Giulio, raccontano, dà ragione ai chi sostiene che «l’esecutivo ha perso credibilità internazionale» e pone il problema del «passo indietro» perché «il problema sei tu». Berlusconi non la prende per niente bene.
Bossi non c’è e Silvio non può tornare alla carica sulla riforma delle pensioni. Si decide allora per un maxiemendamento da inserire nella legge di stabilità con dentro la riforma del lavoro, delle professioni, le liberalizzazioni e le privatizzazioni. Deciso anche il calendario: il voto del Senato arriverà, con la fiducia, il 15 novembre. Quello della Camera il 20 del mese. Sempre ammesso che il governo duri.

libero.it

Anche Repubblica riporta questa affermazione di Tremonti.
Ora mi spiegate come si faranno le riforme,con un clima di questo genere??
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Paolo_Padano
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la crisi le scelte
Il Cavaliere pensa a «misure choc»
Tra le ipotesi, patrimoniale e prelievo forzoso
la crisi le scelte

Il Cavaliere pensa a «misure choc»

Tra le ipotesi, patrimoniale e prelievo forzoso


Scajola: «Non si può andare avanti»ROMA - L'unica certezza di Berlusconi è che «al Quirinale non c'è un capo dello Stato intento a ordire trappole». Tuttavia la fiducia che ancora gli accorda Napolitano è a tempo, e di tempo il Cavaliere non ne ha più. Indebolito dalle piazze finanziarie internazionali, accerchiato dalle manovre nei palazzi romani, e senza un accordo nel vertice d'emergenza convocato in serata, il premier ha trascorso la giornata meditando il varo di «misure choc» per salvare il Paese e il suo governo, entrambi a rischio default. Non c'è dubbio che gli «interventi straordinari» sui quali sta ragionando «mi fanno venire l'orticaria solo a pronunciarli». Dalla patrimoniale al prelievo forzoso, da un piano di dismissioni doloroso fino a una lunga teoria di condoni, Berlusconi valuta i provvedimenti da porre come sacchetti di sabbia sull'argine del fiume che ha già iniziato a tracimare.

«Mi hanno detto di fare come Amato», spiega il Cavaliere, che evoca così un'altra stagione economica drammatica, quella del '92, e le misure draconiane che vennero allora adottate per salvare la lira: guarda caso una patrimoniale sulla casa, un prelievo sui conti correnti e i depositi bancari, il blocco per un anno dei contratti del pubblico impiego e il blocco delle pensioni di anzianità. Tanto basta per far spuntare sul volto del premier una smorfia di disgusto mista a disappunto, perché ognuno di questi provvedimenti sarebbe «contrario ai miei capisaldi», al credo che ha divulgato per venti anni e che in parte ha già dovuto abbandonare con la manovra estiva.

Mentre i Btp continuano a cedere terreno sui listini, Berlusconi spiega alla Merkel che «farò quanto è necessario per difendere fino in fondo la credibilità dell'Italia», e con essa anche ciò che resta della sua credibilità nel consesso mondiale. Nel corso del colloquio il premier ribadisce che «il mio governo intende rispettare gli impegni», ma intanto si chiede e chiede «cosa posso fare più di quanto ho fatto». La risposta della cancelliera tedesca non si fa attendere, è un suggerimento che somiglia tanto a una perentoria richiesta: far validare intanto da un voto del Parlamento le linee guida del piano di risanamento presentato in Europa, una sorta di imprimatur preventivo in attesa dell'approvazione dei provvedimenti. La piena ha superato ampiamente i livelli di guardia quando Berlusconi accenna a Napolitano le «misure choc», prospettate ancora come ipotesi, segno della confusione che regna nella maggioranza e che viene indirettamente confermata dall'assenza di Bossi al vertice serale di Palazzo Chigi. E se è vero che la conversazione con il presidente della Repubblica convince il premier che «al Quirinale non si ordiscono trappole», è altrettanto vero che il Colle è risoluto nel chiedere atti di governo che tolgano l'Italia dal mirino della speculazione finanziaria. Il punto però non è stabilire quale sia il mezzo con cui varare i provvedimenti, poco importa se si tratti di decreti e di emendamenti da inserire nella legge di Stabilità: il nodo è il contenuto.


La maggioranza perde un altro pezzo: AntonioneEd è su questo che scoppia l'ennesimo scontro tra Berlusconi e Tremonti, considerato dal premier non più solo un «problema politico», ma un «fattore» dell'attacco speculativo all'Italia per via dell'atteggiamento assunto in questa fase: «Se un ministro dell'Economia si mostra scettico sulle misure che vengono adottate, che segnale trasmette ai mercati»? L'accusa che Berlusconi rivolge all'inquilino di via XX settembre di «tradimento». Per tutta risposta anche ieri sera, al culmine dell'ennesimo alterco al vertice, Tremonti ha invitato il Cavaliere a fare «un passo indietro», in nome «dell'interesse nazionale», delle «aste dei titoli di Stato sul mercato».

Ma il premier non ha intenzione di dimettersi, e ieri mattina aveva studiato una road map per resistere a Palazzo Chigi. Sul fronte istituzionale era (e al momento resta) sua intenzione convocare un Consiglio dei ministri con cui varare una prima parte di misure da presentare già ai partner internazionali del G20. Epperò sarà difficile realizzare questa parte del piano, visto che ieri sera non era stato ancora raggiunto un accordo. Sul fronte politico resta convocato l'Ufficio di presidenza del Pdl, pronto a chiedere - con un documento - che «tutte le decisioni in materia economica vengano accentrate a Palazzo Chigi». È un modo per mettere in mora Tremonti, e al tempo stesso per tenere saldo l'asse con la Lega, dato che «le misure - questo sarà scritto nella risoluzione del partito - dovranno essere coerenti con il piano preparato per l'Europa», quella sorta di programma di governo di fine legislatura firmato da Bossi, e che pertanto dovrebbe vincolare il Carroccio. Dovrebbe, visto che il Senatur con la sua assenza pare volersi tenere le mani libere. Ma non è questo il pericolo maggiore per Berlusconi, sono piuttosto le crepe nelle file parlamentari a destare allarme, l'ipotesi - fondata - che altri deputati lascino la maggioranza e lascino di conseguenza il governo senza fiducia a Montecitorio.

Per questo nella sua road map il Cavaliere ha previsto di presentarsi davanti alle Camere dopo il G20, non prima, come gli hanno chiesto ieri i leader del terzo polo. È evidente il motivo: il premier ha intuito il rischio dell'agguato e non intende andare al vertice di Cannes da «dimissionato». Dopo, invece, potrebbe farsi scudo dei provvedimenti per sfidare il Parlamento ad accettare il piano di risanamento «nell'interesse del Paese» o staccare la spina all'esecutivo. A quel punto - come spiegava in questi giorni il segretario del Pdl Alfano - «tutti dovranno sapere che dopo il governo Berlusconi non potrà esserci il governo dei congiurati, ma solo il voto anticipato».

Francesco Verderami
02 novembre 2011 17:17
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
Lillu Foti: "non bogghiu 'nchinari poi mi rinnu chi vonnnu a squatra mi 'ndi sarbamu"
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Governo, Cazzola: “Berlusconi si dimetta”
“Il governo dovrebbe dimettersi e il Pdl dovrebbe gestire una soluzione diversa senza arroccarsi sull’alternativa o noi o elezioni. E’ inutile cercare la morte bella e proseguire finché non siamo schiattati. Io non tradisco ne’ firmo documenti, ma credo che Silvio Berlusconi debba trattare una resa onorevole invece di essere schiantato”. Giuliano Cazzola, deputato del Pdl e vice presidente Commissione Lavoro della Camera, con un’intervista al quotidiano Affaritaliani.it, chiede a Silvio Berlusconi di fare un passo indietro. Un governo Gianni Letta “andrebbe bene, anche se è il Capo dello Stato a dover decidere”, aggiunge. Cazzola si aggiunge così ai tanti malpancisti che da giorni invocano le dimissioni del premier, a partire da Antonione. Ieri a Palazzo Grazioli è stata recapitata anche una lettera firmata da diversi deputati del Pdl proprio per chiedere a Berlusconi di fare un passo indietro.
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Tremonti e Berlusconi, rapporto finito
“Silvio dimettiti, il problema sei tu”
Fine del rapporto tra il presidente del Consiglio e ministro dell'Economia. Quest'ultimo: "Se avessi potuto fare il ministro come volevo, oggi non saremmo a questo punto". Il premier: "Se avessi potuto io fare il premier come volevo, tu non saresti il mio ministro!"
Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti
Titoli di coda. Il rapporto tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti si è spezzato definitivamente nel Consiglio dei Ministri di ieri. In maniera fragorosa. Risultato? Il governo è nel caos più totale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, con l’incapacità da parte dell’esecutivo di mettere a punto uno strumento in grado di respingere l’offensiva dei mercati. E se è vero, come è vero, che il quadro è questo, molto dipende anche dalla diversità di intenti e vedute tra Berlusconi e Tremonti.

Uno voleva il decreto legge per arrivare al G20 di Nizza con qualcosa di concreto, l’altro puntava sul maxi emendamento e per ottenerlo ha fatto sponda sul Colle, a cui il dl ‘carrozzone’ era più che indigesto. L’effetto della dicotomia è stato uno scambio di accuse durissimo, come mai era successo prima. I ‘lealisti’ berlusconiani’ proponevano, Tremonti rimandava le ipotesi al mittenti. Fino alla goccia che ha fatto traboccare il vaso. “E basta, dillo chiaro che vuoi mandare a casa il presidente!” ha sbottato il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, con il titolare dell’Economia che, per rispondere, si è rivolto direttamente al premier. “Non sto dicendo questo – ha detto Tremonti -, sto dicendo che lunedì ci sarà un disastro sui mercati se tu, Silvio, resti al tuo posto e non fai un passo indietro. Perché il problema per l’Europa e i mercati, giusto o sbagliato che sia, sei proprio tu”.

Una stilettata al cuore del Cavaliere, che non ha potuto tacere. “No, il problema sei tu invece -ha detto Berlusconi – , sono tre anni che vai a sparlare in giro per il mondo del tuo Paese e del tuo presidente del Consiglio”. Tremonti, a questo punto, ha puntato sulla dietrologia. “Se avessi potuto fare il ministro come avrei voluto, oggi non saremmo a questo punto” ha detto, con Berlusconi che ha ribattuto usando lo stesso mezzo: “Se avessi potuto io fare il premier come avrei voluto, tu non saresti il mio ministro!”.

Accuse e stilettate a parte, alla fine la battaglia l’ha vinta Tremonti, tanto che il decreto tanto voluto è diventato solo un maxi emendamento, per giunta spuntato in mancanza di misure su pensioni e mercato del lavoro. E il pensiero della Lega, che puntava sulla linea dura, non si è fatto attendere. Sibillino e al tempo stesso ‘minaccioso’ il pensiero di Roberto Calderoli. “Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli…”.

E sulla carcassa di un ‘amore’ politico ormai finito, ecco svolazzare gli avvoltoi che, secondo il segretario del Pdl Angelino Alfano, hanno colori e visi ben conosciuti. “Casini è scatenato, sta per lanciare una nuova formazione politica per raccogliere una decina di parlamentari nostri e far saltare il governo. Si chiamerà ‘costituente dei moderati’, guardate che sono pronti”. Forse l’ex Guardasigilli ha ragione: stamane sul tavolo del premier è arrivata la lettera di sei frondisti e persino alcuni fedelissimi hanno iniziato a defilarsi. Insomma, scene da fine impero.


A confronto quelli del vecchio ulivo erano degli hippy.
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la cosa che mi fa impazzire è che si scannano ma non mollano. Quando pensano al cambio di legge elettorale e a tutto ciò che gli succederà in caso di dimissioni del Sir B gli torna il sorriso e si ricomincia!
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Minchia io a tutti questi toglievo le pensioni anche dopo 2 mandati, malanova...
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
reggino
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ANSA) - ROMA, 3 NOV - Sono al momento sei i deputati del Pdl ad aver firmato la lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, gia' anticipata dall'ANSA, in cui si chiede un atto di discontinuita' con l'allargamento della maggioranza. I nomi sono quelli di Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini e Giancarlo Pittelli. I parlamentari sono rimasti riuniti fino a tarda sera all'hotel Hassler a Trinita' dei Monti

No,c'è pure lui:Stracquadanio uno dei tanti scagnozzi di Silvio :lol: :lol: :lol: ,pronti ad abbandonare la nave.
Ma Berlusconi si sta rendendo conto che non ha una maggioranza??
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reggino ha scritto:ANSA) - ROMA, 3 NOV - Sono al momento sei i deputati del Pdl ad aver firmato la lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, gia' anticipata dall'ANSA, in cui si chiede un atto di discontinuita' con l'allargamento della maggioranza. I nomi sono quelli di Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini e Giancarlo Pittelli. I parlamentari sono rimasti riuniti fino a tarda sera all'hotel Hassler a Trinita' dei Monti

No,c'è pure lui:Stracquadanio uno dei tanti scagnozzi di Silvio :lol: :lol: :lol: ,pronti ad abbandonare la nave.
Ma Berlusconi si sta rendendo conto che non ha una maggioranza??
ieri sera da Mentana aveva smentito di essere uno dei firmatari..oggi ci avrà ripensato...cmq,una maggioranza non c'è più neanche numericamente,per il bene del Paese ne traggano le dovute conclusioni :salut
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goldenboy ha scritto:
reggino ha scritto:ANSA) - ROMA, 3 NOV - Sono al momento sei i deputati del Pdl ad aver firmato la lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, gia' anticipata dall'ANSA, in cui si chiede un atto di discontinuita' con l'allargamento della maggioranza. I nomi sono quelli di Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini e Giancarlo Pittelli. I parlamentari sono rimasti riuniti fino a tarda sera all'hotel Hassler a Trinita' dei Monti

No,c'è pure lui:Stracquadanio uno dei tanti scagnozzi di Silvio :lol: :lol: :lol: ,pronti ad abbandonare la nave.
Ma Berlusconi si sta rendendo conto che non ha una maggioranza??
ieri sera da Mentana aveva smentito di essere uno dei firmatari..oggi ci avrà ripensato...cmq,una maggioranza non c'è più neanche numericamente,per il bene del Paese ne traggano le dovute conclusioni :salut

supponiamo che Berlusconi si dimetta verso dicembre,come qualche giornalista scrive,non penso che si farà un governo tecnico,è più probabile che si vada al voto no?
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